Intanto che aspetto mi asciugo velocemente i capelli, lasciando stare la crema che mi ero portata su e tutto il resto. Mi faccio una coda alta, dato che non hanno una piega bellissima e vado cercare qualcosa di caldo nella cabina armadio. Scelgo una comoda tuta rosa cipria, che sembra perfetta, e soprattutto calda, per il posto in cui ho intenzione di andare.
Peter arriva da solo in meno di mezz'ora. Saluta John, che è rimasto tutto il tempo davanti alla
porta, e si toglie velocemente il cappotto, pronto ad ascoltarmi."Non può essere lì" mi dice Peter dopo che gli dico dove secondo me si trova David, "odia quel posto, non ci va da anni, non lo vuole neanche sentir nominare". Sembra deluso dalla mia idea e mi scoraggia un po', però io sono sicura di aver ragione, o almeno potremmo fare un tentativo.
"E poi...", aggiunge "io e Cloe eravamo lì..." inizia a pensare, mentre scuote la testa.
"È vero, ma lui è tornato dopo che voi ve ne siete andati, quindi non potevate vedervi", cerco di far valere le mie ragioni.
"Peter ascoltami", gli dico guardandolo dritto negli occhi, "abbiamo litigato, ci siamo lasciati in un modo orribile. Ho paura che si sia sentito in colpa per quello che ha fatto, esattamente come per vostro padre", continuo mentre lui abbassa lo sguardo.
"Nessuno lo ha mai incolpato per questo" mi dice, mentre i suoi occhi si rabbuiano.
"Lo so" gli dico, comprendendolo davvero.
"Prima, mentre avevo la tv accesa, ho sentito che parlavano di basket. Mi sono ricordata che vostro padre ha avuto l'infarto mentre palleggiava, e da quel momento lui si sente in colpa per non essersene accorto..." dico cercando di fargli capire il mio ragionamento, "per questo credo che abbia voluto punirsi per come si è comportato con me, e tornare in quel cottage."
Aspetto una sua reazione per qualche secondo: "se non mi porti tu vado da sola".
Peter non è del tutto convinto, ma accetta di accompagnarmi: "okay, andiamo con la mia macchina, faremo prima", poi si rivolge a John, "seguici con la tua".In meno di due minuti siamo in macchina. Si prospetta un viaggio lungo, e sfortunatamente pieno di ansia. Ci vorranno quasi due ore prima di arrivare.
Peter passa la prima mezz'ora al telefono con Cloe e con altri soci, cercando di sistemare come
riesce problematiche di quei giorni. Mi rendo conto che sono giorni che ormai non metto mano al mio articolo, e sarebbe il caso di finirlo, dato che tra pochi giorni deve uscire.
Scambio un paio di mail con Finn, e lo avverto che sono tornata. Per cui, appena possibile passerò in ufficio. Termino la telefonata con lui che, ovviamente, mi chiede se gli ho portato qualcosa da mangiare.Appena ci allontaniamo dalla città, le strade diventano più larghe e la guida di Peter meno frenetica. L'Audi corre veloce, percorrendo una lunga strada, con ai lati una fitta rete di alberi, tutti innevati. È proprio un bellissimo spettacolo da vedere, peccato non essere dell'umore giusto per goderselo.
Quando alla fine riesce a terminare le chiamate, tira un sospiro di sollievo.
"Giuro che se scopro che ha fatto sta cazzata volontariamente lo uccido" dice più a se stesso che a me. Sorrido, sperando che non ci sia niente di più grave sotto. "Odio occuparmi di queste cose, lo sa. Piuttosto mi mandi due settimane in Siberia a parlare con dei clienti, ma non in ufficio a gestire una manica di incravattati".
Continuiamo a percorrere la strada, ma ora più lentamente, perchè in alcuni punti è innevata. Dallo specchietto noto la Range Rover di John che ci sta perfettamente dietro.
Peter si è fatto più pensieroso: "Tutto bene?", gli chiedo, anche se, ovviamente, la risposta è piuttosto ovvia.
"Pensavo avesse superato il senso di colpa...", mi dice ad un certo punto.
"Non è detto che non l'abbia superato, ma sono cose che ti segnano" rispondo.
"Nessuno gli ha mai detto nulla, nessuno ha mai pensato che lui avesse qualche tipo di colpa".
"Penso che si incolpi da solo.." gli rispondo.
"Il fatto che ne abbia parlato è un grande passo" riflette, "sono passati dieci anni e lui non ne ha mai voluto parlare, né con me, né con mia madre". Mi rende molto triste sentire che David non abbia voluto sfogare il suo dolore prima. Però sono felice che lo abbia fatto, finalmente, con me.
"Forse lui non se n'è mai accorto, ma anche noi avevamo bisogno di lui. Lui invece ha preferito scappare da tutto."Sospira, mentre frena al primo semaforo che incrociamo da chilometri.
Mi guarda, "non è l'unico con i sensi di colpa, sai?". Dopo poco riprende a guidare.
"Io ero a Londra. Pensa che mio padre non voleva che andassi, così sono andato di nascosto. Non ho più visto mio padre vivo."
"E tua madre? Mi si spezza il cuore solo a pensare come possa essersi sentita", dico, sperando che non capiti anche a me.
"Lei era in città, ad una festa di un'amica", poi sorride amaramente, "o almeno così ha detto".
"In che senso?" chiedo, non capendo.
"All'epoca aveva una storia con un uomo, non abbiamo mai scoperto di chi si trattasse, ma io e
David abbiamo sempre avuto il dubbio che lei fosse con lui quel giorno."
"Ecco perché David non ha un bel rapporto con lei", dico.
"Esatto. Io l'ho perdonata, neanche mio padre era il marito perfetto. Però David non l'ha mai
superata, soprattutto con la storia di Magdalene. Lì mia madre ha sbagliato."
È incredibile quanto io abbia scoperto in più su David in un viaggio in macchina con suo fratello, che con lui. Certo, lo conosco bene sotto certi punti di vista, ma fa così fatica ad aprirsi.
Annuisco, ma non mi sento in grado di dire nulla. Rifletto invece sugli ultimi anni, su quanto possano essere stati difficili per loro.Prendiamo una strada più stretta rispetto a quelle percorse per ora. Sembra di entrare in mezzo ad un bosco. Vedo ogni tanto qualche abitazione isolata, ma niente di più, solo una marea di alberi.
Ogni tanto sento Peter imprecare, "Bell'idea andare con la mia..". In effetti non mi sembra proprio l'auto adatta. La radio smette di funzionare, quindi facciamo gli ultimi chilometri tra curve e silenzio. Un silenzio, però, pieno di parole, pieno di paure."Okay, ci siamo quasi" mi dice mentre fa gli ultimi tornanti.
Per un po' non vedo nient'altro che alberi. Innevati, bellissimi, però solo alberi. Ad un certo punto da lontano inizio a vedere una costruzione in legno, bellissima, molto moderna, anche se
inizialmente ne vedo solo il tetto.Lentamente Peter rallenta e il mio cuore inizia a battere più forte, piano piano vedo il cottage nella sua interezza.
Stiamo arrivando di fronte alla casa quando lui guarda fuori stranito, io non vedo nulla. Entra in un piccolo vialetto, finché, avvicinandoci non vediamo una macchina parcheggiata.È l'Aston Martin di David!, vorrei urlare. È parcheggiata anche piuttosto male, per metà sulla strada e l'altra metà sull'erba. Strano per David, è sempre molto preciso quando si parla della sua auto.
Appena spegne il motore, io e Peter ci guardiamo e usciamo velocemente dalla macchina, precipitandoci sotto il portico.Peter sale i gradini due alla volta, io lo seguo, mentre sento John parcheggiare velocemente dietro di noi.
"David!" urla, spalancando la porta. Lo vedo camminare a passo svelto da una stanza all'altra
aprendo tutte le porte. "Vai a vedere di sopra", mi ordina, vedendo che non riesco molto ad orientarmi, non essendoci mai stata. Mi precipito sulle scale e salgo. Mi si apre un corridoio con tre porte. Apro la prima, ma mi trovo davanti ad un bagno vuoto. La chiudo velocemente, mentre inizio anch'io a chiamare il nome di David.
Sto tremando, ho una paura folle di ciò che mi posso trovare davanti.
Apro allora la porta di fronte. C'è un letto singolo, alcune foto di David, un paio di magliette di giocatori NBA incorniciate al muro. Dev'essere stata la sua camera, penso. Però oltre questo non vedo niente di strano.Sto per chiudermi la porta alle spalle, quando sento Peter urlare dal piano di sotto.
"È qui!!" il mio cuore si ferma per qualche istante.
Nota dell'autrice❤️
Secondo voi cosa ci dirà David?
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento o una stellina se il nuovo capitolo vi è piaciuto❤️❤️
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Fidati di me
ChickLit[COMPLETA. IN REVISIONE] Anna arriva a New York delusa dalla vita, dall'amore e dall'amicizia. Insomma, deve ricostruirsi una nuova vita e dimenticare il passato. Qui incontra David: "Fidati di me", le dirà più volte. Ma farà bene a fidarsi? È giov...