Zora
Egon non volle dirle quale fosse la sua richiesta.
"Dopo pranzo", continuava a ripetere. Come se la pancia di Zora dovesse essere piena prima di toccare l'argomento.Lei rinunciò a estorcergli le informazioni non appena giunsero da Orestes, ma si disse che l'avrebbe aiutato... Era quello il loro accordo, dopotutto, ed Egon lo stava rispettando più di quanto lei avesse mai fatto.
Trovarono Kai dove l'avevano lasciato, al tavolo da pranzo in casa di Orestes. Indossava vestiti poco formali e, a differenza di Egon, preferiva girare disarmato per casa. Visto così, sembrava un normalissimo ragazzo della sua età.
Egon gli andò vicino e gli tolse dalle mani la mela che Kai stava per addentare.
«Prendi le tue cose, torniamo a casa» disse, prima di addentare il frutto succoso e mugolare, «per Xels, ho troppa fame.»
Kai scosse la testa, senza dare cenni di protesta e soprattutto senza mostrare il minimo interesse nei suoi confronti. Neanche per una battuta sgradevole sul suo odore.«Mangiamo qui» sbottò la giovane salamandra «Orestes ci ha invitati tutti a pranzo e io non ho intenzione di rifiutare per tornare a mangiare pollo fritto in quel tugurio al porto.»
Poi spostò lo sguardo su di lei. «Com'è andato l'allenamento?»Zora sgranò gli occhi.
Da quando Kai le si rivolgeva cordialmente?Era strano. Non solo il suo comportamento, ma proprio Kai.
Non ebbe il tempo di rispondergli che Egon si mise in mezzo tra lei e il ragazzo, dandole le spalle. «Che hai fatto ai capelli?» chiese all'amico con la bocca ancora piena.
I capelli. Ecco cosa c'era di diverso.
«Orestes me li ha un po' tagliati» rispose l'altro abbassando il viso.«Voi salamandre nascondete così tante lame in quei vestiti, ma non avete un misero paio di forbici!»
Orestes sbucò dalla porta sul retro della cucina e sorrise non appena vide Zora. «Hai un aspetto orribile» le disse.
Lei fece la finta offesa. «Oh, sono stata anche peggio!»L'uomo si pulì le mani su un telo a quadri, ridendo. «Ti ho preparato un bagno.»
Zora saltellò letteralmente sulle punte dei piedi. «Davvero?! Sei il migliore!»
Gli gettò le braccia attorno al collo e gli diede un bacio sulla guancia.Orestes fu troppo gentile a non staccarsela di dosso, ma Zora lo lasciò andare quasi subito.
Si stava già incamminando al bagno quando sentì l'amico parlare con Egon.
«Per te c'è un secchio con dell'acqua pulita e qualche asciugamano, nel cortile sul retro.»
Zora non lo vide, ma percepì il ghigno di Egon sulla sua pelle. «Un secchio, molto igienico...»
«Non mi ringrazi, salamandra?» lo prese in giro Orestes. Ormai sapeva com'era fatto Egon.«Vuoi un bacio anche da me?» insinuò il lord.
Le labbra di Zora si piegarono in una mezza risata e le sue dita esitarono per un istante prima di aprire la porta del bagno.
Orestes sospirò. «No, grazie. Come se avessi accettato.»Zora si chiuse la porta alle spalle, quindi si concesse una flebile risata.
Da quanto tempo non rideva senza dover fingere?
Non se lo ricordava. Ma sapeva che era tutto cambiato da quando Egon era entrato nella sua vita.
*
L'acqua era calda al punto giusto, Zora avrebbe voluto non uscire più. Si stava crogiolando nella vasca solo da qualche minuto, quando la porta del bagno si aprì leggermente; Zora si coprì d'istinto prima di notare la chioma bionda di Clove. «Posso?»
Zora annuì.
«Come stai?» le chiese l'amica chiudendosi la porta alle spalle.
«Mi fanno male anche i muscoli che non sapevo di avere!»
Clove si mise a ridere. «Ti ho portato dei vestiti puliti.»
«Grazie, ne avevo proprio bisogno» sospirò, rilassando le spalle contro il bordo della vasca.
Zora sbirciò il tessuto verde bottiglia e capì che si trattava di un abito, non di casacca e pantaloni. Poco male. I suoi vestiti attualmente erano inutilizzabili.
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasi[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...