꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝙵𝙸𝚅𝙴 • 𝚇𝚅꧂

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7 gennaio 1997
Grimmauld Place n.12


<<Kat, sei qui?>>
Harry aprí la porta. Lo scricchiolio dei cardini risuonò per l'interno corridoio. La stanza era immersa nella semioscurità. Era enorme, come il resto delle altre. Grimmauld Place aveva così tante camere, corridoi e scale che era difficile perdersi.
Era piena di bauli, alcuni così pieni da far intravedere dei giocattoli. Altri erano sparsi sul pavimento, in modo disordinato. Harry si abbassò e prese un peluche. Era a forma di serpente e a giudicare dalle condizioni era anche molto vecchio. Non ricordava di aver posseduto un peluche come quello e nemmeno Kathleen.
Il pavimento scricchiolò e la vista divenne sfocata. Sentí un peso sulle schiena e una risata melodiosa che gli fece battere forte il cuore.
<<Ho vinto!>> esclamò Kathleen.
<<Non vale, non si attacca da dietro>> replicò Harry.
<<Non ci sono regole su questo>> disse Kathleen. <<Il primo che trova l'altro vince. Io ho trovato te e ho vinto.>>
Harry sbuffò. <<Non vedo niente, mi dai gli occhiali?>>
Kathleen se li mise sul naso. Mosse un passo con le mani dinanzi a sé e tastò il viso di Harry, che strinse le labbra.
Strinse il naso tra indice e medio ed Harry fece una smorfia. Kathleen rise. Fece lo stesso con la guancia ed Harry alzò gli occhi al cielo, facendo finta di essere esasperato, mentre dentro di sé urlava di gioia e la pregava di non smettere. Kathleen si tolse gli occhiali e lo guardò Aveva gli occhi socchiusi per riuscire a metterla a fuoco.
<<Mi vedi?>>
<<Non tanto.>>
Kathleen gli posò gli occhiali sul naso. <<Adesso?>>
Harry annuí. Kathleen gli sorrise divertita.
<<È stato stranissimo. Vedevo tutto doppio e ovale. C'era anche un buco nel pavimento, laggiù.>>
Harry la guardò. Era felice, solo perché aveva provato i suoi occhiali. Raccontava quello che aveva visto come se fosse stata l'esperienza più bella della sua vita. Era fatta così. Apprezzava tutto, anche la cosa più scontata. Era semplicemente perfetta. Harry l'amava sempre di più.
Quando si avvicinò, per sistemargli i capelli, lo stomaco fece una capriola. Un tocco delicato e perfetto. Chiuse gli occhi e avvolse un braccio intorno alla sua vita, aumentando la vicinanza. Kathleen sussultò, ma non si staccò. Il cuore iniziò a battere come un tamburo. La mano tra i capelli di Harry assunse un'andatura più lenta. Accarezzava i capelli, che aveva nel pugno, come se si potessero spezzare da un momento all'altro. Era quello il punto debole di Harry e Kathleen lo capí.
Schiuse le labbra e si avvicinò di più. La presa ai fianchi aumentò. Harry fu inondato dal forte profumo di Kathleen. Aprí di poco gli occhi e si ritrovò davanti le labbra morbide, calde e perfette di Kathleen. Abbassò lo sguardo e fissò il collo. La piccola cicatrice a forma di mezzaluna sul lato sinistra, un pó nascosta dai capelli corti di Kathleen.
«Hai usato il profumo che i miei ti hanno regalato?»
«Sí, ti piace?»
«Tanto.»
«Questo vuol dire che lo metterò molto spesso.»
«E non mi dispiacerà affatto.»
«Ottimo.»
Le due cicatrici pizzicarono. Kathleen tolse la mano dai capelli di Harry e cercò di farsi indietro, ma lui la teneva stretta, guardandola dall'alto senza dire una parola. Piegò un pó il collo all'indietro per guardarlo negli occhi. Brillavano. C'era così tanta vita dentro che Kathleen sentí le energie aumentare, darle la forza necessaria per fare qualsiasi cosa.
Lo sguardo di Harry era ipotizzante. Quegli occhi color dello smeraldo ti catturavano e non ti lasciavano scappare. Era un bosco senza fine. Un mare di smeraldi brillanti capaci di trarre in inganno chiunque. A differenza dei suoi, gli occhi di Harry erano rari, meravigliosi e magici.
I capelli di Kathleen non erano del tutto come i suoi occhi. Erano sí verde smeraldo, ma non come gli occhi che tanto amava. Harry, comunque, impazziva vedendo quel colore su di lei. Era unico, lo faceva sentire speciale. La persona più importante per Kathleen, e così era.
Gli occhi comunicavano tra loro. Riflettevano le loro anime. Rivelavano i loro sentimenti. Rivelarono di amarsi, di rimanere al fianco dell'altro fino alla fine, di essere sempre dalla parte dell'altro in qualsiasi scelta. Si promisero che avrebbero fatto di tutto, pur di assicurare la felicità all'altro. Ma, entrambi, non avevano ancora imparato a leggersi così in fondo da comprendere il messaggio. Rimasero nella speranza di essere ricambiati, che sarebbero rimasti insieme, fino alla fine, nel bene e nel male. Speravano che prima o poi tutto quello che succedava oltre le mure di casa sarebbe finito e avrebbero potuto vivere una vita senza paura e violenza. Sempre rimanendo insieme. La cosa importante era rimanere insieme, fino alla fine.
La distanza tra i due divenne ancora più minima, tanto che i respiri si sincronizzarono e i nasi si sfiorarono un paio di volte.
Voleva così tanto baciarlo. La prima volta, un anno prima, mentre stavano discutendo e non si parlarono per due settimane. La seconda volta, quando lui era ubriaco e non lo ricordava. Quella sarebbe stata la terza e non aveva nessuna scusa. Sarebbe finita come la prima e non voleva. Si era detta che la sua cotta per Harry era una cosa passeggera, ma si stava ricredendo. Harry non era una cosa passaggera. Le aveva travolto la vita all'improvviso e non sarebbe più tornata indietro. Non era una semplice cotta era innamorata persa. Amava il ragazzo che aveva di fronte, più di sé stessa, più di ogni altra cosa.
Harry non sapeva cosa stesse aspettando. La guardava in silenzio senza dire nulla. Passò il pollice sulle labbra di lei, che tremarono al passaggio.
Perché le faceva questo? Cosa significava per lui? Era un gioco e si divertiva? Aveva scoperto che lei era innamorata di lui e quindi si divertiva? No, Harry non l'avrebbe mai fatto. Harry teneva a Kathleen e non avrebbe mai giocato con i suoi sentimenti. Avrebbe deciso di parlarle, chiarire il fatto che lui non ricambiasse. Kathleen non era neanche sicura che Harry sapesse. Come poteva sapere? Nessuno aveva potuto dirglielo, perché nessuno sapeva.
Un nome attirò la sua attenzione. Era quello di sua nonna. Guardò meglio il muro. C'era un albero e tanti nomi disegnati sopra.
<<Harry...>> mormorò guardando oltre la sua spalla.
<<Mhm?>>
<<Come hai fatto ad aprire la porta?>>
Perché gli faceva quella domanda se stava per baciarla?
Kathleen fece un passo indietro, ritornando a respirare. Harry serrò la mascella e si morse la lingua. Cosa c'erache non andava?
Kathleen si guardò intorno. Guardò i bauli, gli oggetti sparsi sul pavimento. Guardò il muro e girò su sé stessa senza perdere un nome, poi si fermò di fronte ad Harry. Non lo guardò, osservò il muro alle sue spalle. Harry si voltò e solo allora si rese conto dell'affresco sul muro. Kathleen lo superò, calciò via alcuni oggetti e si fermò a qualche centimetro dal muro.
<<Cosa c'è?>> chiese Harry, irritato.
Cosa aveva di così importate quel muro da aver interrotto il momento?
<<Niente, solo...>> Kathleen lasciò in sospeso la frase, percorrendo con le dita il disegno di un ramo.
Ora, sai cosa ha provato veramente alla festa di Lumacorno.
Sta zitta, coscienza.
È la verità.
Harry scacciò la voce irritante e riguardò Kathleen.
<<Sai dove ci troviamo?>> chiese Kathleen voltando il capo verso di lui.
<<A casa?>> rispose Harry, risoluto.
<<Nella stanza che è sempre chiusa a chiave>> lo rimbeccò. <<Come hai fatto ad aprirla?>>
<<Era già aperta>> disse Harry, svogliato. <<Era socchiusa, in realtà, pensavo ti fossi nascosta qui dentro.>>
<<Quindi, qualcuno di sopra è entrato ma non l'ha chiusa bene>> contastò Kathleen.
<<A quanto pare.>>
In quel momento, ce l'aveva con lei, per essersi ritratta dal bacio.
Si chiama Karma, caro, Harry.
Harry sospirò. Come se non bastasse, ci si metteva anche la sua coscienza.
<<Secondo te, perché è sempre chiusa se c'è solo un albero genealogico e i nostri vecchi giocattoli?>>
Harry non lo sapeva e nemmeno voleva saperlo. Guardò il muro, incolpando mentalmente. Poi smise di insultarlo e curvò le sopracciglia.
<<Ehi, quello è il nome di Sirius!>> disse avvicinandosi. <<Perché non ha la faccia?>>
Kathleen guardò dove stava guardando Harry, poi guardò per un secondo il nome di sua nonna. Su entrambi c'era un macchia nera, come se i volti fossero stati cancellati. Kathleen si fece indietro e guardò il muro.
<<È l'albero genealogico della famiglia Black.>>
Harry l'affiancò e osservò il muro. Nomi, date, facce tutte intorno. Si sentí ossevarto. Kathleen fece un altro passo indietro e inciampò nel peluche a forma di serpente. Harry la sorresse, prima che cadesse sul pavimento polveroso.
<<Cos'è?>> chiese Kathleen, guardando in giù.
<<Un vecchio peluche>> rispose Harry.
Kathleen lo prese. Era pieno di polvere, con un pó di stoffa di fuori.
<<Un serpente. Non ricordo che abbiamo avuto un peluche come questo.>>
<<Perché non era vostro.>>
Kathleen emise uno strillo e sobbalzò. Lasciò cadere il peluche e si portò le mani alla bocca.
<<Diamine, Sirius!>> esclamò Harry, riponendo la bacchetta in tasca.
<<Era davvero necessario fare questa entrata teatrale?>> disse Kathleen.
<<Cosa ci fate qui?>> disse in risposta Sirius.
Guardò il peluche ai piedi di Kathleen e poi lei, che lo stava guardando male. Per la prima volta i lineamenti di Sirius divvenero duri.
<<Stavamo giocando alla caccia>> rispose Kathleen.
<<La porta era aperta>> disse Harry.
Sirius passò lo sguardo sul figlioccio e alzò le sopracciglia.
<<Non devo averla chiusa bene>> disse entrando.
Si avvicinò a Kathleen, la guardò per un momento negli occhi e poi si abbassò per prendere il peluche. Lo guardò con sguardo assente, mentre i due si guardarono interrogativi.
<<Era tuo?>> chiese Kathleen.
Sirius annuí, lo strinse nella mano e serrò la mascella. Gli occhi grigi smisero di avere la solita luce brillante e divvenero spenti. A Kathleen venne in mente Draco Malfoy. Perché pensava a lui?
Sirius posò il peluche su un baule chiuso e rimase a fissarlo. Harry guardò il muro e prese la mano di Kathleen che si voltò verso di lui. Indicò il nome di Narcissa. Di fianco c'era il nome di Lucius e sotto ai due quello di Draco. Era logico che anche lui fosse lì. Faceva parte della famiglia Black, ma soprattutto, era Purosangue.
<<Perché tu non ci sei?>> chiese Harry.
<<Non sono Purosangue>> rispose Kathleen, guardando il nome di sua nonna. <<Non c'è nemmeno mio nonno.>> Guardò anche il nome di Sirius. <<È questo quello che fanno, quando sei disonerato dalla famiglia? Bruciano il tuo volto dall'albero?>>
<<Adorabile, vero?>> commentò Sirius, avvicinandosi. <<Se poi è fatto dalla tua stessa madre ancora di più.>>
<<È spregevole>> disse Kathleen, con i capelli neri.
<<È un bene che tu non ci sia. Altrimenti lo avrei apprezzato>> disse Sirius, guardando il suo nome.
<<È lui il Regulus di cui parlavi a Capodanno?>> domandò Harry indicando un nome di fianco a quello di Sirius.
Quello aveva ancora un volto. Giovane, simile a Sirius, con i capelli neri lunghi e ricci, senza barba e gli stessi occhi grigi. Sotto esso, una data: 1961-1979
<<Mio fratello. L'orgoglio dei miei genitori>> disse Sirius.
<<Anche lui ha il nome di una stella>> osservò Kathleen.
<<Era una delle tante stupide tradizione>> disse Sirius con voce amara.
<<È morto a diociotto anni. Cosa gli è successo?>>
<<Regulus era ambizioso, molto ambizioso, un vero Serpeverde. Voleva dimostrare a tutti di essere forte, invincibile e... e si è imbattuto in qualcosa di molto più grande di lui...>>
Kathleen osservò il nome in silenzio.
<<Era come te? Ha conosciuto la nonna?>>
<<Non alle cene di famiglia>> rispose Sirius. <<Era l'inizio del mio terzo anno quando ho scoperto che io e tua madre fossimo imparentati. Alla stazione vidi una testa multicolore salutare una donna e quando si voltò la riconobbi. È la mia preferita tra le tre.>> Sorrise guardando il nome di Andromeda. <<Così, sono andato da loro. Dora le ha detto il mio nome e che trovava strano che avessimo lo stesso cognome e mi sono reso davvero conto che mia cugina non era così cattiva come mi dicevano, ma, che era una donna che aveva scelto di vivere la propria vita e di essere libera da tutto questo orribile mondo. L'ho detto subito a Regulus, ovviamente. Lui ha guardato Dora e mi ha detto che era un pó troppo energetica, poi ha guardato Meda senza dire nulla. Quando siamo saliti sul treno, lo preso da parte e gli ho detto che ricordavo di quando Meda giocava con me e che era davvero una bravissima persona. Per l'intero anno, ha evitato Dora, mentre io le chiedevo di raccontarmi come fosse essere sua figlia. Alla fine dell'anno, Regulus si avvicinò ad Andromeda e le chiese se fosse davvero sua cugina e del perché se ne fosse andata. Gli disse che non era felice con la sua vecchia famiglia e che aveva solo un sogno: essere libera e amata per davvero e soprattutto amare chi voleva, indipendentemente dallo stato di sangue. Lí ho capito che, tutto sommato, le persone che fanno parte di quest'albero non sono tutte presuntuese ed egoiste. È stata la prima volta che abbracciai una Black.>>
Sirius guardava oltre il nome. Stava rivivendo quel momento, con il cuore che batteva forte nel petto.
<<Usavo la scusa di rimanere ad Hogwarts per Natale, così non venivano a prendermi alla stazione. Invece, andavo a casa di Meda e Ted e mi divertivo. Qualche volta, con me, venne anche Regulus. Gli ultimi anni anche i vostri padri>> raccontò malinconico. <<Dora si era unita a noi dal nulla e ha avvicinato anche Lily, Frank e Alice. Siamo diventati un bel gruppetto. Il resto lo sapete già.>>
Harry e Kathleen rimasero a guardare il muro mentre la voce di Sirius spariva lasciando spazio al silenzio totale. Kathleen guardò la scritta in cima al muro: Toujours pur.
Sempre puro.
Arricciò il naso, in una smorfia disgustata.
<<Toujours pur>> disse Kathleen. <<Vous êtes pur d'âme, c'est la même chose, n'est-ce pas?>>
Tu sei puro d'animo, è la stessa cosa, no?
Lo stomaco di Harry fece una capriola. Non aveva capito niente di quello che aveva detto, ma, sentirla parlare in francese, era la cosa più bella del mondo. Era così delicata, elegante e perfetta.
Sirius sorrise divertito. <<Pas comme toi, puce.>>
Non come te, pulce.
Kathleen sorrise a sua volta. Harry passò lo sguardo da uno all'altra.
<<Potete ritornare a parlare una lingua compressible, per favore?>>
Kathleen e Sirius si voltarono verso di lui.
<<Pardon>> dissero insieme.
Si guardarono e poi batterono il cinque. Harry alzò gli occhi al cielo, mentre lo stomaco fece un'altra capriola al suono della voce di Kathleen.
<<Eccovi qua!>>
Kathleen sobalzò di nuovo e tappò uno strillo con le mani. Sbuffò quando vide James con le mani appoggiate agli stipiti della porta.
<<Perché volete tutti spaventarmi?>> esclamò esasperata.
<<Noi vogliamo cosa? Sei tu che ti spaventi per nulla>> disse James.
Kathleen alzò gli occhi al cielo. James guardò dentro la stanza e poi guardò Sirius che scosse la testa. James fece un cenno del capo, poco convinto. Anche se non sapevano parlare con il pensiero come i loro figliocci, si capivano con uno sguardo.
<<Se avete finito di ammirare il meraviglioso affresco... si fa per dire... la metropolvere vi aspetta.>>
Già, perché avevano deciso, per la sicurezza di Harry e Kathleen, che il rientro ad Hogwarts, dopo le vacanze di Natale, sarebbe avvenuto con un semplice percorso: casa-scuola; attraverso un camino aperto solo per l'occasione.
James batté le mani sugli stipiti e si fece indietro per far passare Harry, che aspettò Kathleen. Lei guardò un'ultima volta l'affresco. Guardò il nome di sua nonna, quello di Bellatrix, quello di Narcissa, quello di Lucius e quello di Draco. Poi guardò quello di Sirius e infine quello di Regulus. Sentí il cuore aumentare di velocità. Strinse il ciondolo di Sirius.
<<Credo che ti avrebbe adorato. Siete molto simili in certe cose>> disse Sirius. <<Anche lui suonava sempre il pianoforte, parlava in francese, leggeva ed era un fenomeno in Astronomia.>>
Kathleen annuì. Più fissava il nome più l'aria mancava. Il ciondolo al collo divenne più stretto, come se stesse per soffocarla. Lo strinse più forte. Sirius stava dicendo dell'altro, ma Kathleen non lo sentiva. Era come se fosse con la testa sott'acqua. Sentiva le onde danzarle sulle braccia e sulle gambe. Sentiva l'odore salato dell'acqua. Qualcosa le toccò la spalla, sobalzò. Si voltò verso Sirius. Per un momento vide Regulus, che le sorrideva. La portò fuori. Chiuse la porta a chiave e la posò nella tasca dei pantaloni.
Quando la porta fu chiusa, Kathleen tossí. Si portò una mano sull'addome e contorse il viso in una smorfia di dolore, piegandosi leggermente in due.
<<La polvere>> disse Sirius, guardandola.
Kathleen annuì. Lui sapeva. James sapeva. Tutti in quella casa sapevano, tutti tranne Harry. La guardava. La studiava. Quella tosse non prometteva nulla di buono.
James mise un braccio intorno alla vita della figlioccia e la condusse su per le scale. Sirius mise le mani sulle spalle di Harry e gli indicò le scale, che lui si affrettò a salire. Kathleen una volta di sopra ritornò a respirare. Era come se fosse stata in apnea per ore e solo allora fosse uscita dall'acqua.
<<Dove vi eravate nascosti?>> chiese Lily mentre entravano nel salone.
<<Di sotto>> rispose James. <<Chi ha vinto?>>
<<Kathleen>> rispose Harry.
<<Come mai lo ametti? Cosa vuoi in cambio?>> fece lei guardandolo.
Harry le guardò solamente le labbra. Kathleen spalancò di poco gli occhi e smise di guardarlo. Aveva davvero guardato le sue labbra? D'istinto se le bagnò ed Harry fece un sorriso invisibile.
Un sonoro pop. Kathleen sobalzò per la terza volta in quella serata.
<<Per Godric! Basta!>>
<<Kat...>>
<<Cosa c'è, Harry?>>
<<Allenta... la presa... non...>>
Kathleen alzò le mani. <<Scusa! Mi dispiace!>> esclamò facendogli aria con le mani. <<Respiri, adesso?>>
Harry annuì.
<<Scusa...>>
<<Tutto apposto>> disse Harry.
<<Come hai fatto a saltare così in alto, in mezzo secondo?>> domandò Sirius alzando la testa per guardarla.
Aveva le gambe strette al petto di Harry e le mani tra i capelli per reggersi.
<<Con le gambe?>> fece Kathleen.
Remus si schiarí la voce. I due si volarono a guardarlo. Poi guardarono cosa stava guardando. Kathleen era saltata addosso ad Harry per lo spavento, lui, preso alla sprovvista, l'aveva retta senza pensare a dove mettere le mani. Si voltarono lentamente verso l'altro ed avvamparono di colpo. Harry lasciò la presa e Kathleen schivolò chiudendo gli occhi. L'afferrò tenendola per la schiena. Si staccò e fece molti passi indietro.
<<Dov'è Snow e il mio baule?>> chiese Kathleen.
<<Ad Hogwarts, sono appena tornato>> rispose Remus.
<<Non ci si può smateriallizzare dentro Hogwarts>> disse Kathleen, in una perfetta imitazione di Hermione.
<<Infatti, mi sono smateriallizzato fuori ai cancelli. La professoressa McGranit ha preso la vostra roba e portata nei vostri dormitori>> spiegò Remus.
<<Perché non possiamo smateriallizzarci anche noi fuori dai cancelli?>> domandò Kathleen.
<<Perché è più sicuro così>> rispose Remus.
<<Ci troveremo in sala comune?>>
<<No, nell'ufficio della McGranit.>>
<<Gli altri sono già arrivati?>>
<<Basta fare domande>> l'ammoní Remus.
Kathleen guardò l'orologio. Erano le nove. Il banchetto era già finito e loro avevano già cenato.
<<Dov'è la metropolvere?>>
<<Ha fatto una domanda>> disse Sirius, guardando Remus e indicandola.
Padre e figlia scossero la testa. Kreacher entrò nel salone con un vaso tra le mani.
<<La metropolvere, è pronta.>>
<<Eri lì fuori per fare un'entrata teatrale?>> chiese Kathleen.
<<No, signorina. Chi fa entrate teatrali?>>
<<Sirius>> disse Kathleen.
<<James>> disse Felpato.
<<Remus>> disse Ramoso.
<<Harry>> disse Lunastorta.
<<Harry?>> fece eco lui. <<Io non faccio entrare teatrali!>>
Nymphadora fece un finto colpo di tosse. Kathleen ridacchiò.
<<Tu eri insieme a lui, non ridere.>>
Questa volta fu Harry a ridacchiare.
<<Sei dalla mia parte non dalla sua>> profilò Kathleen guardando sua madre.
<<Sempre, lupacchiotta>> affermò Nymphadora.
Kathleen fece un cenno del capo.
<<Chi è il primo?>> chiese Kreacher guardando i due.
<<Vai prima tu>> dissero insieme.
<<Prima le donne>> disse Harry.
<<Gentile>> commentò Kathleen.
Si avvicinò a Kreacher e lo salutò con un piccolo abbraccio abbassandosi alla sua altezza.
<<Buon quadrimestre, signorina.>>
Kathleen lo ringraziò con un sorriso e prese un pugno della metropolvere.
Remus superò i tre ed abbracciò sua figlia. Una presa forte, protettiva e affettuosa. Kathleen lo strinse e chiuse gli occhi, mentre i capelli si tingevano di blu cobalto.
<<Fai attenzione. Ci vediamo tra cinque mesi.>>
<<Scrivimi quando ti sentirai meglio>> lo raccomandò.
Quella sera ci sarebbe stata la luna piena e Remus era stanco.
<<Ti voglio bene.>>
Remus sorrise e le diede un bacio tra i capelli. <<Anche io, tantissimo.>>
Quando si staccò, Kathleen abbracciò sua madre.
<<Scrivimi se ti serve qualcosa. E stai lontana dai guai.>>
Kathleen annuì. Nymphadora l'abbracciò di nuovo emettendo un piccolo sospiro. Le diede un bacio sulla fronte e la lasciò andare.
Salutò il suo padrino, la sua madrina e Sirius, il cui abbraccio fu molto lungo. Li guardò uno a uno e sorrise, poi si infilò nel camino spento.
<<Ci vediamo presto.>>
<<Ci puoi contare!>> disse il suo padrino.
Kathleen sorrise. <<Hogwarts!>>
Lasciò cadere la metropolvere e un fuoco verde smeraldo si accesse sotto i suoi piedi. Il salotto di Grimmauld Place sparì. Chiuse gli occhi per evitare la polvere, fino a che non sentí il fuoco spegnersi. Aprí gli occhi e si ritrovò nell'ufficio della McGranit.
<<Buonasera, Lupin.>>
<<Buonasera, professoressa.>> Kathleen si fermò sul tappeto e si tolse la furgine dai vestiti.
<<I suoi effetti l'attendono nel suo dormitorio.>>
<<Va bene, grazie>> disse Kathleen.
Lasciò l'ufficio e aspettò l'arrivo di Harry nel corridoio. Prese la bacchetta e iniziò a giocherellare con essa.
Dopo due minuti la porta si aprí e ne uscì la figura di Harry, mentre si aggiustava i capelli.
<<Andiamo in sala comune?>>
Harry annuí e si avviarono.
<<Hai una barretta?>>
<<Ho fatto rifornimento stamattina>> rispose Kathleen dandogliene una.
Harry fece a metà e le porse l'altra che accettò. Salirono le scale in silenzio, mangiando le barrette.
<<Kathleen! Harry!>> strillò Hermione correndo verso le scale.
<<Hermione!>> strillò di ramando Kathleen facendo gli ultimi gradini due a due.
Arrivata davanti al quadro della Signora Grassa, abbracciò Hermione come se non la vedesse da anni.
<<Mi sei mancata tantissimo!>>
<<Anche tu!>> disse Hermione sorridendo. <<Ciao, Harry!>>
<<Ehi!>>
I due si abbracciarono, poi, Hermione, prese Kathleen per mano. <<Mi devi raccontare cosa hai fatto in queste due settimane!>>
<<Saliamo di sopra, allora!>>
<<Certo! Avete già cenato?>> chiese ad entrambi.
<<Sí, Kreacher ha preparto per un esercito>> rispose Harry.
<<Astinenza!>> disse Hermione.
<<Anche a te>> disse la Signora Grassa aprendo il quadro.
<<Astinenza? Come mai?>>
<<Dicono che abbia esagerato col vino a Natale e che stia in astinenza>> rispose Hermione mentre entravano in sala comune. <<Oh, Harry, ho una cosa per te.>> Dalla tasca interna della toga prese una lettera.
<<È...>>
Hermione annuí. Harry scartò la lettera velocemente, Kathleen ed Hermione lessero dalla sua spalla.
<<Alle dieci, che ore sono adesso?>>
<<Nove e dieci>> rispose Hermione guardando l'orologio.
<<Fantastico, così posso raccontarti quello che ho sentito>> disse Harry. <<Anche il tuo punto di vista mi farebbe comodo.>>
<<Cosa hai sentito?>> domandò Hermione.
<<Dove sono Neville e Ron?>>
<<Neville è con Luna>> rispose Hermione.
Kathleen spalancò gli occhi. <<Stanno insieme e non me l'ha detto?>>
<<No, non stanno insieme. Ha soltato accompagnato Luna nella sua sala comune.>>
<<E poi diceva a noi di non perdere tempo dietro alle ragazze>> commentò Harry. <<Ora che lo vedo...>>
Proprio in quel momento il quadro si aprí ed entrò un Neville con un sorriso ebete. Quando vide Harry e Kathleen il sorriso si allargò.
<<Ehilà!>> esclamò abbracciandoli. <<Come va?>>
<<Noi bene, tu, perché quella faccia?>> disse Kathleen.
<<Nulla di importante>> disse Neville sventolando una mano. <<Oh, va bene ve lo dico...>> si arrese all'occhiate dei suoi migliori amici. <<Ho accompagnato Luna fuori la sua sala comune e mi ha dato un bacio sulla guancia. Qui!>> E si toccò la guancia destra.
<<Il piccolo leoncino si è innamorato!>> disse Kathleen facendo gli occhioni. <<Aw, che cosa carina!>>
Neville la guardò male, poi riposò la mano sulla guancia rosata.
<<È una bellissima sensazione>> farfugliò mentre si sedevano sul divanetto di fronte al fuoco.
Un gruppetto di ragazze salutò Harry che solo facendogli un cenno del capo andarono via schiamazzando. Kathleen alzò gli occhi al cielo e i capelli si tinsero di bianco. Perché erano così fastidiose? Perché guardavano il suo Harry, solo per la storia del Prescelto?
<<Siete tornati!>>
Kathleen sobalzò per la quarta volta, stringendo la mano di Harry ed Hermione, che si irrigidí.
<<Ciao, amico!>> salutò Harry dandogli il cinque.
Ron si sedette sul bracciolo del divano e sorrise a Kathleen che sventolò la mano.
<<Come avete passato queste due settimane?>>
<<Il solito. Un po' una noia>> rispose Harry.
<<Stesso, amico>> rispose Ron.
Kathleen guardò la sciarpa con la scritta: Amore.
<<Bella sciarpa, Ron>> disse Kathleen. <<Regalo della tua amorosa, suppongo.>>
Ron si tolse la sciarpa e la gettò sul pavimento.
<<Perché la togli? È bellissima.>>
<<La smetti?>> sbuffò Ron.
<<Sono più belle quelle che fa tua madre>> commentò Harry.
<<Puoi dirlo forte>> sospirò Ron. <<Mi ha costretto a metterla, non avrei messo né questa né quella di mia madre.>>
<<Kathleen, perché non andiamo di sopra? Così mi racconti tutto per bene, mentre andiamo a dormire>> disse Hermione scattando in piedi.
Kathleen la guardò per un momento poi si alzò.
<<Certo! Buonanotte, ragazzi!>>
La prese a braccetto e si avviarono verso i dormitori. Harry e Ron le guardarono andare via, poi si guardarono a vicenda.
<<Femmine>> disse Ron, buttandosi sul divano di fianco a Neville.

















































ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora