- Capitolo Quarantasei -

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«È inutile che cerchiate di convincermi, non lo farò nemmeno sotto tortura!»
«Ma, Liv,» piagnucolò Zack, «lo sai meglio di tutti che chiunque a questa festa si aspetta un tuffo in piscina e sei stata scelta tu, non possiamo farci nulla.»
Si erano spostati in camera di Zack, dove una selezione di diversi costumi da bagno la aspettava in bella mostra sul letto, pronti per essere indossati. Proprio come il tuffo, anche i costumi erano stati scelti per dare il massimo dello spettacolo: nessuno fra quei bikini poteva essere considerato una scelta sobria. Dalle paillettes alle combinazioni di colori sgargianti, non c'era nulla che Olivia avrebbe potuto indossare senza poi voler morire dalla vergogna.
«Sei tu il padrone di casa, puoi fare tutto quello che ti pare. E sappiamo entrambi che non c'è nessuna ruota della fortuna che viene girata per scegliere chi viene buttato in acqua, lo decidi tu!»
In quel momento ad Olivia poco importava della presenza di Eryn nella stanza. Che la vedesse urlare e strepitare davanti a quel ragazzo, che la guardasse avere una piena crisi isterica senza fare nulla. Le importava solamente non finire inzuppata da capo a piedi, quello era decisamente fuori discussione.
Zack le si avvicinò di qualche passo, le mani alzate all'altezza del petto come se si stesse approcciando ad un gatto randagio pronto a graffiargli via la faccia da un momento all'altro. E aveva ben ragione di comportarsi in quel modo: l'umore di Olivia non era decisamente dei migliori.
«Non è proprio così semplice. Davvero ti costa così tanto farti un tuffo in piscina? Non fa nemmeno poi così freddo oggi.»
Più Zack cercava di convincerla, più Olivia si infuriava. Stava per scagliarsi nuovamente addosso al ragazzo, incurante di tutto, quando Eryn si frappose fra di loro, prima che le cose potessero degenerare.
«Okay, okay, aspettate. Mi sembra di capire che nessuno oltre a noi sappia che Olivia è stata scelta, no?» domandò, guardando prima Olivia e poi Zack, quest'ultimo annuì con non poca esitazione.
«Allora non è ancora propriamente obbligata a buttarsi in acqua, no? Se nessuno sa ancora che l'hai pescata come vittima non potranno dirti nulla, scegli qualcun altro e basta. È abbastanza ovvio che lei non lo voglia fare» disse Eryn con molta calma.
Olivia le puntò un dito contro, il braccio teso nell'aria. «Ha completamente ragione, ascolta lei se non vuoi dare retta a me.»
Eryn le stava veramente facendo un grande favore, l'unico problema era che il suo essere diplomatica non sembrò aver alcun effetto su Zack.
Lui scosse la testa, lasciando che la collana di fiori seguisse quel suo movimento lento. «Ve l'ho già detto, non sono io a decidere come va questa cosa, sono solamente la mano umana che mette in atto il volere superiore. E poi, giù in cucina c'era un bel po' di gente ferma ad osservarci.»
«Sì, certo, e io sono la Regina Elisabetta. La prossima volta fumati un po' meno erba» sibilò di rimando Olivia, impuntando i piedi e guardandolo di sbieco con tutta l'acidità che aveva un corpo.
«Cos'hai intenzione di fare, allora?» si intromise nuovamente Eryn, l'unica in quella stanza a sembrare ancora in grado di ragionare. «La obbligheresti a mettersi in costume da bagno, senza il suo consenso? La spoglieresti, mettendole le mani addosso, solamente per buttarla in una stupida piscina?»
Suonava disgustata dalla sola idea che qualcosa del genere potesse succedere davanti ai suoi occhi. Sembrava davvero preoccupata per quello che sarebbe accaduto ad Olivia nei prossimi minuti. Non lo stava facendo solamente per scena.
Forse si sarebbe eretta a difesa di qualsiasi persona al posto di Olivia, in quel momento. Forse lo avrebbe fatto per chiunque.
Eppure Olivia si sentì improvvisamente come tirata verso il centro della terra, una morsa strettissima che trascinava il suo stomaco dalla sua pancia fino al pavimento. Era una cosa stupida da provare, se ne rendeva conto, tuttavia non era in grado di controllarsi. Era come se il suo corpo non le appartenesse più, incapace di seguire i suoi ordini.
Così distolse lo sguardo da Eryn, rivolgendo tutta la sua attenzione su Zack, il quale sembrava davvero interdetto dalle parole della ragazza più piccola.
Le sue sopracciglia erano corrugate, la fronte un intrico di rughe profonde. «Quello... Io- Insomma, quello che voglio dire è che no, certo che non la toccherei mai contro la sua volontà.»
«Quindi mi pare che la questione si possa considerare chiusa qua. Lei non vuole e voi non la obbligherete. Punto» concluse Eryn.
«No, no, non le metteremo il costume, ma la piscina non se la può scampare» continuò imperterrito Zack. «Non la svestiremo, ma la butteremo comunque in acqua, con o senza il suo consenso. In realtà, il suo consenso lo ha dato nel momento stesso in cui è entrata in casa, lo sanno tutti quelli che partecipano a queste feste che funziona così, a casa mia.»
Agli occhi di Olivia quella situazione aveva dell'incredibile, non riusciva a comprendere come quel ragazzo potesse essere così duro di testa, ma anche lei non si sarebbe arresa tanto facilmente. Ormai era diventata una questione di puro orgoglio.
«E se mi offrissi io al suo posto? Se mi buttassi io in acqua, non andrebbe bene lo stesso? Avresti comunque il tuo spettacolo ed Olivia non sarà obbligata a fare nulla contro il suo volere. Giureremo di non dire a nessuno che abbiamo fatto questo accordo e nessuno verrà al di fuori di questa stanza verrà a saperlo.»
Eryn si era fatta avanti di qualche passo, quasi schermando Olivia dalla vista di Zack, come a proteggerla da una minaccia fisica e non solamente da un probabile salto in acqua.
Zack non sembrava ancora convinto, si stringeva le mani, inclinando leggermente la testa con fare dubbioso. «Non lo so, Eryn, tuo fratello potrebbe ammazzare tutte e due. L'ultima cosa che voglio è avere da discutere con Noah.»
«A lui ci penserò io dopo, non può prendersela con te per una cosa che ho deciso io.»
«Sì, però lui mi ha chiesto in precisamente di-»
Eryn non gli fece finire la frase, ma Olivia aveva comunque una mezza idea di cosa stesse per dire.
«Non importa quello che ti ha chiesto. Fai questo accordo con noi e basta. Sei tu il capo della festa, non lui.»
Quelle ultime parole sembrarono fare breccia nella corazza di Zack che si accasciò su se stesso, abbassando le spalle ed esalando rassegnato. «Okay, va bene, andrai tu al posto di Liv, ma non voglio proprio saperne più nulla di questa storia. D'ora in poi risolvetevela fra di voi.»
Guardandola non poteva far a meno di pensare che fosse un vero e proprio principe azzurro, venuta a salvarla dal suo destino crudele. Ma lei non aveva bisogno di salvezza e certamente non aveva bisogno di nessun principe in armatura brillante. Era capacissima di sopravvivere da sola.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora