- Capitolo Sei -

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Appena entrata dentro la casa di Zack, le narici di Olivia furono subito prese d'assalto da un odore forte di alcol e sudore, il tutto mischiato in una bomba micidiale.
Andare alle feste era un ottimo modo per mantenere la sua posizione sociale all'interno della piramide scolastica, ma non per questo poteva dire di divertircisi. Passare del tempo con le sue amiche era okay, bere fino ad ubriacarsi era già meglio, ma certe volte il tempo sembrava non passare più in quei dannati salotti con poca luce e musica a palla.
Ad un certo punto della serata sparivano tutte: Amelie e Sophie rimorchiavano sempre qualche ragazzo, addentrandosi nei meandri della casa o del giardino sul retro, Zora se ne andava via, spesso trascinata dal fratello gemello che non voleva farla restare fino a tardi, con la scusa dei genitori apprensivi. Così Olivia si ritrovava spesso da sola.
Avrebbe potuto cercare anche lei qualcuno con cui passare il resto della notte, ma non era il tipo da approcciare sconosciuti senza motivo apparente. Credeva che una relazione fra due liceali non avrebbe mai potuto funzionare. Nemmeno fra due studenti universitari, se era per quello. Non avrebbe certamente vissuto il resto della sua vita con qualche tipa a caso trovata mezza fatta nel bagno di casa di Zack, quello era certamente fuori discussione.
Di tutte le ragazze che si trovavano a quella festa, non avrebbe mai potuto dire di fidarsi nemmeno di una di loro. Tenersi stretti gli amici senza fidarsi era già difficile, farlo con una potenziale fidanzata sarebbe stato ancora peggio, ne era consapevole. Quindi, alla sua lista di priorità era stata aggiunta una piccola clausola: nessun tipo di relazione amorosa fino alla fine della scuola. Avrebbe dovuto concentrarsi sullo studio e basta, così da poter arrivare al lavoro che tanto desiderava.
Ogni tanto quella clausola finiva nel dimenticatoio. Quelle sere in cui rimaneva da sola troppo presto, troppo a lungo. Quelle sere in cui aveva bevuto uno shot di troppo e faceva fatica a ricordarsi dove si trovasse. Quelle sere in cui si sentiva particolarmente debole e triste e anche se solo qualche minuto voleva sentire il calore umano di qualcuno altro al suo fianco.
Le serate come quelle erano veramente poche e le rammentava meglio di quanto avesse mai potuto desiderare. Per lei erano come delle piccole macchie da cancellare, degli errori che sarebbero serviti come promemoria, per non ripeterli mai più.
Quella notte sarebbe stato del tutto diverso. Sarebbe andata alla ricerca di qualcuno, di proposito. Doveva riuscire a capire se quella ragazza aveva interesse per le donne o se era completamente etero. Quello e chiederle il suo numero erano gli obiettivi che si era prefissata per quella festa.
Sperava solamente che quel ridicolo costume da babbo natalina che Amelie le aveva preparato non la ostacolasse in alcun modo. Si trattava solamente di un vestitino rosso con bordi bianchi, una cintura nera in vita e un capellino da Babbo Natale che le continuava a penzolare davanti agli occhi, ma riusciva comunque a farla sentire ad estremo disagio. Anche Amelie, Sophie e Zora - con dei pantaloni invece che una gonna e un hijab rosso abbinato - erano conciate come Olivia, ma nemmeno questo sembrava farla stare meglio.
«Qualche piano per la serata?» chiese Sophie, non appena ebbero varcato la soglia di casa di Zack.
«Bere tre litri di vodka e cercare di non essere buttate in piscina?» propose Amelie. Era una tradizione delle feste di Zack che qualcuno venisse lanciato in acqua, rigorosamente con tutti i vestiti addosso. La scelta, fatta dal padrone di casa, doveva essere casuale, ma molte volte non la sembrava. Quello era il prezzo da pagare se correvi il rischio di partecipare ad una delle sue feste.
«Oh, sì. Sono completamente d'accordo sulla piscina. Non vorrei certamente che mi si rovinasse la messa in piega» commentò sarcastica Zora, toccandosi un lembo dell'hijab.
Amelie, sempre sul pezzo, non capì assolutamente la battuta e si mise ad annuire con forza. «Sì, ci ho messo tre secoli per riuscire a farmi i boccoli con la piastra, questa sera. Vorrei che mi durassero almeno fino a mezzanotte.»
Le due ragazze si allontanarono, dirigendosi verso la cucina dove venivano sempre tenuti gli alcolici e i bicchieri rossi in plastica da quattro soldi.
«E tu, Liv?» continuò Sophie, dandole una piccola spallata.
Olivia aveva molti piani, ma non avrebbe rivelato ogni singolo dettaglio di essi. Tuttavia, un piccolo aiuto le sarebbe tornato molto utile. «Penso di andare a cercare una persona. Sai se quelli del secondo anno sono stati invitati?»
Era abbastanza sicura che fosse così. E poi solitamente arrivavano anche i primini, che per qualche motivo sapevano dove andare anche se nessuno li invitava mai, quindi le probabilità che i ragazzi più piccoli si trovassero lì erano estremamente alte.
«Probabile, sì» rispose Sophie, portandosi una mano al mento e guardandosi attorno. Nel frattempo una mandria di ragazzi stava facendo il suo ingresso dalla porta, trascinandole via con loro verso il salotto. C'erano già fin troppe persone per riuscire a respire a dovere.
«Al momento non riconosco nessuno, però credo di aver visto uno dei ragazzi della squadra di rugby che è al secondo anno mentre entravamo» disse Sophie dopo qualche secondo. «Ma perché ti serve uno di seconda?»
«Sto cercando una persona.» La voce di Olivia era bassa e sottile, quasi inaudibile in tutto quel fracasso che le circondava. La musica, le risate, la gente che urlava e cantava a squarcia gola, tutto la sovrastava. Ma in qualche modo Sophie era riuscita a sentirla.
«E fammi indovinare, questa persona è estremamente simile a Noah ed ha praticamente l'età di tua sorella?»
Sophie era sempre un passo più avanti delle altre. Olivia non sapeva nemmeno perché continuava a provare a fare la vaga intorno a lei. «Forse.»
Il fatto Noah avesse una sorella più giovane di loro sembrava essere quasi un segno del destino. Era una coincidenza troppo perfetta per essere vera. Anche se, facendo le sue ricerche, Olivia aveva notato che a dividerla da Eryn c'erano solamente diciotto mesi, nemmeno due anni interi. Fra Noah e Claire gli anni erano più di tre. Ma non erano questi dettagli che importavano, il messaggio sarebbe arrivato allo stesso modo.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora