24 novembre 1996
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Era da tanto che Kathleen non passasse una notte insonne. Proprio non riusciva a chiudere occhio. Si rigirava continuamente nel letto, guardava il soffitto, chiudeva gli occhi e quando sembrava cedere al sonno questo volava via come fumo.
Il suo pensiero principale era Harry.
La sua richiesta. Il fatto che Kathleen l'avesse accontentato. Era ubriaco e lei lo aveva baciato, approfittando della scusa che forse lui non se ne sarebbe ricordato. Forse...
Hermione sembrava dormire beata nel letto di fianco al suo. Kathleen però sentiva il suo cuore battere forte, come un tamburo, senza mai fermarsi. Pensava alle lezioni di Piton. A quanto si odiasse perché non riuscisse ad evocare il suo potere. Ad odiare sé stessa per non essere abbastanza. Come sempre del resto. Duellava solamente. Schivava e rilanciava gli incantesimi di Piton, senza però evocare lo scudo. Lo disamarmava e disorientava un paio di volte, molto facilmente, ma non riusciva a svolgere il vero compito. La cicatrice pizzicava, era sull'orlo di esplodere, ma non accadeva mai. Kathleen sentiva sempre un dolore lancinante ma non vedeva mai la consueta luce bianca, non sentiva l'esplosione e non percepiva quel senso di sicurezza e protezione che aveva sentito la prima volta. Come se non bastasse, continuava a sentire sempre la stessa voce che ripeteva sempre la stessa parola: voto.
Cosa significasse lei non lo sapeva. Continuava a sognare quella scena, senza un cambio di virgola. Non capiva perché, cosa volesse dire e chi fossero quelle figure. Le domande che le tormentavano di più erano: quelle persone erano reali? Quella scena era davvero accaduta? Se sí, quando?
Ancora una volta, Kathleen si ritrovava a rimuginare su quelle domande.
Un colpo di tosse le lasciò le labbra. Un dolore lancinante al fianco la fece curvare in avanti e stringere i denti. Tossí ancora. Ecco cosa voleva dire, uccidere lentamente.
Si avvolse intorno a una coperta e prese la bacchetta, per poi scendere dal letto. Si avvicinò alla sedia e prese la Mappa dalla sua cartella.
<<Giuro solennemente di non avere buone intenzioni>> mormorò puntando la bacchetta contro la pergamena.I signori:
Lunastorta, Codaliscia,
Felpato e Ramoso
sono fieri di presentarvi la
Mappa del Malandrino
Kathleen sorrise e lasciò il dormitorio, con una mano premuta contro la bocca, per sommettere la tosse e l'altra che reggeva la pergamena. Attraversò il quadro e si addentrò per i corridoi bui.
<<Lumos!>> sussurrò per la seconda volta.
Una luce fioca spuntò dalla sua bacchetta che puntò contro la Mappa. I corridoi erano deserti, arrivare alla Torre d'Astronomia era un gioco da ragazzi. Si avviò in silenzio per i corridoi bui stando attenta a non svegliare nessun quadro. Diventavano irascibili se svegliati dal loro sonno ristorantore.
Kathleen conosceva la strada a memoria. Andava quasi tutte le sere per osservare il cielo, le stelle e, naturalmente, la luna.
Arrivò ai piedi della lunga scala e salí il primo gradino e così fece con gli altri.
<<Uno... due... tre... quattro...>>
Fino a che non si trovò in cima.
Aprí la porta e la spinse. L'aria frizzante di fine novembre le solletico il viso caldo. Il panorama che si vedava da là sú era mozzafiato. Il Lago Nero in tutta la sua lunghezza, le montagne da sfondo e il grande e infinito cielo da cornice.
Si avvicinò al parapetto e guardò in alto. La Luna. La luna piena brillava maestosa nel cielo. Tanti piccoli puntini lumosi attorno ad essa. I capelli di Kathleen si tinsero di blu cobalto mentre si sedeva a terra, avvolta ancora nella sua coperta. Posò la pergamena e la bacchetta di fianco a lei e guardò all'insù. Le numerose stelle, costellazioni, comete. Era tutto così bello. Tossí ancora una volta. Si strinse nelle spalle e sospirò.
Nessuno poteva privarla di uno spettacolo simile, nemmeno la morte.⁂༄⁂༄⁂༄⁂༄⁂༄⁂
<<Dov'è Kathleen?>> chiese Harry vedendo Hermione avvicinarsi al tavolo da sola.
Hermione fu spaesata. Si guardò intorno fino a che la preoccupazione non le colpì il viso.
<<Pensavo fosse con voi>> ammise guardando tra le persone sedute a fare colazione.
<<Non c'è. Non la vediamo da ieri sera>> disse Neville.
Harry ebbe un tuffo allo stomaco. La sera precedente era stata la più strana ma anche la più bella della sua vita. Aveva chiesto a Kathleen un bacio e lei aveva acconsentito. Sentiva ancora le labbra di lei sulle sue, il forte profumo all'acqua alle rose e il buonissimo sapore di cioccolato.
Lo stomaco di Hermione si strinse. Si guardò di nuovo intorno e lo sguardo si fermò a qualche posto più in là. Ron e Lavanda, appiccati come delle acciughe. Fece una smorfia e si sedette stizzita. Aveva gli occhi gonfi e il viso più pallido del solito.
<<Tutto okey, Hermione?>> chiese Neville.
<<Benissimo>> rispose lei con fin troppa sicurezza. <<Perché non provi a chiamarla in quel modo?>> disse guardando Harry immerso nel ricordo della sera precedente. <<Mi stai ascoltando?>>
<<Per niente. Puoi ripetere?>> disse Harry.
Hermione sbuffò. <<Mettiti in contatto con lei tramite la cicatrice o come diavolo funzioni!>>
<<Ottima idea.>>
Hermione strinse le labbra e si serví dei toast nel piatto.
Harry pensò a Kathleen. La pensò intensamente. Ai suoi occhi, ai suoi capelli, al suo sorriso, alla sua voce, al suo profumo, alle sue labbra, al suo corpo.
Non successe nulla. Harry aggrottò le sopracciglia e si mise comodo. Riprovò. Nulla.
Appoggiò i gomiti sul tavolo e si toccò le tempie con due dita.
«Kat... Kathleen... Moony... Kathleen Andromeda Lupin... Lupacchiotta... Pulce... Katy... Piccola...»
Piccola.
Harry non l'aveva mai chiamata così. E, tutto sommato, non gli dispiaceva. Kathleen, però, non rispondeva. Non la percepiva.
<<È tornata ieri sera, vero?>> chiese Harry con gli occhi chiusi e le mani sulle tempie.
<<Credo di sì>> rispose Hermione.
<<Cosa vuol dire: "credo di sí"?>> fece Harry alzando un sopracciglio.
<<Che mi sono addormentata quando lei è scesa>> spiegò Hermione.
Harry aprí gli occhi.
Quindi non si sapeva se Kathleen fosse tornata o no dalla lezione di Piton. Si passò una mano tra i capelli e respirò cercando di mantenere la calma e non andare nel panico.
<<Sta tranquillo, é al castello di sicuro>> lo rassicurò Neville. <<Fino a che è qui, è al sicuro, come lo siamo noi.>>
<<Silente è di nuovo andato via, senza di lui la sicurezza diminuisce>> obiettò Harry. <<Perché diavolo non mi risponde?>> sbraitò spingendo il piatto lontano dal naso. Gli stava vendendo il voltastomaco.
<<Perché non controlli sulla Mappa?>> propose Hermione.
La Mappa. Perché non ci aveva pensato?
<<È nel dormitorio nella cartella>> disse Harry.
Si alzò e corse via. Neville ed Hermione si alzarono dopo di lui e lo seguirono. Ron si staccò da Lavanda e li guardò andare via chiedendosi dove e perché. Voleva unirisi a loro, ma Lavanda lo teneva fermo così stretto da fargli mancare l'aria.
Harry corse lungo le scale in marmo spintonando più gente possibile. Aveva lo Specchio tra le mani e chiamava ripetutamente Kathleen. Il suo riflesso non cambiò, non rispondeva nemmeno lì. Harry stava iniziando seriamente a preoccuparsi.
Piton le aveva fatto qualcosa? O, peggio, Malfoy per vendetta personale, per quello schiaffo di due anni prima? Sperava di sbagliarsi.
Disse velocemente la parola d'ordine ed entrò nella sala comune sfrecciando su per le scale dei dormitori maschili. Aprí la porta con un calcio e si tuffò sulla cartella, mentre Neville, piegato in due riprendeva fiato appoggiato alla parete. Harry lanciò ovunque i suoi libri, quaderni, astrucci, pergamene, ma della Mappa nessuna traccia. Harry ricordò. Toccava a Kathleen.
<<Vaffanculo!>> ringhiò calciando la sedia.
<<Cosa succede?>> chiese Hermione.
<<Toccava a lei tenerla>> disse Harry.
<<Vado a vedere se è di sopra>> propose Hermione ed uscì dalla stanza.
Harry si sedette sul letto e si passò una mano tra i capelli. <<Se le è successo qualcosa?>>
<<Non pensare al peggio, Harry>> disse Neville sedendosi di fianco a lui. <<Kat è in gamba sa cavarsela.>>
<<Lo so, lo so>> sospirò Harry. <<Ma se qualcuno le ha fatto qualcosa, per avviare a me? Lei non parlerebbe e loro potrebbero ucciderla.>>
<<Te lo già detto>> affermò Neville. <<Siamo ad Hogwarts, forse il posto più sicuro in tutta la Gran Bretagna, se loro avrebbero voluto te ti avrebbero preso subito. Sta bene. È andata a farsi un giro perché non riusciva a dormire e si è addormentata in qualche corridoio.>>
<<Lo spero proprio>> disse Harry. <<Non me lo perdonerei e non l'accetterei... non posso accettarlo... proprio non ci riesco...>>
<<Nemmeno io>> confessò Neville.
Hermione tornò a mani vuote. Harry sospirò rassegnato.
<<Vado a cercarla>> li informò uscendo dal dormitorio.
<<Veniamo con te>> dissero insieme i due seguendolo.
<<Ci sono sette piani, dobbiamo dividerci>> disse Harry mentre scendevano le scale del dormitorio. <<Io controllo quelli più alti, Neville, tu quelli di mezzo. Hermione, quelli bassi. Controllate anche le aule e se c'è bisogno chiedete in giro se l'hanno vista. Ci incontriamo qui tra...>>
Un colpo di tosse lo fece bloccare. Il quadro si era aperto. Kathleen avvolta in una coperta, mentre stringeva la Mappa e la bacchetta in una mano, camminava come uno zombie verso i dormitori femminili.
<<Kathleen!>>
Lei sussultò. Puntò gli occhi assonnati e stanchi su Harry, davanti a lei, sollevato. Il ricordo della sera precedente balenò nella mente di Kathleen.
<<Ehi!>> fece lei con un debole sorriso. Si portò una mano davanti alla bocca e tossí.
<<Dov'eri?>> domandò Harry. <<Hermione non ti ha trovata nel tuo letto e...>>
Kathleen tossí ancora. Harry si incupí.
Kathleen tossiva troppo spesso e non era ammalata.
<<Non riuscivo a dormire e sono andata sulla Torre d'Astronomia a guardare le stelle>> spiegò Kathleen. <<Mi sono addormentata.>>
<<Si nota>> commentò Neville.
Kathleen alzò le spalle. Non sapeva in che stato si trovasse e nemmeno voleva saperlo. Guardò Hermione, leggermente più pallida e con gli occhi gonfi. Kathleen si promise di dare una lezione a Ron.
<<Vado a cambiarmi, ho fame.>>
Superò i tre e si avviò su ai dormitori trascinando i piedi. Aveva la schiena a pezzi per aver dormito sulla pietra, il collo indolenzito in assenza del cuscino e la pelle fredda per aver dormito all'aperto. Se non si sarebbe ammalata sarebbe stato un miracolo.
Harry la guardò andare via, con gli occhi a fessure. C'era qualcosa che non andava. E riguardava la ragazza, che, tutto a un tratto, gli aveva incasinato la testa, preso il cuore e l'anima.
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ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀ
Fanfiction⚠︎ғᴀᴄᴄɪᴏ ᴄʜɪᴀʀᴇᴢᴢᴀ⚠︎ • 𝗜 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗝.𝗞. 𝗥𝗼𝘄𝗹𝗶𝗻𝗴, 𝘁𝗿𝗮𝗻𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗺𝗲. 𝗔𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯...