- Capitolo Sessantasei -

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Era la terza volta che, arrivata nel parcheggio della scuola, Olivia trovava Zora ed Amelie ad aspettarla, proprio dove doveva lasciare la sua macchina. E come ogni altra volta, fece finta di non notarle, dirigendosi immediatamente verso l'entrata della scuola appena scesa dalla jeep.
Si mise le cuffie nelle orecchie, fingendosi impegnata nell'ascolto di una playlist di canzoni molto coinvolgenti, evitando di avvicinarsi troppo con lo sguardo ad Amelie e Zora. Se avesse dato cenno di vederle non ci sarebbe più stata via di scampo.
Le scorse due mattine, le ragazze avevano lasciato perdere molto in fretta, spesso finendo con Zora che tirava via una Amelie alquanto scoraggiata. Tuttavia, quel giorno, sembravano essere armate di grande cocciutaggine.
Zora prese Olivia per il braccio prima ancora che potesse fare i primi metri in direzione della scuola. Intorno a loro piccoli gruppetti di studenti si stavano dirigendo verso le prime aule in cui avrebbero fatto lezione, verso i propri armadietti, ma in molti si fermarono per qualche secondo, ad osservare con sguardo incuriosito quello che stava accadendo nel parcheggio.
«Lasciami andare il braccio» ringhiò Olivia, sfilandosi le cuffie con la mano libera. «Mi stai facendo male.»
Zora rilassò la presa, ma non la lasciò andare. «Potrai andare via quando avrai ascoltato quello che abbiamo da dirti. Ti chiediamo solamente qualche minuto, nulla di più.»
«Vi ho detto di no! Non voglio ascoltare nulla di tutto quello che volete dirmi! Sto bene così!» esclamò furiosa Olivia, il viso che iniziava a tingersi leggermente di rosso. Sgusciò via dalla presa di Zora, senza nemmeno dover fare troppa pressione, e girò le spalle alle due ragazze, tornando sulla sua strada.
«Liv! Per favore! Vogliamo chiederti scusa!» piagnucolò Amelie prima di scoppiare in un mare di lacrime.
Olivia si girò, anche se era una delle ultime cose che avrebbe dovuto fare. Le avevano voltato le spalle, scegliendo Sophie al suo posto, perché ora avrebbe dovuto perdonarle?
Strinse le mani a pugno, osservando come Amelie si era accasciata fra le braccia di Zora. L'altra ragazza le rivolse un'occhiataccia.
«Solamente cinque minuti, te lo promettiamo» mormorò Zora. Sembrava che anche lei fosse alquanto provata dalla guerra che aveva diviso il loro gruppo in quegli ultimi giorni.
Olivia sbuffò. Probabilmente se ne sarebbe pentita solamente pochi secondi dopo averlo detto, ma alla fine acconsentì a lasciarle parlare.
Le avrebbe solamente ascoltate, nulla di più. Non gli promise di essere perdonate o cose del genere, solamente la sua attenzione per non più di qualche minuto.
«È da un po' che volevamo parlarti, ma tu fuggi sempre e non ci rivolgi più nemmeno uno sguard-»
«Ho detto cinque minuti, Amy, vedi di sbrigarti a dire quello che devi dire altrimenti il tuo tempo finirà senza che tu l'abbia fatto» l'ammonì Olivia, ma la sua voce non conteneva tanta rabbia quanta le sarebbe piaciuta. Sembrava solamente stanca. E forse lo era veramente. Stava veramente iniziando ad essere tutto un po' troppo stancante.
«Okay, forse è meglio se prendo la parola io.» Zora fece un passo avanti, letteralmente. «Quello che ti vogliamo dire in poche parole è che ci dispiace, ma questo lo sai già.»
Amelie scosse la testa, mettendole una mano sulla spalla. «Sophie è stata veramente cattiva con te... Quegli screenshot appesi al muro, anche se erano veri, non sarebbero mai dovuti uscire dai nostri telefoni.»
«Ma non sono veri, Amelie. Spero che almeno questo lo abbiate capito.»
Le due si guardarono, leggermente confuse.
Pensavano ancora che Olivia avesse realmente adescato una ragazza più piccola ed erano venute a chiederle scusa per come si erano comportate? Come potevano credere che Olivia avrebbe creduto ad uno scherzo del genere?
«A noi non importa che siano veri o falsi» recuperò in estremis Zora. «Quello che ci importa è che Sophie si è comportata in modo ignobile nei tuoi confronti. Tu avrai anche sbagliato, ma anche lei è decisamente andata oltre. Vogliamo solamente che tutto si risolvi nei migliore dei modi.»
«Quindi cosa vorreste dirmi? Volete che mi riappacifichi con Sophie, è questo che state tanto bramando?»
Zora ed Amelie si guardarono di nuovo.
«A me piacerebbe tanto-» iniziò Amelie, per poi essere subito bloccata da Zora.
«No, prima vogliamo sapere la verità su quello che è successo. Ho la sensazione che ci manchi un grosso pezzo di storia e, senza quello, non credo che riusciremo a farci una buona idea di che cosa sia meglio fare.»
Come sempre, Zora era la vera voce della ragione del gruppo. Si spostò un lembo dell'hijab dietro al collo, mentre osservava con aria di attesa Olivia.
Volevano sapere che cosa gli era stato tenuto nascosto in quelle ultime settimane e Olivia decise di darglielo. Non faceva più alcuna importanza, comunque. Che pensassero che fosse la cattiva della storia, che pensassero che il suo piano era stupido e destinato a fallire sin dall'inizio. Ormai non le importava più di tanto.
L'unica cosa di cui le importava ancora sembrava impossibile da raggiungere, in quel momento, e forse anche per sempre.
Le tre ragazze si spostarono su una delle panchine nei giardini davanti alla scuola, convinte di voler saltare le prime ore di lezione, solamente per ascoltare la versione della storia di Olivia.
Una volta sotto l'ombra leggera di alcuni alberi, Olivia aprì il suo cuore per quella che sembrava la prima volta in vita sua. Non sapeva bene se era la rabbia, la delusione, o solamente la stanchezza a farla parlare in quel modo, ma fatto sta che non tralasciò nessun dettaglio.
Che fino a pochi minuti prima non volesse rivolgere la parola alle sue amiche ormai sembrava non avere più alcuna importanza.
Parlò di come le era venuto in mente il piano, di come aveva chiesto ad Eryn di essere la sua finta fidanzata e di come lei avesse accettato quell'incarico. Non tralasciò nemmeno uno dei loro appuntamenti, raccontando anche della festa di Capodanno e di come i suoi sentimenti si erano trasformati in qualcosa di vero, per poi finire con gli avvenimenti degli ultimi giorni, delle ultime ore.
Per tutto il tempo Amelie e Zora rimasero ad ascoltare, assorbendo ogni informazione come un cactus assetato durante una giornata di pioggia.
Forse, dopo tutto quello che era successo, le aveva fatto bene essere un po' ascoltata.

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora