60 - Ciao

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"Ti amo" mi dice, mentre districandomi dalle lenzuola mi appoggio al suo petto. Il sole non è ancora alto, ma sono già sveglia.

"Ti amo" rispondo, mentre delicatamente poggio le mie labbra sulle sue. Sono calde e morbide, reduci da una nottata in cui le ho fatte mie.

Appena mi sposto, sospira posando lo sguardo sul soffitto.

"Tutto bene?" chiedo, mettendogli una mano sul pettorale nudo.

"Sì, sto solo elaborando il fatto che mio fratello sia un coglione" dice.

"Non pensiamoci più" gli dico, sedendomi su di lui, che mi poggia le mani sui fianchi, "comunque, alla fine ha confessato."

"Stavolta ha proprio esagerato" dice schiarendosi la voce, mentre fa scorrere le dita sul mio ventre, "perché cazzo non mi ha parlato prima di questa Elda".

"Forse per tutti i motivi per cui neanche tu parlavi con me di determinate cose" commento, "perché non riuscite a fidarvi?" chiedo. "Alla fine, io ti ho sempre dato tutta me stessa".

"Forse siamo stati cresciuti così" risponde. "Spesso ci sono stati imposti divieti da ragazzi, questo soprattutto per preservare l'azienda di famiglia. Ci siamo poi abituati a tenerci tutto, per noi" dice passandosi una mano sugli occhi. "Anche le nostre sofferenze..."

Lentamente accarezzo il suo collo con una mano. "Io ti ascolterò sempre David. Sono sempre stata qui per te".

"E non me lo meriterò mai abbastanza" risponde. "Dovrò solo esercitarmi un po', imparare ad esternare..." sorride amaramente.

Alzo il sopracciglio. "Diciamo che parlare non è proprio il vostro forte", commento ironica.

"Hai ragione..." dice alzandosi leggermente, permettendomi di mettergli le braccia al collo. "Se vuoi ti faccio vedere in cosa sono bravo io", cambia immediatamente discorso, avventandosi su di me.

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Prima di fare colazione scendo a salutare i miei genitori, pronti a partire. Ho dato loro un piccolo pacchetto da portare ad Angelica, quando la raggiungeranno. È un piccolo orsacchiotto per Leo, con un biglietto in cui gli racconto dell'infanzia passata con la sua mamma, e di quanto lei sia speciale per me. Sperando che un giorno la potrà apprezzare.

Dopo di che, salgo di nuovo nell'appartamento, pronta per fare colazione.

David mi aspetta seduto sugli sgabelli dell'isola, mentre è concentrato a concludere una telefonata, probabilmente con qualcuno dell'ufficio. Gli do un bacio leggero sulle labbra e mi siedo accanto a lui, che termina in fretta la chiamata.

"Allora per capodanno daremo una festa qui?" chiedo mentre prendo un pezzo di brownie.

"Mm-mm" risponde mentre beve un sorso di caffè, "se ti fa piacere" dice posando una mano sulla mia.

"Certo, poi penso che a Peter faccia piacere trascorrere l'ultimo dell'anno con noi" rispondo sorridendo. "Anche Cloe ieri mi ha chiesto cosa avremmo fatto".

"Comunque non ho intenzione di far entrare troppa gente, almeno finché c'è Katie ancora libera" commenta serio.

Annuisco. Il fantasma di Katie si ripresenta, dopo che per un po' ero riuscita a farla passare in secondo piano. Anche per il fatto che, da quando è partita la denuncia ufficiale, in cui lei è ricercata, non si è più fatta sentire. Da una parte la cosa mi fa più che piacere, ma dall'altra mi spaventa anche un po'.

Tiro fuori il cellulare che vibra. Sono alcune foto di Luis e Mark in viaggio di nozze. Sono adorabili, e finalmente hanno due visi rilassati. Mark, poi, è fantastico mentre indossa un cappellino di paglia accompagnato dall'occhiale Dior. Per ora hanno visitato l'Ecuador, e adesso si stanno spostando verso il Perù. Sono davvero curiosa di vedere le foto quando torneranno.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora