Quando scendiamo dall'attico, il portiere ci guarda come se fossimo due modelle, gli manca poco che inizia a sbavare. Forse stenta a credere che quella ragazza, a cui nei due mesi precedenti consegnava pizza e piatti thailandesi, e che l'accoglieva in pigiami improvvisati, adesso gli sta passando davanti vestita come se fosse un'attrice di successo. Devo dire che non faccio nulla per non sentirmi una modella, camminando sotto quell'immenso lampadario nell'atrio, e nel sentire i miei tacchi tintinnare sul marmo.
Non è stato difficile fermare un taxi vestite così. Il tragitto lo passiamo a farci foto. In realtà è Mercedes che mi continua a puntare il cellulare addosso, ma non mi dispiace avere qualche ricordo di me con questo vestito. Arrivate a Brooklyn, vuole anche farsi una foto con il taxi alle spalle, ovviamente il tassista accetta volentieri e ne approfitta per dare un'occhiata curve di Mercedes. Come dargli torto, non capisco come faccia a mangiare tutte le schifezze che mangia ed essere così in forma. Io in questi due mesi avrò preso già tre chili.
Arriviamo davanti a questo palazzo non molto alto, ma vediamo già le luci dal terrazzo che animano il party.
"Siamo ospiti di Julius Marquinos" dice al portiere. Mentre l'ascensore ci porta su le chiedo come aveva conosciuto questo Julius.
"Amore, io esco, non mi rinchiudo in casa come te". Simpatica. Da quando sono a New York sono uscita poco, e le persone che ho conosciuto sono tutti amici di Mercedes.
Le porte si aprono e il party sembra già bellissimo. C'è un dj che suona in fondo alla terrazza, due barman con due banconi distinti e fili di luci che fanno da bellissima cornice alla festa. E poi ovviamente c'è la piscina. Ah, quanto mi manca fare una nuotata, da quando sono qui a New York non ho più visto né mare né piscina.
La musica è molto bella e la gente sembra divertirsi. Anche se nessuno balla, sono tutti in pista che parlano con i loro cocktail in mano, sembra di stare in un film. Meno male che Mercedes mi ha dato questo vestito perché non so se quelli che avevo nell'armadio sarebbero stati adatti.
Decidiamo di andare al bancone e di prendere un drink. Ordino un Manhattan e Mercedes un Martini, e approfittiamo di due sgabelli liberi per sederci.
Si avvicina un uomo sulla quarantina, vestito di nero, con cravatta rossa.
"Hola mia cara" dice alla mia amica.
"Ciao Julius! Buon compleanno". Ovviamente Mercedes non mi aveva accennato a nessun regalo da portare, ma qualcosa mi fa pensare che per Julius il regalo fosse proprio lei.
"Questo cocktail party è magnifico, grazie di avermi invitata" dice ammiccando. "Questa è Anna, è una scrittrice italiana, è qui da poco".
"Wow, ma che splendore! Ma mai come te, mia cara. Piacere sono Julius, spero vi divertiate stasera!" dice, senza togliere però lo sguardo da Mercedes. Che tipo originale, però, non sapevo che a Mercedes piacessero i "vecchi".
"Se non ti dispiace ti rubo la tua amica per qualche minuto, voglio farle fare un giro del mio appartamento". No, ti prego, non mi lasciare sola Mercedes.
"Ti dispiace?" Mi chiede lei. Sapevo che se avessi tentennato me l'avrebbe fatta pagare. "Nono divertiti!". Stronza.
Così, inizio a bere il mio Manhattan da sola al bancone, con un Martini, quello di Mercedes, a fianco. Se non arriva tra dieci minuti mi sarei bevuta anche quello, ho bisogno di un po' di alcool in corpo. Il dj mette una versione acustica di When you're ready, una delle mie canzoni preferite. Dopo così tanti giorni passati da sola e chiusa in casa, per quanto fosse un attico al trentesimo piano, finalmente respiravo New York e mi sentivo in pace. Il sole inizia a tramontare tutto il terrazzo inizia ad illuminarsi.
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Fidati di me
ChickLit[COMPLETA. IN REVISIONE] Anna arriva a New York delusa dalla vita, dall'amore e dall'amicizia. Insomma, deve ricostruirsi una nuova vita e dimenticare il passato. Qui incontra David: "Fidati di me", le dirà più volte. Ma farà bene a fidarsi? È giov...