꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝚂𝙸𝚇 • 𝚇𝙸𝚇꧂

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Fuori dal tempo e dallo spazio
Dove tutto è immortale e perfetto


Gli occhi di Kathleen si aprirono, ma, fu costretta a socchiuderli per via della troppa luce.
Alzò una mano e si coprí. Mise a fuoco la vista. Quello che c'era intorno a lei rimase lo stesso.
Era in un bosco. Alti e forti alberi la circondavano, rigorosi di fiori e frutti dall'aspetto invitante. Un bellissimo e verde prato pieno di fiori. Il sole brillava alto nel cielo azzurro privo di nuvole. Un fresco venticello le solleticò il viso. Era così piacevole.
La gonna che indossava svolazzò al passaggio del vento.
Kathleen si guardò: indossava solamente una veste di seta bianca. I capelli sciolti lungo le spalle e i piedi nudi. Una domanda le balenò in testa: dove si trovava?
<<Ehilà? C'è qualcuno?>>
L'eco della sua voce si sparse tra le chiome degli alberi, cullate di nuovo dal piacevole venticello.
<<C'è nessuno?>> ritentò muovendo un passo.
L'erba sotto i suoi piedi era fresca. Il vento soffiò di nuovo. Le solleticò il viso e la spinse all'indietro.
<<Cosa diamine...>> borbottò riaquistando l'equilibrio.
Fece un passo avanti, ma, qualcosa attirò la sua attenzione. Un lamento. Kathleen si immobilizzò, aveva paura di scoprire da chi provenisse. Il vento la spinse di nuovo all'indietro. Il lamento divenne più forte, come il battito del suo cuore. Non voleva girarsi. Non voleva soffrire.
Strinse i pugni e chiuse gli occhi, magari sarebbe ritornata ad Hogwarts.
Di nuovo quel lamento. Kathleen aprí lentamente gli occhi e guardò gli alberi. Tirò un lungo sospiro e si voltò.
Davanti a lei c'era una quercia, molto antica, ma, ancora giovane da rimanere perfettamente in piedi. Era forata al centro: era da lì che provenivano i lamenti.
Si avvicinò lentamente e guardò all'interno. Era più grande di quel che si aspettava. Di nuovo un lamento. Guardò al centro. Spalancò gli occhi.
C'era lei. La Kathleen che indossava la veste nera e il cappuccio. In quel momento era nuda. Si lamentava, stava soffrendo.
<<Non le resta molto.>>
Kathleen sobalzò. Andò per prendere la bacchetta ma non la trovò. Non ci voleva. Si voltò per affrontare chiunque esso fosse e sbiancò.
<<Non è possibile...>>>
<<Ciao, Kathleen>> sorrise l'altra.
<<Tu... io...>> guardò la Kathleen rannicchiata nell'albero. <<Lei...>>
<<Siamo una parte di te>> disse l'altra Kathleen. Aveva i capelli biondi e, come l'altra, gli occhi bianchi. Indossava come lei un lungo vestito di seta bianco.
<<T-tu... tu sei...>>
<<La tua parte buona, sí.>>
Kathleen aveva la bocca aperta per parlare ma non riusciva a spiccare parola.
<<Lei è... lei è...>>
<<La parte cattiva>> annuì l'altra Kathleen sorridendo. <<L'abbiamo sconfitta, Kathleen. Abbiamo vinto.>>
Kathleen guardò la Kathleen cattiva poi la Kathleen buona. Declutí della saliva. Proprio non riusciva a parlare. Si diede un pizzicotto. Era reale.
<<Come... come... dove sono?>>
<<Dentro di te. Noi, in realtà. Ma, visto che sei tu il capo, dentro di te.>>
<<Dentro... cosa?>>
<<Nella tua anima, se è più semplice>> disse la Kathleen buona. <<Sei pallida, Kathleen, vuoi qualcosa da bere? Vuoi sederti?>>
Kathleen scosse la testa. <<È tutto così... così... assurdo...>>
<<Immagino di sì>> disse la Kathleen buona alzando le spalle. <<Non è male qui. Ci sono nata e cresciuta, insieme a lei.>> Indicò il tronco dell'albero. <<Non siamo mai andate d'accordo, purtroppo.>>
Kathleen guardò l'altra e non capí che emozione provare.
<<Perché non ha dei vestiti?>>
<<Sono spariti>> rispose. <<Non avvicinarti troppo o le ridarai le forze.>>
Kathleen si fece indietro. Vide le gambe della Kathleen cattiva trasformarsi in petali di rosa bianca. Poi le cosce, il bacino, le mani, le braccia, il busto, il collo, la testa.
I petali volarono via spinti dal venticello.
Kathleen rimase a guardarli andare via. La Kathleen buona si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
<<Non provare compassione per lei. Non la merita.>>
Era come guardarsi allo specchio. Solo che l'altra aveva gli occhi bianchi.
<<Sono morta...>>
La Kathleen buona non rispose. Le accarezzò una guancia con la mano e sorrise.
<<Grazie, Kathleen.>>
Fece un paio di passi indietro e le sorrise, poi le voltò le spalle e iniziò a camminare.
<<Ehi! Ehi, dove stai andando?>> chiese Kathleen andandole dietro.
Una forte luce bianca si sprigionò da lei e Kathleen si fermò. Si riparò gli occhi con una mano.
Era sparita. Era rimasta da sola.
<<Ehi? Ehm... Kathleen? Dove sei finita?>>
Suonava stranissimo. Molto strano.
Si guardò intorno. L'erba le solleticava le piante dei piedi. Gli alberi e i cespugli erano rigogliosi di foglie e frutti. Si avvicinò alla grande quercia ma il foro era sparito. Passò le dita sul tronco ruvido dell'albero e percepí il legno. Aveva tutti i sensi all'allerta. Tutto sembrava reale. Sentiva il fruscio del vento con l'udito. Sentiva gli odori delle natura con l'olfatto. Vedeva chiaro e limpido con la vista. Sentiva le cose con il tatto.
Il vento soffiò di nuovo. La gonna svolazzò un pochino e i capelli le ricaddero davanti agli occhi facendole il solletico.
La Kathleen buona e la Kathleen cattiva erano sparite. C'era solo lei e non sapeva dove si trovasse. Aveva un milione di domande e nessuno poteva darle risposta.
Lasciò la quercia e si voltò. Emise uno strillo per lo spavento. Portò le mani davanti alla bocca e rimase immobile dov'era. Era decisamente morta. Si diede un pizzicotto. Si fece male. Continuò a stringere la pelle.
<<L-lei... lei... lei è...>>
<<Morto, esatto.>>
<<Come... come... io...>>
<<Non sei morta, Kathleen>> disse il vecchio. <<Ricordi? "Colei che sconfiggerà la morte per tre volte".>>
<<Dove sono, allora?>> chiese, sentendo dolore al polso. <<La Kathleen buona ha detto che sono dentro la mia anima.>>
<<Secondo te dove siamo?>>
Kathleen smise di pizzicarsi e si guardò intorno. <<Sembra la Foresta Proibita, senza pericoli.>>
Silente accennò un sorriso. Kathleen non riusciva a crederci. Si diede un pizzicotto, si fece male.
<<È reale... come è possibile?>>
<<Il fato>> rispose Silente.
La barba era più corta di come Kathleen la ricordava. Il viso meno stanco, quasi più giovane. Indossava anche lui un completo bianco.
<<Io... io... non so cosa dire... è... è assurdo...>>
<<Lo è anche per me vedere te>> disse Silente. <<Sei cambiata, Kathleen, in meglio ovviamente. Sono fiero della piccola donna che sei diventata, sapevo che non mi avresti deluso.>>
<<È fiero di me?>>
Silente annuì. <<Non sono il solo.>>
Kathleen guardò l'erbetta. Quella situazione era semplicemente assurda.
<<Se non sono morta, questo vuol dire che potrò ritorna da loro? Posso ritornare da Harry?>>
Silente annuì.
<<Sopravviverò di nuovo, professore? O sarà come le altre volte? Non voglio risvegliarmi per poi morire per davvero più in là.>>
<<Tutti prima o poi muoiono. Chi prima e chi dopo. Non dovrai preoccupartene per un bel po'.>>
<<Cioè?>>
<<Il tuo tempo non è più limitato. Potrai vivere fino a che la morte non ti richiamerà a se tra tantissimi anni.>>
<<Come tutti?>>
<<Ora che la parte cattiva è stata uccisa, potrai evocare il tuo potere senza problemi. Niente tosse, niente dolore, niente rischio di morire.>>
<<Davvero?>> domandò Kathleen incredula. <<Davvero davvero?>>
Silente sorrise e annuí.
<<Per Godric, non ci credo!>> esclamò Kathleen al settimo cielo. <<Questo vuol dire che posso avere il futuro che sogno con Harry senza intoppi? Oh mio dio! Una casa, una famiglia... Oh mio dio!>> Kathleen batté le mani e saltellò sul posto.
Silente la guardava con le mani dietro la schiena e un sorriso intenerito sul volto vecchio.
<<Mi scusi, signore. Quando sono contenta non riesco a trattenermi.>>
<<È bello verderti felice>> disse Silente.
Kathleen sorrise e due fossette si formarono agli angoli della bocca. Strinse la stoffa del vestito per trattenere la gioia.
<<Non voglio rovinare il tuo buon umore, Kathleen, ma è importante che tu sappia quello che sto per dirti.>>
Il sorriso di Kathleen si spense. Smise di brillare e si fece seria.
<<C'è qualcosa che non va? Qualcosa di brutto?>>
<<È un'informazione che mi sono tenuto dentro per un pó. Credo che sia arrivato il momento di dirtelo>> rispose Silente. <<Riguarda te.>>
Kathleen iniziò a preoccuparsi. Non fece domande, guardò il vecchio uomo e aspettò che parlasse.
<<Il trentuno ottobre di diciasette anni fa, Voldemort ti rese un Horcrux senza volerlo.>>
<<Che cosa?>> domandò Kathleen, spaccando occhi e bocca. <<Voldemort ha fatto cosa?>>
<<Ti ha reso un Horcrux senza volerlo>> ripeté Silente. <<Il tuo potere si rivelò per la prima volta quella notte, quando Voldemort tentò di uccidere James e Lily, perché voleva a tutti i costi uccidere Harry.>>
Kathleen sussultò al nome del ragazzo.
<<Hai evocato lo scudo per la prima volta per proteggere Harry, come tutti ben sappiamo. Qualcosa andò storto. Lo scudo vi protesse, ma svaní subito, essendo troppo piccola per controllarlo. Uno schizzò della Maledizione rimbalzò anche su di te, redendoti un Horcrux.>>
Kathleen rimase immobile a riflettere. Una parte dell'anima di Voldemort dentro di lei.
<<Una parte dell'anima Voldemort vive dentro di me...>>
<<Viveva>> la corresse Silente. <<È appena morta.>>
<<La Kathleen cattiva...>>
<<Esatto>> annuí Silente.
Kathleen si voltò verso la quercia. <<Quando non avevo forze, dopo aver evocato lo scudo, era perché il mio potere la danneggiava, dico bene?>>
<<Il tuo potere non ti avrebbe mai uccisa, questo sí>> disse Silente. <<Cercavano di dominare sull'altro e la tua parte buona ha vinto, come avevo previsto.>>
<<Lei lo sapeva?>> chiese Kathleen voltandosi di scatto. <<Lei sapeva che ero un Horcrux, che c'era questa lotta tra la me buona e la me cattiva? Lei lo ha sempre saputo?>>
<<Sí, lo sapevo, ma non potevo dirtelo.>>
<<Perché no?>>
<<Perché era troppo tardi quando l'ho scoperto.>>
<<Troppo tardi?>>
<<La tua parte cattiva ormai è morta. È stata uccisa da Bellatrix>> proseguí Silente. <<La te buona ha lasciato che la più fedele di Voldemort, l'unica donna tra i Mangiamorte, uccidesse la parte del suo padrone.>>
<<Perché l'ha fatto adesso e non prima?>>
<<Perché Voldemort ha capito troppo tardi che una parte della sua anima viveva dentro di te. Quando l'ha capito ha iniziato a tormentati i sogni e la mente, rendendoti vulnerabile.>>
La mente di Kathleen lavorava veloce.
<<Io non capisco... Voldemort percepiva l'altra mia parte?>>
<<Entrambe le parti.>>
<<Si è divertito a farmi il lavaggio del cervello, solo per indebolirmi?>>
Silente annuì. <<Ma sei stata più forte.>>
Kathleen si guardò intorno. <<Voldemort mi sta facendo ancora il lavaggio del cervello?>>
<<No. È reale, l'hai testato tu stessa>> disse Silente indicando con un cenno del capo il polso di Kathleen.
Lei se lo pizzicò di nuovo con maggiore forza e sentí dolore.. Kathleen non riusciva a crederci.
<<Mi dispiace, Kathleen>> disse all'improvviso Silente. <<Dovevo dirti quello che avevo scoperto. Ho avuto paura che Voldemort in qualche modo avrebbe scoperto che noi sapevano e che ti avrebbe fatto del male. Sei diventata una persona importante, durante il mio ultimo anno di vita.>>
Kathleen non seppe cosa dire.
<<Vorrei farmi perdonare. C'è qualcuno che vuole vederti.>>
Kathleen curvò le sopracciglia e Silente si fece di lato. Dietro di lui c'era una figura alta. Kathleen non vide il viso, illuminato da una luce bianca. La figura fece un passo avanti.
<<Nonno!>> gridò Kathleen, correndo verso di lui.
Si gettò tra le sue braccia e lo strinse. Sentí il suo calore, la sua stretta e il suo profumo. Era reale.
<<Stai bene?>> gli chiese prendendogli le mani. <<Bellatrix non ti ha fatto nulla?>>
Ted scosse la testa e le prese il viso tra le mani. <<Assomigli così tanto a tua nonna.>>
<<Lo so, me lo dici sempre.>>
Ted sorrise. <<Sono molto fiero della piccola donna che sei diventata.>>
Kathleen sorrise. Perché sentiva un peso al petto e la voglia di scoppiare a piangere aumentava sempre di più mentre lo guardava negli occhi?
<<Ti svegliarai, vero? Ti ho protetto con lo scudo.>>
<<Io ho protetto tua nonna.>>
Il mondo le cadde addosso. Scosse la testa ripetutamente.
<<No... io... io... i-io ho protetto entrambi...>>
Ted scosse la testa. <<Ho deciso di proteggere tua nonna come tu hai fatto con me.>>
<<Perché? Avrei protetto anche lei. Avrei protetto entrambi.>> Kathleen sentiva le lacrime bagnarle le guance.
<<Bellatrix voleva uccidermi e l'ha fatto.>>
Kathleen scosse la testa. Ted la strinse e Kathleen scoppiò a piangere.
<<Non dovevi farlo... Non...>>
<<Va tutto bene...>>
Kathleen pianse più forte. Ted le asciugò le lacrime con i pollici e le diede un bacio tra i capelli.
<<Sono fiero di te, piccola birbantella>> le disse. <<Non piangere, starò bene.>>
<<Noi senza di te no>> disse Kathleen. <<Nonna...>>
<<Lo accetterà col tempo, come farete tutti voi.>>
Kathleen scosse la testa.
<<Il dolore passa, le ferite si ricuciono e la vita va avanti. Io sarò sempre qui.>> Le mise una mano sul cuore e le fece un sorriso.
Kathleen lo abbracciò di nuovo. Appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi.
<<C'è un'altra persona che vuole vederti>> disse Ted staccandosi. <<È molto simpatico.>>
Le prese la mano e si avviò nelle vicinanze di una quercia. Seduto sull'erba, intento a guardare il cielo, c'era un ragazzo dai lunghi capelli neri e ricci, gli occhi grigi e il viso formato da bei lineamenti.
<<Reggie!>> chiamò Ted.
Il ragazzo smise di guardare in alto e posò lo sguardo su di loro. Guardò Kathleen e si alzò di fretta.
Kathleen rimase immobile a fissarlo. Era una piccola copia di Sirius. Avevano lo stesso profilo e come aveva detto Kreacher lo stesso sorriso. Kathleen si diede un pizzicotto e anche quella volta si fece male.
<<Anche tu con questa fissa?>> disse Regulus con un sorriso intenerito.
La voce era quello di un ragazzo, bassa, delicata ed elegante. Il portamento era impeccabile.
Kathleen volle parlare ma la voce le era morta in gola. Era impossibile che potesse incontrarlo, eppure, era lì, in carne ed ossa, davanti a lei. Strinse la mano di suo nonno e si fece più vicina a lui.
<<Come sta Sirius?>> chiese Regulus.
<<B-bene>> rispose. <<Scusami, io... io non riesco a crederci...>>
<<Non preoccuparti. Tutti reagirebbero in questo modo. Non so nemmeno io come sia possibile, ma sta succedendo.>>
Kathleen si bagnò le labbra e lo guardò attentamente. <<Avete gli stessi occhi. Tu e Sirius.>>
<<Già. L'hanno detto in tanti>> disse Regulus facendo un sorriso. <<Silente mi ha detto che ti piace osservare la luna e le stelle.>>
Kathleen annuì.
<<Vuoi unirti a me?>> le propose indicando l'albero.
Kathleen guardò in alto.
<<Questa cosa ha stupito anche me>> disse Ted incamminandosi.
Appena entrarono nell'ombra dell'albero, tutto divenne buio. Il cielo si scurí e il sole fu sostituito dalla luna e dalle stelle. Kathleen rimase a bocca aperta. Era un cielo spettacolare tramutato di stelle, comete, pianeti e dalla magnifica luna.
<<Bello, vero?>> disse Ted entusiasta.
La portò vicino al tronco e la fece sedere, per poi affiancarla. Kathleen riconobbe immediatamente la costellazione di Andromeda. Al suo fianco c'era quella di Sirio, seguita da quella di Regulus, quella del Drago e infine quella di Orion. Guardò i pianeti. Venere girava intorno a Marte, gli altri intorno alla Luna. Era bizzarro, ma magnifico.
<<Silente mi ha raccontato un pó di te e delle tue passioni>> disse Regulus guardando in alto. Assumeva la sua stessa posizione. <<Sarebbe stato bello vederti crescere.>>
Kathleen si voltò verso di lui.
<<È stato bello, vero, Ted?>>
<<Come se lo è stato!>> confermò lui avvolgendo un braccio intorno alle spalle della nipote. <<È cresciuta troppo velocemente.>>
Kathleen sorrise e Regulus la guardò.
<<Chi l'avrebbe mai detto che Nymphadora avrebbe avuto una bambina.>>
<<Dovreste avere la stessa età.>>
Regulus annuì. <<Non so se assomigli di più ad Andromeda o a Nymphadora>> ammise studiando i lineamenti del suo profilo.
Kathleen guardò le costellazioni. <<Sirius ha detto che assomiglio un pó a te.>>
<<Sareste andati d'accordo>> disse Ted.
Kathleen e Regulus sorrisero. Lo stesso identico sorriso si formò su entrambi i volti.
<<Posso farti una domanda?>>
<<Vuoi chiedermi del Marchio e del perché io mi sia unito a loro, dico bene?>>
Kathleen annuí. Non capí come avesse fatto a saperlo. Regulus la guardò per un momento, poi tornò a guardare la costellazione di Sirio.
<<Erano tempi difficili. Ero diventato l'erede di una delle famiglie più importanti, ricche e potenti del Mondo Magico. Ho scelto la via del male solo per rendere fieri i miei genitori e dimostrare a mio fratello che anche io ero forte. Quando ho scoperto la vera realtà, mi sono pentito subito. Ho cercato di rimediare, di rompere il medaglione con l'anima di Voldemort all'interno, ma non ci sono riuscito.>>
Kathleen posò una mano sulla gamba di Regulus che guardò l'erbetta.
<<Il medaglione è distrutto>> disse Kathleen. <<Kreacher ci ha raccontato tutto. Abbiamo trovato quello vero e distrutto. Sono quasi tutti eliminati.>>
<<Davvero?>>
Kathleen annuí. <<Ho visto quello che è successo quella notte. Gli Inferi, il tuo tentativo. Ho sentito i tuoi sentimenti. Anche se non ti ho mai conosciuto non ho mai pensato che tu fossi cattivo. Volevi solo che tuo fratello fosse fiero di te.>>
Regulus la guardò e un piccolo sorriso gli curvò le labbra. Annuí e guardò la costellazione di Sirio.
<<Quanti ne mancano?>> chiese Regulus.
Kathleen ricapitolò contando sulle dita. <<Medaglione... il diario - che Silente ha distrutto anni fa - ... la Coppa di Tassorosso... il Diadema di Corvonero... io...>> Kathleen ricapitolò ancora sottovoce alzando ogni dito. <<Ne sono cinque... se Voldemort ne ha creati sette, ne mancano altri due... Uno è il suo serpente.>>
<<Non pensavo che si potesse custodire un pezzo della propria anima in un essere vivente>> disse Regulus.
<<Nagini, il serpente, è molto fedele a Voldemort, un attimo animale da compagnia molto ubbidiente.>>
Regulus sorrise divertito.
<<Io lo sono diventata per caso>> proseguí Kathleen guardando la luna. <<Voldemort voleva uccidere Harry perché Piton gli aveva detto che era un pericolo per lui. Quando ha cercato di ucciderlo, io ero vicina a lui, e uno schizzo della maledizione mi ha colpito lasciandomi questa.>> Indicò la cicatrice a forma di mezzaluna sul lato sinistro del collo.
<<Ricordo che non volevate che io vi disinfettassi le cicatrici>> disse Ted.
<<Anche Harry ne ha una?>> chiese Regulus.
<<La maledizione ha colpito anche lui, sulla fronte, però. Non lo ha ucciso perché ho evocato lo scudo per proteggerlo.>>
Kathleen pensò ad Harry. I capelli si tinsero di verde smeraldo e appoggiò la testa contro il tronco.
<<Stanno insieme>> disse Ted guardando Regulus come se fosse la notizia più bella del mondo. <<Da un anno. Sotto i nostri occhi.>> Strinse di più Kathleen.
<<Ricordo ancora come hai guardato Remus quando, a Natale, Nymphadora ti ha detto che stavano insieme>> commentò Regulus.
<<Lo ha fatto anche lui con Harry>> lo informò Ted.
<<È normale, no? Unica figlia femmina che vuoi davvero bene alla follia.>>
<<Già>> annuì Ted.
<<È simpatico? Ti tratta bene? Ha o no il carattere di James?>>
Kathleen guardò Regulus. In quel momento lui era un anno più grande di lei, ma se fosse ancora vivo avrebbe avuto l'età di sua madre. Non avevano condiviso niente ma c'era una strana ma piacevole confidenza tra di loro.
<<Harry è la fotocopia di James>> disse Ted. <<Ha gli occhi di Lily, però.>>
<<Ha gli occhi verde smeraldo>> disse Kathleen guardando il cielo.
Un piccolo sorriso le curvò le labbra.
Lei ed Harry avevano un legame tutto loro. Erano la parte mancate dell'altro. Complici in tutto. Una spalla su cui appoggiarsi. Erano amore, coraggio, forza e passione. Erano travolgenti. Erano quello che serviva al mondo. Erano legati in tantissimi modi, uno più bello dell'altro.
<<Oh, questo sguardo lo conosco!>> esclamò Ted. <<È quello di Capodanno, mentre guardavi fuori dalla finestra.>>
<<Più comunemente noto come: sguardo innamorato>> disse Regulus.
<<Oppure: occhi a cuoricino>> aggiunse Ted.
<<Sirius lo diceva sempre per prendere in giro Remus>> disse Regulus con un sorriso malinconico.
<<Gli manchi tanto>> disse Kathleen. <<A Sirius manchi davvero tanto.>>
Regulus abbassò lo sguardo sull'erbetta. <<E lui manca a me.>>
<<È fiero di te. Anche nonna lo è.>>
<<Andy>> sorrise Regulus. <<Mi manca anche lei.>>
<<Non ha mai smesso di pensarti>> disse Ted. <<Mai lo farà. Ti porta sempre con sé.>>
Regulus fece un cenno del capo. Kathleen notò che gli occhi grigi erano diventati lucidi. Gli posò una mano sulla spalla e lo abbracciò. Regulus ricambiò. Era familiare ma anche così estraneo. Se solo avesse avuto più tempo. La stretta era simile a quella di Sirius. Kathleen lo stava abbracciando anche per lui e sperò che Regulus lo capisse.
Quando si staccò Regulus la guardò per un momento negli occhi e poi sorrise. Delle fossette si formarono ai lati della bocca. Era vero, avevano lo stesso sorriso. Piccolo, dolce e timido.
Puntarono entrambi il naso all'insù e guardarono il cielo.
<<Davvero, siete identici>> disse Ted. <<Più o meno avete la stessa età. Sembra che siete fratelli.>>
Kathleen e Regulus sorrisero e guardarono l'erbetta.
<<Abbiamo completamente ragione.>>
<<Sempre divertente tu, eh?>> fece Regulus.
<<È fantastico. Il nonno migliore al mondo>> disse Kathleen.
<<Sono fortunato ad averti, birbantella>> sorrise Ted stringendola.
Le scompigliò i capelli e ridacchiò.
Il venticello mosse le foglie degli alberi e i loro capelli. Kathleen si tenne la gonna e si sistemò. Era un vento piacevole, che accarezzava e massaggiava la pelle. Una piccola cerbiatta uscì da un cespuglio di rose bianche e si avvicinò lentamente a loro. Kathleen allungò una mano e le accarezzò il musetto.
<<Tieni, dalle questa>> disse Regulus prendendo una bacca da un cespuglio lì vicino.
Kathleen la prese e la porse alla cerbiatta. Lei annussò da prima il frutto poi lo prese e lo mangiò. Si avvicinò al volto di Kathleen e leccò la punta del naso. Kathleen arricciò il naso e quando la cerbiatta si fece indietro sorrise, accarezzandole di nuovo il muso. Ted prese ad accarezzarle il dorso marroncino tramutato di macchioline più chiare che sembravano stelle.
<<Sai, nonno, il mio Patronus è cambiato>> disse Kathleen.
<<Non è più una lupa?>> chiese Ted voltando il viso verso di lei, incuriosito.
<<È una cerva>> rispose Kathleen. <<Come Lily.>> Sorrise.
Ted capí e sorrise. <<Quello di Harry è un cervo, giusto?>>
Kathleen annuì. <<Come James.>>
<<Lo ami davvero tanto>> disse Regulus guardandola.
<<Tantissimo. Mi ha reso davvero felice>> disse Kathleen. <<È... è... meraviglioso.>>
Regulus e Ted si guardarono e sorrisero inteneriti e furbi.
La cerbiatta si fece indietro e si sdraiò sull'erbetta, chiudendo gli occhi e addormentandosi. Kathleen rimase a fissarla.
Il suo profondo amore verso Harry era più che evidente. Avevano trascorso tutta la loro vita insieme ed erano arrivati ad amarsi in modo più profondo, intenso e passionale. I loro sentimenti erano cambiati, ma loro erano rimasti gli stessi. I due combinaguai di Grimmauld Place. Coloro che avrebbero fatto di tutto pur di proteggere l'altro. Kathleen salvava Harry ed Harry salvava Kathleen. Era una cosa naturale. Veniva da sé. L'amore profondo di Kathleen verso Harry si era rivelato già quella notte. Quando, senza volerlo, all'età di appena un anno evocò lo scudo per la primissima volta per proteggerlo. Era diventata un Horcrux. Una custode dell'anima di Voldemort per proteggerlo. Era pronta a sacrificarsi per lui già all'età di un anno. Non riguardava lei, ma, uno schizzo della Maledizione riservata ad Harry la colpí.
Kathleen guardò la cerbiatta dormire. Non poteva essere. Eppure spiegava molte cose. Se era così... Doveva parlare con Silente. Si alzò. Ted e Regulus la guardarono.
<<Tutto bene, birbantella?>> domandò Ted alzandosi a sua volta. Anche Regulus si alzò.
<<Devo parlare con Silente.>>
I due si guardarono, poi annuirono.
La portarono via dall'ombra della quercia e il sole caldo le solleticò la pelle. Chiuse gli occhi per la troppa luce. Batté più volte le palpebre e si guardò intorno. Prese suo nonno per mano e fece lo stesso con Regulus.
Lui guardò da prima le mani unite poi la ragazza.
<<Scusa, ti dà fastidio?>> chiese Kathleen togliendo la mano.
<<No, niente affatto>> rispose Regulus stringendola di nuovo, facendole un sorriso di conforto. <<È da tanto che non prendo per mano qualcuno.>>
Kathleen annuì. Ted e Regulus la riportarono di nuovo vicino alla quercia dove c'era la Kathleen cattiva. Silente era in piedi e guardava un cespuglio di rose bianche.
<<Kathleen, vuoi andare via?>> le chiese.
<<Voglio farle una domanda.>>
<<Ti ascolto.>>
<<C'è qualcos'altro che devo sapere? Su gli Horcrux? Su chi è l'ultimo?>>
Silente guardò da prima l'erbetta poi la regazza. Nessuna sorpresa.
<<Non volevo dirtelo per due motivi fondamentali>> disse Silente.
<<Cioè?>>
<<Primo: sapevo che lo avresti capito da sola. Sei una ragazza molto intelligente e basta un piccolo indizio per far in modo che tu capisca come andranno a finire le cose.>>
<<Grazie, suppongo>> disse Kathleen. <<Il secondo motivo?>>
<<Secondo motivo: Harry è destinato a morire. A differenza tua, non ha un potere per proteggerlo e non ha possibilità di risvegliarsi.>>
<<E Voldemort lo sa?>>
Silente annuì. <<Questo è anche un altro motivo per cui io non te l'abbia detto>> disse facendo un passo verso di lei. <<So che se te lo avessi detto avresti fatto di tutto per impedire ad Harry di morire. Ma, devi capire che per sconfiggere Voldemort una volta per tutte, tutti gli Horcrux devo essere distrutti. Ogni pezzo della sua anima deve essere distrutto.>>
<<Non può permettere ad Harry di morire>> disse Kathleen. <<Dopo tutto quello che ha fatto per lei, lo ripaga così? Dandogli una morte certa e senza scampo? Così o niente?>>
<<So che fa male, ma, è la verità.>>
Kathleen scosse la testa. Sentí la gola bruciare e gli occhi pizzicare. Si fece indietro, lasciando le mani dei due e scoppiò a piangere. Cadde sull'erbetta e la prese a pugni.
<<Perché... perché... perché...?>>
Perché non potevano avere un finale felice? Perché dovevano separarli per sempre? Perché la vita era stata crudele con loro due? Perché non potevano amarsi senza paure, senza intralci? Perché non potevano essere felici insieme?
Regulus si inginocchiò di fronte a lei. Kathleen lo strinse forte a sé e pianse sulla sua spalla. Regulus prese ad accarezzarle i capelli.
<<Mi dispiace tanto...>> sussurrò Regulus.
Kathleen continuò a piangere stretta a lui. Stranamente si sentiva al sicuro, si sentiva protetta. Si fidava di Regulus, ciecamente.
Pianse fino a che le lacrime non si esaurirono. I due rimasero abbracciati sull'erbetta. Regulus continuava ad accarezzarle i capelli e la schiena.
<<È ora di andare, Kathleen>> disse la voce calma di Silente.
Lei aprí gli occhi e lo guardò.
<<Ti stanno aspettando.>>
Regulus si fece indietro e l'aiutò ad alzarsi. Le asciugò le lacrime con i pollici e le sorrise.
<<È stato bello conoscerti, Kathleen.>>
<<Anche per me. Ci rivedremo?>>
<<Non smettere mai di guardare le stelle. Mi troverai tra loro.>>
Kathleen sorrise e annuì sentendo di nuovo le lacrime cadere.
<<Puoi recapitare un messaggio a Sirius da parte mia?>>
<<Tutto.>>
<<Le stelle nascondono i segreti dell'universo. Bisogna imparare a leggerle.>>
<<Sarà fatto.>>
<<Grazie>> sorrise Regulus.
L'abbracciò un'ultima volta e le diede un bacio sulla fronte. Ted prese le mani di Kathleen e la guardò in viso, gli occhi lucidi.
<<Perché quella faccia?>>
<<Dí a Meda che la amo. A Dora che sono fiero della donna che è diventata. E a tuo padre che è l'uomo perfetto per lei.>>
Kathleen rimase a fissarlo.
<<Mi mancherai.>>
<<Tu vieni con me>> disse Kathleen. <<Torniamo insieme. Ci stanno aspettando. Nonna ti sta aspettando. Dobbiamo fare una scorpacciata appena a casa.>>
<<Ti voglio tanto bene>> disse Ted. <<Sono molto orgoglioso di te.>>
<<No... nonno... tu vieni con me...>>
<<Non posso, birbantella.>>
<<Sì, che puoi>> ribatté Kathleen. <<Tienimi per mano e torniamo insieme.>>
Ted scosse la testa.
<<Ti prego... È troppo presto...>>
<<Lo è per tutto.>> Le prese il viso tra le mani e sorrise. <<Resta vicino a tua nonna, tu che puoi tornare.>>
Kathleen guardò Silente. <<Professore, mi dica che c'è un modo. Non posso lasciarlo qui. Nemmeno Regulus. Possiamo tornare tutti insieme. Possiamo...>>
Silente scosse la testa.
<<Non esiste nessuna magia in grado di riportare in vita i morti. Sei l'unica che tornerà.>>
Kathleen scosse la testa e li guardò.
Ted l'abbracciò fortemente. Kathleen si aggrappò a lui come se fosse un'ancora di salvezza. Tese la mano a Regulus e quando la strinse chiuse gli occhi.
<<È stato bello vederti, Kathleen>> disse Silente con un sorriso. <<Torna da loro, hanno bisogno di te.>>
Kathleen sentí la stretta allenarsi. Guardò Regulus che le sorrideva. Una luce bianca lo avvolse. Guardò Silente, anche lui avvolto da una luce bianca. Ted si staccò e la guardò. Sorrise. La luce bianca avvolse anche lui. Kathleen non vide più nulla. Tutto era diventato bianco e abbagliante. Portò le mani davanti agli occhi ma la luce divenne più forte. Come se fosse una bomba, scoppiò. Tutto divenne buio e silenzioso.

ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora