Una sposa infelice

145 20 29
                                    

Anselmo chiama Antonio perché l'aiuti a caricare i bauli sul carro. Giovanna guarda le casse con occhi umidi e una tristezza che le sta divorando l'anima.

L'addio alla vita da nubile, alle comodità della sua casa in città, non l'aveva mai veramente preoccupata. Anzi, l'idea di vivere in campagna, immersa nella natura e svegliarsi con il canto del gallo, l'aveva sempre affascinata.

Ma la morte del padre, il rimorso per non essere riuscita a fare nulla per lui, il dispiacere che gli aveva causato per aver voluto a tutti i costi l'uomo che ha appena sposato, l'hanno devastata. Il dolore l'ha portata a dubitare delle certezze che l'avevano sostenuta fino a questo momento. E adesso che si trova a dover lasciare il suo mondo, tutto le appare improvvisamente insopportabile.

Maria la guarda con compassione, sente il cuore stretto in una morsa. Il volto teso e stravolto di Giovanna la sconvolge. La ragazza l'abbraccia, soffocando lacrime di tristezza sulla spalla della donna. Giovanna si stacca a fatica, le consegna le chiavi di casa, che la donna stringe forte al petto. Sarà lei a custodire i ricordi rimasti tra quelle spesse mura giallo ocra.

Non riesce più a tenere le lacrime, Giovanna. Scoppia in un pianto disperato, poggia i palmi delle mani sul portoncino, la fronte appoggiata al legno, come per cercare conforto.

Un passo indietro, Anselmo trattiene il fiato. Rimane a testa bassa, con lo sguardo fisso a terra, non osa guardare la moglie. Arriva appena in tempo per sorreggerla prima che crolli sulle ginocchia. Le parla con voce calma. Maria si copre il volto con il grembiule, come a nascondere il dolore che sta provando.

I passanti rallentano, lanciano occhiate furtive e mormorano parole affrante. Alcuni abbassano la testa in segno di rispetto, altri si fanno il segno della croce davanti al ristorante chiuso per lutto.

Anselmo si avvicina alla moglie. La stringe a sé.

- Giovanna, non fare così, ti stai facendo male. Calmati, per favore. Ti stanno guardando tutti, anche Rosa e Antonio. Vieni, cara, la carrozza sta aspettando. Andiamo a casa nostra.

L'uomo l'accarezza cercando di fermare quel pianto che la sta sconquassando. La sua voce è ferma, ma il suo sguardo è preoccupato.

La rabbia le ruggisce dentro come un fiera affamata. La fa tremare. È scossa dai singulti e non riesce a smettere di piangere. Poi, improvvisamente, come il più devastante dei temporali, inizia a battere i pugni sul petto di Anselmo. Si strappa il velo che scivola a terra come una foglia sfinita.

- Questa, è la mia casa - urla - non voglio venire con te, voglio stare qui!

Maria non sa cosa fare, né cosa dire. Gli occhi increduli cercano quelli di Anselmo, poi si spostano su Giovanna che sembra inconsolabile. Anselmo scuote la testa, le fa segno di entrare in casa. Prende il velo caduto a terra, tiene Giovanna per le ascelle e la trascina quasi di peso fino alla carrozza.

Il cocchiere è fermo non lontano dalla trattoria Al Cavallino. Ha sentito le urla e il pianto di Giovanna. Guarda allibito Anselmo mentre aiuta la donna a salire in carrozza. Chiede cosa deve fare.

- Appena chiudo lo sportello, possiamo partire - dice Anselmo con un tono di voce che non sembra più il suo.

La scudisciata sposta l'aria.

I due cavalli iniziano lentamente a muoversi.

Anche Antonio ha colpito Bianca con la frusta. La cavalla scuote la testa, sembra non volersi muovere.

- Oh, Bianca! Andemo, che qua i se deventai tutti mati! - urla il ragazzo, mentre si cala la coppola sulla fronte.

Rosa si copre la testa con lo scialle, se lo avvolge attorno al collo. Sospira. Alza gli occhi al cielo, che si è colorato di piombo. Una fitta coltre di nebbia sta calando come un sipario. Sente l'umidità penetrarle nelle ossa e dei brividi lungo la schiena. La mente è confusa, il suo cuore di bambina batte irregolare nel petto. Cerca di immaginare cosa succederà quando torneranno a casa.
Si guarda le dita violacee che spuntano dai mezzi guanti che ha creato lei stessa; anche per suo fratello, Anselmo e per Teresina. Passa molto tempo a sferruzzare piccoli indumenti di lana, ha fatto anche delle sciarpe e un regalo per Giovanna ma, dopo ciò che ha visto, non è sicura di volerle dare quel regalo fatto con le sue mani. Giovanna, la donna che ha sposato suo padre, e che dovrà abituarsi a vedere per casa, la stessa donna che poco fa ha visto agitarsi come una forsennata ora è la sua matrigna.

Rosa è pensierosa, arriccia la bocca, e sbuffa, stizzita. I suoi occhi azzurri osservano la carrozza davanti a lei.

Quella donna per me resterà sempre un'estranea, una forestiera, borbotta la bambina, stringendosi nello scialle.

︵‿︵‿︵‿︵

La cucina è pervasa dall'odore di verdure e carne bollita. Alcune fette di polenta stanno bruciacchiando sulla gratella. Il pranzo di nozze ha il consueto profumo del cibo domenicale.

Per l'occasione, alla carne di gallina, Teresina, ha aggiunto una testina di maiale e un pezzo di carne di manzo. Il risultato è un enorme piatto di carne e verdure al centro della tavola.

È soddisfatta, ma anche impaziente di vedere arrivare gli sposi. I suoi passi risuonano veloci sul pavimento di pietra. Pensa a come sarà la vita in casa con la nuova moglie di Anselmo. Si sente un po' nervosa, ma anche curiosa.

L'attesa sta per finire, e la sensazione che la pace in quella casa stia per essere sconvolta la angustia da giorni. Quel matrimonio celebrato in fretta, quasi in segreto non la convince. In paese tutti sanno che Anselmo, el fiol di Giuseppe Carniato, si è sposato con una ragazza bella e ricca.
Sul sagrato della chiesa di Ponzano, mentre a pochi chilometri Anselmo e Giovanna si sposavano, non si parlava d'altro.

Teresina guarda dalla finestra, in attesa di vedere arrivare Bianca. La nebbia è fitta come un muro, le impedisce di vedere chiaramente. Sembrano sbucare dal nulla due cavalli bianchi che entrano nel cortile.

- Mariavergine, vedo doppio! Ci sono due Bianche!

La donna si getta lo scialle sulle spalle e si precipita fuori. Si ferma non appena vede la sagoma della carrozza. Si copre il volto con le mani e sorride come una bambina incantata. Una carrozza così non l'aveva mai vista prima. Teresina è curiosa di vedere la sposa, ma il primo a scendere dalla carrozza è Anselmo. Lo osserva mentre si avvicina al cocchiere e scambia qualche parola con lui. Poi lo vede tornare verso lo sportello. Lo apre. La mano di Giovanna si aggrappa a quella dell'uomo.

Ecco la sposa, pensa l'anziana, ferma sulla soglia di casa. Teresina è sorpresa e un po' confusa. Non si aspettava che Anselmo arrivasse con una carrozza così lussuosa. Giovanna scende, si aggrappa al braccio del marito, che sembra confortarla. Teresina decide di andare incontro alla coppia. Si aggiusta il fazzoletto scuro in testa, sistema le pieghe della gonna e, con un sorriso di circostanza, si avvicina agli sposi.

Ha visto una sola volta quella ragazza, ne ricorda il viso dai lineamenti regolari, l'eleganza, la figura snella, gli occhi splendenti e un sorriso radioso. Sono passati solo tre mesi da quel giorno, ma sul volto di Giovanna sembra trascorso il tempo in modo irriverente. Giovanna le appare più florida, il bellissimo abito da sposa non riesce a nascondere le forme morbide.

- Benvenuta signora...

Giovanna sorride, ma è un sorriso pallido, senza gioia.

- Grazie Teresina, sono felice di rivederti...

Anselmo sembra a disagio. Si apre il colletto della camicia. Una mano a sorreggere Giovanna. Parla a Teresina senza sorrisi.

- Giovanna è molto stanca, la cerimonia è stata lunga, forse ha preso freddo. Per favore, portala in casa, intanto io scarico i bauli.

La carrozza attraversa il cortile, passa sotto l'arco di pietre. I cavalli, lentamente, la trascinano sulla stradina che si inoltra tra i campi brulli e spogli. La nebbia, sempre più fitta, la inghiotte facendola svanire come un'immagine sbiadita.

LA MATRIARCA Sul Filo di LanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora