- Capitolo Settantuno -

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Eryn rimase ferma davanti allo specchio fino a farsi venire il mal di stomaco.
Rimirare il proprio riflesso non era una cosa da lei, non ci passava mai minuti interi davanti, ma c'era qualcosa nel suo outfit che non la convinceva e non era uscita di casa finché non aveva capita che cos'era che tanto le dava fastidio.
Doveva essere al meglio per quella festa. Se Olivia si fosse presentata Eryn non avrebbe mai potuto farsi vedere nel peggio delle sue condizioni. Forse era un po' stupido, forse era un po' banale, ma voleva veramente fare colpo su di lei.
Aveva delle chance con Olivia? Probabilmente meno di zero.
Avrebbe comunque messo uno degli outfit migliori che il suo armadio avesse mai visto? Ci potevate scommettere.
Si era decisa: quella sera le avrebbe detto chiaro e tondo che cosa avevano significato tutti quei baci per lei, tutti i sentimenti che provava nei suoi confronti, senza nascondere più nulla. E se doveva uscire da casa di Zack con il cuore spezzato in mille briciole allora lo avrebbe fatto con stile.
In realtà era più nervosa di quanto non avesse desiderato dare a vedere. Ogni tre secondi si stirava la maglia, tirandola verso il basso, anche se era un crop top quindi c'era ben poca stoffa da aggiustare. Ogni volta che i suoi occhi cadevano sul suo riflesso, che fosse su un finestrino dell'auto, in una pozzanghera per terra, nello schermo nero del telefono, si metteva a posto le treccine, prima nascondendole dietro l'orecchio, poi rimettendole in bella mostra davanti alle guance, in un continuo andirivieni che sembrava senza fine.
Prima di passare oltre la porta di legno bianco prese anche un grande respiro, con molta più teatralità di quanta fosse in realtà necessaria. Si sentiva come se stesse per mettere piede in un campo minato: avrebbe dovuto fare attenzione ad ogni suo passo per non finire all'altro mondo.
Quella sera tutto poteva cambiare.
Anzi, quella sera tutta sarebbe decisamente cambiato.
Che la sua confessione d'amore andasse bene o meno non importava più di tanto. Il mattino seguente avrebbe avuto una fidanzata, oppure una ragazza estremamente carina con cui sarebbe potuta diventare amica, se solo non avesse rovinato tutto creando dell'estremo imbarazzo fra di loro.
Doveva solamente sperare che fosse la prima opzione, e non la seconda, quella a diventare realtà.
Una volta entrata nel vivo della casa, dove la festa stava entrando nel suo culmine, con la musica a palla nelle orecchie e un odore nauseabondo nelle narici, Eryn si girò intorno alla ricerca della sua migliore amica. Ruby le aveva scritto appena arrivata alla festa e le aveva anche fatto sapere che Olivia si trovava nel salotto. Tuttavia quando arrivò da Ruby di Olivia non c'era nessuna traccia.
«Dov'è andata Olivia?» le chiese, la voce che tremava un pochino. Avrebbe voluto scuotere via quella parte insicura di lei che stava iniziando a farsi spazio nelle sue azioni, ma al momento le sembrava ancora troppo difficile.
Ruby fece una piccola smorfia. «Dove sono finite le buone maniere, chiederei io. Non mi chiedi nemmeno come sto?»
«Ci siamo letteralmente viste qualche ora fa, Ruby. E poi, non volevi anche tu che mi sbrigassi a chiudere con questa faccenda?»
La gara di corsa che si era svolta nei giorni precedenti era finita molto meglio di quanto non fosse iniziata. Dopo la lavata di capo da parte di Olivia, Eryn aveva cercato di concentrarsi al massimo, solo per lei. Mentre correva aveva continuato a pensare ad Olivia, ma non era più una distrazione. Era diventata una meta da raggiungere, qualcuno da non deludere, da rendere fiero.
La sera stessa Ruby le aveva fatto promettere che si sarebbe fatta spezzare il cuore, così da poterla smettere di fare la stupida. Le gare nazionali sarebbero state ancora più competitive e non c'era alcuno spazio per gli errori. Doveva essere la versione migliore di se stessa, il più concentrata possibile, senza ragazze immaginarie ad animarle la mente.
«Sì, sì, ovvio che lo sono» replicò Ruby. «Ti stavo solo prendendo un po' in giro. Ho visto la tua bella dirigersi verso le scale, penso che sia proprio andata al piano di sopra, ma non so di preciso dove.»
Il piano di sopra era abbastanza grande, ma Eryn si sarebbe fatta bastare quelle indicazioni. Con Ruby al seguito e una grandissima dose di ansia, Eryn iniziò a percorrere ogni corridoio che si diramava dalle scale principali.
Quel posto era davvero enorme, ma, con un po' di relativa fortuna, non fu così difficile trovare Olivia.
Al piano superiore sembrava che la musica non uscisse dalle casse a tutto volume, ma arrivava solamente attutita da sotto. Chi cercava un'aria più riservata e tranquilla si ritrovava spesso lì, ma in quell'esatto istante non c'era molto silenzio.
Da una delle stanze più grandi proveniva il rumore di voci che parlavano, gridavano e ridevano a squarcia gola, fischi e battiti di mani a più non posso. Sembrava che ci fosse un grande numero di persone riunite in quella che doveva essere una specie di sala giochi.
Un gigantesco schermo era montato sulla parete più grande, tutte le luci erano state spente, tranne quelle di un impianto a led viola e blu che veniva riflesso sui divani di pelle nera. Eryn non avrebbe probabilmente potuto vedere nulla se non fosse stato per la luce che proveniva dal corridoio e per diverse torce di telefoni che stavano registrando la scena.
Una ragazza dai lunghi boccoli color rame era seduta su uno dei divani, Olivia era seduta sopra di lei, le gambe che le cingevano la vita. E si stavano baciando. Si stavano baciando come se il mondo stesse per andare a fuoco, come se non gli fosse rimasto più nulla da fare se non annullarsi l'una nell'altra.
Le mani dell'altra si muovevano veloci sulla figura di Olivia, la schiena di Olivia si inarcava al ritmo di una canzone che solamente loro riuscivano a sentire, le loro labbra continuavano a lasciarsi e a rincontrarsi e il cuore di Eryn si era spezzato in mille e più pezzi.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora