Saliamo in macchina, direzione sconosciuta. Non so se David conosca o meno la strada, ma non usa nessun navigatore. Quindi, o stiamo andando in un posto che conosce bene o si è studiato bene il percorso. Purtroppo la mia competenza, per poca che sia, si limita alle strade di Manhattan.
"Trattieni la curiosità ancora per un po' non dobbiamo fare tantissima strada" mi dice poggiandomi la mano sul ginocchio. Con il pollice fa dei leggeri cerchi. Basta poco a mandarmi su di giri con lui.
"Posso avere un indizio?" chiedo innocentemente.
"Se non sei riuscita a farmi dire niente sotto la doccia" si ferma per sorridere ammiccante, "dubito che tu riesca adesso".
"David Lockwood, la tua sfacciataggine non ha limiti" commento scuotendo la testa.
"Non posso contraddirti" risponde, immettendosi nella superstrada.
Le macchine sfrecciano, ma mai come la nostra. Di certo non ho paura, conosco la guida di David, ma dio se sta correndo. E so che non è per la fretta, semplicemente ama la velocità. Ama il brivido, ovviamente.
"Ti ricordi quando abbiamo cucinato insieme la prima volta?" mi chiede.
"Me lo ricordo, lì hai fatto proprio colpo" rispondo ricordandomi quando avevamo preparato la cena insieme nel mio appartamento.
"Mmm.." commenta, "penso di aver fatto colpo molto prima di quella sera" dice alzando le sopracciglia, sorridendo.
"E allora quando? Sentiamo..." lo provoco.
"Dal Cosmopolitan" dice sicuro. In effetti non ha torto, dalla serata in terrazza aveva, in qualche modo, fatto centro nel mio cuore, catturando tutta la mia attenzione. Da quella sera non ero più riuscita a togliermelo dalla testa. "Insomma, mi hai dato il tuo numero su un fazzoletto" mi prende in giro.
"Beh, intanto mi hai chiamata, e comunque era un tovagliolino" rispondo saccente. Inclina la testa da un lato.
"Come avrei potuto non farlo?" mi risponde fermandosi al semaforo, stampandomi un bacio sulle labbra.
"Guarda" mi dice tirando fuori dalle tasche del pantalone il portafoglio, "aprilo" mi dice.
Prendo il portafoglio nero in mano, chiedendomi il motivo di questa richiesta. "Forza" mi incita con il suo solito fare.
Lo apro, e devo dirlo, la prima cosa che vedo sono le carte di credito. Ma non c'è un limite? Avrà almeno una decina di carte. Poi vedo da uno scomparto laterale una piccola sporgenza bianca. Delicatamente lo tiro fuori.
È il tovagliolo con il mio numero di cellulare.
Lo guardo incredula di fronte al romanticismo inaspettato di quest'uomo. Sempre non esplicito, ma pur sempre affascinante.
"Ti avevo detto che non l'avrei perso" risponde facendomi l'occhiolino.
Sorrido tra me e me. "Non lo perderò" mi aveva risposto quella sera, lo ricordo bene.
"David, lo sai che ti amo, vero?" dico con il sorriso sulle labbra.
Lui non risponde, continua a guardare la strada, mentre un sorriso piano piano si allarga sul suo viso. E posso garantire che, non so come sia possibile, ma è ancora più bello del solito.
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"Non ci credo!" dico quando accostiamo nel parcheggio dell'Heinz Field. "Tu sei pazzo!" urlo di gioia scendendo dall'auto. Lo stadio si innalza davanti a noi e già vedo i cartelloni scendere giù per la struttura.
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Fidati di me
ChickLit[COMPLETA. IN REVISIONE] Anna arriva a New York delusa dalla vita, dall'amore e dall'amicizia. Insomma, deve ricostruirsi una nuova vita e dimenticare il passato. Qui incontra David: "Fidati di me", le dirà più volte. Ma farà bene a fidarsi? È giov...