L'Italia fascista invase l'Etiopia sotto l'idea di una spinta demografica e alla ricerca di quel potere imperialista tanto caro a Mussolini, il quale, il 3 ottobre 1935, con un dispaccio a De Bono intimava: "Nessuna dichiarazione di guerra. Ti ordino di iniziare l'avanzata nelle prime ore del 3, dico 3 ottobre".
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Settembre del 1936 trattiene ancora il calore di un'estate che si rifiuta di cedere il passo all'autunno. Tra i filari di vite, un brulichio di colori anima i vitigni. Uomini e donne, legati da vincoli di sangue o amicizia, si sono riuniti per compiere l'antico rituale della raccolta dell'uva.
Per la comunità contadina, questi sono i giorni più attesi dell'anno. Ogni membro del nucleo familiare si presenta fin dalle prime luci dell'alba con forbici o coltelli alla mano per iniziare il lavoro. Con gesti esperti tranciano gli ultimi grappoli polposi che vengono deposti in grandi cesti di vimini. I ragazzi più robusti e pieni di energia, raccolgono le ceste colme che svuotano nelle tinozze. Lì, attendono i più piccoli, scalzi, eccitati, pronti a dar vita a una danza gioiosa sugli acini. Una tradizione che si ripete da secoli, anno dopo anno, come un inno alla vita e alla generosità della terra.
Le risate allegre dei bambini si uniscono al profumo inebriante del mosto, creando un'atmosfera di festa che contagia tutti i presenti. L'aria è densa di gioia e gratitudine per i frutti della terra, merito del duro lavoro e della dedizione dell'intera comunità.
Dopo la morte di Anselmo, i vigneti sono stati dati in affitto a Giobatta il figlio di Checo Buosi, confinanti da sempre e ormai parte della famiglia Carniato Benetton.
Leone, con un gesto di stizza, si toglie il cappello di paglia, con uno sbuffo lo sventola davanti al viso, l'aria che smuove è calda, non trova refrigerio. Poi, sfila il fazzoletto annodato al collo, lo passa sulla fronte, sulla gola e sulla nuca. Impreca tra i denti.
– Per essere quasi la fine di settembre, fa decisamente troppo caldo... - borbotta, agitando ancora di più il cappello davanti al viso.
– Te ga rasòn, Leon, se massa caldo. - Risponde Gervasio, fermandosi anche lui sfinito per il caldo torrido.
Il mezzogiorno scocca con dodici rintocchi solenni, trasportati dal caldo vento estivo. È l'ora di pranzo e tra i filari di vite l'attività si ferma. Le donne, che fino a poco prima erano impegnate a raccogliere l'uva, si avviano verso casa Carniato. Sul grande tavolo all'ombra del fico, trovano posto salumi e formaggi affettati con mano generosa, verdure di stagione e un cesto colmo di fichi polposi, raccolti da Leone il giorno prima. Il momento del pranzo è un vero rito. La vendemmia, pur essendo un lavoro impegnativo e faticoso, offre anche l'occasione di riunire le famiglie per la grande festa del vin novo.
Rosa da alcuni giorni non sta bene. Ha preferito rimanere a casa, dedicandosi alla preparazione del pranzo per Leone, Gervasio, Giobatta con figli e nipoti impegnati nella vendemmia. Ha cucinato le verdure, bollito le uova e ha tenuto viva la brace per abbrustolire le fette di polenta che ora sta adagiando su un grande tagliere da mettere al centro della tavola.
Suda e ha forti nausee. E anche oggi non riuscirò a mangiare nulla, pensa mentre sistema alcuni fichi polposi su un cesto. Li aveva raccolti Leone il giorno prima. Guardarlo salire su quell'albero le ha fatto stringere il cuore dalla nostalgia per i tempi in cui lei e Antonio si arrampicavano, e da lì, come su una torre di vedetta immaginaria, attendevano il ritorno di Anselmo seduto sul carretto trainato da Bianca.
Un sospiro profondo le sfugge mentre rievoca quei momenti di infantile felicità. Da quando Antonio è partito, la sua assenza pesa come un macigno sul petto, da allora non ha più avuto sue notizie. Il filo tenace che li univa negli anni della loro infanzia si va assottigliando di giorno in giorno. Anno dopo anno. Solo una cartolina da Brindisi, poi più nulla.
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LA MATRIARCA Sul Filo di Lana
Narrativa StoricaNella pianura veneta, dal 1911 al 1960, una saga familiare si intreccia con le vicende dell'Italia rurale, tra amori passionali, dolori strazianti e l'ombra di due guerre mondiali. L'esodo verso il Nord America segna la vita di generazioni, mentre...