42. CHI SEI TU PER ME?

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Tutta la giornata l'ho trascorsa a studiare e già da qualche ora sono a casa di Brian.
Lui come al solito sta cucinando ed io, mi godo il panorama.
<<Stasera lo chef si è impegnato tanto.>> afferma ironico.
<<Non vedo l'ora di assaggiare i tuoi piatti.>> sorrido.
Mentre lo osservo il mio pensiero va alle parole di mia madre.
"Tu sei innamorata."
"È una cosa seria?"
Alla prima affermazione non posso dare una risposta certa anche se il mio cuore parla da solo ma, alla seconda domanda potrei avere una risposta.
Se soltanto glielo chiedessi!
Ovviamente non ho il coraggio di farlo perché ho paura per la sua reazione.
E se dovesse reagire male?
Non sono pronta a perdelo però ho bisogno di risposte, adesso.
<<Brian.>> mi schiarisco la voce.
<<Si?>>
È il momento, parla.
Lo guardo in silenzio, non riesco a dire una parola.
<<È successo qualcosa?>> mi domanda preoccupato.
<<No, certo che no.>>
<<E perché hai quella faccia?>> si avvicina.
<<Come possiamo definire il nostro rapporto?>> gli domando tutto d'un fiato.
L'ho detto!
L'ho fatto!
Ora non si torna indietro.
<<Hai bisogno di definire il nostro rapporto?>> fa una smorfia.
Questa non è la risposta che avrei voluto sentire.
<<Ad un certo punto si.>> incrocio le braccia.
<<Non sono d'accordo.>>
Che faccia tosta.
<<Ed io non sono d'accordo con il tuo pensiero.>>
<<Che c'è di sbagliato nel mio pensiero?>>
Davvero?
Non lo capisce?
<<Chi sei tu per me?>> sospiro irritata <<riesci a darmi una risposta?>>
<<Ti ho già detto che non sono un tuo amico.>>
<<E?>>
<<E quindi qual'è il problema?>>
Sta facendo finta di non capire?
<<Lascia stare.>> mi alzo dal divano infastidita.
<<No.>> afferra il mio braccio <<parliamone.>>
<<No, non fa nulla.>>
<<Ti prego, parlami.>> accarezza la mia guancia.
<<Voglio essere un qualcosa in più, non ci arrivi?!>> allontano la sua mano dal mio viso.
Resta in silenzio per qualche secondo con gli occhi spalancati.
Andiamo bene.
<<Non sono pronto per essere il tuo fidanzato.>> scuote la testa <<non ancora.>>
Il mio cuore si è fatto male e la realtà mi ha quasi spezzata.
Addolorata abbasso lo sguardo, prendo la borsa e vado verso la porta con l'intenzione di andare via.
<<Dove stai andando?>> mi segue.
<<A casa.>>
<<No, non vai da nessuna parte.>>
Si mette davanti alla porta per non farmi passare.
<<Spostati!>> alzo la voce.
<<No.>>
È così irritante.
<<Perché non mi lasci andare?>> getto la borsa a terra <<non sei il mio fidanzato, giusto?>>
Non sono nulla per te.
<<Non voglio perderti.>>
<<Sei solo un egoista.>> affermo con disprezzo.
<<Te l'ho detto che avevo paura di farti soffrire e di essere un vero stronzo.>> si avvicina <<che cosa ti aspetti adesso da me?!>>
Mi allontano di qualche passo e lui si ferma.
<<Nulla, non mi aspetto nulla.>>
Mi aspettavo di tutto. 
<<No, ti sbagli.>> continua ad avvicinarsi <<ti aspetti che io possa diventare il fidanzato da amare ma
ho bisogno di tempo, non so se riuscirò ad essere quello che tu vuoi che io sia.>>
Tutte queste parole sono state una ferita nel petto così profonda da farmi soffocare dal dolore.
Che cosa sono stata allora?
Un passatempo?
Lo spingo via con tutta la rabbia e la tristezza accumulata e vado via, senza guardarmi indietro.
<<Ginevra!>>
No, Brian...non esisto più per te.

QUELLA RISATA CHE MI HA RUBATO IL CUORE ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora