Egon
Zora si addormentò un'ora prima dell'alba, di colpo, quasi come se avesse perso i sensi. Egon, invece, non riuscì a prendere sonno.
Non dopo quello che avevano condiviso, non dopo tutte le parole che erano rimaste sospese tra di loro.Solo qualche settimana prima aveva provato un'immensa vergogna al pensiero che Zora potesse vedere la sua schiena martoriata e tutte le sue cicatrici... Ma la ragazza, la notte prima, le aveva baciate tutte, le aveva adorate e venerate. Ed Egon non ci aveva capito più niente.
Non era mai stato così vicino a provare quei sentimenti che avrebbero cambiato tutto.
Non ci poteva credere. Era convinto di essersene sbarazzato per sempre e che dopo quello che era successo con Atlas e ciò che aveva fatto a Kai, non avrebbe più trovato il coraggio di amare nessuno.C'era un piccolo problema. Zora era una giovane umana che agognava la libertà, mentre lui era destinato a tornare nella sua terra e rituffarsi negli impegni che il suo titolo gli richiedeva.
Sospirò.
Chi l'avrebbe mai detto che un'umana testarda e ribelle gli avrebbe fatto mettere in discussione tutte le sue certezze?!Il suo tempo con Zora era troppo poco e lui voleva sapere di più su di lei. Voleva che lei gli parlasse del suo lavoro, delle lettere che leggeva e scriveva per la gente, dei romanzi a cui era affezionata, dei fiori che annaffiava con dedizione, ogni giorno, come se fossero sue creazioni. Voleva scoprire di più della sua amicizia con Clove e Orestes. Voleva conoscere quali fossero i suoi passatempi preferiti. Voleva sapere tutto quello che non aveva potuto capire in un mese.
E lui voleva parlarle della sua vita. Voleva farle conoscere Renan e Atlas e Freya. Voleva invitarla agli allenamenti dei Pušák'reskar e chiederle dei pareri sul Palazzo del Fuoco.
Insomma, la voleva nella sua vita e voleva esserci in quella di Zora.
Egon le rubò un'occhiata languida; Zora dormiva sul fianco con una mano tra il viso e il cuscino e i capelli che le coprivano le spalle nude. Egon si accostò di più a lei, le passò una mano sulla guancia e le scostò le lunghe ciocche rosse.
Zora mugolò qualcosa e schiuse gli occhi.
E non appena incrociò lo sguardo di Egon, le sue labbra si distesero in un sorriso.Egon deglutì e capì di essere fottuto.
«Hey» sussurrò lei.
«Scusa se ti ho svegliata, volevo solo... Accarezzarti.»
Zora andò a cercare la mano di Egon con la sua e gliela strinse, poi incrociò le sopracciglia. «Sei sveglio da molto?»
«Non ho dormito.»
Lei si sistemò, man mano che le sue membra riacquisivano vigore. «C'è qualcosa che non va?»Egon avvertì con chiarezza il tono di preoccupazione nella voce della ragazza e il suo cuore si sciolse. Si girò a sua volta su un fianco per fronteggiarla e le lenzuola gli scivolarono fino ai fianchi. «È tutto perfetto» fece, e si sporse per baciarle le labbra «temevo che se avessi chiuso gli occhi, non ti avrei trovata al mio risveglio.»
Zora rinnovò la presa sulla sua mano e se la portò alla bocca per baciargli il dorso, le nocche e una a una tutte le dita. «Ti è già capitato?»
Egon seguì i movimenti della bocca di Zora mentre lei venerava la sua mano.
«Sì» ammise.Zora sollevò gli occhi per guardarlo ed Egon si perse nelle sue iridi del colore del mare.
«Con altre donne?» gli chiese.
Egon annuì.
Zora abbassò lo sguardo per un istante e poi sospirò. «E anche... Con degli uomini?»Egon ritrasse la mano da quelle della ragazza solo per prenderle il viso e riportare il suo sguardo su di sé. «Ti dà fastidio?»
Zora lo contemplò, probabilmente cercando una risposta che non lo ferisse... Però, a dispetto di ogni previsione, alla fine scrollò le spalle. «No» un sorriso amaro le contorse le labbra. «Mi infastidisce che ti abbiano avuto tante persone e che io sia... Un'altra di quelle.»
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasy[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...