- Capitolo Cinquantuno -

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Olivia passò il resto delle sue vacanze invernali chiusa in casa. Si convinceva che fosse solamente perché aveva bisogno di trovare pace e silenzio per riuscire a scrivere i temi da mandare alle diverse università a cui avrebbe fatto domanda, ma la verità era ben diversa.
Il vero motivo per cui non mise piede fuori dalla sua stanza per diversi giorni di seguito era assai semplice: non c'era nessuno che avrebbe potuto incontrare senza mettercisi a litigare. Sophie, Noah, e tutti gli altri del gruppo non le avrebbero certamente voluto mai rivolgere la parola, Claire tantomeno.
E poi c'era Eryn.
Eryn non era arrabbiata con lei. O almeno, Olivia non ne era al corrente. Perché non le aveva più parlato dalla sera della festa di capodanno.
Una volta uscite dal bagno, dopo essersi lavate e vestite nel più completo silenzio, senza mai riuscire ad incrociare i propri sguardi, si era allontanata da Eryn ed era tornata a casa, da sola, senza dire nulla a nessuno.
Le aveva scritto che per i prossimi giorni non avrebbe più pubblicato su Instagram le loro foto, perché pensava che, con il fatto che la maggior parte delle persone era in vacanza, nessuno le avrebbe viste. Ma anche questa era una bugia.
Aveva già usato tutti i selfie che si erano fatte e non voleva vederla di nuovo per farne altre.
La sua testa era un turbine di pensieri senza capo né coda. Continuava a rivivere nella sua mente quei pochi minuti nella doccia, nascoste dal resto del mondo, le mani di Eryn su di lei, le labbra morbide e la pelle profumata. Non riusciva a togliersi dalla testa il suo cuore palpitante, la vista offuscata e lo stomaco leggero.
Tutto quello la spaventava più di quanto non avessero fatto le minacce di Sophie. Negli ultimi giorni non aveva quasi più pensato al suo piano, alla sua vendetta, a Claire ed a Noah. L'unica cosa che le passava per la mente era Eryn.
E non andava bene, non andava per nulla bene che lei si scordasse delle sue priorità per mettere in primo piano qualcosa a cui non sapeva nemmeno dare un nome. Era una specie di infatuazione quella che provava nei confronti di Eryn? Le piaceva? Si stava innamorando?
Olivia conosceva la risposta meglio di chiunque altro, ma continuava a fingere di non vederla.
Così arrivò il rientro a scuola senza grandi avvenimenti: aveva finito i suoi testi e li aveva mandati all'università, ma nulla più di questo.
Tuttavia, quando varcò le porte della scuola, percorrendo uno dei grandi corridoi pieni di armadietti dal pavimento al soffitto, notò subito qualcosa di strano.
Era abituata a qualche sguardo che la seguiva mentre passava, spesso sentiva anche il suo nome bisbigliato di bocca in bocca, come se lei non potesse sentire i commenti che facevano, ma quella mattina era diverso.
Sembrava che l'aria si fosse fatta più pesante, difficile da respirare, grigia di preoccupazioni. Il sole era nascosto dietro a delle nuvole e le forti luci a led sul soffitto proiettavano le ombre degli studenti lunghe e sinistre sul pavimento.
Sembrava che tutti la stessero osservando, nessuno escluso. Anche chi si professava disinteressato nei giochi di potere del liceo la stava fissando intensamente, il brusio di voci sempre più forte mentre avanzava verso la sua prima classe.
Olivia cercò di calmare il battito del cuore che aveva iniziato improvvisamente a pulsare sempre più veloce. Si sentiva piccola e schiacciata dalle mura della scuola, da tutti quegli occhi che non si perdevano nemmeno un suo passo. Non era abituata a provare sensazioni del genere, ma sembrava che ormai il suo cuore non fosse più temerario come un tempo.
Cercò di convincersi che fosse tutto un brutto gioco della sua mente: era la prima volta dall'inizio del liceo che si ritrovava a percorrere quel tratto di edificio da sola, senza nessuno al suo fianco, senza nessuno ad aspettarla all'armadietto, senza nessuno pronto a sedersi vicino a lei in classe. Nessuno era veramente interessato a lei.
Arrivata davanti all'aula di biologia, dove si sarebbe tenuta la prima lezione della mattinata, Olivia fu subito bloccata sulla porta da Zora ed Amelie. Durante le vacanze avevano provato a contattarla, ma Olivia aveva prontamente bloccate entrambe.
«Liv, finalmente sei qua» piagnucolò Amelie aggrappandosi al suo braccio.
Olivia cercò di scrollarsela di dosso, facendo grandi movimenti con il braccio, ma l'altra ragazza sembrava non voler desistere.
«Che cosa volete?» chiese acida, incenerendo le sue due ex-amiche con lo sguardo.
Zora corrugò le sopracciglia. «Mi dispiace, Liv, so che non ci vuoi più parlare però-»
«Io non voglio più parlare a voi?» sbuffò Olivia di rimando. «Siete voi che avete deciso di stare dalla parte di Sophie, non potete certamente pensare che io non tagli i rapporti con tutte voi.»
«Non abbiamo preso la parte di nessuno, volevamo solamente cercare di aiutare. Sapevamo che la situazione in cui ti stavi cacciando poteva essere pericolosa» spiegò ancora Zora. «E infatti, guarda cos'è successo.»
Olivia scosse la testa, Amelie ancora attaccata al suo fianco che la guardava con occhi tristi e leggermente arrossati, come se avesse potuto mettersi a piangere da un momento all'altro.
«Immagino che questo voglia dire che avete visto il mio tuffo in piscina.»
Amelie parve leggermente confusa. «No, non ci stiamo riferendo a quello, stiamo parlando dei poster in mensa. Non li hai ancora visti?»
A quelle parole un moto d'ansia si fece largo per tutto il corpo di Olivia che con voce tremolante chiese: «Che poster? E perché sarei dovuta andare in mensa a quest'ora?»
«Hanno mandato un messaggio anonimo a tutta la scuola. Dicevano di andare in mensa per vedere uno spettacolo straordinario» rispose Zora. «Per scoprire la verità su una delle star della scuola.»
La visione di Olivia iniziò a riempirsi di tanti puntini neri mentre si faceva spazio fra i vari studenti a suoni di spintoni e spallate, dirigendosi verso la mensa. Alle sue orecchie arrivarono ovattate le voci delle sua amiche che cercavano di fermarla, ma lei sapeva già che cosa avrebbe trovato su quei poster.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora