- Capitolo Trentacinque -

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Quando la suoneria del suo telefono partì, segnalando l'arrivo di una chiamata, Olivia non fu per nulla sorpresa di vedere quel nome scritto sullo schermo.
Stava per premere con forza il tasto rosso, spedendo direttamente il mittente alla segreteria telefonica, mandando il chiaro messaggio di non voler aver nulla a che fare con lei, in quel momento. La ferita era ancora aperta e troppo recente perché Olivia potesse dimenticarsi come Sophie l'avesse trattata insieme a Zora.
Eppure sapeva bene che tenere il broncio non sarebbe servito a nulla, non con Sophie, non con Zora. Probabilmente con Amelie avrebbe avuto qualche risultato, a lungo andare, ma al momento lei non c'era.
Così si portò il telefono all'orecchio, decidendo di dare un'unica ed ultima possibilità di redenzione a quella che fino a qualche giorno fa aveva considerato un'amica.
«Che cosa vuoi?»
Dall'altro lato, Sophie si prese qualche secondo prima di risponderle. Forse stava cercando di non prenderla a male parole. Olivia avrebbe sicuramente dato il peggio di sé se qualcuno l'avesse apostrofata in quel modo.
«Ho visto le storie che hai messo su Instagram» disse infine Sophie, dopo aver preso un breve respiro. Olivia poteva immaginarla seduta alla sua scrivania, la finestra proprio davanti a lei che dava sulla strada, gli occhi che si muovevano a seguire qualsiasi passante incuriosisse la sua mente. Lo faceva sempre, quando era in chiamata con qualcuno. Come se si sentisse una dea, mentre osservava il suo popolo e spartiva saggezza ad una sola persona prescelta. Olivia non si era mai trovata ad essere il faro di quelle attenzioni, non prima di quel giorno, quantomeno.
«Molte persone le hanno viste» replicò Olivia, come constatando un dato di fatto, fingendosi ingenua e all'oscuro di dove stesse cercando di andare a parare Sophie.
L'altra ragazza prese un altro respiro, il quale arrivò come un suono gracchiante e sgradito alle orecchie di Olivia. «Pensavo che non stessi facendo sul serio, pensavo che ti saresti fermata prima di- Beh, prima di chiedere ad Eryn di uscire. Non posso credere che tu l'abbia veramente baciata e lo abbia addirittura reso pubblico, su Internet, alla portata di chiunque. Hai idea di che casino hai combinato?»
La sua voce si era alterata, alzandosi ad ottave che Olivia non le aveva mai sentito raggiungere. Se fosse stata davanti a lei, avrebbe potuto notare la faccia rossa e infuriata di Sophie, i pugni probabilmente stretti lungo i fianchi e gli occhi assottigliati.
«Perché stai parlando come se avessi strappato il cuore a qualcuno? Mi sembra che tu stia esagerando con questa sceneggiata da brava ragazza, come se, sotto sotto, non riuscissi a capire quanto il mio piano sia geniale. Lo sappiamo tutte e due che funzionerà alla grande, non puoi negarlo.»
«Forse funzionerà, ma a quale costo? Quando la verità verrà a galla tutta la scuola saprà che razza di persona orribile sei e verrai additata da tutti, non puoi davvero pensare di fare qualcosa del genere senza subirne delle conseguenze.» Quasi urlò quelle ultime parole.
«Hai solo paura che la situazione si ritorca contro di te. Non te ne frega nulla di me, non sul serio.»
Olivia era così frustata da aver iniziato a camminare per la stanza. Avanti ed indietro, senza darsi pace. Nemmeno per un secondo.
«Certo che ho paura per me. Ho paura per tutte noi. Tu meglio di chiunque dovresti sapere come queste cose finiscono sempre per degenerare, ingigantendosi fino a collassare su se stesse.» Sophie sembrava essersi calmata. Una flebile nota di compassione si era fatta spazio nella sua voce. Olivia odiava quando le persone intorno a lei cercavano di trattarla con condiscendenza, come se non fosse al massimo delle sue capacità cognitive e non potesse veramente capire fino in fondo che cosa stesse succedendo.
«E immagino che tu mi stia chiamando perché hai a cuore il mio bene, allora. Non certamente perché tremi al solo pensiero di tornare a scuola e dover guardare Noah negli occhi mentre tutta la scuola parla della mia nuova fidanzata» continuò a spingerla Olivia. Non avrebbe lasciato andare la presa finché Sophie non fosse uscita allo scoperto e avesse ammesso che l'aveva contattata solamente per coprirsi le spalle da una futura crisi.
«No, non ti ho chiamata per questo. Ti ho chiamata per farti ragionare» sibilò di rimando Sophie. «Hai almeno per un secondo pensato a quella povera ragazza? La stai trascinando in questo piano sconclusionato, proprio contro suo fratello. Lei non lo sa, vero? Non sa nulla di Claire e Noah e pensi di lasciarla per sempre all'oscuro di tutto.»
Ovviamente le cose stavano così, Olivia ne era più che consapevole.
Stava per risponderle, ma Sophie sembrava non aver ancora concluso il suo breve monologo.
«Per non parlare dei sentimenti di lei. Non hai nemmeno preso in considerazione che le spezzerai il cuore quando capirà che la stai solamente usando? Ti stai comportando davvero in modo ignobile, Olivia. Non mi sarei mai aspettata qualcosa del genere da te.»
Avrebbe potuto dirle che quella con Eryn era tutta una messa in scena, una relazione solamente di facciata. Era tutto concordato fra di loro. Eryn sapeva che stava aiutando Olivia a vendicarsi di qualcuno, non sapeva che si trattava del fratello, ma questo importava ben poco.
Che uscisse pure scottata da quella loro piccola relazione, che le tenesse il muso fino alla fine della scuola, ad Olivia non importava un granché. Finché la sua sorellina fosse stata al sicuro, lontana dalle braccia di Noah, tutto sarebbe andato bene.
Avrebbe sicuramente potuto mettere in chiaro questo con Sophie, distruggere uno dei motivi per cui le si era rivoltata contro e magari riuscire a calmarla, ma una vocina nel retro della sua testa le diceva di restare zitta. Di farle credere che era pronta a spingersi a tutto pur di mettere i piedi in testa a Noah. In fin dei conti, non le doveva alcuna spiegazione.
«Se non te lo aspettavi allora vuol dire che non mi conoscevi davvero.»
Dopodiché, chiuse la conversazione.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora