꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝙵𝙸𝚅𝙴 • 𝙸꧂

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27 agosto 1996
Grimmauld Place n.12


Piove.
È nascosta sotto un mantello nero per evitare di bagnarsi. Al suo fianco c'è una donna, un po' più bassa di lei, dai lunghi capelli biondi, coperta da un mantello nero per sfuggente alla pioggia.
Le strade sono bagnate, piene di pozzanghere. Persone che corrono per aver dimenticato l'ombrello, altre con disinvoltura passeggiavano protette da esso.
Si ferma davanti a una casa. È piccola. Ha un solo piano. La donna che l'accompagna bussa al vetro coperto da una tenda nera. Una mano argentata la sposta, un'occhio si mostra alle due. La serratura scatta. La porta si apre. Loro entrano. La porta si chiude, mutando tutti i rumori della città. L'uomo le fa accomodare in un salone, servendole da bere. Un altro uomo entra nella stanza. Lei sorride, divertita dalla circostanza. La donna al suo fianco inizia a parlare, l'uomo le risponde. Conversano...
Non capisce le parole, ma si intromette balzano in piedi. L'uomo la guarda, non ne vede il viso, è oscurato, la sua voce un rumore remoto. Lei parla. Le parole si perdono nell'aria, ma le spalle dell'uomo le fanno capire che ha vinto. Lui si alza, lei guarda la donna che fa lo stesso. Si fronteggiano, si guardano negli occhi e poi si stringono gli avambracci. Lei sfodera la bacchetta sorridendo vittoriosa. Era così bello vincere. Era così bello essere potenti. I due sciolsero il legame. Lei rise. La sua risata le invase le orecchie. Folle, spietata, vittoriosa. Sì, avrebbe vinto.
Kathleen si svegliò.
Si trovava nella sua stanza. La libreria di fianco al letto a baldacchino, la sua scrivania di fianco alla porta con il quadro delle costellazioni disegnato da lei, l'armadio nell'unica parete vuota. La finestra che faceva entrare il sole al lato sinistro del letto. Sul pavimento un enorme e morbido tappeto bianco. Ai muri alti scaffali con altri libri e foto. La bandiera di Grifondoro appesa vicino alla finestra. L'enorme stanza di Kathleen era sempre la stessa. Si mise a sedere con il cuore accelerato. Era ormai una settimana che sognava quella scena. Non capiva dove si trovasse, chi fossero quelle persone e perché si sentisse così forte, vittoriosa e folle. Aveva ormai sedici anni, ma mai si era sentita in quel modo.
Scese dal letto e si stiracchiò. Si guardò nello specchio di fianco all'armadio. Una camicia da notte le copriva il corpo sempre più magro. Non era cresciuta di altezza in due mesi. Era rimasta la stessa. Ma l'adolescenza aveva giocato un altro ruolo sul suo corpo. Le aveva dato forme più definite. Gambe non troppo snelle, non troppo grasse, così come le bracce, dei fianchi morbidi, un seno un pó più prosperoso così come il sedere. I lunghi capelli arrivavano sopra esso. Aveva sempre più controllo sulla sua metamorfosi. Cambiava aspetto sempre più velocemente e le emozioni non si facevano vedere sui capelli molto facilmente. Kathleen era cresciuta.
Aprí la porta della camera e sentí le voci della sua famiglia riunita in sala da pranzo per fare colazione. Scese le scale e percorse il corridoio che divideva l'ingresso dalle altre stanze. La casa era enorme, ma ormai la conosceva come le sue tasche. Superò un bagno, il salone, l'ufficio dei tre e arrivò in sala da pranzo.
<<Buongiorno, bellezza!>> esclamò Sirius alzando il bicchiere con del succo alla zucca all'interno.
<<Di prima mattina, non credo di essere un granché>> disse Kathleen andando a salutarlo con un bacio sulla guancia e fece lo stesso con i suoi genitori, James e Lily. <<Harry dorme ancora?>> domandò sedendosi al suo posto.
<<Non avete dormito insieme?>> chiese James.
Kathleen scosse la testa e prese dei pancake.
<<Hai dormito bene?>> le chiese Lily.
<<Diciamo>> rispose versando dello sciroppo d'acero sui pancake. <<Per colpa del caldo, faccio le ore piccole, è insopportabile.>>
<<Dopo abbasserò ancora un po' la temperatura nella tua stanza>> disse Remus.
<<Perfetto!>> esclamò Kathleen.
Tagliò un pancake e l'addentò.
<<Quando dovrebbe arrivare Hermione, tesoro?>> chiese Nymphadora.
<<Dopo colazione o giù di lì>> rispose Kathleen dopo aver ingoiato. <<Ho bisogno di comprare dei pantaloni. Sono ingrassata, quelli che ho mi vanno stretti.>>
<<Non sei ingrassata, sei semplicemente cresciuta>> la rimbeccò Nymphadora.
<<Anche quello, ma ingrassata di sicuro>> disse Kathleen. <<Anzi, devo iniziare una dieta ferrea. Devo selezionare tutto quello che...>>
<<Usa la bocca per mangiare e non per dire scemenze, grazie!>> la interruppe James serio.
<<E poi la dieta non serve a niente se hai un fisico da urlo, fattelo dire>> commentò Sirius.
Kathleen fece una smorfia di disapprovazione.
<<Ascolta il tuo padrino e il tuo prozio>> disse Remus guardandola con uno sguardo che non permetteva repliche. <<Se ti vedo mangiare una cosa di meno, non vedrai mai più una barretta di cioccolata in vita tua, sono stato chiaro?>>
<<Le tue minacce non le batte nessuno, Lunastorta>> disse Sirius, poi si fece serio come lo erano gli altri due. <<Chiaro?>>
<<Chiaro>> sbuffò Kathleen, addentando un pezzo di pancake.
Nymphadora scosse la testa esasperata e continuò la sua colazione. Anche quello faceva parte di essere dei genitori di adolescenti.
<<'Giorno...>> boffocchiò la voce di Harry.
I capelli di Kathleen si tinsero di verde smeraldo e rosa pastello. Harry era sullo stipite della porta che si strovinava gli occhi. Mise gli occhiali tondi sul naso e batté le palpebre. I capelli spettinati, il viso ancora assonnato, il petto muscoloso per via del Quidditch nudo, con un solo un paio di pantaloncini grigi addosso che mostravano le gambe forti e muscolose come le braccia. Il Quidditch aveva fatto un ottimo lavoro. Era la bellezza fatta persona. Lui sí che era uno schianto da appena sveglio. Le guance di Kathleen si tinsero di rosa mentre lo guardava dare un bacio sulla guancia alla madre. Abbracciò suo padre e diede il cinque al suo padrino e a Remus che gli sorrise. Abbracciò anche Nymphadora e poi si sedette di fianco a Kathleen che era rimasta immobile.
Si girò verso di lei e la guardò negli occhi per poi sorriderle.
Lo stomaco di Kathleen fece mille capriole e il cuore prese a battere forte. Un enorme sorriso le curvò le labbra. Quanto amava il sorriso di Harry.
Kathleen era sempre bella di mattina. Lo era sempre, non solo di mattina. Quando gli ricambiò il sorriso lo stomaco di Harry esplose in un stormo di farfalle. Amava sempre di più il sorriso di Kathleen e la voglia di baciarla aumenta ogni secondo di più.
I due iniziarono a mangiare ed Harry aprí il collegamento.
«Dormito bene?»
«Meno di ieri.»
«Ancora lo stesso sogno?»
«Sì. Non è cambiato di una virgola.»
«Dormi da me stanotte, va bene?»
«Va bene.»
Kathleen cercò di trattenere un sorriso e bevve il succo alla zucca. Adorava dormire con Harry. Sentire il suo profumo sulle lenzuola, il suo calore. Amava parlare con lui fino a tarda notte, fino a che il sonno non si faceva pesante e non crollavano come dei bambini. Tutto con Harry era bello. Tutto con Harry era meraviglioso. Harry era bello e meraviglioso. Kathleen era davvero cotta. Molto di piú di quel che credeva. Aveva deciso di dire ad Harry dei suoi incubi, perché sentiva di farlo. Non voleva avere segreti con lui. Voleva essere del tutto trasparente. Perché Harry era l'unico che poteva capirla, conosceva tutto di lei, forse più di se stessa.
Harry le prese la mano, facendola sussultare all'improvviso. Quella di Kathleen era fredda, quella di Harry calda. Intrecciò le dita e continuò la colazione come se nulla fosse conversando con gli altri. Kathleen li ascoltò in silenzio. Il cuore era un tamburo, le guance erano in fiamme e i capelli erano del colore dello smeraldo.
Finirono di fare colazione. Remus lanciava occhiate a Kathleen che finí per ultima di malavoglia.
<<Vado a vestirmi>> annunciò alzandosi.
Purtroppo dovette lasciare la mano di Harry che provocò un vuoto ad entrambi. Gli occhi di Harry caddero sul corpo di Kathleen che fece il giro del tavolo avviandosi alla porta. La camicia da notte di un rosa pastello le arrivava appena al ginocchio e metteva in risalto le sue forme. I fianchi, il seno e il sedere. La percorse dalla punta dei piedi alla punta dei capelli come gli occhi che la guardavano. Harry sentí un piancevole fastidio in basso. Non ci badò. Kathleen si era fermata sulla soglia, ancora di spalle. Stava parlando con Kreacher. Gli occhi di Harry si fermarono dove non dovevano fermarsi. Quasi risentí il dolore dello schiaffo di Neville l'anno prima. Ma Neville non era lì e Kathleen era uno schianto.
<<HARRY!>> gridò girandosi di scatto.
Harry sgranò gli occhi e avvampò. Era stato scoperto. Ora era nei guai.
<<Non ho guardando nulla, lo giuro!>>
Sirius si batté una mano sulla faccia.
<<Guardato? Cosa hai guardato?>> chiese Kathleen confusa.
<<Io? Cosa ho guardato? Perché dovrei guardare qualcosa? Io non ho guardato nulla. Niente. Assolutamente niente di niente.>>
Sirius batté più forte la mano contro la faccia, scuotendo la testa.
<<Comunque...>> fece Kathleen ancora confusa. <<Sono arrivati i risultati dei G.U.F.O.>>
Harry balzò dalla sedia. Kathleen perse la concentrazione. Gli occhi si incollarono al busto di Harry. Maledizione se era perfetto.
Sirius alzò le sopracciglia e ghignò. Remus si accigliò. James sputò il succo alla zucca.
<<Per le mutande di Merlino!>>
Prima suo figlio si incantava a fissare la sua figlioccia, adesso la sua figlioccia si incantava a fissare suo figlio. Cosa diamine succedava a quei due?
<<Per le mutande di Merlino, sí!>> esclamò Kathleen.
Sirius scoppiò a ridere e quasi cadde dalla sedia. <<Ah, non lo dimenticherò mai!>>
Harry curvò le sopracciglia confuso. Kathleen avvampò di colpo.
<<Dai a noi la lista dei libri>> disse Nymphadora.
Kathleen batté le palpebre e riprese controllo di sé. Diede le due lettere a Lily e Nymphadora e poi quella col nome di Harry al ragazzo. Kathleen fissò la busta con il suo nome scritto sopra, poi guardò Harry che stava aprendo la busta. Prese un bel respiro mentre i capelli si tingevano di varie tonalità di viola. Ruppe il sigillo creato con la cera rossa con lo stemma di Hogwarts e prese la pergamena piegata. Sbuffò invece che aprirla.
<<Tanto non ne ho superato nemmeno uno...>>
<<E cosa dovrei dire io, allora?>> fece Harry.
<<Apritele, forza>> li incitò Remus alzandosi.
Harry eseguí subito.

ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora