33. Spavalderia opportuna

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Egon

Era un piano di merda, ma ormai doveva andare avanti. Non gli era piaciuto per niente lasciare Zora nelle mani di Talon.
Il modo in cui l'uomo l'aveva strattonata e maltrattata gli fece salire il sangue al cervello, avrebbe incendiato qualsiasi cosa.

E invece decise di incendiare solo la sua gola. Dopo essersi allontanato dalla ragazza, andò a cercarsi del vino o del liquore e si tenne a una distanza appropriata; abbastanza in disparte da non essere visto, ma vicino e a portata d'orecchio.

Avrebbe ascoltato tutta la loro conversazione e se ci fossero stati problemi sarebbe intervenuto. Si convinse in questo modo che Zora sarebbe stata al sicuro.

Certo.

«Mi state evitando, lord Merrior?»
Egon trasalì quando la donna gli si palesò accanto come un'ombra.
Edlynne era vestita di nero e argento, il suo corsetto le sollevava i seni in una maniera vergognosa e la stoffa del vestito sembrava una ragnatela che le scopriva una quantità generosa e poco decorosa di pelle.

Egon dovette baciarle la mano quando lei gliela porse. «Certo che no, principessa.»
«Vi ho visto ballare» gracchiò lei, «chi è la ragazza che ha preso il mio posto?»
La curiosità nella voce della donna era mista a un sentimento più profondo e celato, non prometteva nulla di buono.

«Una che desiderava partecipare alla festa. L'ho accontentata» disse con il tono più piatto di cui fosse capace senza spostare gli occhi da Zora.
«Non vi ho chiesto perché è qui» insistette Edlynne, ora più severa «vi ho chiesto chi è.»

Oh. Non gli piaceva proprio per niente il veleno che strabordava dalle parole della ragazza.
Principessa o strega, non gli avrebbe detto un bel cazzo di niente sulla sua compagna.

E poi, con la precisione di un fottuto elfo arciere, un bagliore blu e argento fece centro nella conversazione.
«Sorella!»
Ander batté le mani sulle spalle di Edlynne destabilizzandone l'equilibrio.
La principessa faticò a ricomporsi e con disprezzo si scrollò da dosso le mani del fratello.
«Ander, credevo che fossi nelle alcove con qualche giovane fortunata.»

Egon si sforzò di non storcere le labbra disgustato e tornò a guardare Zora.
Merda.
L'aveva persa. Richiamò tutti i suoi sensi, preparandosi a fuggire dai fratelli reali per cercarla, ma un commento lo disturbò.

«In realtà, credo di aver perso quella giusta» cantilenò Ander, «hai per caso visto una meravigliosa ragazza dai capelli rossi?»

Egon si pietrificò. Zora stava ballando, sicuramente, perciò per ora sarebbe stato meglio badare al principino che non sapeva reggere bene il suo liquore fruttato. Se avesse alzato un dito su Zora, Egon l'avrebbe distrutto.

«Sei arrivato troppo tardi, fratellino» Edlynne ridacchiò come una cornacchia «la ragazza sta con un altro.»
Egon seguì con lo sguardo la direzione in cui puntò il mento di Edlynne e sospirò.
Zora stava bene, Talon le stava facendo fare un casqué.

La principessa si lamentò rumorosamente. «Adesso vattene Ander, lord Merrior stava per invitarmi a ballare.»

Davvero? E da quando?

Egon schiuse le labbra, cercando un modo per abbandonare la principessina senza risultare inappropriato. «In realtà...»
«In realtà, nostro padre ti sta cercando, Lynne» Ander le strinse una spalla incoraggiandola, «ma tranquilla, terrò compagnia al tuo lord finché non torni.»

Satebbe stato un vero miracolo se Egon fosse riuscito a tornare a casa senza aver prima ucciso le reali rotture di coglioni.

Ne aveva abbastanza.

Ignis - Elementali Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora