- Capitolo Quaranta -

617 33 3
                                    

«Ti sto dicendo la verità» proruppe Olivia, ad un passo dall'alzarsi e lasciar cadere il suo bicchiere di caffè freddo sul pavimento. Un moto di rabbia mista a quella che sembrava essere nient'altro che paura si stava facendo spazio dentro di lei, colorando il suo collo di un tenue rosso.
Fino a qualche ora prima tutto stava andando secondo i suoi piani, in quel momento invece sembrava che il mondo avesse deciso di rigirarsi contro di lei. Prima Sophie che avrebbe potuto mettere a rischio la sua missione, poi Zora ed Amelie che la abbandonavano al suo destino, lasciandola da sola. E adesso se stessa, le sue parole non pesate a dovere che avevano fatto insospettire Eryn.
Olivia non poteva permettersi un altro errore, lo sapeva.
«No, questa non è la verità, lo sappiamo tutte e due.» A differenza di Olivia, Eryn era calma e posata, le dita affusolate che giravano lentamente la cannuccia nella sua bibita, mischiando il ghiaccio ormai mezzo sciolto al liquido marroncino. «Ieri hai lasciato molto bene intendere che siamo nei guai. Di cosa hai veramente paura? Cosa sanno le tue amiche che io non so?»
In quella spirale di buio e tensione, Olivia trovò qualcosa a cui potersi aggrappare per uscire dalla situazione leggermente graffiata, ma comunque integra. Eryn ormai sembrava convinta a scavare nel profondo di Olivia, cercando le ragioni più nascoste che l'avevano spinta in quello stato di panico la sera prima. Avrebbe potuto servirle un pezzo di verità, senza accennare a Noah e a tutta la storia con Claire. Le avrebbe dato quello che voleva, ma a modo suo.
Olivia sbuffò, ormai messa alle strette. «Okay, beh, forse la storia della mi ex-fidanzata non è l'unico motivo per cui ho bisogno che tu ti finga innamorata di me e forse loro non sono molto d'accordo sulla nostra relazione anche perché sei la sorella di un nostro amico, non vogliono creare troppi drammi. Ma non sei tenuta a sapere tutta la storia, nemmeno tu mi hai detto perché alla fine hai deciso di aiutarmi. Sono sicura che anche tu abbia un motivo per mettere su questa recita, non lo stai facendo solamente per farvi un favore, non ci conosciamo neanche poi così bene, non siamo amiche.»
Per fortuna la sua tecnica sembrava funzionare e l'attenzione della conversazione fu spostata tutta su Eryn e sulle sue di motivazioni.
L'altra ragazza però si strinse nelle spalle, senza mai perdere quella nonchalance che sembrava trasudare in ogni momento della sua vita, come se avesse già capito il suo posto nel mondo e nulla avrebbe mai potuto scalfirla. Olivia non poteva fare a meno che invidiarla: Eryn era tutto quello che gli altri pensavano Olivia fosse, tutto quello che lei cercava di convincersi di essere.
«Hai ragione, non siamo amiche, non lo sto facendo solamente per te» rispose semplicemente Eryn. «La sera in cui ci siamo conosciute, alla festa di Zack, la tua proposta mi ha colto molto alla sprovvista. Non pensavo di poter usare a mio vantaggio una finta-fidanzata, ma pensandoci a fondo, quella notte, ho realizzato che in realtà non sarebbe stato poi così male se tutta la scuola avesse creduto che la grande Olivia Young era caduta proprio si miei piedi.»
Allungò un braccio verso Olivia, prendendo fra le dita una ciocca di capelli scuri, rigirandosela fra i polpastrelli. La stava osservando come se, fra le fibre di quei capelli, avesse potuto trovare la chiave ad un antico tesoro perduto.
Il sangue di Olivia iniziò a pompare sempre più velocemente nelle sue vene, facendole girare la testa.
Non appena Eryn si fu risvegliata da quella specie di trance, Olivia girò il volto dall'altro lato, puntando gli occhi dritti sull'edificio davanti a loro, molto più alto di quello dove si trovavano al momento. Le finestre, lucide e alte, riflettevano il cielo alle loro spalle, creando l'illusione di una distesa d'azzurro infinito. Sarebbe stato molto rilassante bere una bibita fresca su quella terrazza, magari accompagnata da qualche pasticcino, nelle ore più fresche della giornata, ma la compagnia di Eryn stava rendendo quella giornata molto complicata per Olivia.
«E io dovrei credere che tu lo stia facendo solamente per ricevere qualche attenzione in più da una marea di sconosciuti?» chiese Olivia, una volta mandata giù la saliva che all'improvviso si era ritrovata in bocca. «Sei già abbastanza conosciuta per i tuoi successi nella corsa, per non parlare di tuo fratello. Non c'è alcun motivo per cui tu debba andare alla ricerca di una maggiore notorietà.»
«Oh no, infatti non sono alla ricerca di fama» replicò Eryn, un piccolo sorriso sornione sulle labbra. «Voglio solo che tutti credano che io sia così in gamba da riuscire ad avere una ragazza come te. Insomma, insieme siamo proprio una di quelle power couple che si vedono nei film, perché mai avrei dovuto dirti di no? Forse le mie motivazioni sono molto diverse dalle tue, ma sono veritiere.»
Olivia annuì, a corto di risposte da dare. Non le importava davvero di scoprire perchè quella ragazzina avesse deciso di partecipare al suo gioco. Le importava solamente che non decidesse di lasciare tutto in quattro e quattr'otto, che non scoprisse fino a tempo debito che il piano di Olivia era una vendetta a discapito di Noah, che la conversazione si fosse spostata su un altro argomento, diverso da Sophie e le altre.
Tuttavia, dopo pochissimi secondi di silenzio, Eryn si ripresentò alla carica, decisa a non lasciare ancora andare la presa. «Quindi, tornando alla tua storia, dicevi che siamo nei guai perché le tue amiche non vogliono che tu ti veda con la sorella di Noah? È per questo che eri così preoccupata?»
Olivia strinse le mani a pugno sopra il grembo. Perché non poteva lasciar perdere e basta? Non capiva che non ne voleva proprio parlare?
«Sì, immagino che avessi paura che ti potessero venire a cercare, magari dissuadere dal stare con me. E avevo paura che tu gli dicessi che è tutto finto. Vorrei davvero che non lo scoprissero mai, che non ci siamo mai davvero fidanzate» concluse lei, sperando di mettere una volta per tutta una pietra sopra a quella storia.
Eryn si limitò ad osservarla, un sopracciglia arcuato, ma non proferì alcuna parola.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora