19 - Non ti azzardare

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Il tessuto di seta del vestito accarezza la mia pelle, mentre lo alliscio guardandomi allo specchio. Questa sera David mi avrebbe presentato come sua fidanzata, e spero di essere in grado di affrontare una cena del genere. Avevo tirato su i capelli come mi aveva suggerito Mark, e avevo creato uno Smoky Eye leggero accompagnato da un rossetto color carne. Ai piedi avevo indossato un paio di sandali alti dello stesso colore del vestito. Dopo aver messo il cellulare nella pochette, mi sto mettendo un paio di orecchini gioiello quando sento l'ascensore arrivare al piano, e John girarsi per vedere chi arriva. Mi chiedo per quanto tempo ancora dovrò sopportare la presenza di questa guardia in casa mia.

Ecco David, magnificamente sexy nel suo completo nero che entra nel mio salotto. Mentre mi viene incontro si sbottona la giacca e si passa una mano tra i folti capelli neri, gesto che mi tramortisce ogni volta. Lo guardo avvicinarsi a me, con il suo solito sorriso, alza le sopracciglia mentre faccio un giro su me stessa per fargli ammirare il vestito che aveva scelto per me. "Ciao", dico.

"Ancora meglio di quanto mi aspettassi" dice baciandomi la mano da galantuomo "e le mie aspettative erano molto alte Miss Neri" continua prima di farmi sciogliere con il potere che solo i suoi baci hanno su di me. "John" dice ora rivolgendosi al mio bodyguard "puoi andare, ci vediamo lì".

"Signore" gli risponde salendo sull'ascensore.

"Bene bene" mi dice una volta che le porta dell'ascensore si sono chiuse, "vediamo cosa si può fare senza stropicciarti troppo". Il suo sguardo passa dai miei occhi, al vestito e dopo neanche dieci secondi sono sdraiata sul divano del salotto, mentre David mi regala un promemoria della notte precedente.

"Sei pronta?" mi chiede mentre mi sto sistemando i capelli. È incredibile come David riesca a sconvolgermi ogni volta che avvicina il suo corpo al mio. Esco da bagno e sono pronta per andare.

"Bellissima" dice mentre mi da un bacio leggero sotto l'orecchio.

Scendiamo nell'atrio del palazzo, dove Jeff ci saluta con un cenno del capo, a cui io rispondo con un sorriso gentile. Immagino che al mio ritorno non veda l'ora di chiedermi spiegazioni per il caos che ho creato sotto il palazzo.

La Aston è parcheggiata all'ingresso e questo ci permette di sfuggire facilmente a due dei fotografi che avevano resistito tutta la giornata lì sotto, in attesa di vederci. David mi apre subito la portiera facendomi sedere, e poi, facendo il giro, si mette al volante. Parte subito, senza dire una parola. Appena ci siamo allontanati abbastanza, mi posa una mano sulla gamba "Stai bene?" mi chiede senza togliere lo sguardo dalla strada.

"Sì" dico, mentre mi prende la mano.

"Dimmi qualcosa di più sulla cena di stasera" gli chiedo.

"Mia madre si occupa di un'associazione per i ragazzi con dipendenze, ogni anno organizza una cena con un'asta di beneficenza". Lo ascolto in silenzio. "Sono piene di gente ingessata che solitamente non amo vedere, a parte i miei famigliari e qualche amico. La maggior parte delle persone sono lì perché sperano di ottenere un posto migliore, per fare affari o cose simili. Per questo non ci vado mai".

Rimango perplessa dopo la sua affermazione . Era questa la prima volta che andava ad una delle cene di sua madre? Questo mi fa capire ancora meglio come il rapporto con lei non sia buono.

Vedendo il mio spaesamento mi dice "questa è la prima volta dopo anni che ci vado".

"Per me" sospiro, pensierosa.

"Per noi" mi dice portandosi la mia mano alle labbra e schioccando un bacio.

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Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora