꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝙵𝙾𝚄𝚁 • 𝙸𝚅꧂

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2 settembre 1995
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts


Il tempo rispecchiava perfettamente l'umore di Kathleen. Quella notte non aveva chiuso occhio. La pioggia batteva incessante sul castello, rendendo il paesaggio oscuro.
Kathleen odiava i temporali. Preferiva le notti in cui si vedevano le stelle e la meravigliosa luna brillare nel cielo. Amava guardare la notte, soprattutto quando c'era la luna piena. Guardava le stelle, individuava le costellazioni ed esprimeva desideri quando ne vedeva una cadere. La Torre d'Astronomia era una sua fedele amica.
Kathleen, quella notte, non dormí solo a causa del temporale, ma anche perché le parole di Marcus le risuonavano in testa. La credeva una bugiarda e non si fidava di lei dopo quasi un anno di relazione. Non aveva pianto, non piangeva mai, aveva passato la notte a fissare il soffitto e le tende del letto a baldacchino che aveva tirato. Quando sentí Hermione salire e chiamarla chiuse gli occhi e fece finta di dormire per poi ritornare a fissare il vuoto come prima. Questo non perché non volesse vedere Hermione, anzi, ma, voleva stare da sola. Mai avrebbe pensato di volerlo ma in quel momento ne aveva bisogno. Doveva schiarirsi le idee dopo tutto quello che era successo.
Era stata attaccata da dei Dissennatori, aveva partecipato a un udienza e aveva assistito, anche se in remoto, alla morte di Cedric e al ritorno di Voldemort. Tutto questo in soli due mesi, i quali, lei ed Harry, avevano passato a cominciare col pensiero.
Kathleen adorava sentire la voce di Harry nella sua mente. Adorava il fatto che erano legati da qualcosa che andava oltre ogni immaginazione. Lo adorava perché era legata ad Harry.
Scese le scale della torretta pensando a tutto questo e sperando che Harry non la sentisse. Un piccolo difetto era questo, dato che non sapevano ancora controllarlo del tutto.
La sala comune Grifondoro non era del tutto piena, molti erano a fare colazione, altri ancora su nei dormitori. Kathleen scese l'ultimo scalino e guardò fuori dalla finestra. Pioveva ancora e lo odiava.
La sua attenzione fu attirata da Hermione che rimproverava Ron indicandogli la spilla da Prefetto che aveva sulla toga mentre sventolava un foglio di pergamena nella mano destra. Kathleen glielo strappò di mano e lesse.
<<Cosa c'è di male se Fred e George vogliono trovare dei dipendenti?>> domandò senza alzare gli occhi dalla pergamena.
<<E quello che le dico anche io!>> esclamò Ron. <<Perché non mi stai mai a sentire?>>
<<Perché non possono provare i loro prodotti sulle persone!>> replicò Hermione. <<Tu sei loro fratello e anche in quanto Prefetto, devi vietargli di mettere su questa... questa cosa!>>
<<Non lo faranno mai, sono teste dure se si tratta del negozio di scherzi>> disse Ron.
<<Bene! Allora ci parlerò io!>>
<<La mamma non ci è riuscita, voglio vedere cosa ti inventi>> commentò Ron.
Hermione lo sfidò con lo sguardo mentre Kathleen riattaccava la pergamena alla bacheca.

Prima uscita ad Hogsmeade dell'anno per gli studenti e le studentesse, dal terzo al settimo anno, si terrà il 25 ottobre.
Gli studenti del terzo anno sono pregati di consegnare l'autorizzazione firmata da un genitore o tutore.
Prof. essa: M. McGranit.


Un tuono sovrastò il mormorio della sala comune. Kathleen saltó sul posto. I capelli si tinsero di viola e si portò le mani sulle orecchie. Aveva paura dei tuoni.
<<Pensavo saresti venuta da noi>> ammise Neville. <<Stai bene?>>
Kathleen annuì. Guardò Harry che era stato in silenzio per tutto il tempo. La guardava in cerca di risposte a mille domande che non aveva fatto, neanche pensato.
Kathleen notò quanto gli stesse bene il nuovo taglio di capelli e quanto fosse bello nella divisa di Grifondoro. Non aveva mai pensato ad Harry in quel modo ed era strano.
<<Avevi ragione>> gli disse con un filo di voce. <<Dovevo darti retta...>>
Sentire Kathleen dargli ragione, in quel modo, lo faceva stare male. Vedere Kathleen in quello stato, lo faceva stare male. Se Kathleen stava male, stava male anche lui.
Harry avrebbe odiato a vita Marcus e gliela avrebbe fatta pagare.
<<Cosa ha fatto?>> chiese Harry cercando di mantenere la calma. Strinse i pugni cercando di calmare la rabbia.
<<Ha detto che non mi crede e che non vuole più avere a che fare con me.>>
<<Oh, Kathleen...>> disse Hermione guardandola con un velo di tristezza.
<<Parole non adatte?>> domandò Harry.
<<Falsa e bugiarda, se intendi questo.>>
I capelli di Kathleen erano grigi e blu notte. Delusione e tristezza. Non aveva pianto. Gli occhi erano stanchi solo perché non aveva dormito.
<<Potevi venire da noi>> disse Neville, mentre l'abbracciava.
<<È okey>> disse Kathleen.
<<Hai pianto?>>
Kathleen scosse la testa.
<<Lo ammazzo...>> mormorò Harry. <<Giuro che lo ammazzo! Grandissimo, inutile, figlio di pu...>>
<<Non è il caso>> disse Kathleen. <<Andiamo a fare colazione, ho fame.>>
Kathleen non aveva per niente fame, in realtà, ma doveva cambiare aria.
Arrivarono in Sala Grande e gli occhi dei cinque si posarono al posto di Hagrid occupato ancora una volta dalla sua sostituta.
<<Cosa gli è successo?>> disse Ron.
<<Spero nulla di grave>> disse Neville.
<<Nessuno ha notato la sua assenza ed è impossibile non notarla, voglio dire, è enorme>> osservò Ron.
<<Sempre fine, Ronald>> commentò Hermione.
Marcus lanciò uno sguardo a Kathleen mentre i cinque camminavano lungo il tavolo per trovare dei posti. Di nuovo Andrew le lanciò uno sguardo dispiaciuto e lei capí. Harry strinse i pugni sopprimendo la rabbia.
<<Non fare nulla, per favore, almeno non qui>> gli disse all'orecchio, prendendogli la mano.
Harry guardò le mani intrecciate e poi lei, lasciandosi portare a qualche posto più in là. Si sedettero uno di fianco a l'altra senza rompere il contatto fisico. Pian piano la rabbia di Harry si stava alleviando, solo con quel piccolo gesto.
Kathleen prese un foglio di pergamena, una boccetta di inchiostro e una penna d'oca. Spostò il piatto e iniziò a scrivere una lettera.
<<Digli anche che Hagrid manca, forse sanno dov'è>> disse Harry.
<<Chiedi se ci sono novità>> disse Neville.
<<Non credo ce lo direbbero>> disse Kathleen senza alzare gli occhi dalla pergamena. <<Il minimo indispensabile, lo sai.>>
<<Non avete scoperto nulla di nuovo nell'ultimo mese?>> domandò Ron.
<<Come potevamo? Si sono chiusi in sala da pranzo lanciando alla stanza l'Incantesimo Silenziante, mentre Kreacher ci faceva da babysitter>> esordí Harry. <<Oppure ci lasciavano a casa di Neville con la scusa di dover andare a lavoro e che le nostri madri andassero a fare delle commissioni.>>
<<Ci hanno preso per i fondelli per tutta l'estate!>> esclamò Neville. <<Abbiamo quindici anni, non più cinque!>>
<<Erano delusi, la maggior parte del tempo>> disse Kathleen. <<Questo significa che non hanno scoperto nulla, o almeno nulla che non potevano già sapere mettendo insieme i pezzi che non ci hanno detto.>>
<<Come fai a dirlo?>>
<<Osservo, Ron>> rispose Kathleen. <<E ascolto i toni di voce. Uno dei vantaggi di avere un padre lupo mannaro è anche quello di scoprire quanto veloce batte il cuore del mio interlocutore.>>
Kathleen lo guardava con un nuovo sguardo. Come se sapesse come Ron si comportasse, capace di poterlo smascherare da un momento all'altro.
<<Ma, visto che non sono un licantropo, è un suono remoto.>>
Ron sembrò quasi sollevato, le labbra di Kathleen si curvarono leggermente, poi il sorriso le ricadde come se non riuscesse più a reggere il suo peso.
Versi di gufi e battito d'ali li fecero alzare lo sguardo. Snow si posò sulla spalla di Kathleen che tolse la mano da quella di Harry per poterlo accarezzare e prendere il pacchetto.
<<Portala a casa>> disse porgendogli la lettera.
Snow la prese e aprí le grandi ali bianche e volò via. Kathleen mise in borsa il pacchetto.
<<Perché continui a riceverla?>> chiese Harry, irritato.
<<Per tenere d'occhio il nemico>> rispose Hermione, mettendo uno zellino nel taschino del gufo.
<<È alquanto inutile visto che dicono solo stronzate>> commentò Harry.
Kathleen guardava il giornale con un'espressione indecifrabile. Sentí un groppo formarsi in gola mentre i capelli diventavano blu.
Falsa e bugiarda!
Se non fossero vere non le pubblicherebbero.
Non voglio avere nulla a che fare con falsi e bugiardi!
Come se nulla fosse successo.
Non cercarmi mai più, addio.
Ogni frase un piccolo colpo al petto e al cuore. Faceva male il fatto che Marcus non si fidasse di lei, dopo che lei si era fidata di lui. Aveva pensato che gli fosse successo qualcosa, ma non era così. L'aveva ignorata volontariamente. L'aveva accusata di passare tempo con lui solo quando non aveva nulla da fare. Quando, in realtà, era stato lui ad usarla. Ad usare la sua piena fiducia, nei suoi confronti, per poi calpestarla. Aveva usato il buon animo di Kathleen.
Marcus si era rivelato quello che non sembrava di essere.
E Kathleen iniziò ad odiarsi.
Perché se Marcus non le credeva era perché lei non era abbastanza. Non gli aveva dimostrato quanto effettivamente tenesse a lui.
O era stato lui a non capirlo?
<<Signorina?>>
<<Sí?>>
<<L'orario.>>
Kathleen guardò la McGranit che le porgeva la pergamena con l'orario delle lezioni.
<<Grazie...>>
La professoressa McGranit strinse le labbra e le accarezzò la guancia. Diede l'orario anche ad Harry per poi andare via subito dopo avergli dato una pacca sulla spalla.
<<Che pluffe!>> esclamò Neville. <<Storia della Magia, due ore di Pozioni, Divinazione e due ore di Difesa Contro le Arti Oscure. Binns, Piton, Cooman e quella Umbrige, tutti insieme!>>
<<Spero che Fred e George si spiccino a perfezionare quelle Merendine Marinare>> disse Ron mettendo da parte l'orario.
<<Oh, oh, oh! Le mie orecchie per caso m'ingannano?>> domandò Fred scivolando sulla panca di fianco a Kathleen. <<I Prefetti non vorranno di certo saltare le lezioni, vero?>>
<<Guarda qua!>> esclamò Ron lanciandogli la pergamena.
<<Due ore con Piton, non vorrei essere al vostro posto>> disse George.
<<Hai ragione, fratellino>> disse Fred ridandogli la pergamena. <<Puoi avere del Torrone Sanguinolento a buon prezzo, se vuoi.>>
<<Approposito delle Merendine Marinare!>> esclamò Hermione scrutando Fred e George. <<Non potete attaccare annunci ovunque come nulla fosse!>>
<<E chi lo dice?>>
<<Io!>> rispose autoritaria. <<E Ron.>>
<<Lasciami fuori>> disse lui sulla difensiva.
<<Cambierai idea tra poco, Hermione>> disse Fred spalmando una buona dose di burro su una focaccia. <<Rimangierai di aver rifiutato una Merendina Marinara. Tutti voi.>>
<<Perché dovremmo?>>
<<Siete al quinto anno>> disse George. <<E questo vuol dire G.U.F.O.>>
<<E allora?>> insistette Hermione.
<<Si avvicinano gli esami, no? Vi faranno penare>> disse Fred divertito.
<<Metà di quelli del nostro anno hanno avuto una crisi di nervi, hanno pianto, alcuni sono persino svenuti>> raccontò allegramente George.
<<Come dimenticare>> disse sognante Fred.
<<Comunque, è un anno tremendo il vostro>> continuò George. <<Almeno per quelli a cui importa il risultato.>>
<<Noi due siamo riusciti a tenerci sú>> disse Fred.
<<Con tre G.U.F.O. a testa?>> disse Ron ironicamente.
<<Esatto>> disse Fred indifferente. <<Pensiamo che il nostro futuro vada ben oltre i successi accademici.>>
<<Ma non vogliamo di certo sprecare il nostro ultimo anno>> disse George, lanciando un'occhiata furba al suo gemello.
<<E dove li prendete i soldi per aprire un negozio di scherzi?>> chiese Hermione.
Harry fece cadere la forchetta e scomparve sotto il tavolo. Kathleen lo guardò con la testa di lato.
<<Non fare domande e noi non ti mentiremo>> rispose Fred. <<Andiamo, George, forse riusciamo a vendere un paio di Orecchie Oblunghe prima di Erbologia.>>
<<Gli avete dato finalmente un nome>> disse Neville.
Hermione gli lanciò un'occhiata di rimprovero.
<<Carino, vero?>>
<<Divino>> commentò Harry spuntando da sotto il tavolo.
Fred e George ghignarono soddisfatti.
<<È stato un piacere, giovini uomini e belle fanciulle!>> esclamò Fred.
George fece un inchino e poi entrambi, corsero via con una pila di pane tostato.
Harry si grattò la nuca.

ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora