- Capitolo Sessantanove -

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Una volta che Eryn ebbe riaperto gli occhi, si ritrovò davanti le iridi profonde e scure di Olivia. Fu così sorpresa da quella vista che quasi non riuscì ad alzarsi in piedi.
Si era buttata per terra, coprendosi la faccia con un braccio, cercando di schermarsi dal resto del mondo, per non far vedere a nessuno tutto l'imbarazzo che stava provando dal momento in cui le altre concorrenti l'avevano superata. Non sapeva nemmeno se Grace fosse riuscita a recuperare il terreno che aveva perso lei, o se erano arrivate in terza posizione, o peggio. Probabilmente non voleva nemmeno scoprirlo sul serio.
«Alzati, subito» le ordinò Olivia, con fare perentorio. Eryn non potè fare a meno di seguire quella voce dura, quegli occhi neri dalla furia. Deglutì amaramente mentre, dandosi forza con i gomiti, si tirava sù. Non aveva la minima idea di che cosa avesse fatto incavolare in quel modo Olivia, ma doveva essere qualcosa di molto serio per farla addirittura scendere in mezzo al campo da corsa, quando la gara era ancora nel suo vivo.
Olivia incrociò le mani al petto, le guance leggermente rosate. «Sai, mi aspettavo qualcosa di più da quella che dovrebbe essere la stella della corsa di tutta la nostra scuola. Dicono tutti che sei la migliore nel team, non è forse così?»
«Sì...» rispose titubante Eryn, insicura di dove l'altra ragazza volesse andare a parare.
«Non credo di averti sentito.»
«Ho detto di sì» ripeté, questa volta più forte.
Olivia ne parve soddisfatta e si mise ad annuire con delicatezza, per poi subito scuotere con fare negativo la testa. «E allora perché mi sembra che tu non lo sia? Questa gara che hai appena fatto... decisamente non all'altezza di qualcuno che dovrebbe rappresentare tutti gli studenti di questo istituto. Mi aspettavo meglio da te.»
Quelle parole la colpirono nel profondo, più di quanto avessero fatto i commenti del coach o quelli di Ruby. Loro sapevano che c'era qualcosa che non andava in Eryn, sapevano che al momento non era nel pieno delle sue forze, ma nessuno le aveva apertamente urlato in faccia quanto fosse messa male. Era come se un secchio d'acqua gelida le si fosse appena scaraventato contro il viso, svegliandola da un tepore in cui aveva iniziato ad addormentarsi, tutto di un colpo.
«Mi hai sempre detto che ami correre» continuò Olivia, guardandola con occhio per nulla comprensivo. «Non te ne stai mai zitta quando si inizia a parlare di gare, di medaglie, della tua squadra. Che cosa ti ha fatto cambiare così di punto in bianco? Io non ti riconosco più, e sono sicura che anche tu fai fatica a ricordarti chi sei veramente.»
Più Olivia andava avanti, più si addentrava nella questione, più Eryn si chiudeva in un angoscioso silenzio.
Tutto quello che stava dicendo era vero, estremamente vero, troppo vero. Lo sapeva, ma sembrava che solamente in quel momento se ne fosse accorta sul serio.
«Quello che ho appena visto è stato lo spettacolo più triste sulla faccia dell'intera terra.» Indicò con rabbia la pista di fianco a loro. «Hai intenzione di continuare così per tutta la giornata o vuoi riprenderti e tornare a gareggiare come si deve? Non sono venuta qua per fare il tifo per una che ha deciso di perdere già prima di entrare in campo.»
Eryn non aveva la ben che minima idea di come Olivia si fosse accorta di tutto quello, di come Eryn fosse fuori fase, di come non si stesse impegnando al massimo. Ma le faceva un gran piacere.
«Che cosa sta succedendo qui? Non puoi stare sul campo da corsa, solo chi è autorizzato può farlo. Devi proprio andartene.»
Ruby si era materializzata fra di loro, ponendosi davanti ad Olivia, dando le spalle ad Eryn, come a proteggerla. Eryn le mise una mano sulla spalla, spostandola.
«Va tutto bene, Ruby. Olivia stava solamente cercando di consolarmi» la rassicurò Eryn, rivolgendole un piccolo sorriso. «Torna dalle altre, ti raggiungerò fra pochissimo.»
Ruby fece scorrere gli occhi prima su Eryn, poi verso Olivia e alla fine nuovamente su Eryn. «Okay» annuì, ma non ne sembrava molto convinta. «Hai cinque minuti, poi devi tornare. Siamo passate al prossimo round per il rotto della cuffia e devi prepararti a correre di nuovo.»
Una volta che Ruby scomparve verso la panchina in cui la squadra si stava riunendo per bere e rilassarsi in quei pochi minuti di pausa, tutta l'attenzione di Eryn tornò su Olivia, che si trovava ancora davanti a lei.
«Puoi tornare dalle altre, ho detto tutto quello che avevo bisogno di dirti» constatò Olivia, alzando un sopracciglio. «La tua amica ti sta aspettando, e con molta ansia, a quanto ho capito.»
«Forse... però devo dirti anch'io qualcosa.»
Quello non era assolutamente il momento adatto per aprire il proprio cuore e raccontare ad Olivia come le facesse girare la testa ogni volta che le rivolgeva la parola. Ma non era nemmeno il momento adatto per rimanere in silenzio e fare finta che quei sentimenti non esistessero.
Olivia sapeva che c'era qualcosa nella mente di Eryn che la stava facendo distrarre, che le stava facendo scordare l'importanza della cosa che amava di più al mondo. Tuttavia, non sapeva che cos'era che stava avendo quell'effetto su di lei. Ed ormai era arrivata alla conclusione che, prima o poi, glielo avrebbe dovuto dire.
«Ci sarai questo weekend alla festa di Zack?»
Era una cosa stupida da chiedere, lo sapeva benissimo. Però funzionò lo stesso. Olivia parve presa alla sprovvista da quella domanda, le sue guance diventarono paonazze. «Non penso di essere più la ben accetta dopo tutto quello che è successo con Noah.»
«Beh, io ci sarò. E posso mettere una buona parola con Zack, se vorrai venire. Mi farebbe davvero molto piacere vederti lì» concluse Eryn, gli occhi che studiavano il volto di Olivia ed ogni sua più piccola reazione.
Olivia spostò lo sguardo verso il basso, mordendosi le labbra. «Ci farò un pensiero, ma solamente se vincerai la gara.»

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora