72 - Perchè mi chiamo David Lockwood

4K 242 172
                                    

Aspetto l'ascensore nel lungo corridoio grigio. Il grattacielo è silenzioso, quasi irriconoscibile. D'altronde siamo al trenta di dicembre, e quasi tutti sono in ferie.

Parlare con Mercedes mi è stato più utile di quello che avevo pensato. Per quanto sia sempre esuberante e, diciamocelo, eccessiva, è stata in grado di ascoltarmi e comprendere il mio dolore.

L'unica cosa davvero difficile, per lei, da accettare, è stato sapere che il processo che coinvolge Katie avrà delle tempistiche lunghe.

A me questo non interessa, anzi non vorrei mai più vederla in vita mia. Ma purtroppo dovrò farlo, e dovrò essere preparata. Mi basta saperla rinchiusa. Questo mi rende già più tranquilla. Per quanto riguarda la giustizia, sono sicura che Bones e gli altri avvocati di David siano in grado di ottenere il massimo della pena. Perché sì, è questo che si merita.

______________

Le porte dell'ascensore si aprono e scendono solo un paio di persone.

Una volta dentro mi tolgo il lungo cappotto, scoprendo un vestitino blu che ho trovato nell'armadio. E per cui devo ringraziare Mark.

Dopo poco arrivo al quarantunesimo piano, dove mi accoglie la receptionist.

"Buongiorno Miss Neri e buon anno" mi sorride.

"Grazie, buon anno anche a te" le dico gentile.

Sembra avermi perdonato per tutte le sceneggiate che ha dovuto sopportare tra me e David, soprattutto all'inizio della nostra relazione. Sono comunque imbarazzata, ogni volta che la vedo.

Tutte le persone che mancano nel grattacielo sembrano essersi riunite in questo piano. Possibile che nel corridoio di David ci sia sempre un caos del genere?

Vado diretta verso il suo ufficio, mentre saluto un paio di persone che ho imparato a riconoscere. E ormai sono più che abituata agli sguardi che ricevo. Alcuni sono solo quelli di occhi che mi riconoscono come la giornalista che lavora al piano di sotto, altri come la ragazza di Lockwood e altri ancora, soprattutto quelli delle donne, sono meno piacevoli.

Ma ci ho fatto il callo, anzi. Se all'inizio abbassavo lo sguardo, quasi come se fossi colpevole di qualcosa, adesso tengo la testa bella alta. Se vogliono essere invidiose, che lo siano, ma non permetterò più che la cosa mi tocchi.

__________________

Busso alla porta e apro lentamente. Dentro l'ufficio ci sono solo lui e Peter, che stanno sistemando qualche documento.

"Ehi" mi saluta David, lasciando cadere le carte sulla scrivania, per venire nella mia direzione. La cravatta che aveva tanto stretto stamattina, ora è allentata, lasciando intravedere un bottone slacciato.

"Ciao Anna" mi dice Peter distrattamente, mentre gli squilla il telefono.

Intanto David mi ha raggiunta, "sei stupenda" mi dice osservando il vestito. "È un'occasione speciale?"

Sorrido facendo un giro su me stessa, "no, mi andava di metterlo", faccio spallucce.

In realtà era stata Mercedes a convincermi, prima che mi salutasse per raggiungere Jeff. Avendomi vista in lacrime pensava che, mettermi qualcosa di bello, mi avrebbe fatta sentire meglio.

Le sue labbra si posano sulle mie, baciandole delicatamente.

"Hai finito le riunioni?" chiedo, mentre lui ritorna dietro la scrivania.

"Per questa mattina sì, ho solo un paio di revisioni da fare dopo pranzo" sbuffa, prendendo la giacca.

"Se ci sei andiamo" dice a Peter che sta concludendo la telefonata.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora