19 giugno 1996
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Era appena sorto il sole. I raggi del sole di giugno brillavano sul castello di Hogwarts, facendo svegliare le prime creature che avevano passato una semplice notte tranquilla. Harry e i suoi amici non erano tra di loro. Avevano combattuto, vinto in un certo senso, ma perso in un altro più grande. Kathleen non accennava a svegliarsi. Fu portata in infermeria insieme a Hermione, Ron, Luna, Ginny e Neville. La caviglia di Ginny era guarita subito grazie ai miracolosi rimedi di Madame Pomfrey. Le ferite di Ron furono curate ma non rimosse del tutto. Sulle braccia e sul collo c'erano cicatrici che non sarebbero mai andate via.
Harry aveva lasciato l'ufficio di Silente, dopo aver combattuto contro Voldemort. Il senso di vendetta che provò quando sentí la risata di Bellatrix dietro di lui, fu la motivazione che lo fece lasciare Kathleen tra le braccia della madre, ed andare a combattere contro la donna che l'aveva uccisa. Non ci riuscì. Voldemort si intormise tra i due cercando di uccidere una volta per tutte Harry. Neanche Voldemort riuscì nel suo intento, Silente aveva soccorso Harry e combattuto contro di lui.
La Gazzetta del Profeta stava facendo il giro della Gran Bretagna. La notizia che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato fosse tornato ormai non si poteva più contraddire. Cornelius Fudge l'aveva visto con i suoi occhi, mentre lasciava il corpo di Harry dopo averlo impossessato, giocando con i suoi sentimenti.
Harry vagava per i prati di Hogwarts, distrutto. Era a pezzi, completamente.
Aveva scoperto che lui era destinato ad uccidere Voldemort, o quest'ultimo avrebbe ucciso lui. Harry fu denominato come il Ragazzo-Che-È-Sopravvisuto. Tutti gli credevano, nessuno gli andava contro. Tutti poterono di nuovo ricordare quello che era accaduto anni prima. La stupida legge fu cancellata. Tutti lo credevano un eroe. Ma Harry non si considerava un eroe. Non era riuscito a salvare la persona a cui teneva di più, come poteva salvare il mondo? Come poteva vivere in mondo senza Kathleen?
Gli occhi iniziarono a pizzare. La gola iniziò a bruciare. Diede un calcio a un albero, gli uccellini, posati sopra, volarono via, cinguettando indignati.
Harry si lasciò andare a un pianto silenzioso, mentre crollava contro il tronco dell'albero. Si portò una mano tra i capelli. Qualcosa brillò, intorno al suo polso, ai primi raggi di sole. Il bracciale con l'K che portava da anni.
Harry realizzò che non l'avrebbe più rivista. Non avrebbe più rivisto i suoi occhi come il cioccolato, il suo sorriso. Non avrebbe più sentito la sua voce, la sua risata, il suo profumo. Harry pianse più forte, abbandonato al suo dolore.⁂༄⁂༄⁂༄⁂༄⁂༄⁂
<<Nessuna traccia?>>
<<Nulla.>>
James si passò una mano tra i capelli, frustato. <<Dobbiamo continuare a cercare. Chiama altri Auror, se è necessario, dobbiamo trovare mio figlio!>>
<<Lo troveremo, non può essere andato lontano>> disse Frank. <<Non arrendiamoci. Continuamo!>>
James annuì e si divisero, continuando a cercare Harry.
Il sole era ormai alto in cielo. Dopo aver portato ad Azkaban i Mangiamorte rimasti, tornarono tutti ad Hogwarts. Era una meravigliosa giornata, ma di meraviglioso non c'era nulla. Kathleen giaceva su un letto nell'infermeria, nascosto da un tenda. Dietra essa c'erano Nymphadora, Lily e Remus. Nymphadora non smetteva di piangere così come Lily che si addossava la colpa. Remus era pietrificato e fissava sua figlia seduto su una sedia. La sentiva. La percepiva. C'era una punta di vita in lei. Sentiva il suo battito. E, allora, perché non si svegliava?
Neville fissava la tenda pallido. Hermione e Ron in due letti stavano metabolizzando tutto. Andrew avvolgeva Ginny con un braccio ancora sotto shock dopo la notizia. Luna era vicino Neville e gli teneva la mano. Hermione singhiozzò. Alcune lacrime le bagnarono le guance e nascose la testa tra le mani.
<<N-non... non... può essere... Kat... Kat...>>
Hermione non disse più nulla, pianse. La sua migliore amica. La ragazza dai capelli stravaganti e la risata contagiosa, colei che l'aveva accettata, compresa e sostenuta dal primo istante. Kathleen ormai era la sorella che non aveva mai avuto.
Ron si lasciò andare contro il cuscino, chiudendo gli occhi per impedire alle lacrime di uscire, ma queste caddero lo stesso. La prima ragazza con cui fece amicizia. La sua compagna di scorpacciate notturne e litigate per il cibo o per la postura sbagliata. Il tornado di energia positiva. La sorella acquisita. La sua migliore amica.
Neville, non parlava da ore. Si sarebbe svegliato per poi andare a fare colazione con tutti loro. Con Kathleen che chiacchiereva senza sosta. Tutti loro felici, senza ferite, senza problemi, senza paure, senza ansie. Con i suoi fratelli e sorelle acquisite. Con la sua seconda famiglia. Con le persone che gli volevano veramente bene.
Per loro non era una meravigliosa giornata.
Due Auror sorvegliavano l'ingresso dell'infermeria, dove alcuni studenti si affolavano per vedere se la notizia fosse vera. La porta era chiusa, ma si sentivano chiaramente i pianti, i lamenti di quelli dentro.
<<È vero, Kathleen Lupin si è sacrificata per salvare Harry Potter.>>
La notizia correva da orecchio a orecchio.
<<Io l'ho vista mentre la portavano in infermeria>> qualcuno diceva.
<<Era piena di sangue>> raccontarono altri.
<<Ho visto il professor Lupin, suo padre, con sua moglie, sono disperati>> diceva rammarica una ragazza dell'ultimo anno.
<<Una volta mi ha aiutato a trovare quello che cercavo in biblioteca, era molto gentile>> ricordò una ragazza del secondo anno.
<<Molti dicono che era molto brava a cambiare aspetto, una volta l'ho vista mentre lo faceva nei corridoi>> raccontò un ragazzo del quarto anno.
<<Cambiare aspetto? Di cosa state parlando?>>
<<Non lo sai?>> chiese il ragazzo.
<<Sapere cosa?>>
<<Ma tu sei Marcus Lopez, il fidanzato di Kathleen Lupin, vero?>> chiese una ragazza.
<<Ero il fidanzato di Kathleen Lupin>> precisò Marcus. <<Cosa succede? Perché sono tutti accalcati alla porta dell'infermeria?>>
<<Per vedere Kathleen Lupin>> rispose la ragazza.
<<Perché?>>
<<È morta, per salvare Harry Potter>> rispose il ragazzo.
Marcus inarcò le sopracciglia.
<<Morta?>> ripeté confuso.
<<Esatto, hai letto la Gazzetta del Profeta?>> domandò il ragazzo. <<Harry Potter aveva ragione fin dall'inizio. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato esiste davvero. È lui il bambino della storia.>>
Marcus rimase immobile assimilando il tutto. Aveva sbagliato tutto.
<<Oh, eccolo!>>
<<Sta arrivando!>>
La folla si disperse e si aprí.
<<Fate spazio, per favore!>> ordinò Sirius. <<Tornate tutti nelle vostre sali comuni! Non c'è nulla da vedere e sentire!>>
Gli Auror scattarono in avanti ed intimarono gli studenti ad obbedire. La folla pian piano si disperse mormorando. Marcus rimase lì.
<<Ragazzo, la regola vale per tutti>> disse Frank.
<<Devo vedere Kathleen>> disse Marcus.
<<Credo non sia possibile>> gli rispose l'uomo.
<<Per favore, devo vederla con i miei occhi.>>
<<Tu sei l'ultima persona che deve vederla>> ringhiò Harry. <<Non dopo quello che le hai fatto e per tutte le cose che le hai detto.>>
Harry era a pezzi. Era rotto. Distrutto. Si sentiva morire. Il cuore era in frantumi, spezzato in due. Aveva bisogno di vederla, un'ultima volta. Non era pronto a lasciarla andare. Voleva morire. Voleva che Voldemort l'avesse ucciso, così l'avrebbe rivista e passato l'eternità insieme. Ma se Voldemort non l'aveva ucciso, c'erano altri modi per farlo lui stesso. Era disposto? Gli sembrava l'unica soluzione. La sua unica ancora di salvezza si era persa e lui stava affondando. Stava per toccare il fondo e non voleva pensare a cosa sarebbe successo dopo, perché non gli importa. Sarebbe stato di nuovo felice, quando avrebbe rivisto Kathleen, nel mondo dei morti. Quando avrebbe rivisto la sua Kathleen. La Kathleen che aveva imparato ad amare. La Kathleen che aveva capito essere l'unica ragazza con cui sarebbe stato realmente felice. L'unica ragazza che abbia mai davvero amato da principio.
<<Mi dispiace, ragazzo, ma non puoi>> disse Frank mettendogli una mano sulla spalla e intimadogli di andare via.
<<Ma... ma...>>
<<Le regole sono regole>> obiettò Frank, mentre Harry e Sirius entravano in infermeria.
La porta si chiuse alle loro spalle, facendo sparire le proteste di Marcus e facendoli entrare nel mondo triste e distruttivo dell'infermeria. James gli andò in contro.
<<Per Godric... ci hai fatto prendere uno spavento. Dove sei stato?>>
<<In giro...>> rispose Harry, vago.
James lo guardò. Le nocche sanguinanti per via dei pugni contro l'albero, la gola secca per via delle urla, gli occhi rossi per via delle lacrime, i capelli spettinati per via della frustrazione, tristezza, rabbia e angoscia. James abbracciò suo figlio. Un abbraccio forte. Uno il sostegno dell'altro. James aveva perso la sua figlioccia, Harry la parte migliore si sé. Quando si staccarono toccò a Lily abbracciare suo figlio. Gli occhi verde smeraldo di entrambi erano pieni di dolore e di lacrime. Non riuscì a trattenersi, ricominció a piangere nel petto della madre. Lily strinse le labbra per trattenere le lacrime, ma queste uscirono lo stesso, mentre stringeva suo figlio piú forte e gli accarezzava i capelli. Harry disse qualcosa tra i singhiozzi. Lily disse altro e gli lasció un bacio sulla testa, chiudendo gli occhi.
Harry si staccò, si asciugó le lacrime con il dorso della mano e tiró sú col naso. Guardò la tenda tirata, poi i due letti di fronte a essa. Ron ed Hermione lo stavano guardando. Luna e Neville seduti su una sedia, Andrew in piedi, mentre Ginny era seduta ai piedi del letto di Hermione.
<<Harry...>> disse Hermione, mentre gli occhi ridiventavano lucidi.
Harry si avvicinò e l'abbracciò fortemente. Hermione scoppiò a piangere sulla sua spalla.
<<Mi dispiace... d-dispiace... tantissimo...>>
<<Anche a me...>> mormorò Harry in risposta.
Sapeva che anche Hermione aveva perso una parte di sé e non poteva capire appieno il suo dolore come lei non poteva capire il suo. Quando si staccarono, Ginny ristrinse Hermione e fece un piccolo sorriso ad Harry, mentre si avviava verso il letto di Ron.
<<Come stai?>>
<<A pezzi>> rispose Ron. <<Sia fuori che dentro.>>
Ron non dimostrava molto il suo affetto, lo faceva con i piccoli gesti e la notizia della morte di Kathleen l'aveva scosso molto. Come Hermione aveva perso una seconda sorella e mai avrebbe pensato di provare un dolore simile.
Neville lo abbracciò. <<Lei... lei... non... non...>> singhiozzò. <<Perché lei?>>
Se lo chiedevano tutti in quella stanza, ma nessuno sapeva rispondere.
<<Me lo chiedo anche io...>> disse Harry.
Lasciò andare l'amico e si diresse verso la tenda. Il cuore accelerò, allungò la mano ma si fermò. Non aveva il coraggio di vederla. Non aveva il coraggio di metabolizzare, accettare, che lei fosse morta. Kathleen era morta. Il cuore si strinse ancora di più. Aprí la tenda. Il corpo di Kathleen giaceva su un lettino. La maglietta che le arrivava appena sopra l'ombelico, il taglio alla mano guarito, come le ferite sulle guance, i capelli lunghi e morbidi cadevano sul cuscino come se fossero fatti di caramello. Sembrava stesse dormendo, ma non era così.
Nymphadora china, sul corpo di Kathleen, con i capelli rosa shocking e blu notte. Remus in piedi fissava Kathleen come fosse una statua. Alice era al fianco di Nymphadora e la consolava accarezzandole la schiena.
Un semplice gesto che valeva molto.
Remus si voltò verso di lui. Harry non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. Avrebbe rivisto gli occhi di Kathleen e sapeva che sarebbe riscoppiato. Si avvicinò cauto al letto. Si inginocchiò al fianco di Kathleen e la guardò. Era così bella. Senza paure, rilassata. Chissà se sarebbe stata felice? Harry sentí l'aria mancare. La gola pizzicò come gli occhi.
<<Le dovevo impedire di venire con me...>> disse Harry. <<Non sono riuscito nemmeno questa volta...>>
Harry si aspettò che gli addossasero la colpa, se lo meritava, ma nessuno disse nulla.
<<Vuoi passare del tempo con lei?>>
<<Posso?>>
Remus annuì. <<Kathleen l'ha fatto per te.>>
Era simile a quello che Silente gli aveva detto qualche ora prima nel suo ufficio: <<Quello che ha spinto Kathleen a sacrificarsi per salvare Lily, oltre all'amore che prova per lei, é l'amore che prova per te. Perché devi sapere che: l'amore ci spinge a fare cose inpensabili.>>
Simile alla frase che Kathleen gli aveva detto altre ore prima.
Harry amava Kathleen. L'aveva appena capito.
<<Andiamo, Dora, prendiamo un pó d'aria>> disse Remus.
Nymphadora scosse la testa. Non voleva lasciare sua figlia.
<<Remus ha ragione, prendi un pó d'aria, bevi un po' d'acqua e poi ritorni qui, va bene?>> disse Alice. <<Ti prometto che nessuno la toccherà.>>
Nymphadora lentamente si alzò. Il volto di una madre che aveva perso una figlia era la cosa peggiore al mondo.
<<È in ottime mani>> disse Alice facendo un minuscolo sorriso, accarezzandole ancora la schiena.
<<Lo so...>> singhiozzò Nymphadora.
Le viscere di Harry si contorsero.
Alice portò Nymphadora di fuori, seguite da Remus che chiuse la tenda lanciando un'ultima occhiata ai due.
Harry e Kathleen rimasero da soli.
Harry le prese la mano e ne baciò il palmo. Provò a chiamarla con il loro legame ma non percepiva niente. Vuoto. Un'altra pugnalata al petto.
<<Mi manchi...>> mormorò. <<Ti prego, torna da me... non posso vivere senza di te...>>
I due braccialetti si incatenarono. L'H e la K erano legate da un filo invisibile. Harry sentí le lacrime cadere, ma se ne infischiò. Baciò Kathleen. Le lasciò un caldo e dolce bacio sulle labbra per assaporarla un'ultima volta. Il sapore di cioccolato le bagnava le labbra. Le più morbide che lui avesse baciato. Non che ne avesse baciato tantissime, ma quelle di Kathleen erano le sue preferite, le labbra di nessun'altra ragazza l'avrebbe accontentato. Nessun'altra ragazza l'avrebbe accontentato. Nessun'altra era come Kathleen. Kathleen era unica.
<<Torna da me...>> le sussurrò sulle labbra.
Non ottene risposta, nessuno lo sentí. Le parole svanirono nell'aria.
Una seconda pugnalata.
La baciò di nuovo. Un'ultima volta, la più dolorosa, le sue labbra tremarono, quelle di Kathleen rimasero ferme, immobili, morte.
Terza pugnalata.
Non l'avrebbe più baciata. Pianse. Appoggiò la testa sul grembo di Kathleen e pianse in silenzio, stringendole la mano.
<<Torna da me... torna da me... ti prego... ho bisogno di te...>>
Harry sentí la stretta stringersi di più.
Un lamento lasciò le labbra di Kathleen. Harry alzò la testa e la guardò. Era sicurissimo che fosse stata lei.
<<Kathleen?>>
Nessuna risposta. Forse se l'era soltanto immaginato. La stretta alla mano aumentò. Harry le guardò. Non era stato lui.
<<Kathleen!>> chiamò Harry.
Il cuore prese ad accelerare. Un'ultima sperarza si fece largo nel suo cuore. Era viva? Pregava che lo fosse.
Poi la stretta si allentò.
Tutto il suo entusiasmo fu prosciugato.
Come poteva essere viva se era stata colpita da una Maldezione Mortale, la peggiore che esisteva? Perché illudersi se non c'era nessun'altra speranza? Faceva così tanto male. Harry non ne poteva più. Si alzò e la guardò un'ultima volta. Bella, giovane e pura. La sua Kathleen.
Aprí le tende e si allontanò da lei. Lo sguardo basso, i pugni stretti tanto da rendere le nocche bianche, la mascella serata e gli occhi verdi come lo smeraldo pieni di dolore.
Non ne poteva più. Lasciò l'infermiera di corsa senza guardare in faccia nessuno, non curandosi dei richiami. James e Sirius gli corsero dietro.
<<Può fare una stronzata!>> gridò James. <<Una grandissima...>>
Svoltarono l'angolo ma non lo trovarono più.
<<Maledizione!>>
Sirius si trasformò in un enorme cane nero che iniziò ad annusare il pavimento. Fiutò l'odore di Harry e corse verso sinistra, verso le scale che portavano alla Torre d'Astronomia. James gli corse dietro.
<<Fa che non faccia nulla di insensato, ti supplico!>> La prima volta che James Potter pregava un dio immaginario.
Lily si lasciò andare su una sedia. Per tutto il dolore, l'angoscia e la paura, che stava provando, pensava davvero di poter morire. Quanto avrebbe voluto essere al posto della sua figlioccia. Doveva essere lei morta, non Kathleen. Si odiava a morte per questo. Lily riscoppiò a piangere, nascondendo la testa tra le mani. Alice strinse anche lei nell'abbraccio. I ragazzi seduti di fronte agli adulti avevano un colorito poco sano. Fissavano il vuoto. Non avrebbero sopportarto un'altra perdita. Non potevano perdere anche Harry.
Non era per niente la meravigliosa giornata che scorreva come quella fuori dalle mura dell'infermeria.
Remus scomparve dietro la tenda. Si lasciò cadere sulla sedia di fianco a Kathleen e si portò le mani tra i capelli color miele. La sua unica figlia giaceva di fianco a lui. La bambina che aveva il suo stesso sangue, il suo stesso carattere, i suoi stessi occhi, non esisteva più. La bambina che aveva alleviato le sue sofferenze, che l'aveva fatto accettare così come era, che l'aveva reso come un piccolo eroe. La sua luna preferita.
C'è un nome per chi perde i genitori. Un nome per chi perde il proprio partner. Ma non c'è un nome per chi perde un figlio. L'atroce dolore che, poche persone, hanno la sfortuna di provare. Remus si sentiva a pezzi. Così distrutto da pensare di perdere pezzi di sé stesso a un minimo movimento.
Un lamento sommesso gli invase le orecchie. Alzò la testa di scatto e guardò sua figlia. Immobile, come prima. Se l'era immaginato...
Un battito. Un battito debole che diventava sempre più forte.
Remus spalancò gli occhi e si inginocchiò di fianco al letto. Pregò affinché, il battito che aveva sentito fosse quello di Kathleen. Si concentrò su di lei. I rumori esterni taquero di colpo. Gli uccellini smisero di cinguettare, i mormorii del corridoio cessarono di esistere, i lamenti e i singhiozzi svanirono nell'aria. Remus le prese la mano, tastò il polso. Attimi di silenzio dove non successe nulla. Poi un battito.
Tutum.. Tutum... Tutum...
Remus si concentrò sul battito di Kathleen che diventava sempre più regolare e forte. Si alzò, gli occhi pieni di lacrime. Spalancò la tenda. Un sorriso gli curvava le labbra del viso stanco.
<<Sento il suo battito!>> gridò. <<È viva!>>
La testa di Nymphadora si alzò di colpo.
<<È viva, Dora, la nostra lupacchiotta è viva!>>
Nymphadora corse verso il letto. Kathleen era distesa, come prima. Remus si avvicinò a loro.
<<Sento il battito, diventa sempre più regolare. Senti...>>
Le prese la mano e posizionò due dita sul polso di Kathleen. Attimi di silenzio. Nymphadora guardava sua figlia. Non successe nulla... Poi un sussulto. Nymphadora sgranò gli occhi, di nuovo pieni di lacrime.
<<È viva...>> mormorò. <<Kathleen è viva!>>
Lily, Alice, Frank e Neville corsero verso il letto di Kathleen. Hermione fece per alzarsi ma un giramento di testa la fece risedere. Ron aveva il collo allungato verso di loro. La speranza sul volto di nuovo illuminato. Tutti guardavano verso Kathleen, che non si mosse. L'aria divenne tesa. Smisero di respirare per l'eccitazione. Remus sentiva chiaramente il battito di sua figlia.
<<Madame Pomfrey, venga qui, tasti il battito di mia figlia!>> disse Remus, fiducioso, avvicinando la donna che stava tornando con due vassoi di cibo per Ron ed Hermione.
I vassoi si posarono sui comodini dei due, mentre Madame Pomfrey si avvicinava al letto. Le fecero spazio per poi accalcarsi di nuovo intorno a lei. Nymphadora si fece di lato, ma non smise di guardare sua figlia.
<<Non posso fare molto, il battito è assente da ore.>>
<<Provi adesso, vi prego!>> insistette Remus.
Madame Pomprey prese uno stetoscopio e posò l'estremità sul petto di Kathleen. Mise le due estremità nelle orecchie e ascoltò. Dopo alcuni secondi spalancò gli occhi.
<<Per Merlino...>> borbottò. <<È impossibile...>>
Posò lo strumento sul comodino e si avvicinò di più a Kathleen. Prese la mano e tastò il battito cardiaco. C'era. Madame Pomprey spalancò ancora gli occhi.
<<Come è possibile?>> chiese tra sé la donna.
Mosse la bacchetta e una boccetta di vetro con del liquido bianco all'interno volò nella loro direzione.
Stappò il tappo di sughero e ne fece cadere una gocciolina nella bocca di Kathleen. Tutti attesero con il fiato sospeso. Il silenzio premeva contro le orecchie di tutti.
Un colpo di tosse: Kathleen aveva tossito.
Nymphadora gridò.
I capelli di Kathleen si tinsero si verde vomito e aprí lentamente gli occhi.
Nymphadora strillò ancora. Neville sbiancò e si tenne saldamente al padre.
<<LA MIA BAMBINA!>>
Si avventò su di lei e la strinse a sé, iniziando di nuovo a piangere, ma questa volta di gioia.
<<Mamma...>>
<<Sí, lupacchiotta... sono qui.>>
Kathleen si guardò intorno. Non sapeva cosa ci facesse in infermeria e come ci fosse arrivata. L'ultima cosa che ricordava era una forte luce bianca e un'esplosione.
<<Mamma...>> ripeté Kathleen.
Nymphadora annuì ancora piangendo.
<<Perché piangi?>> chiese staccandola delicatamente. <<Perché avete quelle facce?>>
<<Ti spiegheremo tutto dopo>> rispose Remus sorridendo a sua figlia.
<<Sicuri di stare bene?>>
Lily andò ad abbracciarla. <<Non dovevi farlo.>>
<<Fare cosa?>>
Hermione si fece spazio tra di loro.
Si avventò su Kathleen che fu presa alla sprovvista.
<<Mione? Cosa succede? Perché stai piangendo?>>
<<Perché credevo di non rivederti mai più>> rispose lei staccandosi.
<<Non riesco a capire...>> borbottò Kathleen.
Ron li raggiunse. Kathleen notò subito le cicatrici che correvano lungo le braccia fino a raggiungere il collo.
Ricordò. La lotta con i Mangiamorte. L'incontro con Bellatrix Lestrange. Le sfere. La profezia distrutta. Bellatrix che lancia una Maledizione Mortale a Lily. Lei che corre verso di lei. Risentí il dolore lancinante alla cicatrice. Rivide la luce bianca, lo scudo che l'aveva avvolta insieme alla sua madrina. Poi il vuoto.
Ron l'abbraccio, tirando un lungo sospiro di sollievo. Quando si staccò, Kathleen guardò oltre le loro spalle. Luna, Ginny ed Andrew si erano avvicinati e le sorridevano sollevati. Mancavano tre persone all'appello: Sirius, James ed Harry.
"Proteggilo..."
Di nuovo quella parola.
I capelli si tinsero di verde smeraldo mentre si metteva a sedere velocemente. Stava tremando. La testa era pesante e il collo le faceva male.
<<Dov'è?>> chiese, preoccupata. <<Dov'è Harry?>>
Nessuno rispose.
<<Dov'è Harry?>> richiese più decisa.
<<È corso via>> rispose Neville. <<Dopo averti salutata...>>
<<Salutata in che senso?>>
<<Sei stata incosciente per ore. Il battito non si sentiva...>> disse Remus con voce bassa. <<Pensavamo che Bellatrix ti avesse uccisa...>>
<<Cosa? No... Io non... Non mi ha colpita... Qualcuno di voi ha lanciato un incantesimo che ha creato lo scudo che ci ha protette.>>
<<Non è così>> la contradisse suo padre. <<Non esiste un incantesimo così forte. Nemmeno il Protego può crearne uno scudo come quello.>>
Kathleen scosse la testa. <<E, allora, da dove è arrivato?>>
<<È la stessa cosa che è accaduta quindici anni fa>> disse Lily. <<Quella luce che ha emanato quello scudo è la stessa che ho visto quella notte.>>
"Proteggilo..."
Di nuovo. Quel sussuro di una voce simile a quella di Lily. Quella parola, le fece venire in mente una persona. La persona che più amava al mondo, forse più di se stessa. Harry.
I capelli divennero di nuovo verde smeraldo con qualche sfumatura viola. Se Harry credeva come tutti che lei fosse morta avrebbe fatto la cosa peggiore al mondo, pur di smettere di soffrire. Morire. Ed era proprio quello che stava per fare.
Sulla Torre d'Astronomia, guardava il cielo. Ricordava tutti i momenti passati con Kathleen. Compleanni, giornate trascorse a non fare nulla, le risate, gli scherzi, gli abbracci, le notti insieme, il loro bacio.
Doveva solo saltare.
Sirius e James arrivarono in cima. Il primo si ritrasformò e si paralizzò. Harry era seduto sul parapetto e guardava in sú. James si sentí sprofondare.
<<Harry, scendi immediatamente da lì!>> ordinò James facendo un passo in avanti.
Harry girò la testa verso di lui.
<<È quello che vuole Voldemort>> esordì. <<Vedermi morto. Voglio accontentarlo.>>
<<Ascolta tuo padre!>> supplicò Sirius. <<Scendi da lì!>>
Harry si voltò verso il cielo. Kathleen era lì, doveva raggiungerla, lo stava aspettando.
<<Lei non vorrebbe!>> esclamò James.
<<Per favore, scendi da lì. Vieni con me!>>
<<Cosa ne sai?>> domandò. <<Lei è morta per colpa mia!>>
<<Non è vero!>> lo contradisse Sirius. <<È colpa di Bellatrix Lestrange!>>
<<L'ha uccisa per colpa mia!>> replicò Harry. <<Non sono stato in grado di proteggerla.>>
Lasciò una mano. James corse verso di lui.
<<Per favore... per favore... non anche tu...>>
<<Mi dispiace...>> disse Harry guardando suo padre negli occhi. <<Voglio stare con lei, per sempre.>>
James scosse la testa.
<<Dí alla mamma che le voglio tanto bene. E ringrazia Remus e Dora per aver creduto che io fossi all'altezza per proteggere Kathleen.>>
<<Lo farai tu>> disse James. <<Scendi da lì, per favore...>>
Harry scosse la testa e riguardò il cielo.
«Sto arrivando, Kat...»
I capelli di Kathleen divvenero completamente viola. Il cuore prese a battere forte, velocemente. Divenne bianca come le lenzuola.
«Non fare nulla di insensato...»
Harry si immobilizzò.
«Dove sei?»
La sua testa stava giocando un brutto scherzo. Sentiva la voce di Kathleen, quando non poteva.
«Dove sei, Harry?»
«Kathleen?»
«Sono io.»
«Lo sto immaginando, non è possibile, tu sei...»
«Morta? Non è così.»
«Io ti ho vista...»
«Lo so, ma sono viva.»
Il cuore di Harry ebbe un balzo.
Guardò giù. Cosa diavolo stava per fare? Guardò suo padre, con il terrore sul volto, Sirius dietro di lui, tremava dallo spavento.
<<Vieni giù da lì, okey?>> disse James lentamente. <<Andrà tutto bene, te lo prometto.>>
Si avvicinò a suo figlio, seguito da Sirius e insieme allontanarono Harry dal parapetto. Quando Harry posò i piedi sul pavimento, James tirò un lungo sospiro di sollievo e lo strinse a sé. Harry tremava. Di paura.
«Kathleen?»
«Harry.»
Il cuore di Harry batté più veloce. Si allontanò dal padre.
«Sei davvero viva?»
«Davvero.»
Harry corse giù dalle scale. James e Sirius gli corsero dietro. Harry corse come una saetta per i corrodi per poi spalancare la porta dell'infermeria ed entrare dentro. Si fermò sulla soglia, a corto di fiato. Guardò il letto. Kathleen era seduta, circondata dai loro amici e dalla loro famiglia. Era lì. Kathleen era lì.
<<KATHLEEN!>>
Si lanciò su di lei e la strinse forte a sé.
Il suo profumo era la dose di ossigeno che gli era mancata per quelle ore infernali. Si staccò e la guardò negli occhi. Brillavano della solita luce. La prese in braccio e la strinse più forte che poteva nascondendo la testa nell'incavo del suo collo. Kathleen si reggeva a lui con le gambe avvolte intorno al suo bacino e le braccia intorno al collo di lui.
<<Non è possibile...>> mormorò Sirius.
James e Sirius erano fermi di fianco a Remus, bianchi in volto e con gli occhi fuori dalle orbite.
<<È viva...>> mormorò James guardando la figlioccia tra le braccia di suo figlio.
«Stai bene?» gli chiese Kathleen.
«Adesso sí.»
Harry voleva baciarla. Assaporare tutto il suo sapore. La sua bontà e la sua dolcezza. Ma non poteva. Non lì, non in quel momento.
Kathleen assaporò il suo buonissimo profumo, il più buono al mondo. I capelli verde smeraldo e rosa pastello. Il suo posto era tra le braccia di Harry.
Non la lasciò andare facilmente. Respinse tutti quelli che provavano a portargliela via. Kathleen ridacchiò e con un piccolo e invisibile bacio sul collo ritornò con i piedi per terra. Non voleva separarsi da lui, ma aveva un urgente bisogno di stendersi. Harry rabbrividí al suo tocco e allentò la presa lasciandola andare.
<<Non mi capita tutti i giorni di curare ragazze che ritornano dall'aldilà>> disse Madame Pomfrey porgendole una fialetta.
<<Non sono stata nell'aldilà>> disse Kathleen. <<Che cos'è?>>
<<Vitamine>> rispose Madame Pomfrey. <<Hai bisogno di energie.>>
Kathleen portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardò la fialetta.
<<L'abbiamo presa anche noi, non è poi così male>> disse Ron.
<<Voi due dovreste essere a letto, cosa ci fate in piedi? Forza andate a stendervi!>> ordinò Madame Pomprey. <<Ragazzo, aiutalo a stendersi, per favore>> disse a Neville.
<<Mi sa che ha bisogno anche lui di altre vitamine>> osservò Ron guardando l'amico riacquistare pian piano colore.
Neville annuì e prese Ron per il braccio portandolo sul letto. Hermione fu aiutata da Madame Pomfrey. I vassoi si posarono sulle loro gambe.
<<Mangiate, ora ne preparo un pó anche a te.>> E dicendo questo scomparve dietro una porta.
Ron esaminò la minestra nel piatto con la testa di lato. Kathleen buttò la testa all'indietro chiudendo gli occhi.
<<Non puoi darmi un pó di cioccolata?>>
<<Devi prima rimetterti in sesto e poi potrai mangiare la cioccolata>> ribatté Nymphadora.
<<Ma se sto benissimo!>> replicò Kathleen. <<Potrei correre una maratona.>>
<<Non voglio sentire la parola correre per almeno un mese>> affermò James.
<<Io non voglio correre per almeno un mese>> disse Sirius.
<<Cosa è successo?>> domandò Kathleen.
James e Sirius guardarono Harry che guardò Kathleen che si voltò verso di lui. Socchiuse gli occhi e lo studiò.
<<Nulla>> rispose Harry.
<<Sicuro?>>
Lui annuì.
L'amore che Harry provava per Kathleen era cosí forte da spingerlo a fare gesti impensabili e folli. Aveva capito a pieno le parole di quella frase.
![](https://img.wattpad.com/cover/323086311-288-k574166.jpg)
STAI LEGGENDO
ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀ
Fanfiction⚠︎ғᴀᴄᴄɪᴏ ᴄʜɪᴀʀᴇᴢᴢᴀ⚠︎ • 𝗜 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗝.𝗞. 𝗥𝗼𝘄𝗹𝗶𝗻𝗴, 𝘁𝗿𝗮𝗻𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗺𝗲. 𝗔𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯...