- Capitolo Trentuno -

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Alla fine le tre amiche decisero di darsi una ripulita e sedersi ognuna su uno sgabello della cucina, un timer messo sull'isola davanti a loro pronto a richinare la loro attenzione quando sarebbe arrivato il momento di sfornare l'infornata successiva.
«Allora, hai più sentito Amelie, in questi giorni?» chiese Sophie a Zora, sempre pronta a rigirare il coltello nella ferita che faceva più male di tutte.
Zora, che era abituata a quel suo comportamento, cercò di non far notare la sua rabbia, ma non lo fece abbastanza bene da darla a bere a nessuno in quella stanza. La sua mascella si era chiusa in una morsa stretta non appena il nome di Amelie era uscito dalle labbra di Sophie.
«Ha scritto ieri sul gruppo, non avete visto anche voi le foto che ha mandato?» domandò di rimando Zora.
Olivia era abbastanza sicura che Sophie non si volesse sentir racontare delle foto che Amelie aveva scattato in mezzo alle montagne innevate, mentre sciava con i suoi zii e i suoi cugini, ma si riferisse a qualcos'altro. Una chat privata, per esempio.
«Quindi non avete più parlato di Jackson?» continuò a punzecchiarla Olivia.
Sophie batté una volta le mani fra di loro, per poi indicare raggiante Olivia. «Era proprio quello che volevo sapere.»
«Non abbiamo già parlato abbastanza di lui?»
«È sempre meglio far uscire tutti i sentimenti negativi che portiamo all'interno» rispose Sophie, le labbra incurvate in un debole sorriso. «O finirai per marcire dentro.»
«Beh, allora dovremmo parlare di Olivia e Noah. Se c'è qualcuno che ha dei sentimenti negativi quella è proprio Liv» si difese Zora, indicando con la testa la terza amica.
Sophie si mise quasi a ridacchiare. «E non conosci nemmeno l'intera storia. Non ti ha ancora detto qual'è il suo bellissimo piano per vendicarsi di Noah, vero?»
Zora scosse la testa. «No, non mi è stato raccontato nulla da nessuno. Perché tu sai cosa sta facendo?»
«Sì, me lo ha detto alla festa. Vuoi saperlo anche tu?»
Olivia odiava quando le persone parlavano di lei come se non fosse presente in quella stanza, come se non le stesse ascoltando anche lei in quel preciso istante. Ed odiava ancora di più le persone che non riuscivano a mantenere un segreto, a capire quale fosse il loro posto, a tenere la bocca chiusa quando ce n'era bisogno. Sophie lo sapeva benissimo e quella non poteva che essere una mossa premeditata in precedenza.
«Sophie» la ammonì Olivia con quello che sembrava quasi un ringhio, le mani strette a pugno sopra le sue cosce. «Pensavo che avessimo chiarito il fatto che nessuno doveva essere coinvolto in questa storia.»
«Oh, no, ma se lei sa voglio sapere anch'io» annuì Zora.
Prima non volevano sapere nulla della sua vendetta, rimanendo sicure nella loro bolla e ora invece volevano intromettersi a tutti i costi? Era proprio vero che la gente avrebbe fatto di tutto pur di distogliere l'attenzione dai propri problemi. Ma prima o poi anche i segreti di Zora ed il suo odio verso Jackson sarebbero venuti a galla, in un modo o nell'altro.
«Hai presente la sorella di Noah, Eryn?» chiese Sophie, rivolgendosi a Zora, tagliando fuori Olivia dal loro mondo.
«Sophie» sibilò nuovamente Olivia, più e più volte, ma la sua amica sembrava non voler ascoltare.
Zora fece segno di sì con la testa. «Certo, la ragazza che si è portato dietro alle ultime uscite.»
«Beh, si da il caso che Olivia abbia deciso che uscire con l-»
«Sophie!» urlò ancora più forte Olivia, alzandosi di scatto dallo sgabello e sbattendo con forza le mani contro il piano di marmo.
In quel momento esatto il timer dei biscotti iniziò a suonare, un continuo drin-drin che non aveva intenzione di fermarsi da solo.
Sophie, ormai interrotta, allungò una mano verso il timer, facendolo ripartire da capo e dirigendosi verso il forno, la storia di Olivia finita momentaneamente nel dimenticatoio.
Ma Zora non si era lasciata distrarre da quell'inconveniente e non era così stupida da non riuscire a fare due più due con le informazioni che le erano state rivelate.
«Fammi indovinare» mormorò girandosi con il busto verso Olivia. «Stai cercando di far cadere ai tuoi piedi la sorella di Noah?»
Olivia si portò le braccia incrociate al petto, il mento alto. «Sì. Perché lo stai dicendo come se ci fosse qualcosa di strano?» Il tono di voce di Zora lasciava intuire una per nulla leggera punta di giudizio nei suoi confronti.
«Non capisco cosa pensi di riuscire ad ottenere.»
«Pensa che, facendo vedere a Claire quanto sia disgustoso avere una relazione con qualcuno di più piccolo, lei non voglia più uscire con Noah» si intromise Sophie, sedendosi nuovamente al suo posto, dopo aver infornato una nuova teglia di biscotti alla vaniglia.
Non era solamente quella la sua motivazione. Agli occhi di Claire sarebbe stato ovvio che Olivia non provava assolutamente nulla per Eryn, ma non avrebbe mai scoperto che anche Eryn stava recitando, così avrebbe finalmente aperto gli occhi. Finalmente avrebbe capito quanto facile fosse giocare con i sentimenti degli altri. Ma Zora e Sophie non sembravano in vena di ascoltare, quindi non perse tempo a spiegarglielo.
«Fattelo dire, Liv, ti stai comportando davvero come una ragazzina. Non ho mai sentito una cavolata più grande di questa» disse Zora, scuotendo la testa, la voce piena di disgusto.
«Da che pulpito arriva questa perla di saggezza» commentò Olivia, trattenendosi dal dover alzare gli occhi al cielo.
Zora sembrava essersi offesa sul serio. La sua faccia si era contrita in un'espressione furiosa: le labbra una linea sottilissima, il naso mezzo arricciato, le sopracciglia corrucciate. «La situazione fra me ed Amelie è completamente diversa rispetto a quello che stai facendo tu con Eryn.»
Eccetto per il fatto che no, non erano affatto diverse. L'unica differenza era che Zora aveva deciso di prendere atto di quello che stava accadendo intorno a lei, limitandosi a lamentarsi di continuo, Olivia aveva preso in mano le redini della situazione.
«Se vi faccio così schifo allora perché siamo ancora qui a parlare?» Olivia, che non si era più seduta dopo essere scattata in piedi, si allontanò come una furia dalla cucina, dirigendosi verso l'ingresso, dove aveva lasciato le sue cose una volta entrata.
«Dove te ne stai andando adesso?» le urlò dietro Sophie, ma Olivia non si girò nemmeno per un secondo mentre rispondeva.
«Me ne torno a casa, così sarete contente.»
Non aveva tempo da perdere in quelle cavolate.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora