- Capitolo Trentasei -

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Olivia lanciò con forza il suo telefono sul letto, facendolo rimbalzare più volte, mentre la rabbia iniziava a bruciarle ogni centimetro di pelle, rendendole il collo e il viso completamente rosso.
Per molti anni aveva veramente creduto che Sophie fosse una sua amica. Forse non si sarebbero riviste durante l'università, forse non si sarebbero parlate molto dopo la fine del liceo, ma avrebbero comunque avuto le spalle l'una dell'altra fino ad agosto.
Strinse i denti, facendoli stridere fra di loro, quasi scricchiolare, mentre seguiva la stessa traiettoria del telefono.
Il piumone fresco e morbido le colpì la faccia come uno schiaffo di acqua gelida, riportandola alla realtà dei fatti. Scalpitare in quel modo non avrebbe dato alcun risultato, non quelli in cui sperava lei, quantomeno. Avrebbe dovuto ricomporsi e trovare un modo di limitare i danni, se non sfruttare la situazione a suo vantaggio.
Il fatto che Sophie sembrava essere passata dal lato di Noah le creava diversi problemi.
In primis, avrebbe potuto spifferare a Noah che Olivia non aveva alcuna seria intenzione con sua sorella. Si ringraziò per essere rimasta zitta e non averle detto che era tutta una sceneggiata. Se Sophie avesse saputo che Eryn non era veramente la sua fidanzata, che la ragazza più piccola non provava alcun sentimento nei suoi confronti, lo avrebbe sicuramente riferito in quattro e quattr'otto a Noah, rovinando tutti gli sforzi che Olivia aveva fatto fino ad allora.
Inoltre, avrebbe addirittura potuto contattare Eryn in qualche modo, cercando di convincerla a lasciar perdere Olivia. Probabilmente quella ragazzina le avrebbe anche rivelato che era tutta una farsa. Non lo avrebbe certamente potuto permettere.
E per ultima cosa, aveva una gran paura di rimanere da sola. Se Amelie e Zora avessero deciso di schierarsi co Sophie, come avevano dato intenzione di fare, Olivia sarebbe rimasta completamente da sola. Il problema non era la solitudine. Amava restare da sola, con i suoi pensieri, senza nessun idiota intorno a lei che avrebbe potuto rovinarle la sua giornata. Ma così si sarebbe distrutta la sua rete di salvataggio, lasciandola ad annegare in un mare in tempesta, senza zattera né salvagente, la terra ferma troppo lontana per arrivarci da sola.
Doveva risolvere tutto questo, passo per passo, senza escludere nessuna probabilità.
Per prima cosa, avrebbe lasciato un messaggio a Zora ed Amelie, poi avrebbe subito chiamato Eryn, prima che Sophie potesse mettere le sue unghie aguzze su di lei.
Corse con le dita sui messaggi, creando un nuovo gruppo con le sue amiche, senza Sophie. Era strano doverla escluderle, ma andava fatto quello che andava fatto.

Olivia:
Immagino che abbiate già parlato a lungo di me con Sophie, quindi andrò direttamente al punto: da che parte pensate di schierarvi?

Le due ragazze non ci misero molto a leggere il messaggio. Sembrava che fossero entrambe online nel momento in cui Olivia le aveva aggiunte al gruppo.

Zora:
Non è una guerra, Liv.

Noi ci proteggiamo a vicenda e Sophie sta solamente cercando di farti ragionare, non vuole litigare con te.

Amelie:
Zora ha ragione.

Noi quattro siamo tutte amiche, non c'è una parte da cui stare. Non inizieremo ad ignorare te o Sophie perché non la pensiamo come voi.

Olivia:
E come la pensate?
Credete che io abbia ragione o che ce l'abbia Sophie?

Questa volta ci impiegarono molto di più per risponderle. I tre puntini scomparvero e ricomparvero più volte, vicino ai nomi di entrambe, prima che un nuovo messaggio comparisse alla fine della loro conversazione.
Olivia stava stringendo il telefono con entrambe le mani, i polpastrelli dei pollici che premevano con forza contro la tastiera, trasmettendo in quelle poche lettere tutta la furia che stava provando in quel momento.
C'erano due chiari fronti su cui Amelie e Zora avrebbero potuto schierarsi, ma sembrava che quelle due volessero giocare a fare la Svizzera ed Olivia non aveva certamente tempo da perdere in queste sciocchezze. O stavano dalla sua parte o stavano da quella di Sophie, non c'era alcuna via di mezzo.

Zora:
Quello che stai facendo... quando ci avevi detto che avevi un piano per vendicarti di Noah senza che noi fossimo coinvolte non ci aspettavamo qualcosa del genere, questo va detto.

Olivia:
Questa non è una risposta.

Vi ho chiesto se siete d'accordo con il mio metodo oppure no.

Basta che diciate o sì o no, non mi pare molto difficile da comprendere.

La rabbia stava dilagando dentro di lei e nelle sue parole, viaggiando attraverso lo schermo, quasi udibile alle altre due ragazze.
Dovette aspettare ancora qualche minuto di attesa straziante prima che Zora tornasse a scrivere. Sembrava che Amelie avesse deciso di rimanere in silenzio stampa.

Zora:
Ovviamente no, Liv. Ci sono tantissime altre cose che avresti potuto fare invece che andare dietro a sua sorella.
Non so davvero come tu faccia a pensare che ingannare quella povera ragazza aiuterà tua sorella a dimenticare Noah.

Dovresti lasciar perdere e basta.

Lascia vivere la sua vita a Claire e dimentica questa faccenda.

Olivia sapeva che avrebbe dovuto cercare un modo di portarle dalla sua parte, ma quelle tre le avevano veramente iniziato a rompere un po' troppo i coglioni.
Se non approvavano il suo piano, allora sarebbe andata avanti da sola.

Olivia:
Beh, immagino che le nostre strade si divideranno qui, allora.

Aveva appena smesso di scrivere quelle ultime parole, pronta ad uscire dal gruppo e bloccarle ovunque ne avesse avuto la possibilità, quando un'altra notifica attirò la sua attenzione, facendole scordare di colpo tutta la furia che l'aveva animata fino a quel momento.
Il mittente era l'ufficio delle matricole di Yale.
Olivia non era sicura di che cosa avesse potuto contenere quell'email, ma sapeva che il cuore le aveva iniziato a battere sempre più forte, le dita non avevano smesso di tremare mentre schiacciava la notifica e lo schermo caricava l'app.
La data di scadenza per la consegna del suo tema sarebbe stata il mese prossimo, ma non aveva ancora mandato nulla, quindi sicuramente non poteva trattarsi di un rifiuto. Razionalmente lo sapeva, inconsapevolmente però non ne era poi così certa.
Scorse quelle poche righe che le erano state rivolte con così tanti paroloni e frasi vuote, le rilesse almeno due volte, per assicurarsi di non perdersi nulla.
Poi prese un respiro profondo. Le stavano solamente ricordando che aveva due settimane per mandare la sua domanda di iscrizione. Come se mai avesse potuto scordarselo. Come se mai avesse in qualche modo potuto dimenticare di dover ancora iniziare quello stupido tema per entrare in quella cavolo di università e in una mezza dozzina di altre.
Olivia sprofondò nuovamente sul suo letto, pregando silenziosamente che il materasso la inghiottisse per salvarla da tutti quei problemi.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora