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dams pov
Sono arrivato a casa, ho lanciato le chiavi sul tavolo e la giaccia sul divano.
Sono corso in bagno ed ho fatto una doccia bollente, così tanto da avere la pelle completamente arrossata.
Ho appoggiato le mani alla parete ho urlato dando sfogo a tutta la mia rabbia.
E poi, qualche lacrima ha iniziato a scendere mescolandosi all'acqua già presente sul mio viso ancora bagnato.
Abbiamo passato di tutto in questo periodo, delle cose veramente assurde.
Ho capito che non solo amo Victoria, ma anche che ne sono completamente dipendente, neanche fosse la migliore fra droghe.
Condivido con lei ogni giorno della mia vita da ormai otto anni, i più belli.
L'ho vista piangere, l'ho vista ridere, l'ho vista incazzata, struccata, delusa, in pigiama, nuda e soprattutto l'ho vista innamorata, di me.

cosa ci trovi in me angioletto?

Siamo diversi, ciò che ci accomuna è il carattere forte che abbiamo.
Io non posso immaginare quello che le è passato per la testa nel momento in cui ha saputo di aver perso suo figlio a causa di un proiettile apparso dal nulla.
So che però dovevo saperlo, non credo nemmeno di volere un figlio, forse non riuscirei ad amarlo quanto amo sua madre.
La nostra non è una relazione tossica, nonostante siamo così attaccati, la cosa non ci causa dolore o malumore, tranne quando litighiamo.
Non accadeva da molto, le cose andavano a gonfie vele, ho immaginato di averla persa e fortunatamente così non è stato.

Asciugo il mio corpo, indosso una canotta bianca con dei pantaloncini della tuta, vado in sala e mi stendo a peso morto sul divano.
Accendo la tv e mi addormento, un sonno che non dura molto a causa del mio telefono che inizia a vibrare.
È Victoria, sono molto tentato di non risponderle per farla sentire come mi sono sentito io, ma non posso farle del
male volontariamente.

- che c'è
- dam ti prego perdonami
- ok
- ok?
- su victoria tanto ci siamo già cercati e non è passata neanche un'ora, fare gli
orgogliosi non serve.
- ti amo tanto dam
- pure io vi'
- vieni qua a famme compagnia?
- t'ho perdonata ma voglio stare solo, mi sento ispirato
- va bene...
- a dopo, magari passo stasera
- ok!

La saluto, attacco e prendo il mio quadernino delle canzoni.
Cerco una matita e appunto tutto ciò che mi viene in mente.

vic's pov
Mi alzo dal divano seguita dalla mia cagnolina, prendo uno dei miei bassi appesi alla parete e intono una delle nostre canzoni.
Suono specialmente le ballad, non sono in mood da "In Nome Del Padre" o altre canzoni più rock.
Faccio qualche storia da mettere su instagram, canticchio le canzoni che mi vengono in mente e scelgo un film strappalacrime da vedere mentre aspetto che Damiano venga da me.
Ha detto che "magari" sarebbe passato, vuol dire che lo farà sicuramente.

Dopo qualche oretta di pura noia decido di andare a prendere aria sul balcone, prendo una delle sigarette che ho rubato al frontman e la porto alla bocca.
Cerco un accendino ma non essendo una fumatrice accanita l'unico che trovo è quello grande per accendere le candele.
Faccio un tiro e appoggio i gomiti alla ringhiera.
Osservo l'orizzonte,

voglio arrivare dove l'occhio umano si interrompe.

Passo lo sguardo sulla gente che vive la sua vita normalmente, senza tour, senza essere qualcuno di conosciuto ma semplicemente una normale persona.
Vedo dei ragazzini che ridono e scherzano ed ammetto che sento crescere la malinconia.
La mia adolescenza è stata solo concerti e questo continua ad essere, a volte rimango a pensare a come sarebbe la mia vita se non avessi incontrato Thomas e di conseguenza tutti gli altri.
Può darsi che ora sarei come quelle persone che passo dopo passo percorrono la loro esistenza.
Ahimè però, sono dell'idea che se hai un sogno hai il dovere di inseguirlo, devi farlo per te stessa, perché se te ne stai ferma ad aspettare che si avveri allora smetti di crederci. I sogni bisogna rincorrerli con le proprie gambe, ci vuole volontà e bisogna mettercela tutta, come ho fatto.
Sono stata ben ripagata direi:
ho l'amore della mia vita, la musica, degli amici fantastici e un sogno diventato il mio lavoro.

cosa chiedere di più?

Sento la voce d Damiano che mi chiama, abbasso lo sguardo e vedo che è arrivato.
Butto il mozzicone ormai finito e corro dentro ad aprirgli il portone.
Sale tutte le rampe delle scale fino al terzo piano ed entra col fiatone.

- ei!- dico felice e sorridente.
- sciau-
Corro verso di lui e mi aggrappo al suo collo, stringo le gambe sul bacino e lo riempio di baci sul collo.

- mi sei mancato tanto amoreee-
- hahah l'ho notato-

Sembra che si sia sistemato tutto.
Torno con i piedi per terra.

- stavi a suona'?-
- eh si-

Non ho sistemato nulla, è rimasto tutto come prima.

- che hai fatto alla mano?-

Mi ero scordata di averla fasciata.

- oh, si prima quando sei andato via ho dato un pugno al muro-

Inizia a ridere come non mai e io lo guardo male.

- che te ridi, è colpa tua-
- allora avrò per sempre la coscienza sporca-

Andiamo sul divano a farci le coccole, appoggio la testa sulla sua spalla e le gambe sulle sue.
Accarezza le mie cosce con un leggero tocco, nel mentre si concentra ad andare su youtube dalla tele perché vuole rivedere alcune delle nostre vecchie esibizioni.

- te credi così figo da riguardatte pure?-
- embè direi-

È così concentrato che tira fuori la lingua dalla bocca, un vizio che ha preso da me.
Mi avvicino e lecco gliela lecco con la mia.
Sorride illuminandomi e ci guardiamo la playlist dei concerti in America.

Dopo di te. ||DAMORIA||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora