- Capitolo Sessantuno -

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«Tu,» iniziò a dire Olivia, rivolgendosi ad Eryn, ormai rimasta da sola con lei, «anche tu dovresti andare. Le lezioni non sono iniziate solamente per mia sorella, sono sicura che anche tu abbia una classe in cui trovarti in questo momento.»
«Sì, però io-»
«Ho anche visto la tua amica con quell'orribile frangetta aggirarsi qua fuori, probabilmente ti sta cercando. Dovresti raggiungerla al più presto» la interruppe Olivia, senza farle nemmeno iniziare la frase.
Sapeva che Ruby la stava probabilmente aspettando per sapere che cosa fosse successo e per dirigersi assieme verso l'aula di inglese in cui avrebbero svolto le prime ore di lezione, ma in quell'esatto istante non le importava molto di studiare i passaggi di Shakespeare o di ascoltare la sua migliore amica che si lamentava di che casino Noah stesse creando, un po' anche grazie al suo aiuto. L'unica cosa che le importava era che Olivia si trovava proprio davanti a lei, alla sola distanza di un braccio, non si parlavano da poco più di ventiquattro ore ma per Eryn sembrava essere passato molto più tempo.
Sapeva, sapeva benissimo, che Olivia non voleva avere più nulla a che fare con lei, ma qualcosa la spingeva a rimanere.
«Dovresti sbrigarti» la incalzò Olivia.
«Anche tu dovresti farlo, no?»
«Dovrei, sì.»
Nonostante le stesse dicendo di andarsene, quasi con insistenza, sembrava che i piedi di Eryn non fossero gli unici ad essere improvvisamente incollati al pavimento, incapaci di far alzare la suola delle scarpe e voltare le spalle all'altra ragazza.
Nel profondo del suo cuore Eryn credeva che Olivia non volesse veramente tagliare ogni tipo di rapporto con lei. Perché mai l'avrebbe baciata, quella sera? Perché mai si sarebbe spinta così in la, senza nessuno ad essere spettatore della loro recita? Eryn sapeva che quei baci non erano una bugia, Olivia doveva provare qualche tipo di sentimento per lei, non c'era altra spiegazione.
Ma sicuramente non avrebbe potuto obbligarla ad ammetterlo. Avrebbe dovuto fare lei l'ultimo passo per raggiungerla. Quello che poteva fare, tuttavia, era costruire un ponte fra di loro, in modo che se ne avesse avuto il desiderio, Olivia avrebbe potuto oltrepassarlo ed arrivare da lei.
«Lo sai che se hai bisogno di qualcosa io ci sarò sempre, vero?» sussurrò, le parole che uscivano lente e ponderate. Osservò a lungo il viso di Olivia, studiandone ogni più piccola fattezza. Era così bella ed elegante, Eryn si sentiva spesso al cospetto di una vera e propria dea quando se la ritrovava davanti.
Per un momento la maschera di sicurezza che indossava sempre si mosse leggermente, lasciando intravedere un'ombra di insicurezza al di sotto di essa. Fu soltanto un secondo fugace, qualcosa che Eryn avrebbe potuto pensare di essersi immaginata se non fosse stata così attenta.
Olivia scosse la testa, cancellando ogni tipo di espressione dal suo volto, le labbra tese in una linea piatta. «Non necessito di nessun tipo di aiuto. Apprezzo la tua preoccupazione, ma non ce n'è veramente bisogno. Tu e tuo fratello avete già fatto abbastanza per umiliarmi.»
«Olivia, io non ho mai voluto-»
«Non hai mai voluto cosa? Mentirmi? Fare la spia con tuo fratello e dire a tutta la scuola delle bugie su di me?» Olivia la indicò con fare accusatorio, gli occhi assottigliati in due piccole fessure. «Ora credono tutti che io ti abbia obbligata ad andare a letto con me solamente per vendicarmi di tuo fratello, non pensi di aver fatto abbastanza?»
Eryn le prese la mano con gentilezza, facendola abbassare lungo il suo fianco. «Io non ho mai desiderato che succedesse nulla di tutto questo. So che non hai nessun motivo per credermi, ma non avevo idea che Noah stesse progettando tutto questo... Non so nemmeno dove si sia preso la metà di quei messaggi. Mi ha detto che è stata Sophie a dargli l'idea, se lo avessi saputo prima avrei cercato di fermarlo, davvero.»
Gli occhi scuri di Olivia non la lasciarono andare nemmeno per un secondo mentre Eryn si spiegava. «E io dovrei crederti, così, sulla parola?»
«È l'unica cosa che ho, al momento. So che ho sbagliato a fare quella specie di doppio gioco.» Eryn prese una pausa, mordendosi le labbra, insicura su come continuare. «All'inizio io non avrei proprio voluto accettare la tua offerta, diventando la tua finta-fidanzata avevo solamente cose da perdere, nulla da guadagnare. È stato Noah a chiedermi di farlo, per lui. Non avevo alcuna idea del perché vi foste accaniti in quel modo l'uno con l'altro, però sapevo che non scorreva buon sangue fra di voi e questo mi avrebbe dovuto allertare. Avrei dovuto dire di no a Noah, avrei dovuto dire di no a te. Mi dispiace davvero... Tutto quello che è successo da quella festa ad oggi è principalmente colpa mia e me ne assumo la piena responsabilità.»
Si sarebbe aspettata che Olivia si mettesse ad annuire, leggermente arrabbiata, però totalmente d'accordo sul fatto che Eryn avesse ragione: era lei la vera colpevole che aveva fatto finire tutti in quella situazione. Senza nemmeno accorgersene i sensi di colpa la stavano mangiando da dentro ormai da ore.
Invece Olivia scosse la testa impercettibilmente, gli occhi strizzati. Eryn non l'aveva mai vista così... così impaurita. «Non è assolutamente vero. Abbiamo entrambe un pezzo di colpa, sono stata io a chiederti di farlo. Sono stata stupida, credevo di aver pensato a tutto ed invece mi sono persa in uno stupidissimo errore.»
«Forse l'hai fatto, ma è il mio cellulare quello che Noah ha usato per trovare quei messaggi e metterli in giro. Avrei potuto fermarlo, avrei potuto dire a tutti che non era vero, che Noah stava men-»
«Tu non avresti potuto fare nulla. Non voglia che tu vada in giro a batterti per le mie sfide, posso farcela benissimo da sola.» Tutto ad un tratto Olivia era tornata la solita di sempre, pungente e rigida come non mai.
«So che puoi farlo, ma avrei potuto aiutare.»
«Beh, se proprio ci tieni ad aiutare potresti fare una cosa per me» propose Olivia, un sopracciglio alzato. Eryn sapeva che Olivia aveva ponderato quella richiesta già da un po', non era il tipo da chiedere aiuto in modo spontaneo. Aveva bisogno di Eryn e di Eryn soltanto, anche se faceva fatica ad ammetterlo.
«Dimmi di che cosa hai bisogno e farò tutto il possibile.»

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora