Egon
Buonanotte un cazzo!
Aveva esitato perché era un coglione. Perché Zora aveva camminato verso di lui con il viso colmo di fiducia e ottimismo. Lo stesso volto che qualche giorno prima era sbiancato dalla paura nel vederlo ammazzare una persona.
Zora era rimasta terrorizzata ed era bene che continuasse a temerlo. Per questo non poteva dirle che l'aveva perdonata.
Cosa poteva offrirle uno come lui? Assenze, guerre e pericoli.
Doveva smettere di fare l'egoista e pensare a cosa fosse giusto per lei e non per se stesso.
Amias gli ruggì contro in un tentativo di rimproverarlo; Egon lo guardò di traverso.
«Forse dovresti pensare più agli affari tuoi che ai miei» ringhiò di rimando, «il figlio di Atlas sarà un mio guerriero e avrà bisogno di un leone» gli diede una pacca sul manto dorato illuminato dal fuoco della criniera, «datti da fare con quella leonessa che ti piace tanto.»
Amias scoprì le zanne e un latrato profondo vibrò nella caverna.
Egon lo salutò e andò via.
Il bisogno di parlare con Ren si fece pian piano strada sotto la sua pelle, ma il fratello era esausto ed era appena tornato dall'est. L'ultima spia rimasta a raccogliere informazioni.
Morgan Sandor aveva ricevuto la notizia che dopo due giorni le navi di Edlynne sarebbero arrivate alle Città Portuali. Il bastardo aveva offerto rifugio e aiuti agli umani, ignorando le loro vere intenzioni.
Ma nemmeno le notizie del cazzo che avevano sconvolto il regno erano bastate a fargli distogliere l'attenzione da Zora.
Era inebriato da lei. Dal suo profumo, dal suono dei suoi battiti e dal respiro pesante. Cazzo, lo voleva addosso quel respiro.
Gli ci sarebbe voluta tutta la sua buona volontà per imparare a smettere di essere un egoista.
Non ci riusciva proprio.
Non dopo che si erano fatti i dispetti a cena. Non dopo che le aveva detto quelle cose nella tana dei leoni.Perciò, attese quasi un'ora prima di uscire dalla sua stanza e scendere lungo il corridoio fino all'ultima porta.
Egon aveva capito che quella fosse la camera di Zora perché ogni mattina e ogni sera il corridoio era imbevuto del profumo della ragazza. E c'erano solo loro due da quella parte del palazzo.
Freya aveva in qualche modo orchestrato tutto ed Egon non sapeva se Zora se ne fosse mai resa conto. Supponeva di no. Zora non aveva idea di quanto pericolosamente vicino gli dormisse ogni notte. Di quanto fosse facile per lui raggiungerla.
E così la raggiunse.
Rimase in silenzio fuori la porta chiusa, si concentrò e ascoltò i rumori dall'altra parte.
Silenzio.
Si disse che non l'avrebbe svegliata e rimase lì ad aspettare, immobile, che il fiato ritmico di Zora gli desse il segno che stesse dormendo.
Sentiva il fuoco agitarsi nel suo spirito, si passò una mano nei capelli e un dito iniziò a battere impaziente lungo la sua coscia.Fanculo.
Stava solo perdendo tempo. Girò sui talloni e maledisse la sua idiozia.
Poi un rumore di carta gli solleticò le orecchie. Egon si fermò. Altri rumori simili si susseguirono, fino a culminare in un tonfo.
Come se stesse sfogliando un libro.
Non doveva essere un egoista. Era una cattiva idea. Una pessima idea.
Ma stava già bussando alla porta.
Dall'altra parte, Zora sussultò.«Chi è?!»
Ormai era lì. Aveva preso una decisione. «Egon.»
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Ignis - Elementali Vol.2
Fantasia[COMPLETA] Sono passati due anni dalla liberazione di Valdris, due anni da quando Egon Merrior veste i panni del Lord del Palazzo del Fuoco. Ma i giorni festivi e tranquilli finiscono nel momento in cui riceve una comunicazione reale da Atlas: una n...