Aprile del 1916 ha portato una fastidiosa pioggia che, lentamente, sta sciogliendo i cumuli di neve ai lati delle strade. Le folate di vento sembrano voler divorare la luce di una primavera canadese dai connotati ancora invernali.
Nella mia Italia, di questi tempi, si respira già aria d'estate, con gli alberi da frutto in piena fioritura, pensa Agnese mentre sistema al centro della tavola il semplice dolce appena sfornato. Mette qualche ceppo nella stufa, uno dei tanti accenni di modernità che ha trovato in Canada, a cui si è abituata piuttosto in fretta.
Sospira. Un sorriso timido le allarga le labbra, scacciando via le ombre di nostalgia che avevano offuscato i suoi occhi.
Oggi, 29 aprile, Rosa compie tre anni. È cresciuta, si è fatta una bella bambina con la pelle del volto come porcellana, tanto da farla sembrare una bambola. Ha gli stessi occhi azzurri della madre e una cascata di capelli scuri che sfiorano le spalle. Per questo giorno speciale, Agnese le ha fatto due treccine, fissandole con un nastro di raso dietro la testa.
La piccola indossa un grazioso abitino in mussolina a fiori, accompagnato da un golfino bianco decorato sul davanti con delle roselline in rilievo; una creazione di Agnese che, negli anni, si è perfezionata nel realizzare capi in lana per bambini.
Dopo le due gravidanze ha riacquistato la linea di quando era ragazza, sebbene il seno le appaia ancora troppo esuberante e sproporzionato per la sua statura. I capelli, finalmente ricresciuti, li ama attorcigliare in una grossa treccia che poi appunta con degli spilloni sulla nuca.
Si asciuga le mani sul grembiule, le trattiene per un attimo sul ventre. È incinta.
Le sue cose mancano da dieci giorni e le fa male il seno. Le precedenti gravidanze l'hanno resa ormai esperta, i sintomi sono inequivocabili: è sicuramente in dolce attesa. E non importa se tra un po' ingrasserà ancora, un figlio è una benedizione del cielo e, nel suo sguardo luminescente, si può scorgere tutta la genuina felicità.Anselmo, ancora all'oscuro, sta per diventare padre per la terza volta a soli ventisei anni. Lei ha scelto proprio questa giornata festosa per comunicargli la bella notizia.
Rosa la sta guardando con quei suoi grandi occhi chiari, tanto simili ai suoi. Sorride alla mamma mostrando dentini bianchi come piccole perle.
– Mammy, quando arrivano papà e Tonino? – cinguetta la bambina.
Ha imparato qualche parola in inglese, gliele ha insegnate suo fratello, che ha sei anni, e ha iniziato ad andare a scuola.
– Tra un po' arrivano. Su, aiutami a preparare la tavola. Tu metti le posate e i tovaglioli, io i piatti, ormai sei grande, è ora che impari a fare le cose che fa la mamma.
La bambina esulta e corre alla credenza. Si alza sulle punte dei piedi, apre il cassetto. Il suono metallico delle posate si unisce a quello dei piatti che Agnese sta mettendo in tavola. La tovaglia è in fiandra bianca, con un semplice orlo a giorno lungo tutto il bordo, regalo della signora Emily Jones Campbell, arrivata dall'Inghilterra nel 1888 per seguire il marito: un vice ammiraglio della Royal Navy. La donna, rimasta vedova pochi anni dopo il loro arrivo, senza figli e senza nessun parente, si è molto affezionata ad Agnese e ai bambini.
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LA MATRIARCA Sul Filo di Lana
Historical FictionNella pianura veneta, dal 1911 al 1960, una saga familiare si intreccia con le vicende dell'Italia rurale, tra amori passionali, dolori strazianti e l'ombra di due guerre mondiali. L'esodo verso il Nord America segna la vita di generazioni, mentre...