23. Cuore in armatura

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Zora

Buio. Non si vedeva un accidenti a un palmo dal suo naso.

E poi un tonfo sordo la fece trasalire.
Urlò quando un paio di mani le afferrarono le braccia.

«Stai bene?» era la voce di Egon, ma il suo viso era troppo lontano e non riusciva a vederlo.
Lo cercò con le mani e lui le si avvicinò un po'.
«Mi vuoi rispondere o no?» sbottò lui incazzato nero.
«Sì» sussurrò «sto bene... La caviglia...»
Egon le lasciò le braccia, «Quale caviglia?» Zora sentì le sue mani che le scorrevano lungo il corpo, sulle cosce.
«La sinistra.»
La salamandra le strinse le dita attorno al tessuto degli stivali, all'altezza della caviglia, e lei sussultò.
«È gonfia» fece lui «il dolore è sopportabile?»
Lei annuì. Poi si ricordò che lui non poteva vederla. «S-sì.»
«Bene. Non è rotta. Un po' di ghiaccio e sarà come nuova.»

Non c'era assolutamente niente di dolce nelle sue parole.

«Ora» continuò Egon, rialzandosi e accostandosi alla sua faccia. Finalmente, Zora riuscì a individuare le sue iridi ambrate cariche di veleno e l'espressione arcigna. «Mi spieghi perché cazzo non mi stai a sentire?!» urlò «Ti avevo avvertita! Ti ho detto che era una trappola! E tu ti ci sei buttata dentro come una stupida!» sfuriò.

L'aveva già visto furioso... Ma mai con lei. Se avesse parlato, Egon si sarebbe accorto di quanto lei fosse spaventata, o del fatto che stesse tremando. Perciò Zora serrò le labbra.

«Chi sapeva di te e Roland?» le chiese «Rispondimi immediatamente!»
«Nessuno» singhiozzò lei.
«Bugiarda» sibilò «potevano piazzare trappole ovunque e invece hanno scelto proprio la casa del tuo ragazzo, mi spieghi il motivo?»
Zora si passò una mano nei capelli. «Non lo so! Te lo giuro!»

Egon fece un passo verso di lei e Zora indietreggiò andando a finire con la schiena contro il muro.
Come se non bastasse, lui le puntò un dito nella spalla, neanche fosse stato un pugnale.
«Quante volte hai incontrato Shiloh?» tamburellò col dito «Quelli ti stanno col fiato sul collo, cosa vogliono da te al punto da orchestrare tutto ciò?»

Zora si morse il labbro. Egon premeva troppo forte, le faceva male la spalla.
«Te lo giuro, Egon» gli afferrò il polso, allontanandosi la sua mano da dosso «Shiloh non lo sa! L'ho detto solo a madre Alys e lei non avrebbe mai fatto la spia!»

Il fiato si spezzò nella sua gola.
Perché l'aveva detto?
Funzionavano così gli interrogatori con lui? Bastava un po' di pressione da parte sua per fare cedere le sue vittime?

«Perché non lo farebbe?» le chiese Egon. Una domanda che era una lama puntata alla gola.
«Perché si sta nascondendo da lui» rispose Zora. A quel punto non aveva senso continuare a nascondere quel pezzo di verità... E poi, anche se ci avesse provato, Egon avrebbe avuto tutto il tempo di estorcerle ogni parola dalla bocca.
«La verità» indugiò «è che da quando c'è stato l'incendio alla nave è iniziata una vera e propria caccia alle salamandre criminali. Talon li cercava già da tempo e Madre Alys collaborava con lui. All'inizio nessuno credeva al generale, ma dopo l'episodio della nave...»
«Quindi Shiloh vuole liberarsene per restarsene tranquillamente a piede libero?»

Zora scrollò le spalle nel buio. «Non solo. Lui vuole redimersi incolpandola dell'incendio... Sai, Alys è una maga potente. Shiloh è convinto sia stata lei l'artefice e che abbia architettato tutto per fa ricadere la colpa sulle salamandre. Ma non è stata lei, Egon. Io lo so, te lo giuro, so che non è stata lei!»

Egon le lasciò la spalla. «Sapevi tutto questo e non me l'hai mai detto? Mi hai fatto perdere tempo, Zora» infuriò.
Zora trovò la giusta direzione da prendere per spintonarlo. «Madre Alys mi ha salvata e io voglio proteggerla» protestò «come puoi pretendere che mettessi a rischio la sua sicurezza, andando a parlare di lei con una salamandra?! Con uno di quelli da cui stiamo scappando?! L'unico mezzo che Shiloh ha per arrivare a lei sono io!»

Ignis - Elementali Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora