- Capitolo Trentanove -

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Con il suo caffè freddo fra le mani e una ventina di nuove foto da poter postare su Instagram, tutte in rigorosa compagnia di Eryn, Olivia si sedette ad un tavolo del locale.
Come internet le aveva promesso c'era una vasta scelta di posti a sedere, compreso l'intero tetto del palazzo in cui si trovava il bar, al piano inferiore. Quella mattina il cielo era azzurrissimo, le nuvole quasi sembravano disegnate nella volta del cielo, come tanti piccoli batuffoli di cotone, eppure non c'era nessuno a godersi l'aria fresca di quella bella giornata.
Erano le uniche sedute sulle sedie di rattan marroni, all'ombra di un gazebo fiorito. Le piante, dai boccioli appena nati, tutti viola, si attorcigliavano intorno ad una grata di legno, ondeggiando lentamente e filtrando la luce del sole.
«Allora, vogliamo parlare di quello che ti passa per la testa?» chiese Eryn, rompendo il ghiaccio di quella che sarebbe stata una conversazione assai difficile.
Olivia si era accorta di aver reagito malamente alle parole di Sophie, forse buttando Eryn dentro a qualcosa che avrebbe facilmente potuto rimanere un suo segreto. Tuttavia ormai era troppo tardi per avere ripensamenti, l'unica cosa che poteva fare era mettere a parole i suoi pensieri, senza dire nulla che avrebbe potuto portare a galla la verità.
Olivia alzò leggermente la testa, osservando un'ape che si avvicinava ad un fiore leggermente dischiuso, alla ricerca di qualcosa con cui poter nutrire tutto il suo alveare. «Te l'ho già detto, no? Le mie amiche non sono per nulla contente che io stia con te e presto diventerà un problema. Non ti hanno ancora contattato, vero?»
«No, nessuno mi ha cercato, però-»
«Dimmelo subito se qualcuno di loro ti scrive o ti prende da parte o qualsiasi altra cosa» la interruppe subito Olivia. «Devo saperlo immediatamente se succede qualcosa del genere.»
Eryn scosse leggermente la testa. «Va bene, va bene, però in cambio vorrei davvero sapere qualcosa in più di tutta questa storia. Mi sento come se mi fossi appena buttata in una faccenda molto più grande di quello che mi avevi fatto intendere alla festa.»
Olivia ripensò a quella notte e alla scusa che aveva creato per dimostrare il suo bisogno di avere una ragazza per finta. Non si era dimenticata delle sue parole, di quello che le aveva detto, perché Olivia non avrebbe mai cancellato dalla sua memoria un dettaglio così importante, anche se non pensava che Eryn avrebbe chiesto ulteriori informazioni. Avrebbe dovuto sapere che non si parlava dei traumi delle persone se non erano loro stesse ad iniziare quella conversazione, quando si sentivano pronti per condividere i fardelli pesanti che si portavano sulle spalle tutti i giorni.
Olivia prese un sorso del suo caffè, il ghiaccio stava iniziando a sciogliersi sotto il sole del pomeriggio, prima di risponderle. Mise su una faccia tetra, contrita, cercando di sembrare il più ferita possibile. «Ti ho già detto che le mie amiche sono molto apprensive nei miei confronti. Certe volte mi trattano come una bambina, ma lo fanno un po' con tutte quelle del nostro gruppo, non è un trattamento che riservano solamente a me. Ormai lo avrai notato anche tu.»
Eryn annuì anche se non sembrava molto convinta, i suoi occhi che vagavano nel vuoto, cercando di aggrapparsi a qualche ricordo. «Mi sembrava che lo faceste sopratutto con quella bionda, Amelie, giusto?»
«Sì, lei è sempre stata sotto la ala protettiva di tutte, probabilmente più di chiunque altra. Tende a mettersi molto spesso nei guai, anche senza volerlo.»
«E quindi pensano che ora ci sia tu nei guai? Per via della tua ex-fidanzata?»
Olivia si strinse nelle spalle. L'ape si era spostata dal fiore, avvicinandosi alle due ragazze. Per lei erano sempre state delle creature assai affascinanti, spesso incompreso da molte persone. Più e più volte aveva visto qualcuno mettersi ad urlare alla sola vista di un ape, come se lei avesse mai voluto smettere di compiere il suo lavoro, solamente per pungere un umano e poi morire subito dopo, in un atto di pura rabbia improvvisa. Se solo avessero pensato prima di mettersi ad agitare le mani in aria avrebbero presto capito che non aveva alcun senso. I motivi per cui un umano sarebbe dovuto essere più importante della comunità, del proprio compito, della propria vita, erano meno di zero.
Spesso Olivia si era ritrovata ad identificarsi con una di quelle piccole api laboriose. Le era stato dato il titolo di Ape Regina, a scuola, tuttavia lei preferiva considerarsi un ape operaia. Sempre concentrata sull'obiettivo, sempre al servizio di un bene più grande, altrui.
«Sì. Mi pareva di averti già raccontato che non ci siamo lasciate nei migliori dei termini ed hanno paura che io le vada ancora dietro, che non riesca a dimenticarla, anche se è una bandiera rossa ambulante.»
«Sono così esigenti che non gli vado bene nemmeno io? Avevi detto che sarebbero state più che contente di vederti sistemata con qualcuno, è per questo che mi hai chiesto di far finta di essere la tua ragazza» disse lei, spiegando tutto come se fosse stato un dato di fatto. In effetti, non si sbagliava.
«Conoscendole scoprirai che lo sono davvero tanto. Fanno il quarto grado a chiunque entri nel gruppo. Ho paura che non si arrenderanno tanto facilmente all'idea di noi due come una coppia, faranno molte domande.»
Eryn a quelle parole si mise a ridacchiare. «Davvero mi credi così stupida?»
Olivia fu presa alla sprovvista da quella parole, quasi da lasciar andare la presa  salda intorno al suo caffè freddo, dal quale non aveva bevuto ancora nemmeno un sorso. «Scusami?»
«Voglio dire, ieri al telefono sembravi davvero disperata, ora invece non c'è nulla nella tua voce che lasci intendere una paura del genere. Perché non vuoi dirmi il motivo per il quale sei veramente spaventata?» domandò ancora Eryn. Le si era avvicinata, spostandosi dalla sedia davanti ad Olivia a quella al suo fianco. I suoi occhi color pece la scrutavano alla ricerca di qualcosa. «Qualsiasi cosa ti turbi, puoi dirmela senza paura di essere giudicata. Penso di meritarmi la verità.»

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora