26 - Quando volevi dirmelo?

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"È stata Magdalene?" gli chiedo mentre siamo in macchina diretti verso casa sua. La presenza della ormai ex moglie non mi aveva mai inquietato così tanto, ma ora non so più cosa pensare. Ho visto con i miei occhi anche la sua firma sulle carte del divorzio, e l'udienza sarà tra poche settimane.

"No" mi dice mentre acceleriamo superata una curva. Mi prende la mano e se la porta vicino alle labbra dove deposita un bacio dolce e tranquillizzante. Il fatto però, è che il suo sguardo continua a essere cupo e vedo il nervosismo che attraversa i suoi lineamenti.

"Allora chi è stato?" gli chiedo guardandolo implorante.

"Anna, lascia stare" mi risponde senza togliere lo sguardo dalla strada. "Inciderti la cazzo di scrivania. Merda, ti era così vicina.." lo sento dire, quasi sussurrare.

"David? Per favore"

"Per una volta ascoltami, lo faccio per la tua cazzo di sicurezza. Meno sai, prima riesco a gestire la cosa. Ho bisogno che tu sia il più tranquilla possibile, e io ho bisogno di saperti al sicuro. Ti prometto che appena risolvo la situazione te ne parlerò", conclude accarezzandomi il la gamba. Non rispondo, ma lui sa che non ricevendo obiezioni seguirò le sue indicazioni, almeno per questa volta.

Arriviamo a casa di David abbastanza presto, dopo la notizia delle lettere David non è più riuscito a lavorare.

"Ascolta Anna" mi dice una volta entrati. Mi prende per i fianchi e mi fa sedere sull'isola della sua nuova cucina, "da stasera ti trasferisci qui". Voglio ribellarmi fisicamente ma mi intrappola tra i suoi avambracci.

"Ne abbiamo già parlato" gli dico prendendogli il viso tra le mani. "Ti amo, questo lo sai. Ma ho bisogno di rimettermi in sesto un attimo." Lui si gira verso la vetrata che dà sull'Empire State Building, lasciandomi seduta lì.

"Dovrai farlo in fretta perché non accetto più un no come risposta. Non lo accettavo prima di sapere delle lettere, figurati adesso che ti so in pericolo".

"David, io sono al sicuro in casa. C'è John, non mi abbandona neanche un secondo!" protesto, avvicinandomi a lui.

"Mi fido di John, ma ho bisogno di assicurarmi di persona che tu sia al sicuro. E poi, ho bisogno di te, per sentirmi tranquillo" si gira e mi bacia il collo, fino a raggiungere le mie labbra. Dio, quest'uomo sa come ottenere quello che vuole.

"Hai bisogno di essere domato" dico prendendolo in giro. Alza il sopracciglio e abbozza un sorriso: "questo mai" dice ora serio. Mi prende di peso e senza staccare le sue labbra dalle mie mi dice: "Vieni che ti ricordo chi doma chi, forse hai bisogno di un promemoria" e vengo sbattuta sul divano.

Esco dalla doccia e mi asciugo velocemente i capelli. Penso a quanto sono stata scema a non dire prima a David del mio viaggio a Firenze, so che con la situazione di questa stalker, sarà ancora più nervoso quando glielo dirò. Ma dovrò farlo il prima possibile, questa sera.

Devo passare al supermercato a prendere qualcosa di veloce da preparare per stasera. David mi aveva detto che avremmo potuto ordinare qualcosa, ma sa quanto mi piaccia cucinare. Quindi ha acconsentito, purchè mi fossi fatta accompagnare da John. Mi infilo un paio di jeans, una maglietta e una giacca abbastanza pesante e lo raggiungo in cucina, dove, ancora con i capelli umidi, sembra impegnato in un'importante conversazione telefonica. Decido di scrivergli un biglietto e lasciarlo sul tavolo, ma mentre finisco di scrivere non ti dimenticare di me, torno subito, lo sento darmi una leggera pacca sul culo. Mi giro e spostando un attimo il telefono mi bacia "Non c'è pericolo".

Mentre cammino, al fianco di John, verso un piccolo supermercato qualche isolato più avanti, non posso fare a meno di sorridere. Nonostante tutti i problemi, tutte le insicurezze, non potrei essere più felice di così con David, quell'uomo mi fa letteralmente impazzire, in tutti i sensi. Entro nel supermercato e compro dei ravioli fatti in casa e dei pomodori per fare una salsa e un paio di bottiglie di birra e vino, dopo aver pagato esco. Ringrazio la presenza di John, che mi permette di non caricarmi da sola due borse di bottiglie.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora