- Capitolo Settantadue -

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«Mi sa che non avete capito molto il gioco. Dovreste andare in un'altra stanza, non fare sesso davanti a tutti noi» commentò un ragazzo non appena il tempo fu scaduto.
Non era la prima volta che Olivia giocava a sette minuti in paradiso, conosceva molto bene le regole. Ma l'altra ragazza era sembrata così contenta di essere stata sorteggiata con lei che non era riuscita a fermarsi.
Aveva bisogno di una distrazione. Qualcosa che le togliesse Eryn dalla testa.
Pensava che pomiciare con una sconosciuta per sette minuti di fila l'avrebbe potuta aiutare, invece si sbagliava. Eccome se si sbagliava.
Perché, mentre la ragazza dai capelli rossi stava baciando Olivia, Olivia stava baciando Eryn.
Quella sotto di lei non era una tipa di cui non conosceva nemmeno il nome, non stava passando le mani fra dei capelli rossi, non era circondata da decine e decine di ragazzini troppo eccitati. Nella sua mente lei era da sola, nella sua camera, con Eryn. Stava vivendo un sogno proibito che non sarebbe mai divenuto realtà, ma per il momento le bastava questo.
Appena la sveglia di un telefono, impostata su sette minuti, suonò, Olivia tornò di colpo alla realtà dei fatti. Si allontanò dal bacio e da quella ragazza come se nulla fosse successo, rivolgendole un piccolo sorriso mentre districavano i loro corpi. E così, tutto ad un tratto, la magia era finita.
La testa le girava ancora per il troppo alcol assorbito nelle ultime ore, ma riuscì ad alzarsi senza cadere nemmeno una volta, il che si poteva considerare una vittoria.
Stava facendo passare lo sguardo sui presenti, pronta a tornare a giocare e a vedere chi sarebbero stati i prossimi due selezionati, quando i suoi occhi si fermarono su una figura che, fino a qualche minuto prima, non era presente in quella stanza.
Eryn se ne stava con la schiena dritta al limitare del grande arco che divideva la sala dal corridoio, la sua amica, Ruby, come sempre al suo fianco. Ad Olivia apparivano solamente come due figure poco illuminate, quasi due ombre, ma la mandibola serrata di Eryn era visibile anche con quella poca luce.
Olivia sentì la terra tremarle sotto le gambe, per poi trasformarsi subito in gelatina. Non aveva fatto nulla di male, ma era come se stesse camminando su delle sabbie mobili.
Anche se lei ed Eryn non stavano - e non erano mai state - ufficialmente insieme, si sentiva come se, in qualche modo, la stesse tradendo. Le sembrava di essere stata colta sul fatto, mentre si cimentava in qualcosa che non avrebbe mai dovuto nemmeno pensare. Si sentiva in imbarazzo, si sentiva in colpa. Il suo primo istinto fu quello di mettersi ad urlare che non era sua intenzione, che le dispiaceva tantissimo.
Poi si ricordò che non doveva nulla ad Eryn, sopratutto non delle scuse. Eryn non era la sua fidanzata, probabilmente non lo sarebbe mai stata. Olivia si stava semplicemente godendo la festa a cui lei stessa l'aveva invitata, non c'era nulla di male nel divertirsi un pochino.
Tuttavia, anche se cercava di convincersi, abbassò lo sguardo verso il terreno mentre Eryn le si avvicinava con passo deciso. Non aveva più il coraggio di guardarla negli occhi.
Perché, anche se non in teoria era sbagliato, si sentiva di aver commesso una qualche specie di reato. Non dovresti andare in giro a baciare ragazze a caso quando c'è una ragazza che ti piace sul serio. Dovrebbe essere una regola.
Olivia prese un respiro. Comunque ad Eryn non sarebbe importato. Perché mai le sarebbe dovuto importare se Olivia andava in giro a baciare una, due, dieci ragazze?
Eppure, quando alzò gli occhi per incontrare i suoi, Eryn la stava fissando con disgusto, come si guarderebbe un bambino che ha appena vomitato.
«Uuh, mi sa che qualcuno è finito nei guai» sentì dire un ragazzo alle sue spalle, subito seguito a ruota dai mormorii degli altri.
«Sembra che si sia dimenticata di avvisare la sua ragazza su quello che stava facendo.»
«Ma non si erano lasciate?»
Con un movimento rapido Eryn prese il polso di Olivia iniziandola a trascinare fuori dalla sala. Olivia fece a malapena in tempo a rivolgere uno sguardo confuso ad Amelie e Zora, sul fondo della stanza, prima di essere trasportata via. Dietro di loro le voci non si calmarono, anzi continuarono a seguirle fino a che non si furono allontanate troppo.
Eryn la stava conducendo per corridoi su corridoi, cambiando sempre strada, allontanandosi sempre di più da dove gli altri stavano giocando a sette minuti in paradiso. Olivia riusciva a scorgere solamente la sua schiena, un piccolo pezzo di faccia quando si girava, di tanto in tanto, ma era quel giusto che le bastava per capire che Eryn non era affatto contenta.
Qualsiasi cosa fosse successa doveva essere estremamente grave e Olivia avrebbe potuto scommettere che non aveva nulla a che fare con la ragazza dai capelli ramati.
Arrivate ad uno degli angoli più reclusi della casa, dove la festa sembrava non essere ancora arrivata e non si scorgeva anima viva fare avanti ed indietro per le diverse camere da letto che si aprivano su uno stretto corridoio ad elle, Eryn decise di dare fine alla loro fuga e condurre Olivia nell'unico balcone che si apriva davanti a loro.
L'aria fresca della notte colpì in viso Olivia non appena mise piede fuori. Fu come uno schiaffo, ma le servì per riprendere controllo di se stessa e ricomporsi a dovere.
Vedere Eryn arrabbiata le aveva fatto un po' paura, ma non c'era nulla di cui avrebbe dovuto temere. In fin dei conti, cosa sarebbe mai potuto essere accaduto?
Che Noah avesse deciso di continuare a prenderla di mira? Che lo facesse, ormai a lei non importava più nulla.
Che Claire avesse deciso di tornare a stare con Noah?
Che lo facesse, se era questo che la rendeva felice Olivia l'avrebbe sicuramente supportata.
Prese un ultimo rapido respiro prima di prepararsi ad ascoltare quello che Eryn aveva da dirle.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora