Decisioni

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L'odore acre di legna bruciata impregna la cucina, avvolta da muri sporchi di fuliggine.

Dal camino proviene ancora un refolo di tepore.

 Agnese si dirige frettolosamente verso il larìn, soffia sullo strato di cenere per scoprire la brace ancora viva. Allunga le mani intorpidite sopra quell'unica fonte di calore. Il pentolino del latte della Nerina è appeso alla catena del paier.  

Intinge l'indice per controllare la temperatura del liquido giallognolo.

È ancora abbastanza caldo, pensa soddisfatta la giovane mentre afferra una tazza dalla mensola appesa sopra l'acquaio. Con il mestolo versa il latte nella scodella, ne assapora il gusto acidulo, sa di erba e panna; fa un giro su se stessa per tornare in camera quando, nella flebile luce della candela scorge una sagoma spezzare la semi oscurità della stanza.

Mariavergine, che paura! – esclama la ragazza.

La fiammella illumina un volto pallido e rugoso, la voce arrochita esce da una bocca quasi del tutto sdentata. Tempo e duro lavoro nei campi hanno accelerato l'invecchiamento. Luigia si avvicina alla nuora, artiglia con una mano il braccio della giovane.

– Agnese, son mì... Fermati un momento che devo parlarti.

L'anziana, con un lamento, si lascia cadere sulla panca che circonda il focolare. Con gesti lenti stende le mani intirizzite sopra la brace quasi del tutto spenta.

Agnese è stata colta di sorpresa, non si aspettava di trovarsi a parlare con la suocera in piena notte.

Mama, tra poco si sveglia Tonino, devo tornare di sopra. Se parlemo doman de matina... Su Luigia, torniamo a letto che fa tanto freddo!

Luigia sembra non avere sentito. Si mette una mano sul petto, nel suo sguardo si può leggere tutta l'angoscia di una madre. 

– Senti Agnese, guardami bene negli occhi e dimmi la verità. Sono preoccupata per Anselmo, è da un po' di giorni che lo vedo strano, sempre imbronciato, taciturno... Me fiol lo conosso ben, ha un carattere chiuso, parla poco ma, mi son so mama e capisco quando qualche cosa lo tormenta. 

 La ragazza, ormai rassegnata, poggia portacandela e scodella sulla pietra del camino, siede accanto alla suocera. 

Un forte legame di dolore unisce le due donne: la giovane ha perso la mamma quando era ancora una bambina, la vecchia ha perso la sua bambina quando era una giovane mamma.

"Morta per soffocamento" era stata la terribile diagnosi emessa dal dottore accorso al capezzale della piccola Maria, una bimbetta vivace di quasi tre anni. "Forse un rigurgito di latte, forse un grumo di muco o catarro, oppure il volto schiacciato sul cuscino..."

Così era stata trovata la bambina: con la bocca aperta e il cuscino di piume fin quasi in gola.

Agnese non se la sente di confidare alla donna delle notti insonni di Anselmo, di quante volte lo sente sbuffare e sospirare nel letto mentre lei finge di dormire per non farlo agitare ancora di più.
Un respiro profondo fa sobbalzare il petto gonfio della giovane, le labbra si allungano in un sorriso mostrando denti piccoli e irregolari. 

La ragazza si avvicina ancora di più a Luigia, le passa una mano sulla fronte, scosta una ciocca di capelli grigi sfuggiti alla cuffia da notte. Vuole bene a quella donna che l'ha accolta in casa come una figlia. 

– Stia tranquilla, non è niente di grave. Anselmo ha solo mal di pancia, sarebbe meglio se per qualche giorno non mangiasse polenta. Oggi prepariamo un brodo di gallina e vedrà che si sistemerà in fretta... Adesso però torniamo di sopra, tra poco si sveglia Tonino per la poppata, meglio evitare che inizi a strillare.

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