55. Fantasmi del passato

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Zora

Roland sembrava sconvolto quanto lei. Fece un passo nella sua direzione e Zora uno indietro.

«Che cosa...» Zora ricordò di dover respirare, «cosa ci fai qui?!»
«Ti credevo morta» balbettò lui.
Morta?
Zora scosse la testa e tornò alla realtà.

Roland indossava la divisa del regno di Helaware.
«Ci sei riuscito» mormorò, «sei un soldato di alto livello.»

Due anni prima avrebbero dovuto sposarsi, adesso, invece, Roland aveva realizzato i suoi obiettivi e Zora era una fuggitiva che combatteva ogni giorno per una vita più normale.

Roland però non badò minimamente al suo commento. Allungò una mano per toccarla e Zora si lasciò sfiorare un braccio, ma solo per un attimo, poi indietreggiò ancora.

«Sei viva.»
«Mi hai mai cercata?»
Lui sbatté le palpebre. Un tempo quegli occhi nocciola nascondevano parole d'amore... Adesso il nulla. Erano vuoti. «Le salamandre hanno distrutto l'isola, hanno detto che non c'erano sopravvissuti!» si affrettò a giustificarsi, «Ti ho pianto per giorni.»

Lei curvò le spalle, rabbrividendo.
Aveva pianto per lei.

Zora se lo immaginò con gli occhi arrossati che ripeteva il suo nome dopo aver ricevuto la notizia che...

Un attimo.
Aveva detto 'salamandre'.

Zora incrociò le sopracciglia e fece un passo indietro.
«Come... Come fai a sapere che sono state le salamandre?» balbettò, «hanno sempre detto che la tempesta è stata la causa.»
Roland rimase in silenzio, le labbra serrate e l'espressione cupa. Lei non riconobbe l'uomo che aveva davanti. Il suo aspetto era quello di Roland, ma le parole erano quelle di un altro. Freddo, distante, irreale.

«Il generale mi ordinò di cercare le salamandre che si nascondevano su Herm» fece, d'un tratto, «ma furono loro a trovarmi. Promisero che mi avrebbero liberato se gli avessi detto ciò che sapevo su una maga e una ragazza dai capelli rossi.»

Zora smise di respirare.

«Tu... Tu gli hai detto di me...» fiatò.
Per un attimo tutto ebbe senso; il fatto che Shiloh sapesse di lei e Roland, la trappola nella casa del suo ex-fidanzato su Herm.

«Credevo fossi morta» ammise lui, «pensavo che le salamandre stessero cercando un fantasma.»
Lei scosse la testa. «Quindi non hai nemmeno provato a capire se fossi viva.»

Che cosa si aspettava a quel punto?
Cazzo! Stava per sposare un pezzo di merda.

Roland non rispose.
«Lo sai quello che ho passato?» sbottò.
Davvero non c'era tempo per quello, non era il momento di rinfacciargli tutte le sue mancanze... Ma cavolo se aveva un gran bisogno di farlo!

«Talon ha liberato le salamandre che hanno bruciato il villaggio. Mio padre è morto davanti ai miei occhi!»
Un sopracciglio del soldato si incrinò.
«Io, mia madre e mia sorella siamo state caricate su una nave di schiavisti!» gli urlò contro «Madeline è stata stuprata dai mercenari con cui vi siete alleati!»

Roland schiuse le labbra, incapace di parlare.
Zora gli puntò un dito contro. «Mi hai abbandonata, Roland! E quando stavo per morire ero contenta che l'avessi fatto... Perché sapevo che almeno tu saresti stato al sicuro!»
Ecco.
Quella era una delle verità che non si era mai perdonata.

Lui rimase immobile e con gli occhi lucidi. Nulla dell'uomo che era stato con lei emergeva in quell'espressione indurita dal tempo.

«Zoraëlle, io...» scosse la testa.
Il mondo tremò quando il colpo di un cannone rimbombò nell'aria.
Cazzo.
Per un attimo aveva dimenticato il motivo per cui fosse lì.
«Vieni con me» fece lui d'un tratto.
Zora per poco non si strozzò col suo stesso respiro. «Eh?!»
«Non è il momento di parlarne, adesso, possiamo ricominciare...»
Lei incrociò le sopracciglia. «Ricominciare?!» sbuffò una risatina.

Ignis - Elementali Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora