꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝙵𝙸𝚅𝙴 • 𝚅꧂

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16 settembre 1996
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts


<<Pallini Acidi!>>
Il gargoyle di pietra prese a girare. Kathleen balzò sul primo gradino comparso e si lasciò trasportare verso la grande porta in quercia scura. Si fermò sul pianerottolo e un pizzicchio alla cicatrice la fece trasalire. Si massaggiò il collo e bussò.
<<Avanti!>> disse la voce di Silente da dentro la stanza.
Kathleen strinse la maniglia e aprí la porta.
<<Buonasera, signore>> salutò educatamente, dopo aver chiuso la porta.
<<Buonasera, Kathleen>> le sorrise Silente. <<Come stai?>>
<<Bene, signore>> rispose abbozzando un sorriso.
Lo sguardo si posò su una figura in piedi di fianco a Silente. Vestito di nero com'era, non era facile notarlo, ma la cicatrice di Kathleen se ne accorse subito.
<<Professore, buonasera>> disse Kathleen voltandosi completamente verso Piton, che rimase immobile.
Kathleen strinse le labbra ed evitò di guardarlo, portando tutta la sua attenzione all'uomo seduto al centro della scrivania.
<<Siediti, Kathleen, non voglio parlare mentre sei scomoda>> disse Silente.
Kathleen con un cenno del capo andò a sedersi di fronte al Preside. Mise le mani sulle ginocchia, allungando la gonna per coprirle le gambe il più possibile. Si bagnò le labbra e poi si morse il labbro inferiore per soffocare il pizzicchio dovuto dallo sguardo indagatore di Piton su di lei. Kathleen iniziò a farsi un'idea su chi l'avesse aiutata a controllare il suo nuovo potere e sperava di sbagliarsi.
<<So di starti sottraendo da una serata tranquilla con i tuoi amici, ma credo che tu sia ben consapevole del perché sei qui.>>
Kathleen annuì.
<<Il tuo è un potere nuovo. Si può definire l'opposto di quello di un'Oscuriale.>>
Kathleen trattenne il fiato e i capelli si tinsero di viola.
<<Voglio essere chiaro, tu non sei un'Oscuriale. È un potere ignoto, mai visto prima ed è giusto capire se sia pericoloso oppure no. Quando dico pericoloso, intendo capire se possa essere pericoloso anche per te. L'ultima cosa che voglio è che possa accaderti qualcosa di male. Perché devo dirti, a malincuore, che se non controllato, forse, questo potere, potrebbe ucciderti lentamente.>>
Kathleen rimase a fissare il Preside immobile. Si sentiva così sbagliata. Fuori luogo. Pericolosa. Il cuore batteva all'impazzata. Si pizzicò il polso. C'era il rischio di morire. Sarebbe potuta morire nel tentativo di controllarlo.
<<I miei genitori...>> disse Kathleen con un filo di voce. <<I miei genitori ne sono a conoscenza?>>
Silente annuì. Kathleen abbassò il capo e si pizzicò più forte. Lasciò quando non riescí a sopportare il dolore.
<<So che non è una notizia...>>
<<Per niente>> disse Kathleen. <<Forse è bene che lo sappiano... che io sappia...>>
Si bagnò le labbra e declutí a vuoto.
<<Non mi importa se mi farà del male>> esordí. <<Non mi importa se mi ucciderà lentamente, quello che voglio è non fare del male a quelli che voglio bene. Io voglio controllarlo, imparare ad evocarlo, per difendere gli altri e me stessa.>>
<<Il professor Piton è qui per questo>> disse Silente indicandolo con la mano. <<In quanto professore di Difesa Contro le Arti Oscure, é la persona più adatta a insegnarti.>>
Kathleen guardò Piton. Non si era mosso. Era immobile con le mani congiunte a stringere la bacchetta. I capelli lunghi e neri e l'espressione impenetrabile sul volto. Kathleen lo guardò negli occhi. Piton non abbassò lo sguardo. Le orecchie di Kathleen presero a fischiare, il cuore ad accettare e la testa a farsi pesante.
Immagini confuse.
Pioggia, un salotto, tre figure, voci ovattate, un uomo e una donna in piedi uno di fronte all'altra. Una risata. Gelida, folle, squillante.
"Voto..."
Di nuovo. Quella voce. Bassa, fredda. Un sussurro.
Kathleen ritornò nell'ufficio di Silente. Era affannata come se avesse corso per chilometri e chilometri senza sosta.
Piton trasalí. Come se fosse stato spinto da qualcuno, quasi perse l'equilibrio. La guardò. L'espressione sorpresa e confusa, ben visibile questa volta.
Kathleen declutí della saliva e smise di guardarlo. Le mani sulle ginocchia presero a tremare frettolosamente. Abbassò lo sguardo su esse, poi lo alzò su Silente che la guardava.
<<Stai bene, Kathleen?>> domandò Silente.
<<Io... s-sí... sto bene...>> balbettò. <<Un giramento di testa... adesso passa...>>
Prese dei respiri profondi e con mano tremante mise una ciocca di capelli, neri come la pece, dietro all'orecchio.
<<Succede quasi sempre...>> confessò. <<Forse è dovuto a quello che ho dentro...>>
<<Per questo ti chiedo di imparare a padroneggiarlo. So che ne sei in grado>> disse Silente.
<<Lo spero anche io, signore>> ammise Kathleen.
<<Ho fiducia in te, Kathleen>> disse Silente. <<So che non mi deluderai e che farai del tuo meglio.>>
Kathleen declutí una seconda volta e poi annuì.
<<Ora, sta a voi decidere quando iniziare>> affermò Silente.
<<Credo che debba essere il professor Piton a scegliere, a me va bene tutto>> disse Kathleen guardando Silente.
Piton la guardò. Kathleen lo studiò con la coda dell'occhio, poi voltò il viso verso di lui. Ignorò il bruciare della cicatrice e aspettò una sua risposta.
<<Sabato alle nove di sera nel mio ufficio>> stabilí Piton.
<<Va bene per te?>> chiese Silente al suo posto.
<<Certamente>> rispose Kathleen. <<Prima iniziamo, meglio è.>>
<<L'unica cosa che mi dispiace è la tua cicatrice>> ammise Silente.
<<Resisterò>> promise Kathleen. <<Ho imparato a ignorare il dolore.>>
Silente la guardò senza dire nulla. Gli occhi azzurri dietro gli occhiali a mezzaluna studiavano la cicatrice e il volto bello, giovane e pieno di vita di Kathleen. Sembrava che stesse pensando a qualcosa. Un dolce sorriso gli curvo le labbra.
<<Molto bene, allora>> esordí Silente.
Kathleen voleva parlargli dello strano sogno che le torturava il sonno. Capire se avesse un significato o se fosse anche quello un ricordo. Ma non disse nulla.
<<Ti lascio andare, allora, i tuoi amici ti staranno aspettando.>>
Kathleen si alzò e sistemò la gonna.
<<Buonanotte, signori.>>
<<Buonanotte, Kathleen>> rispose Silente.
Kathleen si avviò alla porta e posò la mano sulla maniglia. Una risata folle le esplose in testa. Ancora immagini confuse. Vide una luce verde e poi di nuovo la porta. Il cuore le batteva forte. Abbassò la maniglia e andò via, chiudendo la porta dietro di sé. Kathleen strinse il ciondolo e il bracciale con l'H forgiata sopra e respirò profondamente. La gola era secca. Aveva bisogno di acqua.
Scese le scale del gargoyle e si avviò per i corridoi verso la sala comune di Grifondoro.
<<Leone!>> disse alla Signora Grassa.
<<Ti senti bene? Sei bianca come il mio vestito.>>
<<Sto benissimo.>>
<<Se lo dici tu>> sospirò la Signora Grassa, facendo scattare in avanti il quadro.
<<Grazie...>>
Kathleen entrò. Vide i suoi amici vicino al camino a parlottare tra loro.
<<Ehi, Kat!>> esclamò Ron alzando una mano, facendo segno.
Harry alzò la testa dal libro del Principe Mezzosangue e la guardò. Si alzò in piedi. Kathleen fece finta di non vederli e si avviò verso le scale del dormitorio femminile. Harry la guardò andare via, con le sopracciglia aggrottate. Perché li aveva ignorati?
Hermione la seguí.
<<Falla scendere dopo, va bene?>> disse Harry a gran voce.
Hermione senza voltarsi alzò un pollice. Harry sospirò e tornò a sedersi.
<<Lo detto io che devono scrivere un manuale sul linguaggio femminile>> commentò Ron con la testa voltata verso le scale.
<<Fammi sapere quando lo pubblicano, può essere utile anche a me>> fece Neville di fianco a lui.
Hermione chiuse la porta del dormitorio e guardò la toga di Kathleen buttata sul letto.
<<Tutto bene, Kat?>>
<<Sì, alla grande>> rispose lei da dietro le tende del letto.
<<Cosa stai facendo?>>
<<Metto qualcosa di comodo e di più leggero, sto soffocando.>>
<<Hai caldo?>>
<<Tu no?>> disse Kathleen aprendo le tende.
Indossava un pantalone della tuta e una maglietta a maniche corte con la stampa delle fasi lunari che correvano lungo il seno. L'aveva comprata quell'estate.
<<Harry mi ha chiesto di farti scendere quando avessi fatto>> la informò Hermione.
<<Vuole sapere cosa mi ha detto Silente, come anche voi tre, lo so>> disse Kathleen mentre si allacciava le scarpe. <<Stavo per farlo lo stesso.>> Si alzò e si sedette alla scrivania. Prese delle pergamene, inchiostro e penna d'oca e iniziò a scrivere. Hermione si sedette sul letto e aspettò.
La penna d'oca rimase a un palmo dalla pergamena. Come doveva iniziare? Doveva arrivare diritto al punto? Tiro un sospiro.

ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora