46. Una nave per Valdris

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Egon

Fu Orestes ad aprirgli la porta dopo che Nova aveva annunciato il suo nome.
L'uomo era armato e pronto, e aveva sul viso un'espressione d'odio che si affievolì e poi scomparve del tutto quando i suoi occhi nocciola videro  Kai tra le braccia di Egon.

«Che... Che cosa...» balbettò.
Egon non rispose, aveva smesso di parlare da un po'.
«Possiamo entrare?» chiese Nova.
Orestes aprì di più la porta, poi si avvicinò a grandi passi al tavolo della cucina, lo liberò in fretta da un candelabro e alcune posate, gettando tutto per terra, poi pulì il legno con la manica dei suoi vestiti e infine guardò Egon.
«Poggialo lì» gli disse.

Egon non voleva separarsene. Avrebbe preferito sedersi e tenere Kai in braccio fino alla sera, fino a che non avrebbero trovato una nave per fuggire e anche dopo; lo avrebbe lasciato solo una volta giunti alla Montagna di Fuoco. Ma le braccia gli facevano male e Kai meritava una sistemata ai vestiti, perciò lo adagiò piano sul tavolo vuoto e Orestes lo aiutò. Le mani grandi e precise dell'uomo tremavano mentre raddrizzava la testa di Kai e gli acconciava i riccioli fulvi sulla fronte.

Solo qualche giorno prima, era stato proprio Orestes a tagliargli i capelli. Avevano bevuto insieme. Avevano collaborato durante la missione al castello.

Orestes era l'unico umano di cui Kai si fidasse davvero.

Perciò Egon non si stupì quando l'uomo crollò su una sedia accanto al tavolo, prese la mano di Kai fra le sue e con gli occhi umidi iniziò a pregare.

Pregò la sua dea dei morti, Kal, e le chiese di scaldare lo spirito di Kai tra i ghiacci del suo regno.
Egon non aveva la forza di dirgli che era Xels a vegliare sugli Elementali e che lo spirito di Kai non sarebbe tornato all'Etere prima che il suo corpo venisse seppellito.

Clove sbucò dalla stanza posteriore, andò ad accarezzare la schiena di Orestes e poi si sedette accanto a lui. Egon la sentì invocare il nome di Xels e le preghiere elementali. Quando si scambiarono uno sguardo, Egon le rivolse un cenno di gratitudine col mento.

Il profumo di fiori d'arancio lo distrasse. Zora si fermò sulla soglia della porta della cucina, stringendosi in un mantello marroncino per tenere a bada i brividi, con scarsi risultati. Appena i suoi occhi si posarono sul corpo di Kai steso sul tavolo, Zora fu travolta da uno spasmo e divenne cinerea.

Non guardò Egon, ma fissò Kai. «Mi dispiace» ansimò, «mi dispiace... Non... Non ce la faccio.»
Girò sui talloni e corse via prendendo la porta sul retro. Egon distolse immediatamente l'attenzione dalla crisi della ragazza non appena capì che fosse uscita per svuotare lo stomaco.

Zora aveva visto il padre morire e sapeva che la madre e la sorella fossero annegate, ma Kai... Kai se n'era andato tra le sue braccia in una pozza di sangue che non si fermava nonostante il tentativo della ragazza di tamponare la ferita. L'aveva accompagnato alla morte, e Kai aveva la sua stessa età.

In qualche modo, Egon riusciva a capire il suo stato, anche se in quel momento gli sembrava sbagliato allineare le proprie emozioni con quelle della ragazza.

Clove si alzò e le corse dietro.

«Dobbiamo parlare» fece Nova nell'orecchio di Egon.
Lui annuì.
Non era capace di fare altro e, soprattutto, credeva che sentire la propria voce sarebbe stato distruttivo, doloroso.

Perciò seguì Nova nella stanza di Orestes, mentre lui continuava a vegliare sulla salamandra.
Kai non avrebbe mai immaginato che un umano potesse piangere per lui.
Per certi versi, persino in un momento di disperazione come quello, era possibile che i miracoli accadessero.

Il guscio vuoto che era diventato Egon ascoltò Nova con una distratta attenzione.

Nova gli raccontò che le previsioni scritte nel biglietto anonimo si erano rivelate tutte: l'attentato alla vita del re, l'accusa alle salamandre e la conseguente persecuzione, i piani di Talon ed Edlynne e altro ancora. Erano parole pesanti, addolorate, quelle di uno spettatore impotente che soffriva. Egon osservò la calligrafia arricciata ed elegante e se non fosse per il fatto che la sua testa era con Kai, avrebbe saputo dare un nome all'autore del biglietto.

Ignis - Elementali Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora