- Capitolo Ventiquattro -

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Olivia non si guardò nemmeno una volta alle spalle prima di uscire dal locale, chiudendosi la porta di spesso vetro alle spalle e salendo con velocità la piccola rampa di scale che l'avrebbe riportata sul viale alberato che percorreva l'intero centro città e sul quale si dispiegavano una serie di negozi e caffè, uno più luminoso e rumoroso dell'altro. Nel centro era vietato il passaggio alle macchine, lasciandolo una zona pedonale per chi aveva bisogno di fare shopping senza percorrere chilometri di distanza o per chi voleva passare una serata con gli amici, saltando di bar in bar senza troppi problemi per chi non si reggeva più in piedi da solo. Probabilmente non era stato pensato con quest'ultimo obiettivo in mente, ma era una tecnica per ammassare più brand possibili e obbligare la gente a comprare cose di cui probabilmente non aveva bisogno, ed era una tecnica di marketing più che riuscita. Olivia non riusciva a ricordarsi nemmeno una volta in cui non era entrata da H&M per poi uscirne con tre sacchetti quando aveva solamente intenzione di fare un salto da Pull&Bear, o una volta in cui avesse visto quella strada completamente vuota, senza anima viva a passeggiarvici.
Quella sera non era per nulla diverso: seppur l'ora iniziava a farsi tarda, molti negozi avevano deciso di stare aperti più a lungo per chi era alla ricerca dei regali dell'ultimo minuti e in tanti si aggiravano con sacchetti e sacchettini, tutti trafelati per raggiungere il parcheggio e le proprie macchine. Altri erano già nel pieno dei festeggiamenti, come Olivia e i suoi amici. Un gruppo di ragazzi già ubriachi si stava tenendo a braccetto, mentre portavano avanti una gamba alla volta, con grande enfasi, tutti coordinati, e cantavano ad alta voce Jingle Bells. La maggior parte di loro indossava dei cappellini rossi da Babbo Natale e qualcuno doveva avere una cassa Bluetooth da qualche parte perché la musica li seguiva come una nube ovunque andassero.
Olivia era alla ricerca di una panchina libera in cui sedersi, possibilmente il più lontano possibile da quei ragazzi che avrebbero potuto essere anche alla ricerca di guai oltre che di qualche mancia per quella performance non richiesta. Ma non fece in tempo ad addocchiarne nemmeno una che il campanello sopra la porta del locale alle sue spalle tintinnò, segnalando l'uscita di qualcuno ed attirando la sua attenzione.
Si fermò per qualche secondo in più, dando uno sguardo veloce alle sue spalle. E subito si mise a sorridere sorniona.
«Mio fratello ti ha per caso detto qualcosa di fuori luogo? Ti ho vista uscirtene come una furia dopo aver parlato con lui, sembri abbastanza arrabbiata» disse Eryn, senza troppi preamboli. Ad Olivia faceva piacere che fosse una persona diretta, era una di quelle qualità che ammirava sempre molto negli altri. In un mondo ideale, le persone di cui si sarebbe voluta circondare, erano candide come la neve, non nascondevano segreti e non agivano alle spalle di nessuno. Ma sapeva che non poteva esistere un mondo del genere, sopratutto quando lei era la prima a comportarsi come una vipera.
Scosse la testa, girandosi verso Eryn, ora al suo fianco. Aveva salito le scale in un attimo, forse grazie alle sue gambe lunghe, forse grazie agli anni ed anni di corsa agonistica. «No, nulla di che. Sono solamente io che me la prendo sempre troppo per qualunque piccolezza. Voleva offrirmi un drink, ma mi sono rifiutata perché odio quando la gente spende soldi per me.» La bugia uscì come miele e latte dalla sua bocca, con una facilità disarmante. Olivia faceva paura anche a se stessa.
«Ah, davvero? Sembrava una discussione alquanto animata per solamente qualcosa da bere» ridacchiò Eryn, portandosi le mani dentro le tasche posteriori dei jeans e scuotendo leggermente le spalle. Quella sera stava indossando un paio di jeans larghi, di almeno due taglie troppi grandi per lei, che le ricadevano sui fianchi, lasciando intravedere l'orlo delle mutande e lasciando in bella vista gli addominali leggermente scolpiti. Aveva una catena dorata a cingerle la vita, poco sotto un top praticamente inesistente. Olivia non si sarebbe mai azzardata ad indossare qualcosa del genere, ma sapeva riconoscere un outfit che valorizzava le forme e il carattere di un altro e quello era decisamente il caso. Se in quei pochi giorni aveva iniziato a conoscere un minimo Eryn, non c'era nulla che urlasse di più il suo nome di vestiti larghi e pelle scoperta.
«Beh, forse dipende anche dalla persona che me lo offre.»
«Quindi se ti offrissi io da bere aceteresti?» chiese Eryn, un sopracciglio alzato a porgerle la sfida.
Olivia fece finta di pensarci su per qualche secondo, poi le diede una piccola spallata, raggiungendo a mala pena la metà del braccio di Eryn. «Sei troppo piccola per bere, figurarsi offrire qualcosa a me. Ma in quanto tua "fidanzata" sarei praticamente obbligata ad accettare.»
Se c'era qualcosa che era brava a fare, era giocare a quella difficile da incantare e rimorchiare con battutine del genere. Avrebbe potuto passare mesi a far sentire qualcuno sul filo del rasoio, senza mai dare un vero segno di un suo interesse romantico nei confronti dell'altra persona, ma nemmeno del contrario. Anche se, con Eryn, avrebbe dovuto cercare di spegnere questa parte di sé e passare subito ai fatti. Giocare con lei non aveva alcun senso quando fra di loro non sarebbero mai nati dei veri sentimenti.
Per fortuna, Eryn, come il fratello, sembrava un tipo che non demordeva mai. «Ah, quindi stanno così le cose?» domandò, la voce leggera e scherzosa. «Va bene, va bene, ora capisco come stanno le cose» continuò, mettendosi ad annuire leggermente. «E questo vale anche per gli appuntamenti? Dovremmo avere anche qualche tipo di appuntamento, per far credere a tutti che siamo fidanzate, no?»
«Appuntamenti? Tipo appuntamenti galanti, con una cena a lume di candela o una passeggiata al chiaro di luna?» la prese in giro Olivia, gli occhi che scrutavano ogni centimetro del volto della ragazza più piccola alla ricerca di una qualsiasi reazione.
«Non so te, io conosco solamente un tipo di appuntamenti: quelli dove si cerca una vittima da uccidere e poi si esegue l'omicidio perfetto, scappando dalla polizia. Non ne hai mai sentito parlare?»
Un angolo della bocca di Olivia si alzò lentamente, disegnando uno strano sorriso soddisfatto sulla sua faccia.
«No, non ne ho mai sentito parlare. Dovrai portarmici tu, allora. Sai dove trovarmi.» Detto questo, tornò sui suoi passi, all'interno del locale.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora