27. NON PIANGERE.

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Arrivo a casa con il fiatone e chiudo con violenza la porta della mia camera.
Mi siedo a terra ed è così che le lacrime iniziano a bagnare il mio viso, scendono velocemente e non mi danno tregua.
Perché è tutto così difficile con lui?
Ti odio Brian, ti odio!
A fatica mi alzo e vado in bagno per fare una doccia nel tentativo disperato di distrarmi.
Mentre insapono il mio corpo, i miei occhi si gonfiano di nuovo...
Non piangere.
Non piangere.
Non piangere.
Non piangere.
Le trattengo, mi lavo e poi esco dalla doccia.
Indosso il pigiama e mi metto a letto.
Devo dormire.
Riuscirò a dormire?
Mi giro e mi rigiro ma non riesco a riposare...
"Sei solo una stupida ragazzina che crede nel principe azzurro"
"Non farmi arrabbiare, Ginevra"
La sua voce rimbomba nella mia testa, il suo volto arrabbiato è impresso davanti ai miei occhi....come faccio a non pensarlo?
Perché sto così male?
Ad un tratto squilla il cellulare, è Brian.
Sbuffo e rispondo infuriata.
"Che diavolo vuoi?"
"Parlare con te."
Scuoto la testa.
"No."
"Mi dispiace, va bene?"
"Vaffanculo Brian."
Riattacco e lui richiama ma non rispondo.
Richiama ancora.
"Che vuoi?!" Alzo la voce.
"Non permetto a nessuno di trattarmi in questo modo."
Me ne frego.
"Ed io non permetto a nessuno di trattarmi come hai fatto tu."
"Sei una bambina."
"E tu sai già cosa sei."
Uno stronzo.
"Domani ti passo a prendere e parliamo."
La sua convinzione non ha limite.
"No, non scendo."
"Ed io salgo a casa tua."
"Non apro la porta di casa."
"Ed io busso al campanello fino a quando non mi apri la porta."
Spalanco lo bocca, è incredibile.
"Ed io chiamo la polizia."
Mi sta sfidando? 
"A domani, Ginevra."
"A mai più Brian."
Riattacco infastidita.
Come si permette?
Non può fare quello che vuole...almeno non con me.
Già...

QUELLA RISATA CHE MI HA RUBATO IL CUORE ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora