- Capitolo Settantasette -

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Una volta che Olivia fu sparita fuori dal locale pronta a scagliarsi come una tempesta su ogni malcapitato che le capitasse sotto tiro, Sophie pochi passi dietro di lei, Eryn fu colta alla sprovvista da una voce assai familiare.
«Che cos'è questa storia?»
Anche Noah si era alzato dal tavolo, avvicinandosi alla sorella, senza che lei se ne accorgesse perché troppo intenta ad osservare la sua ragazza che usciva dalle porte di vetro trasparente della Casa del Waffle. Per Eryn era ancora strano riferirsi ad Olivia come la sua ragazza, non erano passate che poche ore da quando avevano ufficializzato il tutto, ma quella parola suonava così bene e così giusta che non riusciva a non usarla.
Noah, dal canto suo, sembrava più su di giri di quanto non fosse mai stato. Ed Eryn non ne era affatto sorpresa: vedere la proprio sorella, sangue del proprio sangue, entrare in un locale insieme alla tua più acerrima nemica non era certamente qualcosa che poteva capitare tutti i giorni.
Tuttavia era strano che, proprio lui che si sentiva sempre il re del mondo, potesse essere impaurito da qualcosa del genere.
«Vogliono solamente parlare e chiarire la situazione, non c'è nulla di male» rispose semplicemente Eryn, stringendosi nelle spalle e socchiudendo gli occhi. «Non lo credi anche tu?»
Noah alzò un sopracciglio, incrociando le braccia. «Non credo proprio che sia qualcosa di normale, ecco che cosa credo. La Olivia che conosco non è certo il tipo da mettersi a chiedere scusa così a caso. Anche se... forse tutta la situazione sta iniziando ad essere troppo pesante per lei e sta cercando di mettere delle pezze ovunque sia possibile.»
Eryn avrebbe tanto voluto alzare gli occhi al cielo. Suo fratello stava iniziando a parlare a vanvera, testando teorie a cui, Eryn ne era sicura, nemmeno lui credeva sul serio. Non era il più sveglio dei ragazzi, ma anche lui ormai avrebbe dovuto iniziare a comprendere.
«Penso invece che non sia questo che sta cercando di fare Olivia. L'hai messa in una situazione difficile, con quei poster e tutte quelle dicerie sul suo conto, è vero, ma non per questo diventerà una che si prostra davanti ai piedi degli altri solamente per tornare l'ape regina della scuola. Lei è molto meglio di questo.» Mentre parlava Eryn osservò la faccia del fratello farsi sempre più tempestosa. Credeva fermamente nelle parole che aveva appena pronunciato e avrebbe detto tutto un'altra volta se fosse stato necessario per far sì che Noah capisse finalmente di essere nella parte del torto in tutta quella storia. «È molto meglio di te e di Sophie, ormai ha capito che non ha più alcun senso abbassarsi a quei giochetti da scuola elementare che tanto vi fanno divertire a voi. Sta cambiando, in meglio.»
«E tu questo lo sai con così tanta certezza perché? Perché te lo ha detto lei? Olivia è una bugiarda, non dovresti credere nemmeno ad una parola che esce dalla sua inutile bocca.»
La rabbia si stava impossessando nuovamente del corpo e della voce di Noah, facendolo diventare tutto impettito, gli occhi assottigliati in due fessure minuscolo e il collo gonfio dalla furia ceca che provava in quel momento.
Non era certamente la prima volta che Eryn vedeva suo fratello arrabbiarsi, ma nell'ultimo periodo le aveva iniziato a fare sempre più paura. Era alto e grosso, i muscoli rafforzati da anni ed anni di intensi allenamenti, se avesse deciso di alzare le mani sicuramente lei non avrebbe avuto alcuna chance. A meno che non avesse deciso di scappare e correre il più lontano possibile da lui, allora si che avrebbe potuto avere una possibilità.
Il pensiero di suo fratello che diventava violento nei suoi confronti non sarebbe dovuto passarle nemmeno per l'anticamera del cervello, nemmeno per un secondo, tuttavia in quei giorni non riusciva a smettere di dipingere Noah come il cattivo della sua fiaba. Non era ancora sicura di star facendo bene a dargli così poca fiducia, ma non era certamente disposta a rischiare abbassando la guardia. In fondo, le aveva dato più ragioni per sospettare che non fosse per nulla un bravo ragazzo.
«Lo so perché l'ho capito io, da sola. Lei non mi ha detto nulla» replicò, per poi aggiungere in un sussurro: «È anche se me lo avesse detto lei, le avrei creduto lo stesso. È molto più affidabile di quanto tu creda.»
Noah la guardò dall'alto al basso, chiedendosi silenziosamente se la persona che aveva davanti era veramente sua sorella. Non riusciva a credere a quelle parole, Eryn lo poteva capire dal chiaro sconcerto che si leggeva sul suo volto.
«Che cosa ti ha detto per farti questo lavaggio del cervello? Non posso credere che tu sia veramente così stupida da darle tutto questo potere su di te.»
«Lei non ha alcun potere su di me» replicò Eryn, mentendo in parte. Era ovvio che Olivia aveva un potere molto forte su di lei, era caduta ai suoi piedi senza pensarci nemmeno due volte, l'aveva seguita in quel piano impossibile e poi l'aveva perdonata subito dopo, tutto solamente perché era perdutamente innamorata di lei. Ma i suoi sentimenti nei suoi confronti non avrebbe mai offuscato il suo giudizio. O almeno era così che le piaceva pensare.
«A me sembra di sì, invece: siete pure venuta qua assieme, vi ho visto scendere dalla tua macchina ed entrare qua. Cazzo, Eryn, che cosa sta succedendo?»
«Molto semplicemente, Olivia è la mia ragazza» sibilò Eryn. «E non accetterò più che tu ti comporti in questo modo con lei. Sappi che finché non avrai deciso di diventare più civile nei suoi confronti e non le chiederai scusa per il casino che hai combinato puoi smettere di considerarmi tua sorella.»
Dopo aver buttato quella bomba dentro la conversazione, Eryn non aveva più voglia di scambiare ancora una sola parola con Noah.
Per fortuna Sophie sembrava aver già finito la sua chiacchierata con Olivia e si stava avvicinando al tavolo degli amici, così Eryn ebbe la scusa per salutare una volta per tutte il fratello e allontanarsi in tutta fretta da lui.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora