15. PROMESSE.

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È mattina e sono sveglia già da qualche ora perché ho dormito poco pensando a lui, alla sua faccia tosta nel chiamarmi.
Come si permette?
Sparisce e ritorna quando gli fa comodo?
Indosso ancora il pigiama, i miei genitori sono a lavoro e quindi posso fare le cose con calma.
Scendo giù in cucina e prendo dalla credenza i miei biscotti. Incomincio a mangiarli ma vengo interrotta dal campanello della porta che suona più volte.
<<Un secondo!>> esclamo nervosa.
Apro la porta e c'è lui.
<<Hai visto un fantasma? Hai la faccia pallida.>> afferma ridendo.
Non gli rispondo, sono troppo concentrata nel contare fino a dieci per contenere la mia rabbia.
<<Non mi fai entrare?>>
<<Assolutamente NO!>>
Sbuffa ed entra in casa spostandomi con la sua spalla.
<<Esci da casa mia!>> gli dico infastidita.
<<Così tratti i tuoi ospiti, piccola maleducata?>>
<<Fuori!>>
Mi guarda dalla testa ai piedi.
<<Bel pigiama.>> sorride malizioso.
Credo di aver bisogno di bere una camomilla per calmarmi.
Si siede sulla sedia come se fosse a casa sua e continua a guardarmi.
<<Lo stronzo è venuto a trovarti, contenta?>>
Bastardo.
<<No, per niente.>>
<<Non fare la dispettosa, sei poco carina.>>
Io, dispettosa?
Con quale coraggio mi dice queste cose?
<<Io faccio quello che mi pare.>>
Mi raggiunge velocemente e la sua mano accarezza il mio viso.
Lo guardo dritto negli occhi mentre il cuore batte veloce, senza sosta.
<<Mi dispiace non scomparirò più così, te lo prometto.>>
Le promesse sono grandi, importanti.
<<Non devi promettermi nulla.>>
<<Si, invece.>>
Poggia la fronte sulla mia, il mio corpo trema dalle tante emozioni che sto provando.
<<Ho voglia di conoscerti Ginevra.>> sospira <<permettimi di farlo.>>
I suoi occhi sono sinceri ed io mi sono sciolta ancora prima delle sue parole.
<<Va b-bene.>> balbetto.
Sorride.
<<Non mi prepari la colazione?>> mi domanda con tono scherzoso <<sono un tuo ospite.>>
<<Certo.>> rido.
Infatti, facciamo colazione ed è così strano condividere un momento intimo con lui...ma sto così bene che vorrei durasse per sempre.
Terminata, decide di andar via perché deve andare a lavoro.
<<Stasera ti andrebbe di cenare con me?>> mi domanda sulla soglia della porta.
Un appuntamento.
<<Si, mi piacerebbe.>>
<<Ti passo a prendere alle 20:00>>
<<Va bene.>>
<<A dopo, piccola ribelle.>>
Chiudo la porta e sorrido come se fossi una bambina.
Ah!

QUELLA RISATA CHE MI HA RUBATO IL CUORE ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora