꧁𝙿𝙰𝚁𝚃 𝚃𝙷𝚁𝙴𝙴 • 𝚇𝚅𝙸꧂

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27 maggio 1995
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts


<<Ci sarà da cuocere nell'aula della Cooman, quella non spegne mai il fuoco>> disse Ron, mentre lui, Harry, Kathleen e Neville salivano le infinite scale della Torre Nord.
Aveva ragione. Nella stanza c'era un caldo insopportabile.
Kathleen si allentò la cravatta e si sedette a un tavolo. La Cooman si sedette sulla sua solita poltrona rossa piena di fular come sempre. Le finestre dietro di lei erano semi aperte e le tende volteggiavano mosse dal leggero vento che non migliorava affatto la situazione.
<<Miei cari!>> esclamò la professoressa Cooman. <<Abbiamo quasi finito il nostro lavoro sulla divinazione planetaria.>>
<<Era ora>> borbottò Harry a Kathleen.
<<Oggi, comunque, ci si presenta un'ottima occasione per osservare gli effetti di Marte che si trova in una pozione assolutamente importante. Se volete guardare, spegnerò le luci...>>
Con un movimento di bacchetta le lampade si spensero. Il fuoco rimase l'unica fonte di luce. La professoressa mostrò un perfetto e bellissimo modellino del sistema solare. Kathleen ammirrò attentamente le lune che scintillavano tra i vari pianeti. La Cooman passò a spiegare il perfetto angolo che Marte formava con Nettuno, mentre Harry cercava di tenere gli occhi aperti. Ma il caldo, le erbe aromatiche, la classe nella semioscurita, la voce bassa e velata della professoressa resero le palpebre di Harry sempre più pesanti.
Stava cavalcando un gufo reale nel cielo azzurro, privo di nuvole, planando su una vecchia casa. Era nascosta dalla vegetazione che senza limiti era cresciuta incessante. Il gufo planò all'interno della casa. Volò all'interno di un lungo corridoio. Entrarono in una stanza con finestre chiuse da tavole di legno. C'era molta polvere sia sul pavimento che sul camino davanti a una poltrona mal ridotta. Harry scese dal dorso del gufo e lo guardò posarsi sullo schienale della poltrona. Solo allora notò due figure: un enorme serpente e un uomo.
L'uomo era basso, ansimava e singhiozzava sul tappeto davanti al camino.
<<Sei fortunato, Codaliscia.>>
Una voce bassa e fredda si elevò dalla poltrona su cui era posato il gufo.
<<Hai davvero molta fortuna>> disse ancora la voce. <<Il pasticcio che hai combinato non ha rovinato tutto. È morto.>>
<<Mio signore!>> esclamò l'uomo. <<Sono... sono molto contento... e... mi dispiace tanto... davvero tanto...>>
<<Nagini>> disse la voce, <<tu sei sfortunata. Non ti darò in pasto Codaliscia... non preoccuparti... non preoccuparti, c'è sempre Harry Potter.>>
Il serpente sibilò. Harry vide la sua lingua saettare.
<<Ora, Codaliscia>> proseguì la voce, <<forse è il caso di ricordati perché non ho intenzione di tollerare altri guai ed errori da parte tua...>>
<<Mio Signore... no... vi supplico...>>
Dalla poltrona emerse una bacchetta, che puntava Codaliscia, tremante e in ginocchio ai piedi di essa.
<<Crucio!>>
Codaliscia urlò.
Le urla riempirono le orecchie di Harry mentre la cicatrice che aveva sulla fronte iniziò a bruciare terribilmente, trovandosi anche lui ad urlare.
<<Harry! Harry!>>
Harry aprí gli occhi. Si ritrovò disteso sul pavimento dell'aula di Divinazione. Tutta la classe era intorno a lui. Kathleen era inginocchiata tenendogli il viso tra le mani, terrorizzata, i capelli viola. Ron e Neville erano chi a destra chi a sinistra con la sua stessa espressione.
<<Stai bene?>> chiese Kathleen guardandolo negli occhi.
<<Certo che no!>> esclamò la professoressa Cooman agitata. <<Cos'è stato, Potter? Una premonizione? Cosa hai visto?>>
<<Vuoi del cioccolato?>> chiese Kathleen.
<<No, grazie>> disse Harry guardandola. <<Sto bene.>>
Una piccola fitta arrivò alla cicatrice di Kathleen ma lei la ignorò, troppo preoccupata per Harry.
Harry si mise a sedere. Si guardò intorno, controllando ogni angolo della stanza.
<<Ti stavi toccando la cicatrice!>> esclamò di nuovo la professoressa. <<Ti sei toccato la cicatrice, rotolandoti a terra! Andiamo, Potter, ho una certa esperienza in materia!>>
Harry guardò Neville e Ron.
<<Ci hai fatto prendere un colpo>> disse Ron.
Neville di fianco a lui annuí. Gli occhi di entrambi erano sbarrati dalla paura.
<<Cosa hai visto?>> insistette la professoressa.
<<Ho visto che devo andare in infermeria per il mal di testa>> disse Harry, cercando di mettersi in piedi, fallendo miseramente.
<<Ti accompagno>> disse Kathleen aiutandolo ad alzarsi.
Quando Harry fu in piedi molti indietreggiarono, sembravano nervosi. La testa gli scoppiava.
<<Forse a te dice qualcosa>> disse la professoressa Cooman.
Kathleen le lanciò un'occhiata scettica roteando leggermente gli occhi.
<<Andiamo.>>
<<Vado da solo>> disse Harry.
<<Non lo ripeterò di nuovo>> affermò Kathleen.
<<Nemmeno io>> disse Harry, deciso. <<A dopo>> aggiunse salutando Ron e Neville.
Uscí dalla botola mentre Kathleen lo guardava. Se credeva che sarebbe rimasta lì impallata si sbagliava.
<<Ci vediamo a cena!>> disse Kathleen prendendo la sua borsa e quella di Harry.
Aprí la botola senza troppe cerimonie e scese prima la scala a pioli e poi quelle della Torre. Camminò lungo i corridoi con passo affrettato e veloce. Arrivò in infermeria ed entrò. Passò in rassegna tutti i letti vuoti. Dov'era? Madame Pomfrey sbucò da dietro una tenda.
<<Cosa succede, cara?>> chiese gentilmente.
<<Stavo cercando Harry, non è qui?>>
<<No, mi dispiace.>>
Kathleen annuí. <<La ringrazio.>>
Madame Pomfrey le sorrise dolcemente e Kathleen uscí.
Dove diamine si era cacciato? Perché non era in infermeria? E se qualcuno l'avesse preso di soppiato mentre si dirigeva lì? E se qualche Mangiamorte fosse entrato nel castello usando qualche incantesimo? O peggio ancora, se Codaliscia fosse ritornato e l'avesse catturato per fare quello che non aveva fatto l'anno prima?
I piedi di Kathleen camminavano da soli, la stavano portando in un corridoio appartato, con alla fine una statua di un gorgoyle di pietra.
La superò. Sbatté le palpebre e camminò all'indietro fermandosi. Harry era davanti alla statua e saltellava su un piede solo.
<<Che diavolo stai facendo?>>
Harry saltò sul posto.
<<Per Godric!>> esclamò portandosi una mano sul cuore. <<Mi hai fatto prendere un accidenti, Moony!>>
Kathleen lo guardava con le sopracciglia inarcate e la testa di lato.
<<Perché salti su un piede solo mentre urli a una statua?>>
<<Tu che ci fai qui? Ti avevo detto che ci andavo da solo in infermeria.>>
<<Avevi dimenticato la borsa e poi non ti avrei lasciato andare da solo dopo che sei svenuto>> rispose Kathleen. <<Questa non mi sembra l'infermiera. Cosa stai facendo?>>
Harry sospirò. <<Sto cercando di indovinare la parola d'ordine per entrare nell'ufficio di Silente.>>
<<Non credo che saltare su un piede solo sia la soluzione, Prongs>> disse Kathleen dandogli la sua borsa. <<Scarafaggi a Grappolo!>> disse scandendo bene le parole.
Il gorgoyle di pietra iniziò a ruotare su se stesso rivelando delle scalette.
Kathleen saltò su uno di esse afferrando Harry per la cravatta. Il gradino era piccolo e stavano appiccicati per non cadere. Per un momento Harry perse l'equilibrio aggrappandosi alla vita di Kathleen affondando la faccia, involontariamente, nel suo seno. Kathleen avvampò, Harry come lei, mentre si staccava di colpo. Si guardarono negli occhi, mentre le guance andavano a fuoco, stranamente imbarazzanti.
<<Come fai a conoscerla?>> chiese Harry cercando di regolare la voce.
<<Ho come dire... sentito la McGranit qualche giorno fa.>>
<<Origliato?>>
<<Non ho origliato>> ribatté Kathleen. <<Stavo passando per il corridoio e l'ho sentita, tutto qui.>>
<<Udito sviluppato, chiaro>> disse Harry guardando altrove.
Kathleen lo guardò ancora un po' rossa in volto e con i capelli con sfumature arancioni.
<<Perché stiamo andando da Silente?>>
<<Ci stavo andando>> preciso Harry. <<Per parlare con lui di una cosa.>>
<<Io so questa cosa?>>
Il gorgoyle si fermò davanti a un'alta porta in quercia lucida. Da dietro di essa provenivano delle voci. Kathleen riconobbe quella del Ministro della Magia.
<<... Sono d'accordo, ormai avremmo dovuto trovarla, ma comunque non abbiamo alcuna prova che sia stato commesso un delitto, Silente.>>
<<E cosa crede sia successo a Barty Crouch, Ministro?>> disse la voce di Moody.
<<Mi astengo dal giudizio>> rispose Fudge. <<Manderò un gufo a Sirius Black dicendogli di mandare una squadra Auror per controllare la Foresta.>>
<<Ho già chiesto ad Hagrid di farlo>> disse la voce di Silente. <<Non c'è nulla, qualcuno deve averlo attaccato prima e sai a chi mi riferisco.>>
<<Come se non bastasse ho ancora uno di loro in circolazione>> disse Fudge.
<<Possiamo chiudere la discussione qui?>> ringhiò Moody. <<C'è qualcuno fuori alla porta.>>
Kathleen ed Harry si guardarono facendo un piccolo passo indietro, colti sul fatto. La porta si aprí.
<<Che coppia affiatata!>> disse Moody. <<Sempre insieme.>>
La cicatrice di Kathleen bruciò quando lo sguardo di Moody indugiò su di lei. Trattenne la mano che si stava alzando per coprirla e arricciò il naso per nascondere la smorfia di dolore.
<<Oh, Harry!>> esclamò il Ministro della Magia sorridendogli. <<Non è la prima volta che ci incontriamo, ti ho già visto alla Coppa del Mondo, non so se ricordi.>>
Certo che ricordava. Come poteva dimenticarsi di quel giorno?
<<Pensavo di vedere doppio, poi mi resi conto, dagli occhi, che eri il figlio di James. Assomigli così tanto a lui!>>
<<Già, lo dicono in molti>> disse Harry.
Kathleen era dietro di lui e guardava Moody, meglio dire, scrutava da capo a piede. Una strana e brutta sensazione la invase. Tutto a un tratto gli sembrava diverso. Era teso. Era appoggiato svogliatamente al bastone e guardava il Ministro con uno sguardo indecifrabile. Come se volesse ucciderlo.
<<E tu devi essere Kathleen, dico bene?>>
Kathleen smise di guardare Moody per concentrarsi sul Ministro.
<<Sí, signore.>>
I capelli tornarono al loro colore naturale, mentre con la coda dell'occhio guardava Moody.
<<Stavamo parlando della notte in cui il signor Crouch è stato trovato>> disse Fudge. <<Tu sei rimasta con lui, vero?>>
Il viso di Kathleen si incupí, i capelli si tinsero di blu notte e viola. Guardò Silente dietro il Ministro, seduto alla sua scrivania.
<<Non ero sola.>>
<<Lo so, ma, quando il caro Harry è andato a chiamare Silente, sei rimasta con lui.>>
Kathleen si irrigidí di più. <<Non ero sola>> ripeté. <<C'erano i miei amici ed Hagrid con me.>>
<<Capisco>> disse Fudge guardandola curioso. <<Ricordi cosa ha detto prima che...>>
<<No>> rispose subito Kathleen.
Guardò Silente, che si era alzato, cercando il suo aiuto. Harry di fianco a lei scrutava il Ministro. Sapeva come l'aveva presa Kathleen ed era meglio non affrontere quell'argomento.
Anche se non conosceva il signor Crouch, per Kathleen, vederlo bianco come un lenzuolo, delirante, con gli occhi sbarrati dalla paura e poi privo di vita dopo un secondo, era stato un trauma.
<<Fudge, forse è meglio non parlarne>> disse Silente affiancandolo. <<Dopo tutto Kathleen, come Harry, ha solo quattordici anni e quello che ha visto non è assolutamente digeribile nemmeno per un uomo della mia età.>>
Kathleen lo ringraziò con lo sguardo.
<<D'accordo... non hai tutti i torti...>> borbottò Fudge.
<<Se aspettate qui, accompagno il nostro Ministro al cancello mentre finiamo la nostra consulenza>> continuò Silente. <<Non ci metterò molto, accomodatevi, se volete.>>
Harry e Kathleen annuirono con un leggero sorriso educato e li guardarono andare via chiudendosi la porta alle spalle. Dopo un minuto circa il rumore della gamba di Moody sparí. Kathleen si rilassò tirando un lungo sospiro.
<<Tutto bene?>> chiese Harry.
Kathleen annuí portandosi le mani ai lati del collo.
<<È una cosa che fai spesso.>>
<<Cioé?>> disse Kathleen guardandolo confusa.
<<Quello che stai facendo. Lo fai spesso. Perché?>>
Kathleen abbassò lentamente le braccia. <<Fa continuamente male, a te no?>>
<<Solo prima>> rispose sincero.
<<Cosa è successo?>>
<<Un sogno...>> mormorò Harry. <<Ho pensato che Silente potesse saperne di più, lui sa sempre tutto.>>
<<È un sogno che fai continuamente? A una determinata data?>>
Harry scosse la testa. <<Questo... questo è diverso.>>
<<Cosa intendi dire con "questo"?>>
Harry sospirò passandosi una mano tra i capelli. Il suo obiettivo di non far sapere nulla a Kathleen stava fallendo. Harry la guardò. Aveva la cravatta allentata, i primi bottoni della camicia sbottonata, i capelli color caramello con alcune sfumature verde smeraldo e rosa pastello. Assolutamente semplice ma bellissima. Harry scosse la testa. Cosa stava pensando?
<<Prongs, rispondimi!>> disse Kathleen autoritaria. <<Non è la prima volta che succede, non è così? Perché non me lo hai detto?>>
<<Per non farti preoccupare, sono solo dei sogni.>>
<<E sei svenuto a Divinazione>> commentò Kathleen. <<Cosa succede in questi sogni? Sono tutti uguali? Sono Ricordi?>>
<<Sono diversi dai tuoi>> disse Harry. <<Non riguarda me, riguarda... Voldemort.>>
Kathleen si irrigí. Divenne bianca come il latte, gli occhi fuori dalla orbite mentre i capelli diventavano viola. <<Sogni Voldemort e non me lo dici?>> esclamò indignata.
<<Non farne una tragedia, sono solo sogni. Neville lo ha scope...>>
<<Neville?>>
Harry si maledí mentalmente.
<<Hai informato il tuo migliore amico e non la tua migliore amica?>>
<<Gli sono caduto addosso questa estate e lo ha scoperto, non glielo avrei detto altrimenti>> disse Harry.
<<Gli sei caduto addosso?>> ripeté Kathleen. <<Ah, bè, allora, la prossima volta che dormiamo insieme, cadimi addosso, così me lo dici.>>
Harry sgranò gli occhi sorpreso. L'aveva detto davvero? E poi perché si stupiva così tanto? Ma soprattutto, perché sentiva le guance andare a fuoco?
<<Sogni Voldemort e non ne parli, ma dico, sei stupido?>>
<<Avresti avuto una reazione peggiore di questa se lo avessi fatto allora>> disse Harry. <<Non che questa sia migliore.>>
Kathleen lo fulminò, i capelli rossicci non aiutavano affatto.
<<Andiamo, Moony, non fare il muso>> disse Harry avvicinandosi a lei.
<<Non faccio il muso>> ribatté lei incrociando le braccia sotto al piccolo seno.
Harry sorrise divertito. Si avvicinò di più, fino a che non si trovarono a qualche centimetro l'uno dall'altra.
Si guardarono negli occhi intensamente, come ipnotizzati. Le pupille di entrambi si dilatarono mentre l'iride colorata chi verde smeraldo chi color cioccolata diventava sempre più piccola nascosta dalla pupilla che sembrava aver preso la forma di un cuore.
Kathleen sentí molto più caldo. Notò i bei lineamenti del viso di Harry, le labbra dall'aspetto morbido, gli occhi che adorava alla follia e il sorriso, il bellissimo sorriso, che le migliorava le giornate.
Harry guardava Kathleen con un nuovo sguardo. Ammirava la ragazza che aveva davanti. I lunghi capelli le arrivavano sotto il seno, i bellissimi lineamenti del viso, le labbra morbide e gli occhi color cioccolato brillavano di una nuova luce.
Harry era semplicemente attraente.
Kathleen era semplicemente attraente.
Qualcosa si mosse e i due solbalzarono spaventati. Si guardarono intorno in cerca della fonte del rumore e videro, dall'altro capo della stanza rotonda, un bacile in pietra con delle strane lettere e simboli incisi sopra. I due si guardarono confusi ed Harry fece un passo avanti, Kathleen lo fermò.
<<Non sappiamo se sia pericoloso.>>
<<Siamo nell'ufficio di Silente, non credo che terrebbe oggetti pericolosi qui dentro.>>
<<Te lo ha detto lui?>>
<<No... Andiamo, sembra una bacinella che può fare di male?>>
Kathleen guardò il bacile e poi Harry che si avvicinò.
<<Che strano>> disse guardando all'interno di esso. <<Vieni a vedere, secondo te, cos'è?>>
Kathleen si avvicinò cauta. Il bacile emanava una luce argentata. All'interno di esso c'era una strana sostanza, non si capiva se fosse liquida o gassosa.
<<Nulla di buono>> disse Kathleen. <<Se Silente torna e ci vede vicino a questo coso...>>
Harry non l'ascoltava infilò la testa dentro per vedere il fondo.
<<Harry!>> lo richiamò.
La ignorò e alzandosi sulle punte venne come risucchiato dal bacile.
<<Harry!>> gridò Kathleen.
Si guardò intorno e immerse la testa nel bacile. Non era né acqua né aria, uno strato intermedio tra i due. Si alzò sulle punte e venne risucchiata anche lei. Gridò fino a cadere su qualcosa di morbido. Quando aprí gli occhi si trovò a un millimetro dal viso di Harry che era sotto di lei.
<<Ti è andato di volta il cervello?>> esclamò. <<Mi hai fatto prendere un accidenti!>>
<<Scusa, ero curioso.>>
<<La curiosità ti ucciderà, Harry James Potter.>>
Harry la guardò e non si accorse di star sorridendo.
<<Che c'è?>> chiese Kathleen.
<<Hai usato il mio nome completo, Kathleen Andromeda Lupin.>>
<<Anche tu>> gli fece notare lei.
<<Lo so, mi piace.>>
Kathleen cercò di non arrossire ma non ci riuscì più di tanto. I capelli si tinsero di arancione mentre cercava di placare i battiti del cuore, mettendosi seduta sulla panca su cui Harry era seduto prima che lei atterrasse di lui.
Entrambi si chiesero perché arrossivano a ogni minima cosa che l'altro faceva. Era strano.
Si guardarono intorno cercando di placare i cuori che avevano assunto un battito veloce. La stanza era quadrata, cupa e fredda, sembrava una segreta.
<<Professore!>> salutò un uomo dietro Harry, che sbiancò.
Silente era seduto di fianco a Kathleen che sbiancò come lui. La mano dell'uomo attraversò il corpo di Harry, mentre quella di Silente il corpo di Kathleen. I due guardarono i propri corpi e poi si guardarono negli occhi.
Né l'uomo né Silente sembravano essersi accorti di loro due. Prima che potessero capire cosa stava succedendo, chi fossero quelle persone e dove si trovassero una porta, con un assordante rumore, si aprí. Harry e Kathleen gelarono sul posto.
Dissennatori.
Alte creature incappucciate, scivolavano sul pavimento reggendo con le mani putefratte un uomo che sembrava svenire da un momento all'improvviso.
La folla al passaggio dei Dissennatori indietreggiò. L'uomo fu fatto sedere su una sedia. Kathleen lo guardò meglio e lo riconobbe: Karkaroff.
Kathleen capì tutto. Quel posto, quel momento era accaduto realmente. Era un ricordo. Un ricordo di Silente.
<<Igor Karkaroff>> disse una voce asciutta da una tribuna più alta.
Barty Crouch, molto più giovane e sano.
<<Sei stato portato qui da Azkaban per deporre davanti al Ministero della Magia. Ci hai lasciato capire che hai delle informazioni importanti per noi.>>
<<È così!>> disse Karkaroff. La voce gli tremava e si sistemò sulla sedia. <<Desidero rendermi utile al Ministero. Io... io so che il Ministero sta cercando gli ultimi sostenitori del Signore Oscuro. Sono disposto a collaborare come posso.>>
La folla mormorò. I due ragazzi furono catturati da uno sbuffo scettico proveniente dietro di loro.
<<Già lo detto che non mi convince affatto?>> mormorò un giovane Sirius.
<<Dieci volte da quando siamo qui, stai buono>> mormorò in risposta Remus.
<<Crouch lo lascerà andare>> sussurrò James. <<L'ho tenuto d'occhio col Mantello e se otterà nuovi nomi a sufficienza lo lasciarà andare.>>
<<Sentiamo che ha da dire e poi lo diamo in pasto ai Dissennatori>> disse Moody.
<<Sono d'accordo>> disse Sirius sistemandosi sulla sedia.
I bei lineamenti era contorti in un espressione di odio nei confronti di Karkaroff.
<<A te non piacciano i Dissennatori, non è così, Albus?>> disse Moody con un sorrisetto.
<<No, per niente>> rispose Silente senza girarsi verso di loro.
Moody non aveva l'occhio metallico. Era diverso dal Moody che conoscevano loro. I suoi enormi occhi scrutavano, come Sirius, Karkaroff.
<<... Dovete capire che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha sempre aggito nella massima segretezza... preferiva che i suoi sostenitori non sapessero il nome di tutti gli altri...>>
Moody e Sirius alzarono gli occhi al cielo.
<<Eppure tu dici di conoscerli?>> disse Crouch.
<<Io... sí>> disse Karkaroff senza fiato.
<<Parla!>> ordinò Crouch.
<<Antonin Delohov.>>
<<Abbiamo già arrestato Delohov>> disse Crouch asciutto.
Karkaroff mandò giù un bel groppo di saliva. <<Evan... Evan Rosier.>>>
<<Rosier è morto>> disse Crouch. <<Altro?>>
<<C'era Travers... Mulciber... Roodwood!>> esclamò Karkaroff quasi urlando l'ultimo nome.
<<Roodwood? Del Dipartimento dei Misteri?>>
<<Proprio lui!>>
Crouch guardò dei fogli di pergamena passatogli da un uomo di vecchia età pieno di fascicoli.
<<Travers e Mulciber li hanno già presi... se non hai altro da dire, verrai ricondotto ad Azkaban mentre decidiamo...>>
<<Non ancora!>> urlò Karkaroff disperato, dimenandosi dalla presa. <<Ne ho altri!>>
Kathleen si fece indietro, più vicina ad Harry che le prese la mano.
<<Piton!>> gridò. <<Severus Piton!>>
James strinse i pugni e si morse il labbro inferiore trattenendo la rabbia.
<<Piton è stato assolto da questo tribunale>> disse Crouch gelido. <<Albus Silente si è fatto garante per lui.>>
Sirius e Remus guardarono Silente che dava loro le spalle, solo perché era seduto in un tribuna più in basso.
<<No!>> gridò ancora Karkaroff. <<Severus Piton è un Mangiamorte!>>
Silente si alzò e con lui lo sguardo dei tre malandrini e di Moody che lo guardava scettico, un pó come James e Sirius.
<<Severus Piton era un Mangiamorte!>> precisò Silente. <<È tornato dalla nostra parte dopo la caduta di Lord Voldemort. È stato un'ottima spia per noi a suo rischio e pericolo.>>
Sirius, Moody e James lo guardando ancora più scettici, mentre Remus concordava con lui anche se una nota di scetticismo comparve nei suoi occhi.
<<Molto bene, Karkaroff>> disse freddamente Crouch. <<Sei stato d'aiuto. Mentre riesaminerò il tuo caso verrai ricondotto ad Azkaban...>>
La voce di Crouch si fece remota, la stanza stava andando man mano a dissolversi.
Harry si strinse di più a Kathleen mentre la stanza iniziò a girare su stessa come fosse un vortice.
Poi, tutto, cessò. I due caddero in perfetto equilibrio su un'altra panca, in un altro punto della stanza. La stanza era in un silenzio totale, da far paura, l'unico rumore proveniva da un posto di fianco a Crouch. Una donna stava piangendo silenziosamente. Crouch al suo fianco consulatava dei fascicoli con mani tremanti.
<<Fateli entrare!>>
La porta si aprí ed entrarono sei Dissennatori che tenevano un gruppo di ragazzi. Molti sussurrarono guardando Crouch e Sirius sempre dietro di loro.
Le poltrone era quattro. Tre ragazzi e una ragazza che sedeva come se fosse su un trono. Guardava tra il pubblico con un sorriso a trentadue denti. Aveva lunghi capelli neri ricci, bei lineamenti e occhi come il ghiaccio. Si fermarono su Kathleen e sorrise di più. Le omigliava così tanto.
<<Ciao, cugino!>> esclamò la giovane donna. La voce era acuta ma fredda.
Kathleen guardò Sirius rigido. Avevano gli stessi bei lineamenti, gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso cognome. E a lui faceva rabbia. Di fianco a lui Remus e James lo tenevano fermo. Era troppo impulsivo, li avrebbe uccisi immediatamente.
La giovane donna ridacchiò divertita. Una risata pazza, folle, che fece venire i brividi a Kathleen.
<<Stà calmo, Felpato>> mormorò una nuova voce.
Kathleen ed Harry guardarono la coppia al fianco di Moody. Erano Frank e Alice da giovani. Frank assomiglia così tanto a Neville. Stringeva Alice a sé mentre lei tremava leggermente alla vista dei ragazzi. Perché stava tremando? E perché avevano uno sguardo di terrore alla loro vista?
<<Padre!>> gridò uno dei ragazzi.
Kathleen ed Harry si girarono verso di loro e Kathleen sbiancò. Un ragazzo dai capelli color paglia, guardava Crouch, lo supplicava con lo sguardo.
Quel ragazzo... Non poteva essere lui.
<<Padre... ti prego...>>
<<Siete accusati di aver catturato e di aver sottoposto all'Auror Frank Longbottom, qui presente, la Maledizione Cruciatus, conviti che conoscesse la sede di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.>>
<<Padre, non è vero, lo giuro!>> strillò il figlio in catene.
<<Inoltre, siete accusi di aver usato la Maledizione Cruciatus anche su Alice Longbottom, Auror e moglie di Frank Longbottom, dopo di lui...>>
<<Madre!>> urlò il ragazzo.
La donna al finisco di Crouch singhiozzò più forte.
<<Madre, vi prego, fermatelo, non ho fatto nulla!>>
<<Chiedo di alzare la mano per la condanna ad Azkaban!>> disse Crouch alzando di più la voce.
Tutti lì dentro alzarono la mano.
<<No! Vi prego! Non ho fatto nulla!>> gridò ancora il ragazzo. <<Sono vostro figlio!>>
<<Io non ho figli!>> esclamò Crouch guardandolo negli occhi.
<<Il Signore Oscuro risolgerà! Gettaci pure ad Azkaban, Crouch, ma lui ritornerà!>> gridò la giovane donna.
<<Portateli via!>> ordinò Crouch smettendo di guardare suo figlio che continuava a urlare disperato.
<<Penso sia ora di ritornare nel mio ufficio>> disse Silente.
Harry sobalzò e guardò un altro Silente che li guardava. Il Preside prese il gomito di Harry che si sentí sollevare. Harry afferrò subito la mano di Kathleen che guardava davanti a sé pietrificata.
Tutto iniziò a diventare scuro e le figure scomparvero come fossero fumo, trovandosi catapultati di nuovo nell'ufficio di Silente.
<<Falla sedere, Harry>> disse Silente.
Harry prese Kathleen e delicatamente la fece sedere sulla sedia.
<<Professore...>> disse Harry. <<So che non avrei dovuto... Kathleen mi ha solo seguito la colpa è mia, non sua.>>
Harry si aspettò un rimprovero da parte sua, ma, Silente si limitò a guardare Kathleen dai capelli viola e lilla.
<<La curiosità non è peccato, Harry, solo bisogna sapere quando frenarla. Siediti anche tu, ti vedo scosso.>>
Harry obbedí subito, spostando però la sedia più vicino a Kathleen.
<<Che cos'è, signore?>> chiese Harry mentre la guardava preoccupato.
<<Un Pensatoio. Lo uso per riportare a galla ricordi lontani e fare collegamenti. Lo stavo usando prima che arrivasse il Ministro, non devo aver chiuso bene l'anta dell'armadio.>>
<<Erano i suoi ricordi quelli?>>
Silente annuí. <<Quello che avete visto è successo tempo fa. Tredici anni, per esattezza.>>
Kathleen alzò la testa di colpo.
<<Erano loro che Sirius voleva ad Azkaban>> disse guardando gli occhi celisti dietro gli occhi a mezzaluna.
<<Sì>> rispose Silente. <<Hanno torturato due dei suoi più cari amici e sapere che uno di loro fosse sua cugina, ha solo aumentato la rabbia dentro di lui.>>
Kathleen guardò il pavimento. Capiva perché sua nonna le aveva detto che non aveva buoni rapporti con le sue sorelle. Una si rifiutava di andare in giro sapendo di essere imparentata con Mezzosangue e un NatoBabbano. L'altra, invece, era rinchiusa nella priogione più famosa e orribile del Mondo Magico, per aver torturato due Auror.
<<Gli somiglia tanto...>> borbottò dopo attimi di silenzio. <<...davvero tanto...>>
Silente si limitò ad annuire. <<Volevate dirmi qualcosa?>> disse gentilmente.
<<Io, in realtà, professore>> disse Harry. <<Kathleen mi ha accompagnato.>>
Kathleen lo guardò. Harry fece lo stesso. Si guardarono negli occhi per pochissimo, ma il tempo fu sufficiente per far arrossire tutti e due. Harry distolse lo sguardo e guardò Silente. Il Preside fece finta di non aver notato nulla e lo incoraggiò a parlare.
<<Poco fa eravamo a Divinazione e... ehm... mi sono addormentato.>>
Silente sorrise divertito.
<<Ho fatto un sogno...>> continuò Harry. <<Voldemort che torturava Codaliscia... sa chi è Codaliscia?>>
<<Lo so>> disse Silente. <<Continua.>>
<<Voldemort ha ricevuto una lettera via gufo. Ha detto che era stato posto rimedio al pasticcio di Codaliscia e che non lo avrebbe dato in pasto al serpente vicino alla poltrona. Ha detto... ha detto che al suo posto gli avrebbe dato in pasto me.>>
Kathleen sulsutò.
<<Poi, ha scagliato la Maledizione Cruciatus su Codaliscia e la cicatrice ha cominciato a bruciarmi>> proseguí Harry. <<Mi ha fatto così male che mi sono svegliato.>>
Silente e Kathleen lo guardarono.
<<È la prima volta che capita?>> chiese Silente.
<<No, questa estate, dopo la Coppa del Mondo di Quidditch, ho fatto un altro sogno simile a questo.>>
<<Qualcuno oltre a Kathleen sa di questi sogni?>>
<<Solo Neville>> rispose Harry. <<Lei... lei sa perché fa male?>>
<<Ho una teoria, nulla di più>> rispose lui. <<Quanto sapete di lui?>>
<<Sappiamo che è un Mago Oscuro con dei seguaci che lo seguivano per paura, gloria o perché sottoposti alla "Maledizione Imperius".>> Kathleen mimò le virgolette a mezz'aria. <<Che ha cercato di uccidere Harry, per chissà quale ragione, dopo che Minus gli ha rivelato dove eravamo, mettendo in scena una finta urgenza al Ministero per allontare i miei genitori e Sirius da casa. Però, non ci è riuscito, perché Harry l'ha ucciso lasciandogli quella cicatrice, quando aveva appena un anno.>>
<<Sapete un bel po'>> si limitò a dire Silente.
<<Perché, c'è dell'altro?>> chiesero in coro Harry e Kathleen.
<<Come ho detto sono solo teorie>> disse Silente. <<È mia convinzione, Harry, che la cicatrice ti faccia male quando lui prova delle forti emozioni.>>
<<Perché?>> domandò Harry.
<<Quella non è una cicatrice come le altre, è un segno che non sparirà mai. È una maledizione fallita che...>>
<<Sta dicendo che Harry e Voldemort sono legati?>> disse Kathleen interrompendolo.
Silente la guardò. <<Proprio così.>>
<<Quindi... quel sogno... è successo davvero?>>
<<Probabile>> rispose Silente. <<Hai visto Voldemort?>>
<<No>> rispose Harry. <<Solo lo schienale della sedia.>>
<<Ma è impossibile che ci sia Voldemort>> ribatté Kathleen. <<Lui è morto e se è morto non può aver fatto quello che ha fatto.>>
<<Anche questa volta hai ragione>> disse Silente guardandola.
<<Ma>> continuò Kathleen, <<se alla Coppa del Mondo qualcuno ha scagliato in cielo il suo Marchio e l'anno scorso Minus è fuggito da Azkaban e io tutto a un tratto ho... ho...>> Kathleen si bloccò. Non voleva dirlo.
<<Cosa hai fatto?>> chiese Silente calmo.
Kathleen lo guardò di nuovo negli occhi. Sentí un senso di protezione e comprensione da lui.
<<Ho iniziato a rivedere quella notte... Voldemort che entra nella vecchia casa di James e Lily a Godric's Hollow... James combattere contro di lui... Lily teneva Harry e me... poi ho visto Voldemort... scagliare l'incantesimo contro Harry... poi una luce bianca e un esplosione...>>
Kathleen riprese fiato. Aveva i capelli blu, viola, verdi e chi ne ha più ne metta.
<<Da quand'è che va avanti?>> chiese Silente.
<<Dal trentuno ottobre dell'anno scorso>> rispose Kathleen. <<Non è una coincidenza, professore. Stento a credere che lui stia tornando più forte. Ma ci sono dei collegamenti troppi, aggiungerei, che mi fanno pensare.>>
<<Sono pienamente d'accordo con te>> disse Silente. <<Quello che sta succedendo è davvero strano, ecco perché uso il Pensatoio.>>
<<Sono davvero legati?>> chiese Kathleen con un filo di voce.
<<È probabile, ma non se sono del tutto convinto.>>
A Kathleen bastò per farsi indietro.
Guardò Harry che già la stava guardando, anzi non aveva mai smesso di farlo.
Silente notò la cicatrice sul collo di Kathleen che sbucava tra i capelli multicolore. <<E la tua invece?>>
Kathleen smise di guardare Harry.
<<Come?>>
<<La tua cicatrice>> disse Silente. <<Ha fatto male?>>
<<Se dici che hai anche tu altri incubi, me ne vado>> disse Harry autoritario.
<<Di incubi non ne faccio da un pó. L'ultimo, ironia della sorte, è stato ad Halloween>> rispose Kathleen guardandolo negli occhi. <<In quanto alla cicatrice, professore...>> aggiunse voltandosi verso Silente. <<Fa spesso male, soprattutto quando Karkaroff è nelle vicinanze. Una volta anche col professor Piton e molto spesso con il professor Moody.>>
<<Moody?>> ripeté Silente.
<<Sí, il professor Moody, signore. Può avere una vaga idea del perché?>>
Silente si limitò a scuotere la testa.
<<La tua cicatrice è molto strana. Devo individuare ancora come tu l'abbia avuta e della più sensata risposta al perché ti faccia male.>>
<<Sarà lieto di sentire, che ci chiediamo la stessa cosa.>>
<<Molto>> disse Silente, scrutandola curioso.
Ci furono attimi di silenzio. Lunghi attimi di silenzio. Silente era assorto nei suoi più profondi pensieri. Kathleen guardò Harry, che ancora una volta la stava guardando.
<<Professore...>> disse Harry. <<Noi andiamo, ci staranno aspettando.>>
Silente li guardò alzarsi e fece un cenno del capo.
<<Grazie per le informazioni>> disse Harry, Kathleen annuí concordando con lui.
Silente fece un altro cenno del capo.
I due si guardarono interrogativi e si avviarono alla porta.
<<Harry. Kathleen.>>
I due si voltarono.
<<Vi prego, di non dire a nessuno quello che avete visto e quello che abbiamo detto. Posso fidarmi?>>
<<Certamente>> risposero all'unisono i due.
Silente sorrise ad entrambi.
<<Un'ultima cosa...>>
I due si voltarono di nuovo.
<<Buona fortuna per la terza prova, Harry.>>



























ᴛɪʟʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ//ʜᴀʀʀʏ ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora