Sono qui sul divano, indecisa se inviare o meno il curriculum a Vogue.
Ho bisogno di ridare una scossa alla mia vita, come se essersi trasferita a più di sei mila chilometri da casa non fosse bastato. Eppure, è da mesi che sento di aver perso la fiducia in me stessa, cosa che può succedere quando ti fai prendere in giro dalla vita.
L'ultima volta che sono uscita di casa è stata due giovedì fa, quando una catena di riviste nazionali mi aveva chiamata per un colloquio. E, insomma, non sono certo una vecchia signora dedita a fare la maglia, ma una ragazza di ventisei anni che dovrebbe uscire a divertirsi ogni sera. Quello è stato il primo giornale a rispondere ad una delle mie candidature, quindi, mi sono fatta coraggio e mi sono costretta a presentarmi all'incontro, anche se avrei dovuto attraversare la città, sotto la pioggia incessante.
Qui a New York non mi sono portata molti abiti eleganti. Sono partita all'improvviso e solo con vestiti estivi nella valigia. Questo ha comportato spese folli per tutta la Grande Mela durante l'inverno. Piango ancora pensando alla commessa di Marc Jacobs che taglia la mia bellissima carta di credito. Ma, insomma, quel paio di stivali mi implorava di essere acquistato.
Quindi, mi sono presentata con un completo nero nuovo di zecca, che avevo acquistato a novembre vicino a Brooklyn. Il colloquio non era andato male, il direttore era molto interessato agli articoli del mio portfolio, ma forse io non ero abbastanza entusiasta: ho sempre scritto per un pubblico adulto e di certo, in City's teens, l'età media non è quella a cui sono abituata.
Da quando mi sono trasferita a New York, ho iniziato a scrivere un blog, The Anna's walk e nonostante le difficoltà iniziali dovute alla lingua diversa, devo dire che ha riscosso un certo successo e posso permettermi di sopravvivere in questo micromondo. Era nato come uno strumento per ambientarmi in città, un modo per condividere con un pubblico prettamente femminile le mie prime avventure in un Paese straniero, dove mi sono trasferita impulsivamente quasi un anno fa, per sfuggire ad una delle delusioni più pesanti che la vita potesse mettermi di fronte.
Appena arrivata è stata Katie ad ospitarmi. Aveva fatto l'exchange student in Italia, nel mio liceo e da allora avevamo mantenuto i contatti. Ha studiato in California e dopo la laurea aveva deciso di venire a vivere nella scintillante Manhattan, dove ora lavora per una famosa casa di moda. Ma quando avevo deciso di partire non sapevo che, quella che consideravo una vecchia amica d'infanzia, era in realtà una Blair Waldorf mancata. Per non parlare delle sue amiche: «Anna guarda che qui a Manhattan non siamo in un paesino di mille persone». «Katie ma la tua amica le scarpe dove le ha prese? Non riconosco la firma». «Anna, scusami, ma così, è meglio che non esci se vuoi venire con me e le mie amiche, lo sai come sono».
Non c'è bisogno di spiegare il motivo per cui mi era passata la voglia di uscire con loro, iniziando a declinare tutti gli inviti, che ormai diventavano sempre più rari e a passare quasi ogni sabato sera al Kool, un cafè di Manhattan pieno di libri e lettori, che mi faceva sentire meno sola che uscire con quattro imbellettate.
Chiunque vedesse il mio appartamento penserebbe che sia stupido andare in un locale qualunque se si ha a disposizione un attico come il mio. Ebbene sì, dopo un paio di mesi dal mio arrivo, Katie è andata a vivere con il suo fidanzato. L'appartamento è di proprietà dei genitori e nonostante io abbia proposto di pagare una somma al mese, hanno rifiutato, dicendo che finché non si sarebbe presentato un acquirente interessato, sarei potuta rimanere lì e pagare soltanto le spese extra. In realtà, se mi avessero chiesto una somma troppo alta, sarei dovuta andare via di corsa e cercare un altro appartamento, decisamente più piccolo e chissà in quale altra zona della città. Diciamo che sarebbe stata dura rinunciare a un salotto grande come la mia casa in Italia.
Quindi sì, eccomi qui, scrittrice, senza lavoro fisso, lontano anni luce dalla mia vecchia vita, ma con un attico a Manhattan. Qualcuno potrebbe anche invidiarmi.
In quel cafè, un giorno, avevo conosciuto Mercedes, una ragazza argentina, che scrive libri per bambini. Sostiene che quello sia il posto migliore per concentrarsi, perché di bambini non ce sono. Mi chiedo come faccia a scrivere libri per l'infanzia se non sopporta neanche la vista di esseri umani con meno di sedici anni. Mercedes si era avvicinata a me, curiosa di sapere cosa scrivessi sul mio laptop e questo doveva già farmi capire con chi avrei avuto a che fare. Così avevo conosciuto una delle persone che seguiva il mio blog, ma anche una delle persone più speciali che esistano.
«Ma sei tu Anna? Anna di Anna's Walk? Wow cara! Sei stata così coraggiosa a venire a New York da sola» mi aveva detto con un'esplosività che poi ho capito essere una sua caratteristica tutta da apprezzare. In ogni caso, dopo un anno, non consideravo più quel gesto tanto coraggioso, ma piuttosto impulsivo. «Ti prego devo assolutamente vedere dove vivi!» Nel blog avevo parlato anche dell'attico e devo dire che in molte mi hanno chiesto di fare qualche foto, ma non mi sembra il caso, dato che non ne pago neanche l'affitto. Mercedes è l'unica amica vera che ho qui a New York, insieme a suo fratello e, anche se è un'esuberante argentina che a volte combina qualche casino, le voglio un bene immenso.
Adesso che ci penso sono un po' di giorni che non la sento, magari riprendo coraggio e le chiedo di andare a scrivere insieme al Kool. Sarà una buona occasione per distrarre la mia mente e non pensare a tutto quello che è successo negli ultimi mesi.
_______________
[CAPITOLO REVISIONATO]
________________
Nota dell'autrice❤️
Grazie per aver letto questo primo capitolo, spero che la storia di Anna vi abbia intrigato almeno un po'.
I primi capitoli sono stati scritti più di un anno fa e presentano alcuni difetti stilistici (parole attaccate), che purtroppo non dipendono da me. Per questo ci tengo a scusarmi in anticipo. In fase di revisione verrà corretto tutto❤️ Andando avanti con i capitoli non li troverete più❤️
______
Se vi fa piacere, mi trovate anche su Instagram e Tiktok! Lì aggiorno con video e piccoli spoiler, prima della pubblicazione di un capitolo❤️
STAI LEGGENDO
Fidati di me
ChickLit[COMPLETA. IN REVISIONE] Anna arriva a New York delusa dalla vita, dall'amore e dall'amicizia. Insomma, deve ricostruirsi una nuova vita e dimenticare il passato. Qui incontra David: "Fidati di me", le dirà più volte. Ma farà bene a fidarsi? È giov...