5 aprile 1997
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Erano passate due settimane.
Harry si era recato nell'ufficio di Silente come ogni volta che riceveva un biglietto. E come ogni volta, dopo il loro incontro, Harry raccontava tutto ai suoi amici. Quella volta Silente mostrò due ricordi ad Harry: il primo di un'elfa chiamata Hokey. Il ricordo mostrava un Tom Riddle appena diplomato che lavorava da Magie Sinistre. Voldemort si era recato a casa della padrona di Hokey, la signora Hephzibah, per uno scambio commerciale. Hephzibah gli aveva mostrato due oggetti appartenenti a due fondatori di Hogwarts: la coppa di Tassorosso e il medaglione di Serpeverde. Inutile dire, che gli occhi di Voldemort brillarono alla vista del medaglione. Il ricordo finiva in questo modo. La signora Hephzibah fu trovata morta e l'elfa fu arrestata per aver avvelato di proposito la sua padrona. Silente però, contrario, spiegò ad Harry la realtà dei fatti: Voldemort aveva ucciso la donna, preso i due oggetti e modificato la mente dell'elfa, per poi scomparire per anni.
Il sangue dei quattro si gelò alla rivelazione. Aveva appena diciotto anni ed era già così spietato.
Il secondo ricordo, apparteneva a Silente: Voldemort, qualche anno dopo, si recò ad Hogwarts, chiedendo a Silente, neopreside, la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. Silente, ovviamente, non accettò. Voldemort aveva già creato la sua cerchia di Mangiamorte e aveva la piccola fame di essere cattivo. Assumerlo come insegnate avrebbe significato portare il male all'interno le mura di Hogwarts e di influenzare i giovani sulla strada sbagliata.
Oltre a queste rivelazioni le due settimane passarono normalmente, tra lezioni, ore buca senza fare niente, altre dove recuperavano i compiti.
Kathleen era raggiante come prima, o quasi. Le lezioni, diventavano sempre più stancanti e lei non riusciva più a concentrarsi per colpa della voce di Harry che ogni tanto la sua coscienza si divertiva a farle sentire. Kathleen dopo ogni lezione tornava tremante, pallida e bollente. Tossiva in continuazione e aveva continui mal di testa. Odiava sentirsi così debole.
<<Non ci siamo>> esordì Piton abbassando la bacchetta.
Kathleen aprí i pugni. Lo scudo si ritirò e si fece indietro appoggiando una mano sull'addome. Tossí per la milionesima volta.
<<Possiamo... possiamo... fare una pausa, per favore?>> gli chiese reggendosi al tavolo.
Andava avanti da due ore ormai. Non aveva neanche il tempo di riprendere fiato che Piton le rilanciava un altro incantesimo.
<<Se sei in un duello chiedi al Mangiamorte di fare una pausa?>> disse Piton.
<<Non è quello che sto facendo?>>
Kathleen si pentí subito di averlo detto.
Piton dilatò le narici e la guardò. La cicatrice pizzicò, Kathleen si portò una mano su essa e contorse il viso in una smorfia di dolore.
<<Da quando parli a sproposito?>>
<<Da un bel po'.>>
Sentiva lo sguardo di Piton farsi più intenso su di lei. Fece un passo avanti e le gambe di Kathleen cedettero. Bruciava da morire. Strinse i denti e il pugno destro.
<<Se davanti a te si trovasse Bellatrix, questo è l'unica cosa che faresti?>> la canzolò. <<Accasciarti come un sacco di patate e piangere? Pregandola di smettere?>>
Kathleen non si accorse di star piangendo. Le lacrime erano uscite da sole, senza il suo permesso. Non riusciva nemmeno a controllare il suo corpo.
<<Ti stai mostrando debole, solo perché ho lo sguardo fisso su di te>> disse con un tono di voce più alto. <<Sei debole se non reagisci!>> esordí alzando ancora la voce.
Ormai si era fermato. Kathleen era a terra con le gambe al petto una mano sul lato sinistro del collo e l'altra stretta in un pugno poggiato sulla pietra fredda e dura del pavimento.
<<Sei davvero debole come pensavo.>>
<<Non - sono - debole!>> disse a denti stretti lei. <<Non sono debole!>>
<<Dimostralo! Combatti!>>
Kathleen si ritrovò catapultata indietro nel tempo. L'estate precedente, nell'Ufficio Misteri a combattere contro Bellatrix nella stanza delle profezie. Le aveva dato della debole e l'aveva quasi uccisa, senza pentimento e paura. Lei amava torturare le persone e se poi le uccideva si sentiva ancora più potente.
Ritornò nell'ufficio di Piton e lo guardò negli occhi. Incontrò gli occhi neri privi di emozione, come sempre. Lo guardò intensamente, come lui stava facendo con lei. Sentí la cicatrice battere forte. Voleva uscire. Voleva proteggerla. Kathleen invece, voleva far capire all'uomo che aveva davanti, che si sbagliava. Piton fece un passo indietro e contorse le labbra. Lanciò un'occhiata all'avambraccio, poi tornò a guardarla. Kathleen, dolorante, sostenne lo sguardo. La cicatrice aumentò il suo battito. Kathleen si lanciò andare. Tolse la mano dal collo e lo liberò.
Il pavimento tremò e la solita abbagliante luce bianca illuminò la stanza. Lo scudo spinse via Piton, che cadde sul pavimento. Kathleen si alzò lentamente. Declutí della saliva e lo guardò. Strinse i pugni e alzò il mento.
'Quello debole, sei tu!'
Piton la sentí chiaramente. Scattò in piedi e le puntò contro la bacchetta. Mosse il polso e da essa, come una frusta, uscì una luce rossa. La luce bianca la rissicchiò. Piton continuò a colpirla. Kathleen non seppe dire per quanto tempo rimase in piedi, con i pugni stretti e lo sguardo impassibile mentre guardava Piton, lanciarle in continuazione incantesimi diversi.
All'improvviso dopo minuti o forse anche ore, vide una luce verde saettare contro di lei. Kathleen chiuse gli occhi. Sentí solo un'esplosione. Il pavimento tremò di nuovo, ricevendo una scossa più forte della precedente. Lo scudo si fece più forte, luminoso e grande. Piton indietreggiò, ancora una volta.
La presa dei pugni si allentò. Kathleen cadde sul pavimento, con gli occhi chiusi. Batté la testa contro la pietra e non si mosse più. Piton si alzò e si avvicinò alla ragazza. Un colpo di tosse le lasciò le labbra e vide la fronte corrugarsi. Kathleen si portò una mano sulla cicatrice e un'altra sull'addome.
<<Per oggi può bastare>> stabilì Piton, guardandola attentamente.
Kathleen aprí gli occhi e tossí di nuovo. Facendo una smorfia di dolore si mise a sedere e riprese fiato. Declutí della saliva per via della gola secca e si passò una mano tra i capelli. Si aggrappò al tavolo e si alzò, lentamente. Le gambe facevano fatica a tenerla. Prese la bacchetta sul piano di legno e la strinse nel pugno. I palmi erano sanguinanti per via dei solchi che si era creata. Non ci badò. Sentiva il cuore accelerato. Si diresse alla porta, reggendosi agli scaffali. Piton, non le diede una mano. Lei non voleva il suo aiuto. Aprí la porta ed uscì, chiudendosela alle spalle. Appoggiò la testa contro il legno e prese dei respiri regolari. Aveva il fiato corto, pensava di poter morire da un momento all'altro. Il corridoio era una trottola. La cicatrice pizzicava, a causa della vicinanza dell'ufficio. Mise un piede davanti all'altro e si avviò. I corridoi erano buoi e vuoti. Le lanterne illuminavano il giusto. Guardò le scale. Non aveva voglia di salirle, non aveva le forze. Sospirò e salí i gradini in marmo. Non avrebbe chiesto aiuto a nessuno. Si reggeva al corrimano come fosse cosa vitale e aspettò che le scale si fermassero. Salí gli ultimi tre gradini e poi raggiunse la prossima rampa. Guardò all'insù. Non era nemmeno al terzo piano e doveva arrivare al settimo. Perché non poteva Smateriallizzarsi e basta? Imprecò mentalmente e insultò Piton. Era da mesi che andava avanti e perché più faceva progressi più si sentiva morire? Non doveva essere il contrario? Arrivò al quinto piano, mentre insultava Piton e i piani di Hogwarts. Amava Hogwarts con tutta sé stessa, ma c'erano troppe scale.
Al sesto piano si fermò per riprendere fiato. Era davvero enorme il castello, se ne rese conto solo in quel momento.
<<Tutto bene, fanciulla?>>
Kathleen sobalzò. Il fantasma di Grifondoro fluttuava davanti a lei.
<<Sì, sir Nickolas, tutto bene.>>
<<Mi permetta di dirle che il fantasma tra i due sembra lei non io.>>
<<Posso immaginare. Non le ruberò il posto>> disse abbozzando un sorriso.
L'addome le fece male e si pentí.
<<Mi corregga se sbaglio>> disse il fantasma. <<Lei è Kathleen Lupin, la Ragazza-Che-È-Tornata-Dal-Regno-Dei-Morti, non è così?>>
<<Le svelo un segreto, signore>> disse Kathleen abbassando la voce.
Il fantasma, curioso, si avvicinò a lei.
<<Non sono mai stata nel Regno dei Morti.>> Kathleen si fece indietro e portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <<Nessuno può tornare dal Regno dei Morti in carne e ossa, sa cosa intendo?>>
Il fantasma si guardò, poi riposò lo sguardo su di lei. <<So benissimo cosa intente, signorina.>>
Kathleen fece un sorriso soddisfatto.
<<Il signor Potter, la sta cercando.>>
Il sorriso scomparve di colpo.
<<Mi sono offerto di avvertirlo in caso... come ha detto? Ah, sí, in caso di pericolo.>>
<<Lui le ha detto di fare cosa?>>
<<Di cercarvi e di avvertirlo se lei fosse in pericolo. Che nobile cavaliere che è!>> esclamò. <<Il suo stato è uno stato di pericolo?>>
<<Io... no. No, sto bene.>>
<<Ottimo, vado ad avvertirlo, allora!>>
E prima che potesse fare o dire qualcosa, il fantasma attraversò un muro e scomparve. Kathleen rimase immobile, sulla scala che la portò al settimo piano a realizzare il tutto.
Harry aveva chiesto a un fantasma di andare a cercarla, di avvertirlo se lei fosse stata in pericolo. Il petto di Kathleen si scladò e arrossí, sorridendo al nulla. I capelli si tinsero di verde smeraldo mentre metteva piede al settimo piano. Lo stomaco era pieno di farfalle e la serata sembrava aver preso un'ottima svolta.
<<Ci sono quasi riuscito, smettila di frignare, Crabbe!>>
Kathleen si scontrò contro qualcuno.
La cicatrice pizziccò. Un forte odore di menta le inondò le narici. I capelli si tinsero di nero. Fece un passo indietro e guardò Draco Malfoy accompagnato da una ragazza e da Goyle. Malfoy fece un passo indietro e la guardò attento.
<<Guarda dove vai, traditrice!>>
<<Sei tu che mi sei venuto addosso, idiota!>>
Goyle e la ragazza fecero un passo avanti. La ragazza assunse un portamento sicuro e possente, lo stesso che assumeva Crabbe, prima di fare a botte.
<<Metti a cuccia i tuoi cagnolini, non ti faccio niente.>>
<<Non ho paura di te!>> replicò Malfoy.
<<Il tuo cuore la dice diversamente>> disse Kathleen calma.
Sentiva il cuore del ragazzo, forte, batteva contro la gabbia toracica come se volesse uscire.
<<Di cosa stai parlando?>>
<<Il tuo cuore batte forte, hai paura.>>
<<Io non ho paura!>>
Ancora, i due fecero un passo avanti.
Kathleen guardò la ragazza. Era alta, una corporatura troppo robusta per lei. I capelli erano biondi. Curvò la testa di lato.
<<Cosa ci fate voi di Serpeverde al settimo piano?>> domandò guardando il ragazzo biondo al centro.
La cicatrice faceva male sí, ma era così delicato il dolore che quasi non lo percepiva. Perché il dolore cambiava di intensità con ogni Mangiamorte?
<<Non sono affari che ti riguardano, bestiaccia!>>
Kathleen alzò un sopracciglio e fece un passo avanti. I due la circondarono. Kathleen guardò di nuovo la ragazza.
<<State insieme?>>
La ragazza arrossí. Kathleen le guardò i capelli, stavano diventando scuri.
Sentí il battito accelerato. Aveva paura.
<<Congratulazioni, cuginetto, hai trovato qualcuno che non pensi che tu sia un grandissimo stronzo. Congratulazioni a entrambi!>>
Malfoy le premette una mano contro la bocca e la spinse fino al muro. Premette il suo corpo contro quello di Kathleen e la guardò in cagnesco. La vicinanza fece sfiorare i nasi. Kathleen si irrigidí. Malfoy la guardò negli occhi, Kathleen volle reagire, ma non ci riuscì. Lo sguardo si fece più duro e intenso. La cicatrice prese a bruciare più forte. Kathleen chiuse gli occhi. Malfoy aveva una presa salda e non l'avrebbe lasciata andare facilmente.
<<Stammi bene a sentire>> sibilò. <<Tu e il tuo fidanzatino farete bene a stare alla larga da me, hai capito, Mezzosangue?>>
Kathleen aprí gli occhi e lì puntò in quelli grigi di Malfoy.
'Fossi in te mi toglierei, capito, Draco?'
Lui la guardò, poi si fece indietro emettendo un lamento di dolore. Si guardò il corpo e poi la mano. Kathleen si pulí la bocca con il dorso della mano e lo guardò con i capelli neri e i pugni stretti. Goyle e la ragazza la guardarono, poi fecero un passo indietro. Kathleen socchiuse gli occhi e si concentrò di nuovo sulla ragazza. Ora aveva i capelli neri.
La guardò andare via al seguito di Malfoy e Goyle. I capelli da dietro erano corti, in un taglio maschile.
Kathleen capí. Doveva dirlo ad Harry.
Corse lungo i corridoi del settimo piano, con il fiatone, gambe e addome doloranti. Tossí un paio di volte e arrivò davanti al quadro della sala comune di Grifondoro. Svegliò la Signora Grassa e disse la parola d'ordine. Sfrecciò dentro.
<<Harry!>> gridò. <<Harry!>>
Kathleen svoltò l'angolo e lo vide in piedi, allarmato. Si piegò in due e riprese fiato dopo la corsa. Harry le corse incontro.
<<Stai bene?>>
Kathleen annuì e si rimise in piedi. Harry l'aiuto a sorregersi.
<<Siediti.>>
<<No, sto bene>> ribatté Kathleen.
Harry sbuffò e la prese come se fosse una sposa.
<<Cosa stai...?>> Lo vide avvicinarsi a una poltrona e cominciò a calciere l'aria. <<Harry, mettimi giù! Harry!>>
«Dillo più forte.»
Kathleen avvampò.
«Cosa vuoi da me?»
Harry chiuse il contatto e si sedette sulla poltrona, di poco prima. Kathleen era seduta sulle sue gambe. Aveva la schiena contro il suo petto e sentiva il suo buon profumo. Tentò di scappare ma Harry la tenne ferma. Le avvolse le braccia intorno alla vita e congiuse le mani sul grembo di lei, per poi incrociare le caviglie. Kathleen andò per alzarsi ma Harry la teneva ferma e salda a sé. Kathleen ci riprovò, trasportandosi Harry dietro, che si risedette senza troppi problemi.
<<Rilassati.>>
<<Un corno!>> sbottò lei, riprovandoci.
Allungò una mano verso i tre, ma non l'aiutarono. Harry alzò gli occhi al cielo e premette le mani sul suo grembo. Kathleen sobalzò.
<<Grazie per l'aiuto, siete i migliori.>>
Ron e Neville fecero spallucce, Hermione sorrise.
<<Perché sei così tesa?>> chiese Harry appoggiando la testa sulla sua spalla.
Kathleen utilizzò tutto il suo autocontrollo. Si morse il labbro inferiore e trattenne il fiato.
Faceva troppo caldo in sala comune.
Perché si comportava in quel modo?
Sentiva qualcosa sotto di lei, qualcosa di fastidioso e grande. Da quando Harry portava la bacchetta in tasca? Si sistemò e lo sentí irrigidirsi. Era piacevole. Kathleen sentiva il petto di Harry contro la sua schiena e il suo buon profumo.
Harry la teneva ferma, senza insistenza. Le mani erano congiunte sul grembo senza alcuna cattiva intenzione. Voleva solo farla sentire a suo agio. Il corpo di lei si univa perfettamente a quello di lui, formandone uno solo. Kathleen, però, era un rigida. Non posava il suo completo peso su Harry e lui sapeva perché e sospirò.
«Sei una piuma, smettila di essere tesa.»
Premette leggermente contro la sua gamba e le percepí a pieno. Ora, aveva una mano sul grembo di lei e un braccio che le avvolgeva le cosce. Kathleen stava morendo di caldo.
Harry sorrise quando la vide bagnarsi le labbra. Se solo avesse potuto dirle cosa gli stava provocando. Il cuore a mille, lo stomaco si divertiva a girare e qualcos'altro di eccitante, premeva contro di lui. Forse lo percepiva anche lei.
<<Come mai sei rimasta un'ora in più?>> le domandò. <<Mi sono preoccupato e ho mandato sir Nickolas a cercarti.>>
Kathleen si immobilizzò sentendo la voce di Harry a un millimetro dal suo orecchio. Voleva scappare. Andare il più lontano possibile e urlare. Non seppe nemmeno lei dove trovò la voce per parlare.
<<So che hai mandato sir Nickolas a cercarmi>> disse Kathleen. <<In caso di pericolo, sei serio?>>
<<È di Pivellus che stiamo parlando, non si sa mai>> replicò Harry.
Le toccò la fronte e poi le guance. Kathleen contorse il viso in una smorfia.
<<Sei bollente. Hermione, puoi controllare se non ha la febbre?>>
Kathleen avvampò ancora, quando Harry le toccò il collo.
<<Non ho la febbre>> ribatté Kathleen. <<Sto bene.>>
Harry la guardò per un momento. <<E, allora, perché scotti?>>
Come glielo diceva che era colpa sua e della posizione in cui era?
<<Lo scudo>> inventò. <<Anche l'altra volta è successo, ricordi?>>
Hermione si avvicinò a Kathleen e le prese le mani. Kathleen chiuse gli occhi. Perché non la lasciavano in pace? Non sapevano cosa poteva accaderle, ma si comportavano come se ne fossero a conoscenza. Era fastidioso. Odiava essere al centro dell'attenzione, sapeva cavarsela da sola.
<<Non va bene... non va affatto bene.>>
Hermione scosse la testa riccia contrariata e preoccupata. Kathleen ritirò le mani e le mise sulle ginocchia. Harry le prese e le guardò i palmi, Kathleen sospirò. Colava del liquido scarlatto da dei solchi, dove conficcava le unghie. Si morse il labbro inferiore e guardò il muro rosso. Harry le lasciò le mani e la guardò.
<<Perché non indossi dei guanti?>> disse Ron. <<Così eviti di arrivare a questo o peggio. Posso prestarti l'altro mio paio...>>
<<No, grazie>> lo interruppe Kathleen. <<Devo farlo. Il dolore aumenta la concentrazione.>>
<<Chi l'ha detta questa stronzata?>> sbottò Harry.
<<Io>> rispose Kathleen piatta. <<Perché sono io quella che deve concentrarsi, mentre un qualsiasi Mangiamorte, può lanciarle l'Anatema che Uccide.>>
<<Ma non puoi continuare così!>> esclamò Neville.
Kathleen sospirò. <<Mi fa piacere che vi preoccupiate per me, ma me la so cavare da sola. Nessuno di voi deve aiutarmi.>>
I quattro la guardarono preoccupati.
<<Dopo tutto questo bel teatrino>> esordì cambiando discorso, <<devo dirvi una cosa che ho scoperto. Riguarda Draco Malfoy.>>
I quattro si misero sull'attenti. Kathleen proseguí: <<Ho incontrato Malfoy, al settimo piano...>>
<<Ti ha fatto qualcosa?>> chiese subito Harry.
<<No>> rispose Kathleen. <<Non interrompermi, per favore.>>
Harry le strinse una coscia. Kathleen trattenne il respiro. Doveva mantenere la lucidità.
<<Come stavo dicendo... C'erano anche Crabbe e Goyle. Gli sono andata addosso mentre se la prendeva con Crabbe...>>
<<Ti ha toccata?>>
<<Ho detto non interrompermi!>>
<<Rispondi!>>
<<Gli sono andata addosso, sono stata io a toccare lui>> disse Kathleen spazientita.
Perché si comportava in quel modo? Era teso e infastidito, sotto di lei.
<<Ma ti sei allontanata, vero?>>
<<No, l'ho baciato>> fece Kathleen, sarcastica.
Harry si irrigidí. Strinse la presa sulla coscia e sull'addome. Il respiro di Kathleen si mozzò.
<<Merda...>> commentò Ron.
Neville passò lo sguardo da uno all'altra.
<<Sta scherzando>> intervenne Hermione.
Kathleen annuì, guardando Harry.
<<Non ho baciato Malfoy>> mise in chiaro. <<Mi sono allontanata subito.>>
Perché doveva dirlo se era ovvio? Harry non aveva alcuna scusa per scacciarla solo perché non aveva colto il suo sarcasmo. Quel ragazzo era strano. Kathleen non lo capiva. E poi si lamentavano delle ragazze. Il vero problema erano i ragazzi.
<<Vai avanti>> la incintò Hermione.
Kathleen smise di guardare Harry che aveva serrato la mascella.
Solo immaginare Kathleen e Malfoy, insieme da soli, per giunta a baciarsi era un altro tipo di dolore. Bruciava tra le fiamme della gelosia. Le labbra di Kathleen non erano adatte per le labbra di tutti ed Harry era il solo che poteva. Harry bramava Kathleen. Voleva baciarla ogni giorno di più. Era affamato di lei e non veniva saziato da quella notte di fine novembre. Troppo tempo, come era riuscito a sopravvivere?
<<Era in compagnia di una ragazza e di Goyle>> disse Kathleen, portandolo alla realtà.
Mosse la mano sulla sua coscia, in un massaggio rilassante e le fissò le labbra schiuse.
Cosa diavolo stava facendo? Kathleen stava per arrivare al culmine. Si diede un contegno e si mostrò indifferente dal tocco. Infondo, a lui non piaceva. Quel gesto era solo un gesto di amicizia. Ma diamine, quanto avrebbe voluto che fosse per molto di più.
<<Ho sentito che se la prendeva con Crabbe...>>
<<Aspetta, aspetta!>> la interruppe Neville. <<Non hai detto che era insieme a una ragazza e a Goyle?>>
Hermione la guardò, Harry si interessò e il movimento divenne più lento.
<<La Pozione Polisucco ti dice qualcosa?>> fece Kathleen, ovvia.
<<Non ho capito>> disse Ron. <<C'era o non c'era Crabbe con loro?>>
<<Sí, che c'era, ma aveva bevuto la Pozione Polisucco per assumere le sembianze di una ragazza>> spiegò Kathleen.
<<Scherzi?>>
Kathleen scosse la testa. <<I capelli sono cambiati davanti a me. Prima erano biondi, poi neri, infine, la corporatura, stava ritornando ad essere possente come quella di un ragazzo.>>
<<Per Godric...>> borbottò Neville, sconvolto, nel silenzio totale.
Pop.
Kathleen sobalzò e strinse la mano di Harry.
<<Dobby!>> esclamò Harry.
<<Buona sera, Harry Potter, signore!>> salutò l'elfo, facendo un inchino. <<Buona sera, signori.>>
<<Ehi, Dobby!>> salutarono i due ragazzi.
<<Ciao, Dobby>> dissero le due ragazze.
<<Come stai?>> chiese Hermione.
<<Molto bene, signorina>> rispose l'elfo contento. <<Dobby è venuto a informare Harry Potter, come promesso.>>
Harry strinse Kathleen dalla contentezza. Appoggiò la testa sulla sua spalla e guardò Dobby.
<<Cosa hai scoperto?>>
<<Il signorino Malfoy è sospetto. Lascia molto spesso la sala comune di Serpeverde per venire qui al settimo piano, insieme a due ragazzi.>>
<<Crabbe e Goyle?>> chiese Kathleen.
<<Sí, signorina!>> confermò Dobby.
<<Il signorino costrinse entrambi a bere un pó di Pozione Polisucco e diventare delle ragazze.>>
Kathleen batté le mani, ma si pentí subito. Iniziarono a formicolare e a sanguinare di più. Le posò sulle ginocchia e guardò l'elfo che proseguí: <<I due ragazzi non sono molto contenti. Si sono ribellati un paio di volte, ma, il signorino, li ha messi a tacere mostrando il...>> Dobby lasciò la frase a metà. Un velo di paura gli coprí gli occhioni.
<<Miseriaccia!>> esclamò Ron. <<È matto.>>
<<Bellatrix vive con lui>> disse Kathleen. Non si capí se fosse sarcastica o fosse seria.
<<Cosa fanno al settimo piano?>> chiese Harry curioso.
Prese le mani di Kathleen e passò i pollici sui dorsi. Kathleen sentí la sua vocina interiore urlare di gioia.
<<Dobby ha visto il signorino Malfoy entrare nella Stanza delle Necessità, mentre i due ragazzi restavano di fuori a fare la guardia.>>
<<Lo sapevo!>> esclamò Harry, vittorioso. <<Lo sapevo!>>
Batté le mani sulla testa di Kathleen, che si voltò verso di lui.
<<Calma l'euforia, non sappiamo cosa ci sia nella Stanza quando lui va lì.>>
<<L'oggetto dietro all'armadio, Moony>> disse Harry guardandola negli occhi.
Kathleen si perse nel bosco di smeraldi, come sempre. Nella penombra gli occhi di Harry brillavano. Erano un faro in un mare oscuro e tenebroso.
Kathleen non mi piace. E mai mi piacerà!
Distolse lo sguardo. Una fitta al petto. Guardò il pavimento e si irrigidí. Doveva smettere di credere che ci fosse una possibilità. Tutte quelle attenzioni erano gesti semplici che un caro amico compiva per il bene dell'altro. Nulla di più.
<<Dobby non sa cosa c'è dentro la Stanza, non può entrare>> disse Dobby un pó mortificato.
<<Non importa, Dobby, hai fatto molto. Grazie>> disse Harry, facendogli un piccolo sorriso.
<<Dobby continuerà con il suo compito>> affermò l'elfo.
Harry annuì. <<Riesci a procurati del disinfettante e delle bende?>>
Kathleen alzò gli occhi e guardò Hermione, che aveva posato lo sguardo su di lei. Kathleen la pregò di contraddirlo mentalmente, ma Hermione fece finta di non capire il suo linguaggio muto.
<<Ottima idea, Harry>> disse guardando il ragazzo dietro di lei. <<Kat, hai bisogno di disinfettare le ferite o prenderai un'infezione.>>
<<Non mi importa>> replicò lei.
<<Dobby, per favore, và in infermeria e prendi delle bende e del disinfettante.>>
<<Non dargli retta, non serve a nulla.>>
Dobby guardò prima Harry e poi Kathleen, non sapendo cosa fare.
<<Come mai la signorina ha bisogno delle bende?>>
<<Per nulla>> rispose Kathleen. <<Non posso farmi male, perché subito credendo che io stia morendo.>>
<<Kathleen!>> la richiamò Hermione.
<<Siamo solo preoccupati per te>> disse Neville.
<<Ma non dovete farlo per ogni minima cosa!>> ringhiò Kathleen, alzando la voce.
Dobby sussultò e si portò una mano sulla bocca. Kathleen si liberò della presa di Harry e si alzò, avvinandosi alla finestra. Strinse i pugni e le nocche si fecero subito bianche. Fece una smorfia di dolore e aprí le mani, i polpastrelli erano sporchi di liquido scarlatto. Le mani le facevano male, le bruciavano. Sentiva i taglietti freschi e il poco di sangue bagnarle il palmo. Lo sguardo cadde sui palmi. Solcati dalla forma delle unghie, così in profondità, da farla sanguinare. Le venne la nausea, solamente guardando quel maledetto liquido scarlatto. Le mani presero a tremare. Il cuore accelerò. Harry sapeva benissimo cosa stava per accadere.
Kathleen si ritrovò in una stanza buia. Una pozza rossa era a poco passi da lei. Qualcuno si lamentava. Una spada argentata era sporca di sangue, proprio di fianco a lei. Toccò il petto di Harry, mosso da sussulti. Si sporcò le mani del suo sangue. Lo fissò fino a che Harry non si mosse più.
<<Kat?>> chiamò Hermione. <<Kat, cosa succede?>>
Harry si alzò e si avvicinò a lei. Le prese i polsi e la guardò negli occhi. Faticava a respirare, tremava e aveva lo sguardo perso.
<<Respira>> le disse cercando di mantenere la calma. <<Respira, per favore.>>
Kathleen lo guardò negli occhi. Harry le lasciò i polsi e le prese il viso. Le accarezzò le guance con i pollici. Le prese una mano e la posò sul cuore. Kathleen percepí il battito di Harry. Era calmo, regolare, ma soprattutto era vero.
<<Bravissima, respira, lentamente>> disse Harry a voce bassa, accarezzandole la guancia destra. <<Prendete un bicchiere d'acqua e un pó di cioccolato>> disse ai tre che li guardavano immobile.
Si mossero subito. Ron prese il bicchiere dove Harry aveva bevuto del succo alla zucca, Neville prese la barretta di cioccolato nella cartella di Kathleen ed Hermione riempì il bicchiere d'acqua.
Kathleen declutí e appoggiò la testa contro il petto di Harry, tornando a respirare normalmente. Posò l'orecchio sul cuore che batteva forte e chiuse gli occhi. Harry la strinse posandole un bacio tra i capelli. Posò la testa sulla sua e tirò un sospiro di sollievo. Aveva mantenuto la calma e lei l'aveva superato. Kathleen avvolse le braccia intorno al suo bacino e si trattenne dal piangere.
<<Mi dispiace...>> sussurrò con voce incrinata. <<Non ne faccio una buona...>>
<<Va tutto bene, la colpa non è tua>> disse Harry, passando una mano tra i capelli corti e color dello smeraldo di Kathleen.
Lei strinse le labbra e asciugò una lacrima contro il torace di Harry.
<<Scusa...>>
Harry aveva ragione a non piacerle. Era un peso. Non sapeva controllare le emozioni, ogni volta che faceva qualcosa sbagliava, non era in grado di controllare il suo potere. Non faceva altro che far vincere le emozioni, avere attacchi di ansia o panico e ad essere debole. Bellatrix aveva ragione: era debole.
Un'altro pop, riempí il silenzio.
Harry si voltò verso Dobby con bende e disinfettante.
<<Grazie, Dobby.>>
<<Dobby è felice di aiutare Harry Potter>> disse l'elfo posando tutto sul tavolino in legno.
<<Ti tolgo il sangue dalle mani, che dici, posso farlo?>>
Kathleen annuì. Harry le fece un sorriso e le lasciò un bacio sulla fronte per poi stringerla di nuovo.
<<Ha bisogno di altro?>> chiese Dobby.
<<No, grazie>> rispose Harry, voltando la testa verso Dobby che attendeva altre indicazioni. <<Hai fatto tanto oggi, và a riposarti.>>
<<Dobby continuerà con il suo compito, appena scoprirà qualcosa, Dobby verrà ad avvisarla>> promise entusiasta.
<<Va bene, grazie.>>
Dobby fece un lungo inchino e sorrise.
<<Buonanotte, signori.>>
<<Buonanotte, Dobby>> salutarono i tre.
Dobby schioccò le dita e scomparve.
Harry prese il viso di Kathleen e la guardò. Aveva gli occhi lucidi e le ciglia lunghe erano bagnate.
<<Vieni a sederti.>>
Kathleen strinse le spalle e lo seguí.
Harry rimase in piedi, mentre lei si sedette sulla poltrona. Rimase con lo sguardo basso e allungò le maniche della felpa. Harry si abbassò all'altezza della mani, ancora leggermente tremanti e alzò le maniche fino all'avambraccio. Sbiancò quando vide dei lividi.
<<Cosa sono?>>
Kathleen si bagnò le labbra.
<<Pizzicotti...>> rispose. <<Quando ho degli incubi e mi sveglio, mi pizzico per capire se sia realtà o ancora un sogno...>>
Hermione si portò una mano sulla bocca e scosse la testa provata. Neville sospirò affranto. Ron si passò una mano tra i capelli rossi. Harry si limitò a guardarla. Kathleen, però, guardava Grattastinchi, ai piedi del divano. Harry guardò per un momento la cicatrice uguale alla sua sul dorso della mano sinistra, poi delicatamente le rivolse il palmi all'insù. Guardò i solchi, arrossati e brillanti, del liquido scarlatto che Kathleen odiava. Hermione prese l'ovatta e la bagnò con il disinfettante che porse ad Harry. Kathleen guardò l'ovatta bagnata e storse il naso a causa del forte odore.
Posò delicatamente l'ovatta su un palmo e Kathleen sussultò. Harry allontanò l'ovatta e la guardò. Era impassibile. Alzò lo sguardo su di lui e lo guardò, poi guardò la barretta di cioccolato che Neville aveva tra le mani. Allungò una mano e Neville si avvicinò. Le scartò la barretta e gliela porse. Kathleen l'addendò e guardò Harry. Capí la sua intenzione e riposò l'ovatta sul palmo di Kathleen. Le tenne ferma la mano che istintivamente si era mossa per allontararsi e la guardò di nuovo masticare un piccolo angolo di cioccolato. Harry proseguí. Fu il più delicato possibile. Fece un nodo alle bende non troppo strette e passò alla mano sinistra. Fecero la stessa cosa. Harry disinfettava e Kathleen tratteneva il dolore affondando i denti nel buonissimo cioccolato. Mangiò altri piccoli morsi e quando Harry fasciò anche quella mano, la barretta non era nemmeno a metà. La posò sul tavolino e guardò le mani. Mosse la dita e cercò di chiudere i pugni, ma le bende lo imperdirono. Harry l'aveva fatto apposta.
<<Acqua?>> disse Ron.
Kathleen guardò il bicchiere e la gola improvvisamente divenne secca.
<<Sí, grazie.>>
Kathleen prese il bicchiere con entrambe le mani e bevve l'acqua fresca. Lo posò accanto alla barretta e guardò i tre.
<<Come fate a non stancarti di me?>>
<<Siamo tuoi amici e gli amici si aiutano nel momento del bisogno>> replicò Hermione.
<<Te lo detto tre anni fa: non ci si può stancare di te tanto facilmente>> disse Ron.
<<Io ti conosco da sedici anni, sarebbe strano senza di te>> esordí Neville.
<<Siete...>>
<<I migliori?>> fece Ron. <<Gentile da parte tua ricordarcelo.>>
Kathleen sorrise, rivelando le fossette, che Harry tanto amava.
<<Che ne dite di una bella passeggiata al Lago Nero e poi andiamo da Hagrid, domani pomeriggio?>> propose Neville. <<Faccio venire anche Luna, se a voi va bene.>>
<<Fai sul serio, amico?>> disse Ron.
Neville annuì.
<<E poi ha detto a noi di non perdere tempo dietro alle ragazze>> commentò, sorpreso. <<Capito, Harry? Non ci posso credere!>>
<<Non è colpa mia se non dite niente>> disse Neville. <<Avete tante occasioni, ma le sprecate di continuo.>>
Kathleen ed Hermione si accigliarono. Di cosa stava parlando? C'erano delle ragazze che interessavano ad Harry e Ron? Le due si guardarono e, vedendo lo sguardo dell'altra, capirono che c'era qualcosa sotto, qualcosa che loro non sapevano. Harry e Ron dal canto loro lo guardarono male.
<<Allora, va bene per voi?>>
<<Sí, va bene>> disse Kathleen. <<Potresti dirle quello che provi.>>
Neville fece una smorfia contrariata.
<<Ti possiamo dare consigli io ed Hermione>> proseguí Kathleen, ed Hermione annuì convinta. Neville scosse la testa.
<<A me non piace in quel modo...>>
<<Oh, stà zitto!>> lo rimbeccò Kathleen. <<Sento il tuo cuore battere come un tamburo, non mi prendi per il sedere, Nev.>>
<<Per non parlare del fatto che tu abbia ripetuto per un'intera settimana che Luna ti avesse dato un bacio sulla guancia>> aggiunse Hermione.
Kathleen annuì d'accordo.
<<Non conviene a voi ragazzi giocare contro il sesto senso femminile>> profilò Hermione, lanciando un'occhiata fugace ad Harry.
Neville guardò gli altri due in cerca di aiuto, ma entrambi si limitarono a restare in silenzio.
Il silenzio durò un pó troppo per i gusti di Kathleen, che aggrottò le sopracciglia sentendo i battiti dei quattro come tamburi nelle sue orecchie. O era solo il suo ad essere eccessivamente accelerato?
Guardò fuori dalla finestra. Le stelle brillavano alte nel cielo, come tante perle di una collana. La luna era troppo in alto per essere vista dalla finestra a bifora. Kathleen sarebbe andata sulla Torre d'Astronomia ad osservarla, ancora una volta. Non si sarebbe mai stancata. Era mezzanotte passata, la sala comune era vuota eccetto per loro cinque, immersi nel proprio silenzio.
Ron sbadigliò rumorosamente, catturando l'attenzione di tutti. Anche Neville, dopo di lui, sbadigliò.
<<Vado a dormire>> annunciò Ron.
<<Mi associo, amico>> disse Neville, alzandosi a sua volta.
<<'Notte>> disse Ron.
Scompigliò i capelli di Kathleen, fece un sorriso dolce ad Hermione e si avviò verso le scale. Neville lasciò un bacio sulla guancia a Kathleen e abbracciò Hermione, poi lo seguí.
<<Vado anche io>> disse Hermione alzandosi. <<Grattastinchi di sopra a dormire, forza!>>
Il gatto miagolò e si avviò alle scalette del dormitorio femminile.
<<'Notte.>>
Harry le fece un cenno del capo ed Hermione andò via, solo dopo aver lanciato un'occhiata ai due, in particolare ad Harry. Grattastinchi salí le scale dopo la sua padroncina e miagolò un saluto. Anche la porta del dormitorio femminile si chiuse. La sala comune, era vuota tranne per Harry e Kathleen.
Harry le prese il viso tra le mani e lo sollevò permettendole di guardarlo.
Aveva una voglia matta di baciarla.
Kathleen rimase immobile a fissarlo.
<<Cosa vuoi, esattamente?>> chiese di getto. <<Cosa pretendi da me?>>
Harry corrugò la fronte confuso.
<<Se sono la tua migliore amica, perché continui a comportarti in questo modo?>>
Kathleen sentí la gola in fiamme. Gli occhi presero a pizzicare, ma si trattenne. Non voleva piangere davanti a lui, mostrargli quanto in realtà fosse debole e fragile. Non doveva rompere la maschera di sicurezza e forza che indossava sempre.
<<Mi confondi, Harry>> ammise. <<Voglio crederci... crederci, davvero... ma, succede sempre qualcosa che mi fa ricredere... e io...>>
Harry si avvicinò e le lasciò un bacio timido sulle labbra. Le labbra di entrambi si toccarono per poco, ma bastò per riportarli in Paradiso. Si staccarono qualche secondo dopo. Si guardarono negli occhi per altri secondi e si riavvicinarono, sentendone il bisogno. A differenza del precedente questo era meno impacciato, ma comunque lento e timido. Harry aveva una mano sulla nuca di Kathleen e l'altra stretta sulla coscia di lei. Kathleen, invece, aveva entrambe le mani fasciate sul petto di Harry. Si piegò leggermente su di lei, che toccò con la schiena la portrona. Avvolse, questa volta, le braccia intorno al collo di lui, per avvicinarlo.
Harry posò un ginocchio tra le gambe, leggermente aperte, di Kathleen e si avvicinò così tanto che i seni di lei gli solleticarono il petto.
Avevano il cervello sconnesso. Nulla importava. Erano solo loro due e la voglia matta di continuare a baciarsi all'infinito, fino a perdere fiato.
Fu il bacio più bello e lungo che avessero mai dato.
Si staccarono un minuto dopo a corto di fiato. I respiri affannati e caldi si mescolarono tra loro, diventandone uno solo. Si guardarono negli occhi mentre riprendevano fiato. Era quello il Paradiso Terrestre per entrambi.
Kathleen si bagnò le labbra e assaporarò il buon sapore di Harry. Fresco e dolce allo stesso tempo. Unico nel suo genere.
Harry le sfiorò il naso e assimilò il suo buon profumo. Era fortissimo e inebriante. Le guardò le labbra socchiuse che riprendevano fiato. Erano lucide e arrossate. Quel buon sapore che aveva assaggiato era ancora lì su quelle labbra morbide e perfette che aveva a un millimetro dalle sue. Erano un incrocio perfetto. Due metà che si univano.
<<Cosa vuoi, esattamente?>> gli chiese di nuovo in un sussurro quasi impercettibile.
Harry non rispose. La baciò di nuovo. Kathleen non schiuse subito le labbra. Non voleva cedergli. Stava iniziando a pensare che, da lei, lui volesse solo questo e che avesse detto la verità ad Hermione. Si allontanò da lui e voltò il viso verso il camino. I capelli grigi e blu. Gli occhi si riempirono di lacrime.
<<Pensavo fossi diverso... Mi sbagliavo...>>
<<Cosa...>>
Lo spinse via e si diresse verso il dormitorio femminile. Sbatté la porta e lo lasciò lí, solo.
Harry diede un calcio alla poltrona, furibondo. Perché doveva essere tutto così complicato tra loro due?
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ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀ
Fanfiction⚠︎ғᴀᴄᴄɪᴏ ᴄʜɪᴀʀᴇᴢᴢᴀ⚠︎ • 𝗜 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗝.𝗞. 𝗥𝗼𝘄𝗹𝗶𝗻𝗴, 𝘁𝗿𝗮𝗻𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗺𝗲. 𝗔𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝗹𝗶𝗯...