58- Peter

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Seguo Peter per il corridoio. Ha la stessa camminata sicura del fratello, affascinante e a tratti tenebrosa. Imito i suoi passi silenziosamente, cercando di trattenere la mia ansia. Ad un certo punto apre una porta in legno, che dà su un salottino molto intimo, con un piccolo divano e due poltroncine in stile molto tradizionale. Entro, camminando su un bellissimo, e scommetto, pregiatissimo, tappeto persiano. Ci sono diversi quadri appesi, e qualche candela appoggiate su alcune mensole.

"Ti prego, siediti" mi dice, accomodandosi nervosamente su una delle poltrone. Mi siedo sul divano, mentre non posso negare che il battito mi si sta accelerando.

So che sto per ottenere la verità. E spero che non faccia male. Ecco, spero solo questo.

"Immagino di starti proprio sulle palle dopo la risposta del cazzo che ti ho dato prima" dice appoggiando i gomiti sulle ginocchia, prendendosi la testa tra le mani. Il tono che usa è triste, quasi dispiaciuto di avermi deluso.

"Mmm, diciamo che hai perso solo qualche punto come cognato perfetto" cerco di sdrammatizzare, anche se so bene che c'è poco da scherzare.

Sorride amaramente, ricordando il "gioco dei cognati preferiti" che si è creato tra di noi.

Mi schiarisco la gola, mentre mi avvicino al bracciolo del divano. "Quindi conoscete Elda, la ragazza dell'ufficio".

"Sì", mi dice schiettamente. Okay, la prima botta è arrivata. Aspetto con impazienza che la storia si arricchisca dei dettagli che da settimane aspetto.

"O meglio, io la conosco. Non credo che David sappia chi sia" commenta alzando per un attimo lo sguardo verso di me, "è stata una casualità che tu l'abbia vista vicino a me e mio fratello. In realtà Elda era venuta a parlare con me."

Tiro finalmente un sospiro di sollievo.

Ancora non ho capito chi sia, se abbia un ruolo nelle minacce, il perché non venga in ufficio. Però una cosa la so, ed è forse la cosa più importante per me. David non mi ha mentito. Non lo ha più fatto.

Mi sento quasi una stupida ad aver avuto ancora qualche piccolo dubbio a riguardo.

"Come mai? Cosa voleva?" chiedo, ora che il mio respiro sembra essersi leggermente calmato..

"Beh ecco, in realtà non me lo aspettavo..." lo vedo decisamente in difficoltà.

"Peter, ormai siamo una famiglia, almeno credo...se c'è qualche problema..."

"No, tranquilla Anna. Niente di cui preoccuparsi" dice alzandosi. Rimango in attesa, sperando di capirci qualcosa in più.

"Vedi, io ed Elda ci siamo conosciuti un paio di anni fa, ad una festa aziendale. È sempre stata una ragazza solare, molto estroversa. Insomma, una persona con cui era facile socializzare. Andavamo molto d'accordo, tra noi c'era intesa..." dice girando nervosamente intorno al divano. "Quindi siamo usciti per un po', insomma niente di ufficiale comunque, non era una relazione esclusiva ecco."

Lo ascolto con pazienza e attenzione. Sia lui che David sono due uomini molto particolari, anche se in modi totalmente diversi. Ma sotto alcuni aspetti si assomigliano molto, e quando si tratta di doversi aprire su qualcosa di intimo, fanno molta, ma molta, fatica.

Provo ad aiutarlo, aggiungendo i pezzi del puzzle che mancano. "Possiamo comunque considerarla una ex?" commento.

"Sì" ammette, prima di togliersi la giacca. Il che preannuncia che c'è ancora molto da raccontare.

"Per questo non hai detto nulla davanti a Cloe?"

"In parte" risponde enigmatico sedendosi accanto a me. 

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora