- Capitolo Trenta -

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Sophie abitava nella stessa via di Olivia, solamente qualche casa più in giù. Da fuori erano molto simili: lo stesso vialetto che portava ad un garage, lo stesso ingresso rialzato a cui si arrivava tramite due bassi scalini, lo stesso prato verde che arrivava fino alla strada. Tuttavia la staccionata a circondarla era più alta e dipinta con un marrone molto scuro, gli infissi erano di legno chiaro e l'intera facciata era stata rivestita da assi color prugna.
Sophie e Zora la stavano già aspettando in cucina quando Olivia arrivò, entrambe con un grembiule bianco addosso e una serie di diverse ciotole ricolme di impasto distese sul piano da lavoro davanti a loro.
Anche ad Olivia fu offerto un grembiule, prima che la preparazione vera e propria dei biscotti ebbe inizio. Il loro compito non era molto complicato: la mamma di Sophie aveva già precedentemente preparato tutti gli impasti, loro dovevano solamente tagliare i biscotti, infornarli e disporli in vari vassoi, pronti per essere venduti. Avevano anche comprato varie decorazioni con cui avrebbero potuto abbellirli.
«Da che gusto volete partire?» chiese Sophie, una volta che il grembiule di Olivia fu ben stretto attorno al suo corpo. Si era legata i capelli rossi in uno chignon alto, ora mezzo sfatto e che le ricadeva in piccole ciocche davanti alla faccia, ondeggiando ad ogni suo più piccolo movimento.
Olivia osservò la distesa di impasti che si ritrovavano davanti. Alcuni sembravano essere dei gusti classici, come il cioccolato o la vaniglia, altri avevano colori più strani, quello che attirava di più la sua attenzione fu sicuramente quello completamente azzurro e con dei pezzi di qualcosa che non riusciva ad identificare in mezzo. Lo indicò. Li avrebbero dovuto cuocere tutti, tanto valeva partire da uno qualsiasi. «Mi ispira quello.»
Zora si disse d'accordo. «A che gusto è?» chiese a Sophie, mentre quest'ultima toglieva la pellicola protettiva che era stata disposta attorno alla ciotola e lasciava l'impasto cadere sopra il tagliere già sporco di farina.
Olivia si avvicinò per annusarlo. Sapeva di frutti di bosco.
«Penso sia alla more, con qualche pezzo di frutta in mezzo. Quest'anno mia mamma ha deciso di provare i coloranti alimentari per la prima volta, dovevate vedere che casino c'era in casa l'altro giorno. Sembrava uno dei disastri artistici di Samuel» spiegò Sophie.
Samuel era suo fratello, arrivato da pochissimo nella loro famiglia. Aveva già cinque anni, ma era stato adottato solamente un anno prima e, da quello che raccontava Sophie, sembrava che non stesse fermo nemmeno un secondo. Quelle poche volte che Olivia lo aveva incontrato non le era sembrato il terremoto vivente che tanto diceva l'amica, solo un bambino della sua età.
Quel pomeriggio non era in casa, ma era uscito con la madre per comprare gli ultimi oggetti necessari per l'evento di beneficienza del giorno seguente.
«Sembra buono» commentò Zora con tono sarcastico, stuzzicando con un dito l'impatto azzurro, sembrando più schifata che altro. «Molto naturale.»
«Di sicuro i bambini lo ameranno. Vorranno prendere tutti quelli colorati» si intromise Olivia, perché era vero. Era stata un'ottima idea strategica quella della mamma di Sophie: si sapeva che i bambini non potevano stare lontani dai dolci, sopratutto quelli che sembravano essere usciti da un vero e proprio cartone animato.
Sophie si strinse nelle spalle. «Che importa, noi dobbiamo solamente cuocerli, non siamo obbligate ad assaggiarli.»
Prese un matterello da uno dei cassetti bianchi ed iniziò a distendere l'impasto sotto gli occhi attenti di Zora ed Olivia. Pochi minuti dopo, quando la palla azzurra si fu trasformata in un largo cerchio piatto, Sophie fece segno alle due amiche di prendere le prime formine con cui tagliare i biscotti. «Mamma vuole che questi siano a forma di fiocco di neve, quindi possiamo usare solamente queste» disse, indicando quattro pezzi di metallo brillante, tutti a forma di fiocco di neve, anche se molto diversi tra di loro.
Divisero l'impasto in tre pezzi uguali, presero ognuna una formina e si misero al lavoro, rubandosi il matterello a vicenda quando ne avevano bisogno. Si fermarono solamente quando la prima teglia fu completamente riempita di piccoli e grandi fiocchi di neve, pronti ad essere cotti.
Il forno era già stato tutto preriscaldato, quindi la infornarono subito.
«Quanto ci vorrà perché cuociano fino in fondo?» chiese Zora, affacciandosi a vedere oltre il vetro del forno. Tuttavia era oscurato e si faceva fatica a capire a che punto fossero i biscotti.
«Ci vuole più o meno un quarto d'ora» le rispose Sophie. «Però ogni cinque minuti ci conviene controllarli, per essere sicure che nessuno di loro si bruci.»
Mentre aspettavano che la prima infornata fosse pronta, continuarono a stendere e preparare biscotti, mettendosi avanti con il lavoro. Purtroppo il forno poteva contenere al massimo due teglie, quindi i tempi di attesa sarebbero stati assai più lunghi del previsto.
Avevano già creato dei biscotti con tutti i sei diversi sapori che la mamma di Sophie aveva preparato quando gli ultimi di quelli azzurri furono pronti per essere tolti dal forno.
Una piccola pila di fiocchi di neve mezzi azzurri e mezzi marroni - per essere sicure che fossero cotti anche all'interno li avevano lasciati cuocere un po' troppo e si erano leggermente bruciati - si era già creata dentro ad uno dei vassoi di alluminio che il giorno dopo la mamma di Sophie avrebbe disposto sulla sua bancarella.
«Se continuiamo di questo passo finiranno di cuocere domani» disse Zora, guardandosi l'orologio. Erano arrivate lì alle tre del pomeriggio, fino alle cinque erano state occupate con le formine dei biscotti, ma ormai era già da mezz'ora che girovagavano per la cucina senza meta, in attesa che i dolci cuocessero. Avevano addirittura lavato, asciugato e messo a posto tutti gli utensili che avevano usato e sporcato, facendo quasi brillare la cucina. Loro, tuttavia, non erano poi così pulite: i grembiuli bianchi si erano subito macchiati di impasto, la farina in qualche modo era arrivata alle loro guance e ai capelli.
«Di sicuro dovremmo restare qui fino all'orario di cena. Volete fermarvi a mangiare qua?» chiese Sophie. «Se no potete andare via anche prima, non ci offendiamo. Avete già aiutato fin troppo, sarete stanche.»
Zora allungò un braccio intorno alle spalle di Olivia. «Ma certo che restiamo, non si rifiuta mai quando un'amica ti invita a restare a cena da lei, giusto Liv?»

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora