- Capitolo Diciassette -

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«Questa è la nostra prima scelta? Davvero?»
Zora sembrava sul punto di alzare le mani contro qualcuno. Quella sera sarebbe rimasta pochissimo, solamente il tempo per i suoi fratelli di fare un giro con i genitori, poi sarebbe tornata a casa con loro. Era stato l'unico compromesso che aveva trovato per riuscire a venire. Olivia trovava veramente ammirevole come avesse discusso con i suoi, solamente per fare un piacere ad Amelie. Lei avrebbe felicemente usato la scusa dei genitori severi in qualsiasi occasione opportuna.
Tuttavia, sul lamentarsi in quella situazione erano totalmente d'accordo.
Iniziare dalle attrazioni più spericolate non era un buon piano se si voleva evitare di vomitare la cena. Inoltre, qualsiasi montagna russa sarebbe stata mille volte meglio di quel cerchio di metallo.
Olivia si ricordava vagamente di essere salita su una giostra del genere solamente una volta in vita sua. Preferiva quelle che la portavano in alto, le gambe che dondolavano nel nulla e le facevano sentire quel vuoto allo stomaco che non aveva mai provato in altri modi. Quella sembrava solamente una centrifuga destinata a farti vomitare.
Si trattava di una grossa pedana di metallo rotonda, un unico lungo sedile era posizionato per tutto il perimetro, senza nemmeno una cintura di sicurezza o maniglia per tenersi. Le persone venivano lanciate da una parte all'altra, finendo per terra o contro degli sconosciuti, mentre la pedana si alzava ed iniziava a ruotare, cambiando direzione e velocità senza mai avvertire.
«I voti sono stati molto chiari» si limitò a replicare Sophie. «La maggior parte ha detto di voler fare questo, quindi dobbiamo farlo. Puoi sempre rimanere giù se non te la senti.»
Olivia non era stupida, così come non lo erano nemmeno Zora o Sophie. Sapevano tutte molto bene perché la maggior parte dei ragazzi avesse votato per quella macchina attira-vomito. La scusa di non riuscire a reggersi e di scivolare era ottima per del contatto fisico non richiesto. Non tutti quelli che si erano uniti a loro erano venuti solamente per uscire con Amelie, sembrava che la maggior parte del gruppo fosse già diviso in coppie - o quelle che presto le sarebbero diventate.
Amelie si era pure trascinata dietro Jackson, colui che aveva proposto per primo la giostra. In quel momento le stava appiccicata al braccio, guardandolo dal basso con due occhioni da cerbiatta. Sembrava innamorata come non mai.
«Oh, lo farei molto volentieri» disse Zora, tirando un'occhiata proprio in direzione della loro amica. «Ma ho la sensazione di dover fare da balia a qualcuno, questa sera. Non ho voglia di rendere il mio lavoro più difficile del necessario allontanandomi troppo.»
Teneva le braccia incrociate e sembrava di essere pronta ad uccidere qualcuno con le sue sole mani. Qualcuno era molto geloso.
Anche Olivia sarebbe salita senza farselo ripetere troppo. Nonostante avesse il timore di vomitare qualsiasi cosa avesse ingoiato nell'ultima ora, lei avrebbe potuto usare la stessa strategia che avevano in mente gli altri ragazzi. Funzionava per tutti, quindi perché non sarebbe dovuta funzionare anche per lei?
Eryn era sparita al fianco del fratello da quando avevano iniziato ad incamminarsi verso la giostra prescelta, all'inizio del gruppo, mentre Olivia era rimasta sul fondo con le altre. Non avevano ancora avuto nessuna occasione di parlarsi come si deve ed Olivia aveva intenzione di porvi rimedio molto presto.
Almeno la fila non sembrava troppo lunga e ben presto si ritrovarono tutti seduti in quel sedile a cerchio. Fece di tutto per riuscirsi a sedere esattamente dal lato opposto di Eryn, anche se quello voleva dire ritrovarsi Amelie e Jackson di fianco, sul punto di pomiciare davanti a tutta quella folla.
All'inizio la giostra non sembrava andare così velocemente come aveva dato l'impressione da fuori, ma ben presto Olivia dovette ricredersi. Se nei primi secondi non fu difficile tenersi ancorata al proprio posto, nel giro di un paio di respiri si ritrovò ad essere strattonata a destra e a sinistra da una forza invisibile. Intorno a lei il mondo girava ad una velocità assurda in una massa confusa e sfocata, mentre i suoi piedi sembravano non riuscire più a stare attaccati al terreno, levitando sempre a qualche centimetro dal pavimento di metallo.
Avrebbe potuto lasciar andare interamente il suo corpo, perdendo ogni controllo e lasciando che la forza centrifuga la trascinasse al centro, per poi farsi cadere proprio fra le braccia di Eryn, ma il suo orgoglio era troppo forte per essere la prima a perdere quella tacita sfida a chi sarebbe rimasto in sella più a lungo.
Solamente quando Amelie, con un gridolino tutto divertito, finì sul pavimento trascinandosi dietro anche Jackson, Olivia decise che era arrivato il momento adatto.
Non appena la parte di giostra dove si trovava Olivia si trovò inclinata più di quarantacinque gradi, il suo corpo gettato verso il basso, cercò di lasciarsi andare, perdendo ogni presa che avesse avuto contro il metallo del sedile. Avrebbe tanto voluto dire che fu tutta un'opera di sola volontà, ma in realtà non avrebbe saputo se sarebbe riuscita a resistere ancora in quelle condizioni. E ormai nessuno intorno a lei si trovava più dove era seduto all'inizio. C'era chi era scivolato a destra o a sinistra, sbattendo contro i propri vicini, chi si era ritrovato con il sedere per terra e chi, come Olivia stava cercando di ritrovare il proprio equilibrio al centro della giostra, in piedi.
Non ebbe nemmeno bisogno di fingersi stordita e confusa, perché tutto quel girare e finire con i piedi all'aria non l'aveva aiutata affatto.
Come per magia, nel giro di pochi secondi, si ritrovò dall'altro lato del cerchio, lo sguardo fisso su Eryn. Quest'ultima, dal canto suo, non sembrava avere troppe difficoltà a restare al suo posto. Un problema in meno per Olivia. Se avesse dovuto inseguirla per tutta la giostra sarebbe stato un vero delirio.
Incespicò verso di lei, aspettando di essere strattonata verso il basso dai movimenti del cerchio e, quando il momento fu opportuno, si buttò con ben poca grazia verso Eryn, finendole direttamente in braccio. Lei non ne sembrava stupita, anzi Olivia avrebbe potuto scommettere che avesse allungato le braccia verso di lei, ad un certo punto.
«Ciao» balbettò Olivia, la voce incrinata da un finto imbarazzo. Alzò lo sguardo su di Eryn, studiando il suo viso.
Eryn sorrise, mentre le prendeva le spalle fra le mani, alzando un unico sopracciglio. «Bisogno di aiuto?»
Se avessero dovuto fingere di essere fidanzate, Olivia non vedeva un modo migliore per dare al mondo un motivo di crederlo.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora